Analisi legale sulla questione della guerra tra Palestina e Israele: il Genocidio sotto la lente giuridica
Negli ultimi decenni, il conflitto tra Palestina e Israele ha continuato a destare preoccupazione a livello internazionale per le sue implicazioni umanitarie e legali.
Una delle questioni più dibattute riguarda la possibile qualificazione di tali eventi come genocidio, in base alle norme legali internazionali.
Secondo la Convenzione sul Genocidio delle Nazioni Unite del 1948, il genocidio è definito come “qualsiasi atto commesso con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”.
Pertanto, affinché si possa parlare di genocidio nel contesto del conflitto tra Palestina e Israele, devono essere presenti determinate caratteristiche che consentono di qualificare tali atti come genocidio.
In primo luogo, è necessario valutare l’esistenza di atti commessi con l’intenzione di distruggere un gruppo. Nel caso della guerra tra Palestina e Israele, vari rapporti e testimonianze hanno evidenziato l’uso indiscriminato della forza, attacchi contro la popolazione civile e la distruzione di infrastrutture fondamentali. Questi atti potrebbero essere interpretati come mirati a indebolire e sopprimere un gruppo, in questo caso la popolazione palestinese.
In secondo luogo, occorre considerare la scala e la sistematicità degli atti commessi. Il genocidio non si limita a episodi isolati, ma implica una serie di azioni pianificate e coordinate per raggiungere l’obiettivo di distruzione del gruppo. Nel contesto del conflitto tra Palestina e Israele, la ripetizione di violenze e abusi potrebbe indicare una strategia deliberata volta a eliminare o sottomettere la popolazione palestinese.
Infine, è essenziale valutare il contesto politico e sociale in cui si verificano tali atti. Il genocidio spesso si sviluppa in contesti di conflitto armato, persecuzione sistematica o discriminazione strutturale. Nel caso della guerra tra Palestina e Israele, la complessa storia di tensioni, occupazione territoriale e disparità di potere tra le due parti potrebbe fornire il terreno fertile per la commissione di atti che si configurano come genocidio.
In conclusione, la questione della qualificazione della guerra tra Palestina e Israele come genocidio richiede un’analisi accurata e attenta delle caratteristiche che definiscono tale crimine internazionale. È fondamentale che la comunità internazionale e gli organismi competenti esaminino in modo obiettivo e imparziale le prove disponibili per determinare se siano presenti gli elementi necessari per parlare di genocidio in questo contesto delicato e controverso.
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
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Vittoria Petrolo
Laureata in Scienze Giuridiche con specializzazione in Criminologia, Investigazione e Sicurezza, attualmente laureanda in Giurisprudenza Magistrale a ciclo unico. Ho conseguito un Master biennale in Scienze Forensi e Criminologia presso la FSA - Forensic Science Academy. Inoltre, sono registrata come Esperta Forense nel Forensics Group (n.137) e come Criminologa qualificata ai sensi della Legge 4/2013 (NORMA UNI 11783:2020) iscritta nel Registro Nazionale dei Criminologi (n.406) dell’AICIS- Associazione Italiana Criminologi per l’investigazione e la Sicurezza. Detengo la qualifica di Criminalista ai sensi della Legge 4/2013 (NORMA UNI 11822:2021) derivante dalla certificazione Pekit Criminalistics IFCL in diritto penale investigativo e forense. Sono qualificata come Consulente per la ricostruzione di incidenti stradali (Livello 1). Mi occupo di ricerca nell'ambito dell'Antiterrorismo e della Criminologia Neuroscientifica e Antropologica e sono attivamente coinvolta in diverse associazioni nazionali e internazionali dedicate all'analisi criminale, all’investigazione e alla sicurezza cibernetica. Infine, essendo autrice di pubblicazioni scientifiche e articoli, contribuisco al dibattito accademico e sociale nel campo della criminologia, del diritto, della geopolitica e dell’attualità.