Antiriciclaggio, Covid-19 e gioco d’azzardo
Sommario: 1. Introduzione – 2. Un terreno fertile per il compimento dei reati – 3. Il gioco On-line
1. Introduzione
“L’attuale situazione di emergenza sanitaria espone il sistema economico-finanziario a rilevanti rischi di comportamenti illeciti: sussiste il pericolo di truffe, di fenomeni corruttivi e di possibili manovre speculative anche a carattere internazionale; l’indebolimento economico di famiglie e imprese accresce i rischi di usura e può facilitare l’acquisizione diretta o indiretta delle aziende da parte delle organizzazioni criminali; gli interventi pubblici a sostegno della liquidità possono determinare tentativi di sviamento e appropriazione, anche mediante condotte collusive; il mutamento improvviso delle coordinate di relazione sociale aumenta l’esposizione di larghe fasce della popolazione al rischio di azioni illegali realizzate anche on line.
In questo contesto è necessario operare in maniera coesa perché gli interventi pubblici raggiungano gli obiettivi prefissati, sostenendo effettivamente persone e imprese in difficoltà, prevenendo possibili effetti distorsivi e preservando l’integrità dell’economia legale. Si tratta di preoccupazioni già espresse da istituzioni nazionali e internazionali1, rispetto alle quali l’apparato di prevenzione del riciclaggio può rappresentare uno strumento efficace perché, grazie alla sua capacità di coinvolgere l’intera struttura economica del Paese, è in grado di intervenire tempestivamente sulle operazioni in corso e non solo ad ausilio della fase di repressione dei reati. Agli intermediari, ai professionisti, agli altri operatori qualificati e alle Pubbliche amministrazioni, che sono parte attiva del sistema di prevenzione, è richiesto oggi un impegno particolare per calibrare i propri presidi antiriciclaggio nella maniera più efficace; occorre supportare adeguatamente il dispiegarsi dell’intervento di sostegno, ma anche intercettare e comunicare tempestivamente all’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, ai sensi degli artt. 10 e 35 del d.lgs. 231/2007, tutte le situazioni sospette per consentire l’attivazione dei meccanismi di approfondimento e indagine”.
Cosi esordisce la relazione dell’UIF(1), l’unità di informazione finanziaria per l’Italia in data 16 Aprile denominata “Prevenzione di Fenomeni di Criminalità Finanziaria connessi con l’Emergenza da COVID-19”. Lo scenario economico-sanitario in cui si trova l’Italia, e le misure di contenimento del virus Covid-19, espongono il nostro sistema economico al crescente rischio di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo. La crisi causata dal blocco delle attività produttive, rende il sistema economico più esposto a due ordini di problemi, ovvero l’infiltrazione della criminalità organizzata e possibili azioni speculative o illecite da parte delle aziende in difficoltà finanziarie. A tale quadro si aggiunge che gli interventi pubblici a sostegno della liquidità possono determinare tentativi di sviamento e appropriazione, anche mediante condotte collusive e che il mutamento improvviso delle coordinate di relazione sociale aumenta l’esposizione di larghe fasce della popolazione al rischio di azioni illegali realizzate anche on line.
In tale contesto l’Unità per l’Informazione Finanziaria per l’Italia ha disposto una serie di indicazioni rivolte ai soggetti obbligati al rispetto della normativa antiriciclaggio. Intermediari finanziari, Professionisti e Pubbliche Amministrazioni sono invitati ad agire per contrastare attivamente le crescenti minacce. Difatti, se da un lato è prioritario sostenere famiglie e le imprese in crisi, dall’altro occorre presidiare per tempo l’integrità dell’economia legale.
2. Un terreno fertile per il compimento dei reati
Il virus pur immobilizzando ampi settori del panorama produttivo, ha aperto il mercato a nuove opportunità che possono trasformarsi in pericolose minacce per la legalità. L’attuale situazione di emergenza sanitaria mondiale, infatti, espone il sistema economico-finanziario italiano a rilevanti rischi di reati presupposto di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo quali:
In questo contesto la normativa antiriciclaggio rappresenta uno strumento di contrasto ai fenomeni criminali e alla criminalità organizzata in quanto è in grado di intercettare tempestivamente le operazioni a rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo e di contribuire, in generale, alla prevenzione e repressione dei suddetti reati grazie al coinvolgimento di Intermediari Bancari e Finanziari e Professionisti.
Più approfonditamente, al fine di fronteggiare l’emergenza sanitaria, il Governo ha emanato i seguenti provvedimenti:
– Decreto-legge n. 18 del 17.3.2020, per consentire alle imprese di chiedere la sospensione o l’allungamento dei prestiti in essere. Gli artt. 49, 55 e 46 del predetto decreto disciplinano le modalità ed i termini delle sospensioni dei pagamenti dei prestiti e dell’allungamento della vita residua dei prestiti. La sospensione e l’allungamento dei prestiti è garantito per il 33% dal Fondo Centrale di Garanzia delle PMI;
– Decreto-legge n.23 dell’8 aprile 2020, per fornire alle imprese, agli artigiani ed ai professionisti nuova liquidità attraverso la concessione di appositi finanziamenti disciplinati dall’art. 13 del predetto decreto, garantiti dallo Stato tramite la Sace Spa (grandi imprese) ed il Fondo Centrale di Garanzia PMI (piccole medie imprese, artigiani, autonomi e professionisti).
Tale produzione normativa ha prodotto un notevole impatto operativo nell’ambito dell’attività del sistema bancario tese a contrastare i fenomeni di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, di cui al d.lgs. 231/2007.
Dalla relazione, si evince che nell’ambito della gestione dell’emergenza sanitaria la Banca deve considerare che sono possibili truffe nei settori delle forniture e dei servizi più direttamente collegati al contrasto del COVID-19, quali:
– l’offerta e la commercializzazione di prodotti (dispositivi di protezione individuale, igienizzanti, apparecchi elettromedicali in realtà non esistenti, contraffatti o di qualità inferiore agli standard richiesti) specialmente da parte di operatori che non risultano avere precedente esperienza nel settore o in altri analoghi;
– le manovre speculative su detti prodotti che potrebbero rivelarsi penalmente rilevanti;
– le proposte di sottoscrizione/vendita di titoli di aziende impegnate nella ricerca scientifica o nella produzione di device elettromedicali;
– i meccanismi fraudolenti connessi con la raccolta di fondi, anche on line mediante piattaforme di crowdfunding, a favore di fittizie organizzazioni non profit; tali iniziative, apparentemente destinate alle aree colpite dall’emergenza ovvero alle attività di ricerca per il superamento della pandemia, potrebbero invece rispondere a intenti distrattivi. Occorre quindi monitorare i rapporti sui quali confluiscono dette raccolte di fondi, in relazione al profilo del cliente accertato in sede di adeguata verifica e all’utilizzo dei fondi stessi;
– le pratiche corruttive specie negli affidamenti per l’approvvigionamento delle forniture e dei servizi necessari all’attività di assistenza e ricerca.
Dal prolungato periodo di lockdown scaturiscono per le imprese situazioni di difficoltà finanziaria rispetto alle quali è elevato il rischio di infiltrazione criminale da parte di organizzazioni che possono trovare nuove occasioni per svolgere attività usurarie e per rilevare, o infiltrare, imprese in crisi con finalità di riciclaggio attraverso: a) il radicamento sul territorio; b) il reclutamento di affiliati presso le fasce più deboli della popolazione; c) l’ampia disponibilità di capitali illeciti.
In particolare, la digitalizzazione dei processi dovuta al lockdown ha incrementato le potenziali minacce che arrivano dalla rete. Lo spostarsi delle attività fisiche all’online, così come il distanziamento sociale che obbliga a gestire le relazioni a distanza, potrebbero aiutare a nascondere eventuali attività fraudolente. In particolare, il crescente uso di sistemi di pagamento on-line porta con sé un accesso più facile e veloce a operazioni potenzialmente rischiose. In caso di rilevazione di comportamenti o di operatività anomali, che siano sintomatici di fenomeni di infiltrazione criminale connessi con l’emergenza epidemiologica da COVID-19, i soggetti obbligati sono tenuti ad effettuare una Segnalazione di Operazione Sospetta (SOS) alla UIF indicando nei campi descrittivi della procedura di segnalazione la connessione dell’operazione sospetta rilevata con l’emergenza COVID-19.
Nella valutazione delle operazioni assumono, quindi, essenziale centralità le informazioni sugli assetti proprietari e sulle operazioni aziendali e societarie (rilevano, ad esempio, gli anomali trasferimenti di partecipazioni, le garanzie rilasciate o ricevute, lo smobilizzo di beni aziendali a condizioni non di mercato), sull’origine dei fondi e sulle effettive finalità economico-finanziarie sottostanti alle transazioni.
Se da un lato, infatti, l’intervento pubblico mira ad allocare nuove risorse finanziarie dove il bisogno è effettivo, soltanto un corretto adempimento degli obblighi di prevenzione – anche in materia di adeguata verifica – e la valutazione di tutti gli elementi informativi disponibili sui richiedenti i finanziamenti potrà arginare il rischio che si verifichino abusi penalmente rilevanti, tanto nella fase di accesso al credito garantito dalle diverse forme di intervento pubblico, quanto in quella di utilizzo delle risorse disponibili.
Nel monitoraggio delle attività a distanza, assumono rilievo gli strumenti di pagamento elettronici, il cui impiego – senz’altro positivo per assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari – è destinato ad aumentare ulteriormente nei prossimi mesi, in conseguenza delle misure di distanziamento sociale, che hanno determinato il passaggio di molte attività di compravendita dal canale tradizionale a quello telematico. Ugualmente importante è il controllo dei flussi finanziari connessi con il gioco on line, i quali sono destinati ad aumentare in coincidenza della temporanea sospensione dell’attività di gioco su rete fisica.
In conclusione, sempre citando la relazione, l’Istituto di credito, quale destinatario degli obblighi di comunicazione o segnalazione alla UIF ai sensi degli artt. 10 e 35 del d.lgs. 231/2007, deve valutare con la massima attenzione i comportamenti e le caratteristiche delle operatività sintomatiche di rischi di infiltrazione criminale connessi con l’emergenza epidemiologica da COVID-19, anche nell’applicazione delle disposizioni di vantaggio promosse dal Governo a favore del tessuto produttivo del Paese.
3. Il gioco On-line
Qualche approfondimento ulteriore merita il gioco d’azzardo online, il quale ha visto aumentare il suo peso durante la fase di lockdown. Il 3 luglio 2020 l’Istat presenta il rapporto annuale sulla situazione del paese. Nel capitolo dedicato al quadro economico e sociale viene riportato che “Preoccupante risulta il ricorso alle scommesse su Internet (3,8 per cento, la maggior parte con una frequenza meno che settimanale) ed è ampio il numero di individui (circa 560 mila) che ha scommesso con una frequenza almeno settimanale(2).
L’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc), sollecitato dall’Anci, e da altri soggetti istituzionali coinvolti nel monitoraggio e nella prevenzione dei rischi correlati al gioco d’azzardo ha sviluppato, sotto la guida di Sabrina Molinaro, uno strumento per la rilevazione dell’entità del fenomeno nel periodo del lockdown: il questionario online “GAPS #iorestoacasa”. Molinaro spiega che “a preoccupare sono soprattutto le possibili implicazioni derivanti dalla chiusura di agenzie di scommesse, sale gioco e dallo spegnimento delle slot machine: la chiusura del comparto fisico dei giochi, ormai terminata, ha reso necessario monitorare le variazioni dei comportamenti, per valutare se le limitazioni abbiano favorito la migrazione verso l’azzardo online”.
I dati raccolti (3), accanto ad una (fisiologica) diminuzione del gioco fisico presentano qualche cifra di particolare interesse. Infatti, per quanto riguarda il gioco on-line, il 33,8% riporta di aver aumentato le occasioni di gioco, il 28,8% di non aver modificato le proprie abitudini e l’11,3% di aver iniziato in questa modalità proprio durante l’isolamento. (Grafico(4))
Ça va sans dire che un business in continua ascesa e che arriva a toccare un giro d’affari da oltre 110 miliardi di euro (di cui il totale di giocate online è stata pari a 36,4 miliardi di euro, +16% rispetto al 2018), risulta come estremamente appetibile per criminalità organizzata ed infatti, secondo le stime della Guardia di Finanza, il numero delle giocate avvenute con meccanismi fraudolenti si assesta sui 4,5 miliardi, circa un terzo del totale.
Le sempre più numerose indagini delle forze di polizia e della magistratura hanno messo in evidenza la capacità delle organizzazioni criminali di inserirsi nella complessa filiera del gioco in tutto il territorio nazionale, sfruttando le opportunità̀ offerte dal gioco illegale, acquisendo il controllo delle sale gioco, nonché́ traendo profitto dalle attività̀ indirette al settore, quali la percezione di interessi sui prestiti erogati ai giocatori che hanno bisogno di contanti per proseguire il gioco esercitando la loro influenza ed estendendo i lori investimenti sulle attività̀ collegate al gioco. La diffusione e l’alta rimuneratività del settore del gioco illegale sono tali che i gruppi criminali hanno una forte interesse ad investire, specie nel comparto online e delle VLT.
Lo scorso giugno, un esempio tangibile di quanto appena riportato: l’operazione “All-in” compiuto dalla Guardia di Finanza di Palermo in piena emergenza Covid19.
L’indagine è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I finanzieri hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 10 persone. Cinque sono finiti in carcere tra cui Francesco Paolo Maniscalco, 57 anni. Sono indagati a vario titolo indagati per la partecipazione e il concorso esterno nell’associazione di stampo mafioso “Cosa nostra”, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, questi ultimi reati aggravati dalla finalità di aver favorito le articolazioni mafiose cittadine.
Il Gip ha inoltre disposto il sequestro preventivo: dell’intero capitale sociale e del relativo complesso aziendale di 8 imprese, con sede in Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania, cinque delle quali titolari di concessioni governative cui fanno capo i diritti per la gestione delle agenzie scommesse.
Come riportato(5), l’operazione ha consentito di ricostruire le metodologie attraverso cui l’organizzazione criminale è riuscita ad “infiltrarsi” nell’economia “legale” attraverso il controllo di imprese – la cui gestione operativa occulta veniva progressivamente demandata a Vincenzo Fiore e Christian Tortora – che detengono, anche a seguito della partecipazione a bandi pubblici, le concessioni statali rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la raccolta di giochi e scommesse sportive, sviluppando nel tempo una strategia volta alla massimizzazione dei profitti. Negli anni, grazie alla loro abilità imprenditoriale e ai vantaggi derivanti dalla “vicinanza” ai clan, gli indagati hanno acquisito la disponibilità di un numero sempre maggiore di licenze e concessioni che hanno permesso loro di gestire complessivamente nel tempo un patrimonio di 100 milioni.
A latere del circuito legale si rileva una sempre più rilevante attività svolta mediante la gestione di piattaforme illegali di scommesse sportive e videopoker con l’utilizzo di server ubicati in paesi esteri. D’altro canto, il gioco on line è intrinsecamente transfrontaliero e infatti i siti di gioco alternativi a quelli autorizzati in Italia sono facilmente accessibili attraverso la rete. Ne deriva un’amplissima offerta illegale di gioco online la cui entità non è stimabile(6). Si segnala poi come Il mercato del gioco d’azzardo online in Europa cresce del 10% all’anno guadagnandosi in scioltezza il titolo di più grande e più competitivo mercato del gioco d’azzardo online detenendo il 49% della quota di mercato globale.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha tuttavia poteri di contrasto nei confronti di tali forme di gioco illegale, attraverso la conclusione di accordi con i solutions providers, volti a impedire ai cittadini italiani di giocare su siti non autorizzati, nonché́ mediante l’inibizione dei siti non autorizzati effettuata ai sensi dell’art. 1, comma 50, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Da marzo all’inizio di Giugno 2020 lo stato ha cancellato 176 siti internet non autorizzati per la raccolta di scommesse. Più lo Stato ne cancella più si moltiplicano, dal 2006 a giugno 2020 gli indirizzi cancellati sono stati infatti ben 8886 a fronte di 300 società che operano con regolare concessione statale, nel solo 2018 sono stati bloccati ben 1042 siti illegali con oltre 260 milioni di tentativi d’accesso come segnala l’associazione Avviso Pubblico.
[1] UIF, “Prevenzione di Fenomeni di Criminalità Finanziaria connessi con l’Emergenza da COVID-19”, Aprile, 2020 disponibile qui https://uif.bancaditalia.it/normativa/norm-indicatori-anomalia/Comunicazione-UIF-16.04.2020.pdf
[2] ISTAT, Rapporto Annuale 2020 sulla situazione del Paese, disponibile qui: https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2020/Rapportoannuale2020.pdf
[3] Centro Nazionale Ricerche, “Il gioco d’azzardo al tempo del Covid-19”, Giugno, 2020, disponibile qui: https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-9513/il-gioco-d-azzardo-al-tempo-del-covid-19
[4]C. Forleo “I primi dati sul gioco d’azzardo in Italia nel 2019” Marzo, 2020 disponibile qui: https://www.avvisopubblico.it/home/home/cosa-facciamo/informare/documenti-tematici/gioco-dazzardo/i-primi-dati-sul-gioco-dazzardo-in-italia-nel-2019/
[5] I. Marchese “Mafia e centri scommesse, operazione All In, otto arresti Palermo e maxi-sequestri di soldi” Giugno 2020, disponibile qui: https://www.blogsicilia.it/palermo/mafia-e-centri-scommesse-operazione-all-in-otto-arresti-a-palermo-e-maxi-sequestri-di-soldi-foto-video/538320/
[6] A. Cuzzocrea “Le linee di intervento della nuova regolamentazione antiriciclaggio nel settore del gioco” 2018, disponibile qui: https://uif.bancaditalia.it/pubblicazioni/quaderni/2018/quaderni-9-2018/quaderni_9_2018.pdf
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Francesco Cipriani
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