Danno da uso illecito di carte di credito

Danno da uso illecito di carte di credito

Introduzione: uso illecito di carte di credito

La carta di credito è uno dei mezzi di pagamento più utilizzati da tutti noi: consente di effettuare pagamenti immediati, sicuri, facilmente tracciabili e di soddisfare i nostri acquisti.

E’ pur vero, però, che gli strumenti di pagamento elettronici non sempre assicurano una completa affidabilità.

A conferma di ciò, sempre più diffuse sono le segnalazioni di operazioni bancarie sospette e di utilizzo illecito di carte di credito.

E’ bene precisare che a tali condotte la legge ricollega delle ben precise conseguenze penali, così come previsto dagli artt. 493 ter e 648 c.p., con le quali rendere giustizia al torto subito e recuperare il denaro sottrattoci.

Per una migliore delucidazione dei rimedi esperibili, veniamo ad esporre le preziose argomentazioni della Corte di Cassazione.

La recente giurisprudenza: Corte di cassazione, sez. V penale – sentenza 23 gennaio 2020, n. 2728

In tema di uso illecito di carte di credito, par doveroso accennare alla normativa prevista dal nostro codice penale:

Art. 493 ter c.p., in tema di indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento, che al primo comma, recita: “chiunque al fine di trarne profitto per sé o per altri, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 310 euro a 1.550 euro. Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto per sé o per altri, falsifica o altera carte di credito o di pagamento o qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi, ovvero possiede, cede o acquisisce tali carte o documenti di provenienza illecita o comunque falsificati o alterati, nonché ordini di pagamento prodotti con essi;

Art. 648 c.p., in tema di ricettazione, secondo cui fuori dei casi di concorso nel reato, chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da cinquecentosedici euro a diecimilatrecentoventinove euro. La pena è aumentata quando il fatto riguarda denaro o cose provenienti da delitti di rapina aggravata ai sensi dell’articolo 628, terzo comma, di estorsione aggravata ai sensi dell’articolo 629, secondo comma, ovvero di furto aggravato ai sensi dell’articolo 625, primo comma, n. 7-bis. La pena è della reclusione sino a sei anni e della multa sino a cinquecentosedici euro, se il fatto è di particolare tenuità. Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando l’autore del delitto, da cui il denaro o le cose provengono, non è imputabile o non è punibile ovvero quando manchi una condizione di procedibilità riferita a tale delitto.

Ciò premesso, la Corte di Cassazione ha chiarito la differenza tra i due reati.

L’art. 648 c.p. ha come presupposto necessario ed indefettibile l’impossessamento illegittimo ovvero la provenienza delittuosa della carta di credito.

L’art. 493 ter cp., invece, ben può sussistere anche qualora la carta utilizzata non provenga da delitto, non trovando l’uso indebito della carta un presupposto necessario ed indefettibile nell’impossessamento illegittimo o nella provenienza delittuosa della stessa.

In tal caso, l’impossessamento della carta di credito non sarà riconducibile ad un delitto ma ad un illecito civile, amministrativo o anche penale, di natura contravvenzionale.

Il reato di indebito utilizzo ha come scopo quello di garantire il rispetto dell’ordine pubblico, economico e della fede pubblica nonché contenere il fenomeno del riciclaggio e l’uso del contante; il reato di ricettazione quello di tutelare il patrimonio del danneggiato.

Per una migliore comprensione, è bene fare qualche piccolo esempio.

Qualche breve esempio

Se qualcuno si impossessa della nostra carta di credito (per esempio avendola ricevuta da un malcapitato che ce l’ha sottratta con un furto) e procede ad un prelievo o ad un pagamento senza il nostro consenso, risponderà del reato di ricettazione ex art. 648 c.p.

Se qualcuno falsifica la nostra carta di credito o se ne impossessa con o senza il nostro consenso (es. qualcuno la trova per strada o la riceve a titolo di cortesia) e procede ad un prelievo o a un pagamento non autorizzato, risponderà ex art. 493 c.p., in quanto anche senza il furto della carta di credito è configurabile il reato di uso illecito di carte di credito.

Quali sono i rimedi per ottenere immediatamente il risarcimento per il danno occorso?

Sarebbe opportuno denunciare immediatamente l’accaduto al comando di polizia preposto e valutare se rivolgersi ad un proprio legale di fiducia per una piena tutela dei Vostri diritti lesi.


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Sono un Avvocato con oltre due anni di esperienza nel settore della consulenza legale. Socio co–fondatore di CMA Iurisblog, collaboratore presso la rivista scientifica Salvis Juribus nonché diplomato al Master in Corporate Governance presso l’Università Cattolica di Milano. Nel corso del mio iter professionale ho collaborato presso studi legali, notarili e società di consulenza, maturando esperienza professionale nel settore del diritto civile e societario. Quanto al primo, ho redatto lettere di messa in mora, decreti, precetti, pignoramenti e pareri concernenti persone fisiche e giuridiche. Quanto al settore societario, ho predisposto atti costitutivi di srl, cessioni di quote di srl, procure speciali, procedure di internal dealing, verbali assembleari e di cda. Le mie esperienze professionali e formative denotano la mia limpida volontà di intraprendere la carriera di giurista di impresa in una realtà di caratura nazionale o internazionale. A completamento del mio percorso professionale, nell’Ottobre 2019 ho conseguito il titolo di Avvocato e da tale periodo sono alla ricerca di una nuova e stimolante realtà professionale in cui condividere e potenziare le mie abilità giuridiche.

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