Cambio di religione e rifiuto di dedicarsi alle faccende domestiche. Addebito della separazione?

Cambio di religione e rifiuto di dedicarsi alle faccende domestiche. Addebito della separazione?

Un caso peculiare approdato sul tavolo degli ermellini ha riguardato una richiesta di addebito di separazione a carico della moglie, poiché a causa della frequentazione da parte di lei di una nuova congregazione religiosa, la donna si era rifiutata di adempiere ai doveri basilari che derivano dal matrimonio, tra cui quello della collaborazione nell’interesse della famiglia[1]. In particolare, il marito lamentava non solo un atteggiamento di indifferenza nei suoi confronti, ma anche il rifiuto, da parte di lei, di occuparsi delle faccende domestiche (cucina, bucato etc..), preferendo dedicarsi alle pratiche cultuali del suo credo o di trascorrere del tempo davanti al computer.

La scelta dei giudici supremi non è stata del tutto favorevole al marito. In primis, la scelta di abbracciare una nuova fede religiosa e dedicarsi alle pratiche di culto, rientra nell’esercizio del costituzionale diritto di libertà religiosa di cui all’art. 19 Cost., per cui non può di per sé costituire motivo di addebito della separazione. Tuttavia, l’addebito potrebbe sussistere qualora l’adesione al nuovo credo religioso determini una situazione di totale incompatibilità con i doveri scaturenti dal matrimonio, tale da determinare una situazione di improseguibilità della convivenza[2].

Ebbene, nel caso in esame la Corte ha ritenuto che dall’esame del materiale probatorio raccolto, la scelta religiosa della moglie non ha avuto un’effettiva incidenza causale sull’intollerabilità della convivenza coniugale che, tra l’altro, pare fosse già in crisi, visto che entrambi i coniugi dormivano separati.

Proprio la mancanza di un nesso di causalità tra i comportamenti lamentati ed il determinarsi dell’intollerabilità dell’ulteriore convivenza, ha spinto la Corte a cassare con rinvio la decisione, rimandando al giudice del gravame il compito di procedere ad un nuovo esame della questione, al fine di chiarire se una tale situazione di crisi fosse antecedente al cambiamento di religione della moglie.

 

 

 

 

 


[1] Ordinanza n. 19052 del 10.07.2023.
[2] Cass. Civ. 14728/2016.

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Giuseppe Di Micco

Formazione Giuseppe Di Micco (1986), Avvocato e Ph.D. Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG/01) con votazione 110 e lode discutendo una tesi in diritto canonico. Durante la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, ha continuato a coltivare l’interesse per il settore del diritto canonico ed ecclesiastico partecipando alle attività culturali ed ai convegni organizzati dalla sezione di Diritto Ecclesiastico e Canonico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli “Federico II”. Nell’ottobre del 2012 è stato vincitore al concorso pubblico per l’ammissione alle scuole di dottorato di ricerca dell’Università Statale di Milano, in particolare per il dottorato in Scienze Giuridiche – Curriculum in Diritto Ecclesiastico e Canonico, 28° ciclo. Il 29 gennaio 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, superando l’esame finale con la discussione di una tesi dal titolo "Matrimonio e consumazione nei diritti religiosi". Nel novembre 2017 ha partecipato al corso di formazione teorico e pratico tenutosi presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana dal Titolo “Il nuovo processo matrimoniale e la procedura super rato” superando le relative esercitazioni con la votazione ed ottenendo il diploma con votazione “Summa cum laude”. Nel 2019, ha frequentato il Corso per la formazione dei Postulatori presso lo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, superando l’esame finale con la votazione 9.5/10 Magna cum Laude probatus Attività professionale ed extra Svolge la professione forense collaborando con studi legali in materia di diritto civile (in particolare in tema di risarcimento danni, riscossione esattoriale, recupero crediti, diritto del lavoro, diritto bancario, diritto di famiglia e delle successioni).Ha collaborato con la cattedra di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritti confessionali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Federico II”.E’ stato tutor presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” per la materia di diritto del lavoro (AA.2018/2019). Collabora, inoltre, per il comitato di redazione della rivista on line Salvis Juribus con commenti a sentenze in materia sia di diritto civile che di diritto ecclesiastico. E’ membro dell’Ordine della Fraternità Francescana Secolare di Afragola (OFS). E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Le Beatitudini” ODV con sede presso la Pontificia Basilica Minore di S. Antonio da Padova in Afragola (NA) Attività scientifiche Nel maggio del 2016 ha preso parte ad un Campus di Studio presso STILO (RC), organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro dal titolo “L’Islam. Dal pregiudizio ai diritti”, prendendo attivamente parte al gruppo di lavoro costituitosi in seno allo stesso, sulla libertà religiosa e integrazione nell’ambito della scuola italiana.E’ stato organizzatore e moderatore del convegno dal titolo “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, organizzato il 4 maggio 2018 presso la Pontificia Basilica S. Antonio da Padova Afragola (NA), accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con il patrocinio dell’Associazione forense di Afragola e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani. E’ stato curatore del volume relativo agli atti del Convegno “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, pubblicati presso la Key editore nel dicembre 2018. E’ stato coautore del volume “Il Trust. Origine, analisi e aspetti comparativi” (a cura di Francesco Cecaro), pubblicato presso Turisa editrice, Collana Studia Selecta, 2018.

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