Decreti ingiuntivi: il giudice non servirà più, saranno emessi dall’avvocato del creditore
La proposta prevede che sia l’avvocato del creditore ad emanare direttamente il provvedimento.
Il disegno di legge presentato da Andrea Ostellari, senatore della Lega nonché presidente della Commissione di Giustizia di Palazzo Madama, prevede che venga saltato un passaggio in merito all’emanazione del decreto ingiuntivo.
A parere di Andrea Ostellari, i vantaggi sarebbero, innanzitutto, di carattere economico; l’altro vantaggio sarebbe l’enorme risparmio di tempo che si avrebbe saltando un passaggio. Infatti, se attualmente i tempi previsti per l’emanazione di un decreto ingiuntivo sono di almeno tre mesi di tempo (e per chi si trova ad essere creditore, per esempio, per un lavoro svolto e mai pagato è un tempo piuttosto lungo), con l’eventuale introduzione di questa riforma, i tempi verrebbero notevolmente abbattuti sino a ridursi a 10/15 giorni.
Attualmente la procedura per richiedere l’emanazione di un decreto ingiuntivo prevede un doppio passaggio: l’avvocato prepara l’atto e lo presenta al giudice; quest’ultimo, verificati i presupposti, ne dichiara poi la sussistenza.
Di fatto, secondo la proposta di Ostellari, verrebbe saltato questo secondo passaggio; l’avvocato del creditore, pertanto, con una giusta procura, avrebbe la possibilità di emanare direttamente il decreto ingiuntivo (con un notevole risparmio di denaro e di tempo).
La proposta è complessa perché vanno considerati diversi aspetti come quello del sovraccarico di lavoro degli uffici giudiziari.
Secondo i dati presentati, i procedimenti monitori presentati dinnanzi ai Tribunali sarebbero oltre 490mila, a cui vanno aggiunti anche circa 430mila procedimenti monitori presentati ai giudici di pace. Le opposizioni agli stessi risultano essere circa 20mila. Come vediamo, quindi, un sovraccarico di lavoro per gli uffici giudiziari; di conseguenza i tempi per l’emissione di un decreto ingiuntivo sono particolarmente lunghi.
Un altro aspetto non di poco conto riguarda i costi. Con la riforma viene tolto al creditore l’onere di pagare il cosiddetto contributo unificato, ossia le imposte di bollo o di registro.
Un ultimo aspetto da considerare riguarda l’opposizione al decreto ingiuntivo. Oggi il debitore, quando fa opposizione, lo fa con atto di citazione, con questa legge lo farebbe con atto di ricorso che instaura un procedimento molto più veloce.
Un’altra novità espressamente prevista dalla proposta riguarda la possibilità di poter effettuare l’attività di ricerca sui beni del debitore. Tale attività verrebbe fatta in maniera contestuale al decreto di ingiunzione.
A svolgere questa attività, anche in questo caso, sarebbe l’avvocato e di conseguenza non più l’ufficiale giudiziario. A questo proposito vi sono, però, delle critiche per l’introduzione di questa nuova tipologia di procedura.
La principale critica che è stata mossa riguarda il rischio di violare il principio del giusto processo, dal momento che il creditore avrebbe la possibilità di arrivare all’emissione del decreto ingiuntivo senza contraddittorio e senza passare dal giudice.
Per ovviare a questa perplessità, Ostellari prevede che il difensore che per dolo o colpa non rispetti le verifiche di legge nello stilare il decreto sia passibile di illecito disciplinare, oltre che di responsabilità civile per i danni.
Il provvedimento è stato incardinato e l’iter dovrebbe partire entro la fine dell’anno.
L’augurio è che possa essere posta in essere la migliore riforma tenendo conto di entrambi gli interessi in gioco: quello del creditore e quello del debitore.
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Francesca Micolucci
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