Analisi comparata sull’inerzia dell’’amministrazione: “il silenzio” amministrativo tra Brasile e Albania
Sommario: 1. Il Brasile e l’evoluzione della pubblica amministrazione – 2. Verso l’evoluzione del sistema: il silenzio – 3. Il problema del silenzio amministrativo – 4. Il silenzio nei sistemi legali: concezione diversa o diversa cultura giuridica? – 5. Il silenzio nelle amministrazioni UE – 6. Il problema del silenzio in Albania – 7. L’evoluzione Giurisprudenziale in materia di silenzio della P.A
1. Il Brasile e l’evoluzione della pubblica amministrazione
Nell’esercizio dei poteri amministrativi la Pubblica Amministrazione deve comunicare in modo espresso la sua posizione o decisione in una forma semantica e sintattica. Pertanto, prima di rispondere ad una richiesta presentata da un cittadino, sia esso persona fisica o giuridica, la pubblica amministrazione ha il dovere di valutarne il contenuto e decidere in modo esplicito, adottando una decisione con una forma chiara e comprensibile. Ciò significa che la Pubblica Amministrazione, sotto certi punti di vista, ha l’obbligo di decidere (concedendo o rigettando), rispondendo alla richiesta nei limiti della discrezionalità conferita dalla legge. Questo sistema, così come delineato, appartiene alla nuova configurazione dello Stato Contemporaneo. In particolare, tale regola è divenuta centrale nella Costituzione brasiliana (CRFB) che si è voluta uniformare agli standard occidentali, creando a sua volta un sistema ibrido.
Quindi secondo il dettato Costituzionale Brasiliano (CRFB), ricevute le richieste di un cittadino, la Pubblica Amministrazione ha il dovere di valutare e decidere, rispettando nel farlo, i principi di legalità, della pubblicità e moralità amministrativa, sanciti dall’art. 37, capo I, CRFB nonché l’obbligo di motivazione degli atti amministrativi, implicito nelle garanzie costituzionali, del diritto di ricevere informazioni da organismi pubblici (art. 5, XXXIII, CRFB), diritto di petizione (art. 5, XXXIV, A e B , CRFB), diritto ad un ampio accesso alla magistratura (art. 5, XXXV, CRFB) e il diritto al contraddittorio, diritto alla difesa nei procedimenti amministrativi e giudiziari (art. 5, LV, CRFB), e il diritto alla ragionevole durata dei procedimenti amministrativi e giudiziari (art. 5, LXXVII, CRFB)[1].
L’inserimento del diritto di petizione, inteso come la possibilità di difendersi contro i Poteri pubblici[2], o dimostrare l’illegittimità degli abusi compiuti nell’esercizio dei suoi poteri, risulterebbe, come ha ricordato la Dottrina, inefficace se non esistesse contemporaneamente un diritto alla ricezione di informazioni da parte degli enti pubblici, o in altre parole, l’obbligo della Pubblica Amministrazione di rispondere entro un termine ragionevole[3].
La risposta della Pubblica Amministrazione deve essere espressa, chiara e stesa in modo comprensibile, specialmente, nella parte motivazionale dei suoi atti, nel pieno rispetto del principio di legalità e pubblicità (per quanto riguarda la trasparenza), e l’obbligo della motivazione[4]. E’ quindi necessario che ciascuna delle azioni della Pubblica Amministrazione sia ragionevole e spiegabile, non solo semplicemente motivata, altrimenti, tale assunto implicherebbe una limitazione del diritto alla difesa dell’interessato, in quanto si creerebbe l’impossibilità di imputare alla Pubblica Amministrazione la responsabile per le sue azioni[5]. A causa di questo problema, in Brasile, il silenzio amministrativo si conferma come un comportamento amministrativo inammissibile.
Ci sono, quindi, due presupposti importanti di assenza di parole rilevanti tradotte in forma scritta da parta della P.A., in altre parole, due ipotesi rilevanti di silenzio amministrativo della Pubblica Amministrazione inammissibili:
– il silenzio derivante dall’inerzia amministrativa in difesa dei diritti, obblighi e doveri[6]; o
– il silenzio a causa della mancanza di decisioni o di sovvenzioni o di risposta a richieste o contestazioni: quando la richiesta dell’Amministrato si risolve in una “non decisione da parte della Pubblica Amministrazione”; quando si traduca in una decisione, ma detta decisione non è rilevante per la controversia sottoposta al Tribunale.
2. Verso l’evoluzione del sistema: il silenzio
La teoria del silenzio amministrativo in Brasile è un istituto che ha bisogno di attenzione, ma che in pratica ha enormi implicazioni pratiche. Nell’area di studio sul cd. silenzio, coperta dalla Dottrina Brasiliana, è collegato un dibattito sul diritto delle parti lese al risarcimento. Tale diritto troverebbe esercizio, in quanto, in tali ipotesi, si configurerebbe un pregiudizio alla parte interessata, in vista della teoria dell’abuso di potere[7]che si esprime con l’eccesso o la carenza di decisione da parte della P.A., elemento che può influire sulla natura giuridica stessa del silenzio amministrativo[8] sotto tale lente.
Secondo le dottrine:
– Una corrente ammette che il silenzio è una “sostituzione” o un riflesso della volontà dello Stato, che in determinati casi potrebbe essere equivalente ad una dichiarazione espressa, assumendo lo stesso comportamento, la natura giuridica di atto amministrativo;
– Altra corrente lo configura come un fatto amministrativo, non una dichiarazione, non assimilabile neanche ad una pronuncia, leggibile come un comportamento o qualcosa, che, tenuto conto del sistema amministrativo, accade semplicemente[9].
Va precisato, comunque, che nella generalità dei casi, resta inteso che il silenzio, non dice nulla, non afferma nulla, non esprime nulla, non dichiara nulla ed è per questo che un atto amministrativo non esiste solo ed attraverso un dato di fatto. Secondo il diritto Brasiliano, il silenzio, quale fatto, deve essere ripudiato, non solo perché non è conforme agli obblighi sanciti dalla Costituzione[10], ma, anche, a causa del nuovo concetto di Stato post-moderno che impone una pronuncia esplicita della P.A.. Così, il silenzio amministrativo deve essere rimosso, perché è considerato un abuso di potere[11], respingendo quindi quella prassi dell’amministrazione sul silenzio, che porta, nei casi di lesione ai diritti e interessi dei cittadini, a trasferire la responsabilità allo Stato.
È degno di nota, tuttavia, nonostante ciò che è stato detto sopra, che, in Brasile, il silenzio amministrativo non è incostituzionale, bensì, può essere configurato come una consuetudine abusiva[12]. Quindi, secondo la dottrina maggioritaria, tale abuso, deve essere evidenziato e affrontato, al fine di costringere la Pubblica Amministrazione a non ledere i cittadini nei loro diritti, fingendo di servire l’interesse pubblico, mantenendo le sue prerogative, senza esporsi, eludendo gli obblighi costituzionalmente garantiti.
Analizzando il sistema amministrativo Brasiliano si scova un’arbitrarietà del Responsabile amministrativo che è inaccettabile, in quanto, nonostante tale attività sembri rientrare in quella discrezionale (o meno) della Pubblica Amministrazione, non può concedersi al governo o alle sue articolazioni, il diritto di rimanere in silenzio, inerte o muto a qualsiasi istanza, richiesta o denuncia. Tale sistema, secondo la dottrina, non può e non deve rientrare nelle ipotesi di silenzio della Pubblica Amministrazione soggetto alla “Riserva amministrativa”, poiché è stabilito l’obbligo di decidere, quindi, l’Amministrazione non può contare sulla discrezione di non decidere.
Questo errore sarebbe caratterizzato da cattiva amministrazione, un concetto legato alle azioni e alle omissioni dello Stato nello svolgimento delle funzioni amministrative, che non rispettano i principi costituzionali e legislativi applicabili all’apparato amministrativo.
Purtroppo, la legge Brasiliana non prevede, almeno a livello federale, una regola generale su come la Pubblica Amministrazione debba agire, procedere e decidere, dimenticandosi di indicare e regolare gli effetti (positivi o negativi) di tali condotte. Forse è possibile imputare tale carenza ad una mancanza di contenzioso amministrativo, che normalmente richiede una maggiore rigidità di formule procedurali, nonché ad un maggiore rispetto delle scadenze e degli altri requisiti.
Il sistema giuridico Brasiliano cerca quasi sempre di porre rimedio al silenzio amministrativo con la responsabilità dello Stato, ma questo non risolve il suo cattivo operato, in quanto, il cittadino mantiene sempre l’aspettativa che la Pubblica Amministrazione adempia al suo dovere di agire per conto del cittadino stesso. La responsabilità per l’inerzia della Pubblica Amministrazione nelle ipotesi di silenzio non è rinvenibile in alcun testo normativo a livello Federale, ma, rappresenta una prassi molto diffusa che trova appiglio in pochi testi normativi locali .
Ciò che esiste in Brasile sono casi occasionali che prevedono l’assegnazione di effetti a tale comportamento, configurando il silenzio come positivo o negativo[13], dove si legge semplicemente che “L’istituzione deve proteggere l’amministrato che è affetto dal silenzio”.
Quindi il silenzio amministrativo è una mancata pronuncia o decisione, concessione o risposta scritta ad un’istanza, richiesta o denuncia presentata dall’amministrato, indirizzata alla Pubblica Amministrazione, che, in tale comportamento, viola alcuni principi e norme costituzionali. In tale ottica, secondo la dottrina, è importante fin dall’inizio affermare che lo scopo di limitare il silenzio della Pubblica Amministrazione è quello di evitare, o almeno minimizzare, le conseguenze che rendono ogni interessato vulnerabile.[14]
Tuttavia, ci sono casi in cui determinate leggi configurano il silenzio, come positivo o negativo, creando una “fictio” giuridica, riducendo così l’incertezza giuridica che aleggia intorno a tale prassi. Resta comunque che, secondo la dottrina, la bocciatura del cd. silenzio non è una sanzione, ma piuttosto un meccanismo che si pone a favore della parte interessata, per limitare i danni a lui causati[15].
Indipendentemente dagli effetti prodotti dalla regola, è certo che la scissione tra il silenzio negativo e positivo, almeno nel proprio contesto, non copre tutte le possibili situazioni, lasciando comunque l’amministrato nell’oblio. Inoltre, è anche importante ricordare che, dall’analisi della normativa nazionale Brasiliana, in certe situazioni, si crea una rigorosa impossibilità logica dove non ci può essere né silenzio negativo né positivo.
In ogni caso, resta inteso che per avere un effetto negativo o positivo del silenzio comprensibile a tutti, dovrebbe esistere una norma esplicita[16] garantita per tutte le ipotesi. Se questo non è possibile, allora non ci può essere alcun effetto giuridico senza un’adeguata certezza del diritto[17].
Significativa è anche la situazione a livello Statale. I problemi inerenti il silenzio amministrativo sono limitati da alcune Costituzioni locali. Le Costituzioni dello Stato di San Paolo (art. 114[18]), Pernambuco (art. 97, IV[19]), Stato del Mato Grosso do Sul (art. 27, comma 6 °[20]) e Stato di Santa Catarina (art. 16, comma 2 °[21]) forzano la Pubblica Amministrazione a fornire ad ogni cittadino, per la difesa dei suoi diritti, chiarimenti sulle situazioni di suo interesse, entro un periodo massimo che varia, da Stato a Stato, tra i 10 e i 30 giorni lavorativi, in merito ai certificati, atti, contratti, decisioni o opinioni, sotto la responsabilità dell’autorità che presta il servizio. Pertanto, le parti interessate possono richiedere i certificati, se necessari, per salvaguardarle da decisioni fittizie. Altre Costituzioni Statali vanno oltre, indicando espressamente anche le omissioni da parte delle autorità pubbliche. Tali previsioni rendono l’esercizio dei diritti costituzionali impraticabili, nonostante, in ambito amministrativo, siano stati determinati i termini di riferimento per la pronuncia. Anche quest’ultimo varia da Stato a Stato, ma in generale è di 90 giorni dal momento dell’istanza, richiesta o denuncia (Costituzione dello Stato di Amazonas, articolo 3, paragrafo 1 e 5 e l’arte 105, punto 10[22]; Costituzione lo Stato della Paraíba, arte 3, comma 1 e art 30, V[23]; Legge Organica del Distretto Federale, l’arte 22, II e 23, II paragrafo[24]). In merito, sempre al silenzio amministrativo, ci sono anche Costituzioni che semplicemente predispongono delle sanzioni per casi di inadempienza che, direttamente o indirettamente, impediscono l’esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti (Costituzione dello Stato di Minas Gerais, arte 4, paragrafo 1[25]; Costituzione dello Stato del Pará, dell’articolo 5, comma 2[26]; Costituzione dello Stato di Piauí, dell’articolo 5 , comma 1[27]). In ultimo, va tenuta in considerazione, una Costituzione su tutte, che limita le sanzioni, per le inadempienze dovute al mancato rilascio, ai cittadini garantiti, delle informazioni sul funzionamento delle procedure in cui sono direttamente coinvolti e sulle decisioni prese contro o a favore di questi (Costituzione dello Stato di Alagoas, art. 44, VIII[28]).
Un caso specifico si è verificato tra gli Stati Brasiliani e lo Stato di Rio Grande do Norte, che nella sua Costituzione (art. 7[29]) definisce un cd. silenzio-default, prevedendo che ogni persona che non ha ricevuto, entro 10 giorni, le informazioni richieste agli organi pubblici dello Stato, può, fatta eccezione per i casi di habeas dati, sollecitarle giudizialmente. In questo caso, il giudice competente deve sentire l’individuo entro 24 ore e deve decidere, entro e non oltre i 5 giorni, se attingere all’opportunità di forzare l’ufficiale della P.A. a rispondere. Tale strumento è utilizzabile nelle ipotesi in cui vi sia il rifiuto o la mancata fornitura delle informazioni richieste. Va precisato che tale ipotesi di “decisione amministrativa forzata” può essere attivata nelle ipotesi in cui la condotta della P.A. o dell’ufficiale porti quale conseguenza delle omissioni ad una responsabilità punibile per disobbedienza così come prevista dalle norme Statali.
3. Il problema del silenzio amministrativo
Il primo effetto positivo del Silenzio Amministrativo è l’assegnazione giuridica espressa a tale comportamento di una sua valenza decisoria nelle ipotesi in cui, alla presentazione della richiesta, trascorso inutilmente il termine, l’autorità non dia una risposta (puro silenzio positivo). Tale istituto risulta essere di derivazione romanistica dalla formula “qui tacet consentir evidetur” (chi tace acconsente). Questo silenzio può essere anche condizionato al completamento di determinati compiti (silenzio positivo condizionale). Esiste anche una forma di silenzio che attribuisce espressamente, nei casi in cui la P.A. non concede ciò che si è domandato o richiesto, il potere di fornire, indirettamente, un effetto positivo alla domanda, richiesta o denuncia (implicito silenzio positivo). In ogni caso, in tali ipotesi, l’interessato avrà la legittimità di agire, come avrà richiesto o domandato.
La produzione di tali effetti non permette alla parte interessata di superare i limiti collegati al contenuto, specificando che la legge collega tali effetti positivi alle sole ipotesi in cui il contenuto della richiesta è così chiaro da non lasciare alcun dubbio sulla sua fondatezza, ovvero, che il comportamento della P.A. sia ineludibilmente propendente all’accoglimento dell’istanza. Ecco perché si dice che tali effetti non operano in interim discrezionale, ma possono esplicare tali effetti positivi solo nelle ipotesi in cui il potere della Pubblica Amministrazione ha un effetto vincolante.
In aggiunta a questa difficoltà si aggiunge il problema in merito alla sua valenza probatoria. Gli effetti positivi del silenzio della Pubblica Amministrazione possono essere difficili da dimostrare alla parte destinataria o successivamente alla stessa P.A. nell’esercizio dei diritti concessi. L’amministrato non detiene alcun documento che confermi l’autorizzazione o concessione, a meno che il protocollo della istanza lo preveda, e quindi il cittadino potrebbe riscontrare difficoltà nel momento in cui gli verrà chiesto di fornire la prova di tale accoglimento o concessione.
Inoltre, secondo la legge Brasiliana, è possibile introdurre un giudizio dinanzi ad un tribunale solo quando si ha un interesse ad agire. Quest’ultimo presupposto potrebbe risultare di difficile realizzazione, in special modo, quando, la parte alla cui richiesta è stato risposto con una decisione fittizia (cd. silenzio), non avrà e non potrà mai dimostrare il suo interesse ad agire. Tale asserto crea un ostacolo all’accesso giudiziario non consentendo al cittadino leso di andare in giudizio per la tutela della sua posizione giuridica. Questo problema crea indubitabili incertezze sulla compatibilità degli effetti positivi di tali silenzi con i principi Costituzionali Brasiliani, come il principio di motivazione e il dovere di valutazione amministrativa della P.A. Questo problema, inoltre, si pone in conflitto con il principio della riserva del procedimento amministrativo, che è necessario nella maggior parte delle decisioni amministrative[30]. In generale, il silenzio positivo, si dice, contribuisca all’incertezza giuridica ed è proprio questa incertezza che deve essere preferibilmente eliminata dal sistema giudiziario. Sarà sempre lasciata nell’incertezza la parte interessata che non avrà alcun documento per dimostrare la concessione dei propri diritti.
Alla fine, va inteso che secondo il diritto Brasiliano, la Pubblica Amministrazione può, in qualsiasi momento dare una risposta esplicita, anche se in ritardo, alla petizione, sollecitazione o richiesta dell’interessato quindi il mantenere la prassi del silenzio non ha senso. In caso di silenzio-assenso, la Pubblica Amministrazione ha l’autorità di pronunciarsi, anche dopo la sua scadenza. In questi casi, l’interessato avrà l’interesse ad agire, compreso il diritto di chiedere il risarcimento[31] in sede giudiziaria. A causa di tutti questi motivi, c’è bisogno di avere disposizioni giuridiche chiare perché i loro effetti siano validi.[32].
Nel sistema giuridico Brasiliano, non esiste una regola generale o specifica che sancisce che il silenzio positivo sia insostenibile e inapplicabile. Questo è il motivo per cui viene evitato e trattato come un’eccezione, salvo nei procedimenti di concessione dei permessi dove le condizioni sono pre-fissate e di conseguenza è possibile capire in modo chiaro che cosa si intende con quel silenzio.
4. Il silenzio nei sistemi legali: concezione diversa o diversa cultura giuridica?
La prevalente tutela degli interessi delle parti in un procedimento amministrativo è una delle questioni fondamentali che richiedono un attenta analisi alla ricerca delle adeguate soluzioni. Dare priorità alla Pubblica Amministrazione o ai soggetti con i quali il primo entra in rapporto giuridico amministrativo, rappresenta il nodo centrale che determina l’incertezza di alcune disposizioni di legge, in special modo, sugli aspetti procedurali di tale rapporto. Tra tali norme si potrebbe includere anche quella riferita all’obbligo per l’amministrazione di prendere una decisione espressa quale conseguenza della presentazione di domande da parte degli interessati. Il principio del processo decisionale è uno dei principi fondamentali del processo amministrativo. In effetti, questo è il concetto che trova previsione nel paragrafo 1 dell’articolo 15 (Principio del processo decisionale) del codice di procedura amministrativa dell’Albania[33]. Mentre nel diritto amministrativo di alcuni paesi tale principio è espressamente previsto, proprio come nel caso del nostro Paese, lo stesso è rinvenibile in altri paesi: un esempio può essere quello menzionato nel codice di procedura amministrativa Tedesco. Tuttavia, anche in questo caso la responsabilità di prendere decisioni entro il periodo previsto è garantita negli articoli che regolano il processo amministrativo[34].
Secondo la dottrina, che sia previsto o meno un articolo per regolare il processo decisionale , ciò che è importante è che le norme sulle procedure amministrative siano munite di disposizioni indicative di un termine di inizio e fine del processo decisionale. Mentre assume un ruolo altrettanto importante la regolamentazione delle situazioni collegate alle ipotesi in cui l’organo amministrativo, al termine del processo non prenda una decisione in merito ad una richiesta. Questa situazione, come notato sopra, ha trovato regolazione tramite l’istituto silenzio amministrativo.
La legge italiana sul procedimento amministrativo (L. 241/1990), al capitolo IX (silenzio amministrativo) del Titolo I (azioni amministrative), e più precisamente all’articolo 40, prevede l’istituto del silenzio negativo, secondo il quale al momento della scadenza di tre mesi per l’approvazione delle richieste presentate all’organo amministrativo, tale comportamento va configurata quale rifiuto della richiesta, vale a dire che la decisione è considerata negativa. L’articolo 41 dello stesso capitolo prevede il silenzio positivo, per cui solo nei casi espressamente previsti da specifiche disposizioni, il silenzio dell’amministrazione implica una decisione positiva. Nonostante questa legge sia stata modificata, i concetti di silenzio positivo o negativo sono stati lasciati inalterati. Il codice di procedura amministrativa (d.lgs. 104/2010) prevede, nella parte che disciplina gli atti amministrativi, al fine di garantire una decisione rapida, all’articolo 42 bis, l’istituto giuridico de “approvazione fittizia”, secondo il quale se il tempo, entro il quale si sarebbe dovuta prendere la decisione da parte di una Pubblica Amministrazione su una domanda/richiesta, è passato, tale inerzia va configurata al pari di una decisione adottata, a meno che la legge non preveda diversamente. In tale ottica, un documento della Commissione europea 2012 (EU20) indica che i paesi Europei come la Germania, il Portogallo, la Romania, la Slovenia e la Spagna hanno incluso la tacita approvazione nella loro legislazione orizzontale (cioè nelle loro leggi generali sulle procedure amministrative). In alcuni Stati membri le disposizioni Comunitarie che prevedono l’approvazione silenziosa delle istanze sono adottate e regolate da una legislazione settoriale (ad esempio Estonia, Finlandia, Irlanda e Lettonia). In Italia, il principio del silenzio-assenso si trova nelle leggi che disciplinano il sistema amministrativo come principio orizzontale generale, con riferimento a norme specifiche che devono ripetere e confermare. Il principio include diversi regolamenti esclusivi “orizzontali e nazionali”, alcuni dei quali si riferiscono a settori disciplinati da regioni Italiane con la seguente dicitura: “in questi casi in attuazione sistematica di questo principio si applica”. Per gli altri Stati membri dell’UE, il principio è menzionato, solo come tale, nella legislazione amministrativa orizzontale, con il requisito che viene attuato attraverso una legislazione specifica del settore (es Austria, Repubblica Ceca, Germania, Romania e Slovacchia). Per esempio il Lussemburgo ha incluso nella propria legislazione amministrativa orizzontale un elenco di settori, leggi per le quali il principio del silenzio-assenso non si applica (ad esempio, gestione dei rifiuti, lotta contro l’inquinamento, ecc.). I Paesi Bassi hanno previsto nella propria legislazione che una decisione presa in silenzio amministrativo entrerà in vigore il terzo giorno successivo alla scadenza del termine concesso per l’adozione della decisione da parte dell’amministrazione. Tre Stati membri dell’Unione Europea, la Danimarca, la Francia e la Svezia non hanno incluso la tacita approvazione nella legge orizzontale e applicano il principio solo in parte, o per niente. Nella legislazione Svedese è cambiato molto poco in relazione a questo principio, in Danimarca ci sono alcune leggi che prevedono espressamente che l’approvazione tacita non si applica, mentre in Francia, ci sono leggi che prevedono l’approvazione tacita (ad esempio la registrazione delle agenzie di viaggi e tour operator, società di gestione collettiva e agenzie di modelle), ma questo principio non è sistematicamente adottato[35] anche se i paesi Balcanici hanno rivisto la loro legislazione per adottare il principio del silenzio amministrativo. Andando più a fondo, il codice del diritto processuale amministrativo adottato in Macedonia il 26 maggio 2005 ha adottato una serie di regolamenti innovativi che hanno ricevuto delle modifiche rilevanti nel 2008 e nel 2011 garantendo la configurazione del silenzio di un organo amministrativo quale accettazione della richiesta. A seguito di questa legge, il parlamento Macedone ha modificato più di 130 leggi, mentre la Repubblica di Croazia nel 2009 ha adottato una nuova legge sulle procedure amministrative, entrato in vigore nel 2010 includendo anch’essa l’istituto di silenzio positivo. Come si vede, per quanto i regimi giuridici possano essere diversi, il principio del silenzio amministrativo positivo è molto diffuso in Europa, soprattutto nel quadro normativo orizzontale di diritto amministrativo Nazionale.
5. Il silenzio nelle amministrazioni UE
Il cd. “silenzio assenso” è già previsto come un principio importante nel quadro normativo dell’Unione europea. Nel 2006, il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno adottato una direttiva la n° 2006/123/CE “per i servizi nel mercato comune”, che ha implicitamente previsto il principio del silenzio-assenso. Lo scopo della direttiva era quello di agevolare la libertà di stabilimento dei prestatori e la libertà di fornire servizi all’interno dell’UE, rafforzando i diritti dei destinatari dei servizi, promuovendo la qualità, creando una collaborazione amministrativa efficace tra gli Stati membri. È opportuno chiarire che l’applicazione della presente direttiva dell’UE è limitata alle sole forniture di servizi di interesse generale e alla relazione tra i fornitori e le autorità competenti per l’implementazione del rilascio di autorizzazioni per la fornitura dei servizi in essa indicati. Le Aree incluse nella presente direttiva sono diversi, come l’edilizia, l’artigianato, l’industria, il commercio al dettaglio, le professioni regolamentate (ad esempio avvocati, architetti, ingegneri e commercialisti), i servizi alle imprese (ad esempio, i servizi di manutenzione, uffici di consulenza, gestione e pubblicità), il turismo, il settore immobiliare e i servizi di istruzione privata. Queste aree sono numerose, ma l’elenco non è esaustivo e completo di tutti i processi decisionali amministrativi. Strumenti per la semplificazione delle procedure amministrative previste nella presente direttiva sono considerate come strumenti di buona amministrazione e, in linea di principio sono applicabili a tutte le pubbliche amministrazioni. La direttiva è già recepita (in modi diversi) da tutti gli Stati Europei da diversi anni innescando cambiamenti legislativi. In particolare, l’articolo 13 della direttiva “servizi” dell’Unione europea (2006/123/CE) impone l’applicazione della regola del silenzio-assenso nella legislazione nazionale degli Stati membri dell’Unione europea come uno degli strumenti per garantire la semplificazione delle procedure e di ridurre i costi, la durata e la difficoltà delle pratiche per i fornitori di servizi che intendono accedere e svolgere le attività di servizio negli Stati membri dell’UE. L’articolo 13, comma 4, prevede espressamente che, se non vi è alcuna risposta entro il termine definito dalla legge, si considera concessa l’autorizzazione. Tuttavia, si prevedeva anche che alcune situazioni, tra i legittimi interessi e i terzi, potevano essere regolate con un regolamento diverso, sempre fornendo le ragioni a supporto:
– silenziosa approvazione delle domande di autorizzazione è considerata come un modo importante per ridurre la “burocrazia”;
– l’autorizzazione si considera concessa se non vi è risposta entro un certo tempo.
Si precisa che la direttiva non impone scadenze per la fornitura dei servizi citati per i quali si applica il principio del silenzio-assenso, questo particolare è lasciato alla valutazione della legislazione degli Stati membri. La maggior parte degli Stati membri hanno già inserito il principio del silenzio-assenso nella loro legislazione orizzontale di attuazione della direttiva sui servizi. In particolare, nella Repubblica di Albania al fine di allineare la legislazione nazionale con quella dell’Unione europea è stato predisposto un accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra gli Stati membri e la Repubblica di Albania, ratificato con legge nel 2006 dal Parlamento Albanese, ed entrato in vigore nell’aprile 2009. L’articolo 70 dell’ASA prevede l’obbligo dell’Albania di ravvicinare la sua legislazione a quella dell’UE, nonché l’obbligo di attuare tali direttive UE. In questo contesto, la Repubblica di Albania, nel 2013, ha adottato una decisione del Consiglio dei Ministri “Sulla organizzazione del lavoro per il ravvicinamento delle legislazioni sul diritto di stabilimento e la libera circolazione dei servizi”, che determina i termini sul ravvicinamento delle normative in detta direttiva. Nel contesto dei lavori svolti per l’attuazione di tali obblighi, si può menzionare l’inserimento di un nuovo progetto per la stesura di codice di procedura amministrativa dove il principio del silenzio amministrativo è anche incluso.
6. Il problema del silenzio in Albania
Il principio del silenzio amministrativo era inizialmente previsto dalla legge n. 8485 del 12.5.1999 “Il codice di procedura amministrativa della Repubblica di Albania” (APC), rispettivamente negli articoli 76 (tacita approvazione della petizione) e 77 (il rifiuto tacito della petizione). Anche se sembra che nella legislazione Albanese, il principio del silenzio amministrativo esista da anni, va detto che questi due articoli nascondono una serie di problemi. Per esempio l’articolo 76 si riferisce sia all’esercizio dei diritti dell’individuo, sia all’esecuzione degli atti amministrativi. L’APC sembra aver ampiamente accettato il principio del silenzio amministrativo, che autorizza, salvo che la legge disponga diversamente, nei casi in cui la relativa decisione non adottata entro il termine stabilito dalla legge, la messa in esecuzione dell’atto o l’esercizio del diritto richiesto. Il termine fissato come termine amministrativo generale è insito nell’articolo 76 della APC in 90 giorni dalla presentazione della petizione. L’articolo 76 della APC prevede espressamente per alcuni casi (come le licenze per l’esecuzione di costruzioni, i permessi per cambiare la destinazione d’uso di un terreno, permessi di lavoro per stranieri, ecc) quando non si applica il principio del silenzio-assenso. Viceversa l’articolo 77, regola il rifiuto silenzioso della petizione, prevedendo in modo sorprendente che, indipendentemente dal contenuto dell’articolo 76, la mancata pronuncia di una decisione definitiva entro il termine, in relazione ad una domanda presentata al competente organo amministrativo, dà alle parti interessate il diritto di agire come se la loro petizione non fosse stata accettata. Tale regolamentazione legislativa, salvo se non è prevista espressamente l’emissione di un atto, porta alla inevitabile conclusione che questi due articoli si eliminino l’un l’altro. Il Commentario del codice di procedura amministrativa Albanese, riferendosi a questi due articoli, li descrive come “l’aberrazione del legislatore”:.. “ Il contenuto degli articoli 76 (tacita ammissione della petizione) e 77 (rifiuto tacito della petizione) ha generato forse il dibattito dottrinale più acceso sul Codice di procedura amministrativa. Commenti di studiosi e operatori del diritto in relazione a questi articoli contraddittori, vanno da positivo a considerare (articoli) come aberrazione del legislatore[36]”.
Lo scopo di questi articoli (artt. 76 e 77 della APC) è quello di sostenere i principi e i diritti costituzionali sanciti a favore delle persone private, garantire l’efficienza della burocrazia e il principio di ragionevole durata. Esempi in tal senso possono essere: la legge n.107/2014 “Sulla pianificazione e lo sviluppo del territorio” che ha abrogato la legge del 2009, la legge n. 10081 del 23.02.2009 “Sulla licenze, autorizzazioni e permessi nella Repubblica di Albania”, la legge n. 9723 del 05.03.2007 “Sul Centro di Registrazione Nazionale”, la legge n. 8934 del 05.09.2002 “Sulla tutela dell’ambiente”[37].
7. L’evoluzione Giurisprudenziale in materia di silenzio della P.A
Il contributo della magistratura per una migliore comprensione del silenzio amministrativo è tanto importante quanto la necessità di avere disposizioni giuridiche chiare per quanto riguarda questo istituto. La giurisprudenza Albanese, anche se non ricca, non ha riconosciuto i casi in cui la decisione è stata rilasciata in base alla procedura di silenzio. La Corte Suprema Albanese, in questi casi, ha ritenuto il silenzio una prassi non compatibile con alcune procedure amministrative volte a garantire diritti Costituzionalmente tutelati. Per fare degli esempi, in un caso la Corte Suprema ha ritenuto che il principio del silenzio amministrativo non può essere applicato se la legislazione non definisce come tale principio vada applicato alle cause amministrative, per essere considerata una decisione valida. In un caso un soggetto, nei confronti del quale il servizio di controllo fiscale del Dipartimento Regionale delle Entrate aveva emesso una multa a causa del mancato pagamento del debito d’imposta pieno ai sensi della Legge n. 9920 del 19.05.2008, “sulle procedure fiscali nella Repubblica di Albania”, aveva presentato un ricorso amministrativo al Dipartimento di Appello fiscale, Direzione generale delle imposte. Quest’ultimo aveva deciso di respingere il ricorso perché il soggetto non aveva incontrato l’obbligo di pagare l’importo della tassa dovuta, come condizione sostanziale per l’esame della denuncia.[38] Il soggetto aveva sostenuto che aveva un credito d’imposta surplus e aveva presentato istanza per confermare questo surplus con l’amministrazione fiscale, che secondo la legge n. 9920 del 19.05.2008, “Su procedure fiscali nella Repubblica d’Albania”, capitolo XIII, tale surplus può essere utilizzato per compensare l’importo da pagare ai fini del ricorso amministrativo, a condizione che venga attivata la procedura specifica, in base alla quale l’Ente fiscale dovrebbe ufficialmente confermare tale compensazione entro 15 giorni dalla data in cui il soggetto ha presentato la domanda di risarcimento. Il soggetto aveva sostenuto con la Corte che avendo presentato la richiesta all’autorità fiscale, e in assenza della risposta entro i 15 giorni, riteneva tale richiesta accettata, confermando all’interessato un saldo a credito, utilizzabile per il pagamento in compensazione alla presentazione del ricorso.
La Corte Suprema ha esplicitamente chiarito: “…non si può che ammettere la compensazione delle passività fiscali con la situazione del credito del contribuente, solo dopo la presentazione della richiesta presentata alle autorità fiscali di risarcimento. Il diritto di confermare questo tipo di risarcimento è riconosciuto dal legislatore solo alle autorità fiscali (che è a discrezione di quest’ultimo e non il soggetto contribuente).E ‘l’amministrazione fiscale, che rispetto alla procedura prevista dalla legge n. 9920 del 19.05.2008, e altri atti sub-legali, dopo le verifiche, a confermare o meno il risarcimento che potrà essere riconosciuto e accettato. Qualsiasi decisione negativa presa dall’amministrazione fiscale, o la sua omessa azione o inerzie a tali richieste, può essere impugnata solo secondo le modalità previste dalla legge, ma in ogni caso non può essere considerata come tacita approvazione della richiesta o riconoscimento di tale compensazione, cioè come un’automatica compensazione”.
[1] Il silenzio della Pubblica Amministrazione, per lo meno a livello federale, è soggetto a nessuna regola generale rispetta sia a come la parte in questione deve procedere, sia a quali risultati (tacita accettazione o il rifiuto) sono applicabili.
Legge federale n.º 9,784, 29 Gennaio, 1999 regola solo il dovere dell’amministrazione di decidere in modo esplicito nei casi di procedimenti amministrativi di competenza della Federal Pubblica Amministrazione, e sulle richieste o reclami (art. 48 e 49). Essa impone inoltre l’obbligo dell’Amministrazione di motivare le proprie decisioni, in alcuni casi, indicando i fatti e le ragioni giuridiche (art. 50).
[2] HUMBERTO GOMES DE BARROS del Superior Tribunal de Justiça ha dichiarato: “O direito de petição, inserido entre as garantias fundamentais do art. 5º da nossa Constituição Federal, tem como corolário o direito à resposta. Não houvesse obrigação de responder, o direito de petição mereceria integrar o acervo da solenes inutilidades. Enquanto não responde ao requerimento, a Administração está em mora. O silêncio traduz inadimplência, não resposta implícita”. (BRASIL. Superior Tribunal de Justiça. Classe: REsp – RECURSO ESPECIAL, Processo: REsp 16284 / PR, UF: PR – PARANÁ, Fonte: DJ 23.03.1992 p. 3447, RSTJ vol. 32 p. 416, Relator(a): HUMBERTO GOMES DE BARROS).
[3] JOSÉ AFONSO DA SILVA (SILVA, José Afonso da. Curso de Direito Constitucional Positivo. 19. ed. São Paulo: Malheiros Editores, 2001, p. 446): “É importante frisar que o direito de petição não pode ser destituído de eficácia. Não pode a autoridade a quem é dirigido escusar pronunciar-se sobre a petição, quer para acolhê-la quer para desacolhê-la com a devida motivação. Algumas constituições contemplam explicitamente o dever de responder (Colômbia, Venezuela, Equador). Bem o disse Bascuñan: ‘O direito de petição não pode separar-se da obrigação da autoridade de dar resposta e pronunciar-se sobre o que lhe foi apresentado, já que, separado de tal obrigação, carece de verdadeira utilidade e eficácia. A obrigação de responder é ainda mais precisa e grave se alguma autoridade a formula, em razão de que, por sua investidura mesmo, merece tal resposta, e a falta dela constitui um exemplo deplorável para a responsabilidade dos Poderes Públicos’.”
[4] Per quanto riguarda la differenza tra la ‘ragione’ e ‘motivo,’ vedere MELLO, CelsoAntônioBandeira de. Discricionariedade e Controle Jurisdicional. 2. ed. São Paulo: Malheiros, 2006 or MELLO, Celso Antônio Bandeira de. Curso de direito administrativo. 17 ed. São Paulo: Malheiros, 2004, p. 364 and 365). Per l’autore la ragione del acto include“a própria situação material, empírica, que efetivamente serviu de suporte real e objetivo para a prática do ato”, mentre la motivazione, essendo una sorta di spiegazione dei motivi,“integra a ‘formalização’ do ato, sendo um requisito formalístico dele”.
[5]La Giustizia brasiliana ha avuto modo di dire che il diritto di petizione è quello che appartiene a una persona per invocare l’attenzione del pubblico su un problema o una situazione. Il Tribunale Federale Regionale della Terza Regione afferma che“a omissão da Administração em apreciar a postulação administrativa em prazo razoável, configura o silêncio administrativo e enseja a impetração de mandado de segurança para determinar à autoridade pública a apreciação do pedido, mas também para que o Poder Judiciário conceda o direito pleiteado”. (BRASIL: Tribunal Regional Federal – Terceira Região. Classe: AMS – APELAÇÃO EM MANDADO DE SEGURANÇA – 200482, Processo: 200003990250967 UF: SP Órgão Julgador: TERCEIRA TURMA, Data da decisão: 09/06/2004 Documento: TRF300095620, Fonte: DJU DATA:31/08/2005 PÁGINA: 157, Relator(a): NERY JUNIOR)
[6]Ci sono molti esempi di inerzia della legge brasiliana, tra cui: la legge sanzione del Capo del Potere Esecutivo (Art. 66, comma 3, del CRFB e dell’arte 30 della legge federale n.º. 6448 dell’11 ottobre 1977) ; la manifestazione del Congresso sui “medidaprovisória”; il “estágioprobatório” (art 41, § 4, la CRFB.); il parere del comitato tecnico su un progetto di legge (articolo 20 della regolamentazione comune del Congresso – Risoluzione n.º 1 del 1970-CN); l’accordo per la concessione di fomentare imposta (art. 4 della legge federale complementari n.º 24 del 7 gennaio, 1975), tra gli altri.
[7] Accordingly: TÁCITO, Caio. O abuso de poder administrativo no Brasil: conceito e remédios. Arquivos do Ministério da Justiça e Negócios Interiores. Brasília, v.17, n.72, p. 35-64, dez., 1959; and FAGUNDES, Seabra. Responsabilidade no Estado: indenização por retardada decisão administrativa. Revista de Direito Público. São Paulo, v. 14, n. 57/58, p. 7-17, jan./jun., 1981.
[8]Esistono molte ricerche per quanto riguarda la natura giuridica del silenzio. Qui sarà trascritta la sintesi fatta da ARTUR CORTEZ BONIFACIO (BONIFÁCIO, ArturCortez. Direito de Petição: garantia constitucional. São Paulo: Método, 2004, p. 149, nota 47): “Consideram o silêncio um fato administrativo: Celso Antônio Bandeira de Mello (ob. cit.), Temístocles Brandão Cavalcanti (In: Revista Forense 03/1939, APUD Revista da Faculdade de Direito de São Paulo, vol. XXXIV, fasc. II, p. 122-130), Renato Alessi […], André Gonçalves Pereira (Erro e Ilegalidade no Ato Administrativo, São Paulo, Ática, 1962), Eduardo Garcia de Enterría (Curso de Direito Administrativo, São Paulo, RT, 1991) e Agustín Gordillo (ob. Cit.), entre outros. Consideram-no ato administrativo Alberto Xavier (apud Antônio Carlos Cintra, Extinção do Ato Administrativo), Sérgio Ferraz (In: Curso de Direito Administrativo, Instrumentos de Defesa dos Administrados, São Paulo, Saraiva, 1986), José Wilson Ferreira Sobrinho (In Silêncio Administrativo e Licença de Construção, RT, Revista de Direito Público, nº 99). Atribuem-no o caráter de ato administrativo condicionando à expressa previsão legal ou à fixação de prazo para sua emanação, respectivamente, Neyde Falco Pires Corrêa (em O Silêncio da Administração, RT, Revista de Direito Público, no. 69) e Régis Fernandes de Oliveira (Ato Administrativo, 4ª ed., São Paulo, RT, 2002). Lúcia Vale Figueiredo (Disciplina Urbanística da Propriedade, São Paulo, 1980), referindo-se à licença para construir, admite o silêncio, como ato administrativo de deferimento sob condição resolutória. Então, do silêncio tem-se por deferida a continuidade das obras mediante comunicação, a fim de se constituir a administração em mora, marcando-se o prazo para preclusão. Hely Lopes Meirelles (Direito de Construir, 1987) sustenta ser o silêncio uma conduta omissiva da Administração”.
[9] Per il Tribunale Regionale Federale della Prima Regione il silenzio amministrativo non è un atto amministrativo.(BRASIL. Tribunal Regional Federal – Primeira Região. Classe: AC – APELAÇÃO CIVEL – 8901211556, Processo: 8901211556 UF: DF Órgão Julgador: SEGUNDA TURMA, Data da decisão: 10/10/1989 Documento: TRF100000664, Fonte: DJ DATA: 27/11/1989 PAGINA: *****, Relator(a): ORLANDA FERREIRA)
[10]Il silenzio amministrativo è in violazione del dovere di decidere che, in linea di principio, è richiesto dalla Pubblica Amministrazione. Non si deve confondere con il silenzio procedurale in cui la Pubblica Amministrazione ignora le fasi e norme in materia di procedimento amministrativo necessari per la pratica di alcuni atti.
[11]Ci sono molti casi in cui la Magistratura brasiliana afferma che il silenzio amministrativo è considerato come un abuso. Il Tribunale Regionale Federale della Seconda Regione in un caso relativo al ritardo nel perseguimento dei crediti amministrativi in materia di licenze d’importazione ha detto che il silenzio amministrativo caratterizza il silenzio della Pubblica Amministrazione come ingiustificata e illegale.(BRASIL. Tribunal Regional Federal – Segunda Região. Classe: AMS – APELAÇÃO EM MANDADO DE SEGURANÇA – 27356, Processo: 199902010408750 UF: RJ Órgão Julgador: QUARTA TURMA, Data da decisão: 27/06/2000 Documento: TRF200072168, Fonte: DJU DATA:17/10/2000, Relator(a): ROGERIO CARVALHO).
La stessa Corte, ora della Prima Regione, ha scoperto che quando non vi è alcun limite di tempo legale per la decisione amministrativa, si dovrebbe attendere un tempo ragionevole per la manifestazione della autorità o degli organi competenti, che superato il silenzio dell’Amministrazione lo rende un abuso di potere, che permette all’amministrato di andare davanti alla Corte appropriata. (BRASIL. Tribunal Regional Federal – Primeira Região. Classe: REO – REMESSA EX-OFFICIO – 199701000433911, Processo: 199701000433911 UF: MA Órgão Julgador: PRIMEIRA TURMA, Data da decisão: 8/6/2000 Documento: TRF100095610, Fonte: DJ DATA: 29/6/2000 PAGINA: 31, Relator(a): JUIZ ALOISIO PALMEIRA LIMA). In caso di richiesta di revisione dei crediti, il Tribunale Regionale Federale della Seconda Regione ha dichiarato che il termine ragionevole del processo e le modalità di un ritmo adeguato al trattamento è una garanzia per tutti i cittadini, perché tutti hanno diritto ad un amministrazione efficiente, tradotto in qualità fornite dai servizi pubblici
. Quindi, ha sostenuto che la mancanza di server e il presunto eccesso di lavoro non possono impedire il diritto di ottenere una risposta esplicita alle richieste dei cittadini, giungendo alla conclusione che i risultati di procedure amministrative non possono essere rinviate a tempo indeterminato. Il silenzio dell’amministrazione, in questo caso, è stato definito come un abuso e è stato corretto mediante emissione di un ordine di determinare l’autorità di dare una conclusione entro un termine ragionevole.(BRASIL. Tribunal Regional Federal – Segunda Região. Classe: REOMS – REMESSA EX OFFICIO EM MANDADO DE SEGURANÇA – 69556, Processo: 200651010238906 UF: RJ Órgão Julgador: TERCEIRA TURMA ESP., Data da decisão: 18/09/2007 Documento: TRF200171119, Fonte: DJU DATA:27/09/2007 PÁGINA: 170/171, Relator(a): PAULO BARATA).
Lo stesso ragionamento si trova in altre decisioni, dal Tribunale Regionale Federale della Terza Regione, in cui si afferma che il“omissão ou o silêncio da Administração, quando desarrazoados, configuram não só desrespeito ao princípio constitucional da eficiência, mas também rematado abuso de poder”. (BRASIL: Tribunal Regional Federal – Terceira Região. Classe: REOMS – REMESSA EX OFFICIO EM MANDADO DE SEGURANÇA – 301926, Processo: 200561090061067 UF: SP Órgão Julgador: OITAVA TURMA, Data da decisão: 07/04/2008 Documento: TRF300155226, Fonte: D.E. DATA:06/05/2008, Relator(a): FONSECA GONÇALVES; BRASIL: Tribunal Regional Federal – Terceira Região. Classe: AMS – APELAÇÃO EM MANDADO DE SEGURANÇA – 268401, Processo: 200361090047220 UF: SP Órgão Julgador: OITAVA TURMA, Data da decisão: 19/11/2007 Documento: TRF300139443, Fonte: DJU DATA:23/01/2008 PÁGINA: 463, Relator(a): VERA JUCOVSKY; BRASIL: Tribunal Regional Federal – Terceira Região. Classe: REOMS – REMESSA EX OFFICIO EM MANDADO DE SEGURANÇA – 280997, Processo: 200561040053658 UF: SP Órgão Julgador: OITAVA TURMA, Data da decisão: 23/07/2007 Documento: TRF300131020, Fonte: DJU DATA:26/09/2007 PÁGINA: 716, Relator(a): NEWTON DE LUCCA)
[12]La Suprema Corte federale brasiliana ha respinto la tesi secondo cui § 3 dell’art. 26 della legge federale N.º 9.478 del 6 agosto 1997, sarebbe incostituzionale. Ha detto semplicemente che si trattava di un comportamento negativo dell’Amministrazione e che la questione deve essere risolta in modo infra-costituzionale. (BRASIL. Supremo Tribunal Federal. Classe: ADI – AÇÃO DIRETA DE INCONSTITUCIONALIDADE, Processo: 3273 UF: DF – DISTRITO FEDERAL, Fonte: DJ 02-03-2007 PP-00025 EMENT VOL-02266-01 PP-00102, Relator(a): CARLOS BRITTO e BRASIL. Supremo Tribunal Federal. Classe: ADI – AÇÃO DIRETA DE INCONSTITUCIONALIDADE, Processo: 3366 UF: DF – DISTRITO FEDERAL, Fonte: DJ 02-03-2007 PP-00026 EMENT VOL-02266-02 PP-00281, Relator(a): CARLOS BRITTO).
[13]Nonostante l’imprecisione del vocabolario, poiché è più accurato usare l’espressione “effetti positivi del silenzio” e “effetti negativi del silenzio”, userò le espressioni ridotte: silenzio positivo e negativo.
In questa sezione, tratterò solo casi di silenzio positivo, ma non si può omettere di capire il silenzio negativo. Questo, così come il silenzio positivo, può essere inteso come di seguito, cioè, proprio, fornito da incarico legale che nega esplicitamente la petizione, richiesta o necessaria se è scaduto per l’autorità il termine di decidere; condizionale, quando l’amministratore è subordinato al compimento di determinati compiti; e implicito quando non c’è obbligo di legge che nega esplicitamente pretese degli amministrati, richiesti o necessari, ma trasmette, indirettamente, un effetto negativo sulla domanda, richiesta o lamentela.
Il silenzio negativo ha un forte carico di lavoro procedurale, in quanto il suo effetto sarà essenziale per l’amministrato, poiché gli permette di fare uso di ricorso amministrativo. Anche se è importante ridurre al minimo l’incertezza giuridica, l’assegnazione di tale silenzio può portare ad abusi da parte dell’Amministrazione, che la situazione di cui sopra che probabilmente respingere la domanda, richiesta o lamentela, può essere tentato di silenzio, costringendo gli effetti di produzione, esonerando così la somministrato il diritto di decisione motivata correttamente. Anche se la Pubblica Amministrazione può essere di destra, è vero che tali azioni male la legittimità e la morale, perché le decisioni esplicite sono sempre auspicabile.
A livello federale, il Brasile ha una regola generale del silenzio negativo, ma alcune leggi statali in materia di procedure amministrative sotto le loro amministrazioni ne parla, come negli stati di San Paolo e Rio Grande do Norte (art. 33 della legge dello Stato n.º 10,177 , 30 dicembre 1998, che regola il procedimento amministrativo sotto l’amministrazione dello Stato di San Paolo e di arte. 66 e 67 della legge complementare dello Stato di Rio Grande do Norte n.º 303, 9 settembre 2005, che prevede norme generali riguardante il processo amministrativo all’interno del loro Stato Pubblica Amministrazione).
Un esempio di corretto silenzio negativo a livello federale è la frammentazione del territorio urbano. Questo può essere fatto mediante miscelazione o smembramento. Blending è la suddivisione dei terreni agricoli in lotti per la costruzione, con l’apertura di nuove strade, di strutture pubbliche o di estensione, modifica o ampliamento di strade esistenti; e lo smembramento è la suddivisione dei terreni agricoli in lotti per la costruzione, con l’utilizzo del sistema viario esistente a condizione che non comporti l’apertura di nuove strade e luoghi pubblici, o l’estensione, la modifica o l’ampliamento di quelli esistenti. L’art. 16 della legge federale n.º 6,766, 19 dicembre 1979 rinvia alla legge comunale la definizione dei termini per un progetto di frammentazione del territorio urbano presentati alla approvata o respinta e che le opere eseguite sono accettate o rifiutate. Se il comune non stabilisce tale termine che sarà di 90 giorni per l’approvazione o il rifiuto e 60 giorni per l’accettazione o il respingimento nelle opere di urbanizzazione. Determina il §1.º, dello stesso articolo, che il progetto potrà essere ritenuto rifiutato o respinto dopo un periodo senza la manifestazione della Amministrazione, ma prevede il risarcimento dei danni derivanti dalla omissione.
Circa il condizionamento negativo silenzio, non esiste nessun esempio noto a livello federale, ma per quanto riguarda il silenzio implicito negativo, c’è: l’esaurimento del corpo amministrativo per il deposito di un Atto di Mandamus (art 5.º del n.º legge federale. 1.533, 31 dicembre 1951). Esercitare la sfera amministrativa e ottenuto alcuna risposta, mettendo a tacere lo stesso quando il convenuto, l’individuo sarà ostacolata da una mancanza di effetti avversi e ha dovuto ricorrere ai tribunali, solo per ottenere una sentenza di amministrazione e dei risultati, aperti a nuovi contenziosigiudiziari; altro esempio è la mancanza di espressione di deposito nazionale o Registro di sistema o di database (art. 8.º solo comma, della legge federale n.º 9.507 di 12 Novembre 1997). Qualsiasi cittadino può chiedere l’agenzia o il depositario di record o database di informazioni su se stesso che sarà concesso o negato entro quarantotto ore, e la decisione comunicata al richiedente entro ventiquattro ore. La mancanza di espressione sulle richieste fatte da interessati caratterizza rifiuto tacito, perché legittima il join con i dati habeas, attribuendogli i vantaggi di rappresentazione.
Anche per quanto riguarda il silenzio negativo, anche se alcuni preferiscono chiamarlo silenzio-default (Tomelin, Georghio Alessandro. Silêncio-inadimplemento senza brasileiro Processo administrativo. Revista de DireitoAdministrativo. Rio de Janeiro, n. 226, pag. 281-292, fuori / dez., 2001), perché ha solo un effetto formale, che consente l’interessato di presentare una causa in tribunale o di appello a un livello amministrativo più elevato, non possiamo non menzionare la soluzione trovata dalla Costituzione dello Stato di Rio Grande do Norte, che nel suo art. 7 stabilisce che se la persona che non riceve, entro 10 giorni, le informazioni richieste da agenzie statali, – esclusa l’ipotesi di habeas data -, può richiederle in tribunale. In questo caso, il giudice del processo, dopo aver sentito chi dovrebbe fornire le informazioni richieste entro 24 ore deve decidere, entro 5 giorni, sulla notifica alla persona responsabile del rifiuto, pena oltraggio alla corte.
[14]Ci sono casi in cui non vi è alcun effetto sulla regola. Così l’amministrato sarà non protetto. In tali casi, la dottrina e la giurisprudenza possono essere utili per stabilire le conseguenze all’interno del sistema giuridico.
In questi casi, i cittadini sono liberi di applicare un ricorso amministrativo o andare alla magistratura dopo la scadenza legale senza espressa decisione dell’amministrazione, o in mancanza di termine, dopo un tempo ragionevole.
CELSO ANTONIO BANDEIRA de Mello (….. MELLO, Celso AntônioBandeira de DireitoAdministrativo Brasileiro San Paolo, 24. ndrMalheiros 1999. p 98-99) sostiene che l’amministrato può fare in Tribunale due tipi di richiesta: a) fornitura della manifestazione e approvazione amministrativa della richiesta in casi che sono vincolati; b) determinare il termine ultimo per l’Amministrazione a decidere, pena oltraggio alla cortein caso di fallimento, quegli atti che hanno un contenuto discrezionale.
Resta inteso, di fronte a circostanze di discrezione, che si può chiedere alla Magistratura, pena una multa in caso di fallimento, o, in alternativa, pena di diniego del riconoscimento della domanda e quindi consentire all’amministrato di fare affidamento sulla Pubblica Amministrazione, o ancora presentare una causa davanti al Tribunale competente, rivendicando i propri diritti.JOSÉ DOS SANTOS CARVALHO FILHO (CARVALHO FILHO, José dos Santos. Manual de Direito Administrativo. 17. ed. Rio de Janeiro: Lumen Juris, 2007. p. 95): “Caso não tenha êxito na via administrativa para obter manifestação comissiva da Administração, não restará para o interessado outra alternativa senão recorrer a via judicial. Diferentemente do que sucede na hipótese em que a lei indica que a omissão significa denegação – hipótese em que se pretende desconstituir relação jurídica -, o interessado deduzirá pedido de natureza mandamental (ou para alguns, condenatória para cumprimento de obrigação de fazer), o qual, se for acolhido na sentença, implicará a expedição de ordem judicial à autoridade administrativa para que cumpra seu poder-dever de agir e formalize manifestação volitiva expressa, sob pena de desobediência a ordem judicial.
Há juristas no entanto, que sustentam que, se a Administração estava vinculada ao conteúdo do ato não praticado (ato vinculado), e tendo o interessado direito ao que postulara, poderia o juiz suprir a ausência de manifestação. Ousamos dissentir desse entendimento, porquanto não pode o órgão jurisdicional substituir a vontade do órgão administrativo; pode, isto sim, obrigá-la a emiti-la, se a lei o impuser, arcando o administrado com as conseqüências de eventual descumprimento”.
Come tempo ragionevole, CELSO ANTONIO BANDEIRA DE MELLO (MELLO, Celso Antônio Bandeira de. Direito Administrativo Brasileiro. San Paolo, 24. ed. Malheiros. 1999. p. 378) propone, salvo i casi di urgenza, il termine di 120 giorni dalla richiesta, come previsto dall’art. 18 della legge federale N.º 1.533 al 31 dicembre 1951, che prevede per le questioni relative alla “mandado de Segurança”.
Questa costruzione dottrinale non è del tutto sbagliata, ma sembra che questo aspetto dipenderà dal caso e anche dal tempo che l’amministrazione impiega di solito per risolvere simili questioni. Così, può anche essere inferiore a 120 giorni.
Bisogna anche aggiungere che in alcuni casi l’Amministrato non può ricorrere amministrativamente, perché non ha deciso di presentare ricorso. In questi casi può dopo il termine legale o se non ha stabilito la scadenza, dopo un ragionevole periodo, informa l’amministrazione per un dato periodo, che deve anche essere ragionevole, per prendere una decisione.
Altro temada ricordare è il problema dell’interesse ad agire, che normalmente impedisce di iniziare un’azione giudiziaria.
[15] JOSÉ AFONSO DA SILVA (SILVA, José Afonso da. Curso de Direito Constitucional Positivo. 19. ed. São Paulo: Malheiros, 2001, p. 446): “A Constituição não prevê sanção à falta de resposta e pronunciamento da autoridade, mas parece-nos certo que ela pode ser constrangida a isso por via do mandado de segurança, quer quando se nega expressamente a pronunciar-se quer quando se omite; para tanto, é preciso que fique bem claro que o peticionário esteja utilizando efetivamente o direito de petição, o que se caracteriza com maior certeza se for invocado o art. 5º, XXXIV, a. Cabe, contudo, o processo de responsabilidade administrativa, civil e penal, quando a petição visar corrigir abuso, conforme disposto na Lei nº 4.898/65”.
[16]La Magistratura dal Tribunale Regionale Federale della Terza Regione ha già la possibilità di affermare che il silenzio della Pubblica Amministrazione ha effetto solo se esplicitamente previsto dalla legge. (BRASILE: Tribunale Regionale Federale – TerceiraRegião Classe:. REOMS – REMESSA d’ufficio EM Mandado DE Segurança – 189.199, Processo: 199.903.990.380.792 UF: SP órgãoJulgador: SEXTA TURMA, dati da decisão: 05/04/2006 Documento: TRF300103555, Fonte : DJU DATI: 02/06/2006 PÁGINA: 430, di ruolo (a): MIGUEL Di Pierro)
Tuttavia, CELSO LUIZ BRAGA DE CASTRO (CASTRO, Celso Luiz Braga de Desvios de Conduta da AdministraçãoPública 2000 195 laude, Dissertação de MestradoemDireitoapresentadanaUniversidade Federal da Bahia -.. Salvador, Gennaio de 2001) ritiene che la regola è applicabile quando non c’è legge esplicita circa l’effetto del silenzio amministrativo rispetto all’effetto negativo. Ciò significa che probabilmente, secondo il ragionamento dell’autore, gli effetti positivi necessitano di una legge esplicita. A questo proposito, HELY LOPES MEIRELLES (MEIRELLES, Hely Lopes DireitoAdministrativo Brasileiro 24. ndr San Paolo:… Malheiros, 1999 pag 98-99.): “A omissão da Administração pode representar aprovação ou rejeição da pretensão do administrado, tudo dependendo do que dispuser a norma pertinente. Não há, em doutrina, um critério conclusivo sobre a conduta omissiva da autoridade. Quando a norma estabelece que, ultrapassado tal, o silêncio importa aprovação ou denegação do pedido do postulante, assim se deve entender, menos pela omissão administrativa do que pela determinação legal do efeito do silêncio. Quando a norma limita-se a fixar prazo para a prática do ato, sem indicar as conseqüências da omissão administrativa, há que se perquirir, em cada caso, os efeitos do silêncio. O certo, entretanto, é que o administrado jamais perderá seu direito subjetivo, enquanto perdurar a omissão da Administração no pronunciamento que lhe compete.”.
[17] È interessante notare che la legge federale N.º 9,784 / 99 non stabilisce alcun effetto al silenzio, al di là di fissare un termine legale per l’amministrato attendere la manifestazione l’amministrazione a chiedere nel settore giudiziario. SÉRGIO FERRAZ e Adilson ABREU DALLARI, (FERRAZ, Sérgio, DALLARI, AdílsonAbreu Processo Administrativo San Paolo:… MalheirosEditores, 2001, p 41): “De se lastimar, contudo, tenham sido até criados alguns mecanismos de frontal contrariedade à realização do propósito de duração razoável do processo. Nesse sentido, para exemplificar: a) nada se prevê, em termos de prosseguimento do processo, quando um parecer, embora obrigatório e de efeito vinculante, requerido a um órgão consultivo, não seja emitido (art. 42, § 1º); b) o mesmo praticamente ocorrerá se, reiterada e sucessivamente, diversos órgãos administrativos se esquivarem à produção de laudo técnico, requerido pela autoridade processante (art. 43); c) tampouco ousou o legislador enfrentar aberta e frontalmente a questão da conseqüência processual na hipótese de omissão do dever de decidir dentro dos prazos consignados no diploma (arts. 49 e 59).”
Una questione rilevante che qui interessa riferisce al momento in cui gli effetti di silenzio amministrativo potrebbe essere considerato di effetto sui diritti di amministrati. Resta inteso che sarebbe il giorno dopo il termine legale stabilito. Ora, nei casi in cui non esiste un termine legale, si deve stimare un “termine ragionevole”, tenendo conto delle specificità del caso, e il tempo della Pubblica Amministrazione prende per risolvere problemi simili. Vale la pena ricordare qui che CELSO ANTONIO BANDEIRA DE MELLO (MELLO, Celso Antonio BandeiraCurso de Direito Administrativo.19 ed São Paulo:…. Malheiros, 2005, p 387) è del parere che, in caso di nessuna previsione di uno specifico termine legale, il lasso di 30 giorni previsti dalla legge federale N.º 9,784 / 99 deve essere usato.
[18]Artigo 114 – A administração é obrigada a fornecer a qualquer cidadão, para a defesa de seus direitos e esclarecimentos de situações de seu interesse pessoal, no prazo máximo de dez dias úteis, certidão de atos, contratos, decisões ou pareceres, sob pena de responsabilidade da autoridade ou servidor que negar ou retardar a sua expedição. No mesmo prazo deverá atender às requisições judiciais, se outro não for fixado pela autoridade judiciária.
[19]Art. 97 – A administração Pública direta e indireta de qualquer dos Poderes do Estado e dos Municípios obedecerá aos princípios de legalidade, impessoalidade, moralidade, publicidade e eficiência, além dos relacionados nos artigos 37 e 38 da Constituição da República Federativa do Brasil e dos seguintes: (…) IV – fornecimento obrigatório a qualquer interessado, no prazo máximo de quinze dias, de certidão de atos, contratos, Decisão ou pareceres, nos termos da alínea b do inciso XXXIV do artigo 5º – da Constituição da República, sob pena de responsabilização de autoridade ou servidor que negar ou retardar a sua expedição.
[20]Art. 27. Para a organização da administração pública direta, indireta ou das fundações de qualquer dos Poderes do Estado é obrigatório o cumprimento do seguinte: (…) § 6º A administração pública é obrigada a fornecer, no prazo de trinta dias, a qualquer cidadão, para a defesa de direitos, certidão de quaisquer atos e a atender, no mesmo prazo, se outro não for fixado, às requisições judiciais.
[21]Art. 16. Os atos da administração pública de qualquer dos Poderes do Estado obedecerão aos princípios de legalidade, impessoalidade, moralidade e publicidade. (…) § 2º. A administração é obrigada a fornecer a qualquer interessado certidão ou cópia autenticada, no prazo máximo de trinta dias, de atos, contratos e convênios administrativos, sob pena de responsabilidade da autoridade competente ou do servidor que negar ou retardar a expedição.
[22]Art. 3º.O Estado, nos limites de sua competência, assegura, em seu território, a brasileiros e estrangeiros, a inviolabilidade dos direitos e garantias fundamentais declarados na Constituição da República. § 1º. As omissões do Poder Público que tornem inviável o exercício dos direitos constitucionais serão sanadas, na esfera administrativa, dentro de noventa dias do requerimento do interessado, incidindo em penalidade de destituição de mandato administrativo ou de cargo ou função de direção, em Órgão da administração direta ou indireta, o agente público que injustificadamente deixar de fazê-lo. (…) § 5º. Todos têm direito de requerer e obter, no prazo de trinta dias, informações objetivas de seu interesse particular, coletivo ou geral, acerca dos atos e projetos do Estado e dos Municípios, bem como dos respectivos órgãos da administração pública direta e indireta. (…) Art. 105. A Administração Pública é direta quando efetivada por órgão de qualquer dos Poderes do Estado e Municípios. (…) § 10. A Administração é obrigada a fornecer a qualquer interessado, no prazo máximo de quinze dias, certidão de atos, contratos, decisões ou pareceres que não tenham sido previamente declarados sigilosos, sob pena de responsabilidade da autoridade ou servidor que negar ou retardar a sua expedição e, no mesmo prazo, deverá atender às requisições judiciais, se outro não for fixado pelo juiz.
[23]Art. 3º O Estado e os Municípios asseguram, em seus territórios e no limite de suas competências, a plenitude e inviolabilidade dos direitos e garantias fundamentais que a Constituição Federal reconhece e confere aos brasileiros e aos estrangeiros residentes no País, bem como outros quaisquer decorrentes do regime e dos princípios adotados. § 1º Incide na penalidade de destituição de mandato administrativo, de cargo ou função de direção, em órgão da administração direta ou indireta, o agente público que, dentro de noventa dias do requerimento do interessado, deixar, injustificadamente, de sanar omissão inviabilizadora do exercício de direito constitucional. (…) Art. 30. A administração pública direta, indireta ou fundacional de qualquer dos Poderes do Estado obedecerá aos princípios de legalidade, impessoalidade, moralidade, publicidade e eficiência e, também, ao seguinte: (…) V – a administração é obrigada a fornecer a qualquer interessado, no prazo previsto em lei federal, certidão de atos, contratos, decisões ou pareceres que não tenham sido previamente declarados sigilosos, sob pena de responsabilidade da autoridade ou do servidor que negar ou retardar a sua expedição.
[24]Art. 22. Os atos da administração pública de qualquer dos Poderes do Distrito Federal, além de obedecer aos princípios constitucionais aplicados à administração pública, devem observar também o seguinte: (…) II – a administração é obrigada a fornecer certidão ou cópia autenticada de atos, contratos e convênios administrativos a qualquer interessado, no prazo máximo de trinta dias, sob pena de responsabilidade de autoridade competente ou servidor que negar ou retardar a expedição; (…) Art. 23. A administração pública é obrigada a: (…) II – fornecer a qualquer cidadão, no prazo máximo de dez dias úteis, independentemente de pagamento de taxas ou emolumentos, certidão de atos, contratos, decisões ou pareceres, para defesa de seus direitos e esclarecimento de situações de interesse pessoal ou coletivo. Parágrafo único. A autoridade ou servidor que negar ou retardar o disposto neste artigo incorrerá em pena de responsabilidade, excetuados os casos de comprovada impossibilidade.
[25]Art. 22. Os atos da administração pública de qualquer dos Poderes do Distrito Federal, além de obedecer aos princípios constitucionais aplicados à administração pública, devem observar também o seguinte: (…) II – a administração é obrigada a fornecer certidão ou cópia autenticada de atos, contratos e convênios administrativos a qualquer interessado, no prazo máximo de trinta dias, sob pena de responsabilidade de autoridade competente ou servidor que negar ou retardar a expedição; (…) Art. 23. A administração pública é obrigada a: (…) II – fornecer a qualquer cidadão, no prazo máximo de dez dias úteis, independentemente de pagamento de taxas ou emolumentos, certidão de atos, contratos, decisões ou pareceres, para defesa de seus direitos e esclarecimento de situações de interesse pessoal ou coletivo. Parágrafo único. A autoridade ou servidor que negar ou retardar o disposto neste artigo incorrerá em pena de responsabilidade, excetuados os casos de comprovada impossibilidade.
[26]Art. 97 – A administração Pública direta e indireta de qualquer dos Poderes do Estado e dos Municípios Art. 5º. O Estado do Pará acolhe, expressamente, insere em seu ordenamento constitucional e usará de todos os meios e recursos para tornar, imediata e plenamente efetivos, em seu território, os direitos e deveres individuais e coletivos, os direitos sociais, de nacionalidade e políticos, abrigados no Título II da Constituição Federal. (…) § 2º. Incide na penalidade de destituição de mandato administrativo ou de cargo ou função de direção, em órgão da administração direta ou indireta, o agente público que, dentro de noventa dias do requerimento do interessado, deixar, injustificadamente, de sanar omissão inviabilizadora do exercício de direito constitucional.
[27]Art. 5º. O Estado assegura, no seu território e nos limites de sua competência, a inviolabilidade dos direitos e garantias fundamentais que a Constituição federal confere aos brasileiros e aos estrangeiros residentes no país. § 1º. Incorre na penalidade de destituição de mandato administrativo, de cargo ou função de direção, em órgão da administração direta ou indireta, o agente público que, dentro de noventa dias do requerimento do interessado, deixar, injustificadamente, de sanar omissão inviabilizadora do exercício de direito constitucional.
[28]Art. 44. São diretrizes específicas de observância obrigatória pela Administração Pública: (…) VIII – garantia aos cidadãos, sempre que o requeiram, a informações sobre o andamento dos processos em que sejam diretamente interessados, bem como sobre as decisões nestes proferidas;.
[29]Art. 7º Quem não receber, no prazo de dez (10) dias, informações de seu interesse particular, ou de interesse coletivo ou geral, requeridas a órgãos públicos estaduais, pode, não sendo hipótese de “habeas-data’’, exigi-las, judicialmente, devendo o Juiz competente, ouvido quem as deva prestar, no prazo de vinte e quatro (24) horas, decidir, em cinco (5) dias, intimando o responsável pela recusa ou omissão a fornecer as informações requeridas, sob pena de desobediência, salvo a hipótese de sigilo imprescindível à segurança da sociedade ou do Estado.
[30]BRANDÃO, Cláudio. O controle das omissões e do silêncio da Administração Pública. In: OSÓRIO, Fábio Medina Osório. Direito administrativo: estudos em homenagem a Diogo de Figueiredo Moreira Neto. Rio de Janeiro: Lumen Juris, 2006
[31]Tale compensazione può comprendere anche di terzi in buona fede, se hanno dimostrato un danno dalla decisione.
[32]La Giustizia brasiliano in un caso relativo contratto amministrativo per il leasing di macchine e attrezzature da IBM ha detto che il “silêncio da Administração Pública não pressupõe prorrogação Tacita fare contrato de Locação, porque, ao Reverso, toda prorrogação de prazo Devera ser justificada por escrito e previamente Autorizada pela autoridade Competente para celebrar o contrato (art 57, § 2º, Lei n.º 8,666 / 93.) “(BRASIL Tribunale Regionale Federale – Primeira Região Classe:.. AC – Apelação Civel – 200.001.000.702.396, Processo: 200.001.000.702.396 UF: BA órgão Julgador: QUINTA TURMA, dati da decisão: 2006/03/03 Documento: TRF100224923, Fonte: DATI DJ: 20/3/2006 PAGINA: 87, di ruolo (a): FAGUNDES DE DEUS). In un altro caso provato dalla stessa Corte ha ritenuto che il mancato termine entro l’Amministrazione a prendere in considerazione la domanda di registrazione del medicinale non implica in una concessione automatica. Litigare con questa necessità una implicitamente ad una disposizione giuridica degli effetti del silenzio (BRASILE Tribunale Regionale Federale – Primeira Região Classe:… REOMS – REMESSA ex officio EM Mandado DE SEGURANÇA – 9601094881, Processo: 9601094881 UF: DF órgão Julgador: TERCEIRA TURMA SUPLEMENTAR, dati da decisão: 24/2/2005 Documento: TRF100208048, Fonte: DATI DJ: 31/3/2005 PAGINA: 50, di ruolo (a): VALLISNEY DE SOUZA OLIVEIRA (CONV.)). In un altro caso, il Tribunale Regionale Federale della Prima Regione accerta che una domanda di licenza, per accompagnare il coniuge, nel caso in cui non è supportato da leggi sul lavoro. Pertanto, il mero silenzio dell’Amministrazione (datore di lavoro nel caso) deve essere interpretato come rigetto della domanda (BRASILE Tribunale Regionale Federale – Primeira Região Classe:… RO – recurso ORDINARIO Trabalhista – 8901054213, Processo: 8901054213 UF: DF órgão Julgador: SEGUNDA TURMA, dati da decisão: 23/11/1998 Documento: TRF100075575, Fonte: DATI DJ: 19/4/1999 PAGINA: 115, di ruolo (a): ANTONIO Savio).
[33] Article 15of the APC, point 1, reads:
. . . 1. According to the provisions of this Code, the administrative bodies make decisions concerning all cases within their jurisdiction submitted by private persons, in connection with: a) cases dealing directly with private persons; b) any petition, request or claim concerning violation of the Constitution or of the law, or for the protection of public in..
[34] Schmitz Th., The administrative procedure in German administrative law, German Law Centre, 2013, at:
http://www.thomas-schmitz-hanoi.vn/Downloads/ZDR-Conference_admin-decision_Schmitz1-en.pdf. See the text of the German Administrative Procedure Code at: http://www.iuscomp.org/gla/statutes/VwVfG.htm
[35] More on the state of application of this principle in EU Member States see Working Document of the EU Commission in 2012. See full text of this report at: http://ec.europa.eu/internal_market/services/docs/services- dir/implementation/report/SWD_2012_148_en.pdf
[36] ISPL (Institute for Public and Legal Studies), Commentary of the Administrative Procedure Code, Tirana 2003
[37] Article 38 of this law foresees: . . . Environmental permit is issued within 3 months after submitting the request and is valid from the time it enters into force until the conditions on which it is given are not changed. The responsible body may extend the time for granting the permit up to 6 months, when needed due to qualified expertises. If the body that approves the permit gives no response within the above term, the permit is approved
[38] Civil College of the Supreme Court, 31001-00480-00-2013, No. of the Main Register 00-2013-972, no of Decision (195), Tirana, on 19.03.2013
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Michele J. Ciervo
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