Decreto Rilancio: quante e quali sono le agevolazioni per gli imprenditori?

Decreto Rilancio: quante e quali sono le agevolazioni per gli imprenditori?

Dopo il “Decreto Cura Italia” e il “Decreto Liquidità”,  il 19 maggio 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.L. n.34/2020 meglio noto come “Decreto Rilancio”.

Si tratta di un provvedimento molto articolato che interviene sui settori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria ancora in corso e che predispone misure urgenti in materia di salute, politiche sociali e sostegno al lavoro e all’economia.

Se in un primo momento, per ovvie ragioni, tutti gli sforzi del Governo si sono concentrati  sul rafforzamento del sistema sanitario per la lotta al Covid-19, oggi gli occhi tornano ad essere puntati sull’economia italiana  duramente provata dalla crisi.

A far paura, ora, non c’è più soltanto l’ormai celeberrimo “nemico invisibile” ma anche le preoccupazioni per un sistema economico ormai al collasso. Proprio per questo l’economia è tornata ad essere al centro del dibattito politico.

In Italia le PMI  sono il motore trainante del mercato economico e si conta che le stesse occupino  circa l’82% dei lavoratori e rappresentino il 92% delle imprese attive[1] e proprio loro sono state le prime  “vittime” del virus.

A pagare il prezzo più alto, tra gli altri, l’industria del commercio, dell’artigianato, della ristorazione e il settore alberghiero.

Dopo il lockdown, però, gli imprenditori italiani sono pronti a ripartire e il Governo ha predisposto una serie di misure volte ad agevolare la ripresa delle attività produttive.

Vediamo ora  nel dettaglio quali sono le agevolazioni per le imprese contenute nel Decreto Rilancio.

Le nuove misure previste dal d.l. n. 34/2020

Il Decreto Rilancio ha previsto lo stanziamento di ingenti somme per sostenere le imprese, i commercianti e gli artigiani che, a causa del Covid-19, hanno subito forti perdite di fatturato ( non sono mancati i casi in cui il fatturato è stato addirittura azzerato).

Le misure di sostegno alle imprese sono molteplici e sono inserite al Titolo II Capo I del citato Decreto.

Si riportano di seguito le misure più rilevanti.

Contributi a fondo perduto (art. 25 d.l. 34/2020)

Come è noto, i contributi a fondo perduto sono erogazioni di denaro concesse con modalità agevolate in cui il beneficiario non è tenuto a restituire il capitale ( o parte di esso)  nè gli interessi. I richiedenti dovranno presentare istanza all’Agenzia delle Entrate ( di persona o per mezzo di intermediario) secondo le modalità e i termini previsti con provvedimento della stessa Agenzia e il contributo verrà accreditato sul conto corrente bancario o postale indicato dall’istante.

Chi potrà beneficiarne?

A beneficiarne potranno essere sia società che imprese individuali . In particolare i beneficiari della misura sono soggetti esercenti attività d’impresa, di lavoro autonomo e di reddito agrario e titolari di partita IVA.

Rimangono esclusi, tra gli altri, i soggetti la cui attività sia cessata alla data della presentazione dell’istanza e i contribuenti che hanno diritto alla percezione delle indennità previste dagli articoli 27, 38 o 44 del decreto Cura Italia (D.L. n. 18/2020).

Ulteriore condizione per l’accesso al contributo è che il fatturato e i corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.

Cosa prevede la misura?

La misura prevede un contributo minimo di  2000 euro per soggetti diversi dalle persone fisiche e 1000 euro per le imprese individuali ( in quest’ultimo caso il contributo potrà cumularsi al bonus INPS).

L’ammontare del contributo a fondo perduto viene calcolato applicando una percentuale alla differenza tra  il fatturato del mese di aprile 2019 e quello dell’aprile 2020 e nello specifico il Decreto prevede:

-Per le imprese con fatturato fino a 400.000 euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del D.L. un contributo pari al 20% ;

-Per le imprese con fatturato tra i 400.000 euro e fino a 1.000.000 nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del D.L di euro un contributo pari al 15%;

-Per le imprese con fatturato tra 1.000.000 di euro e fino a 5.000.000 nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del D.L di euro un contributo pari al 10%;

-Per le Imprese che hanno avviato la propria attività dopo il 1° Gennaio 2019 o per i soggetti della prima zona Rossa non si applicano limiti di fatturato.

Abolizione dell’Irap (art. 24 d.l. 34/2020)

Con l’abolizione dell’IRAP il Governo ha voluto garantire un contributo indiretto alle imprese consentendo loro di aumentare la liquidità derivante dalla riduzione dell’imposta. I fondi stanziati per questa misura sono 3.952 milioni di euro per l’anno 2020.

Chi potrà beneficiarne?

L’abolizione dell’Irap è una misura prevista per tutte quelle imprese che hanno un fatturato annuo fino a 250 milioni di euro.

Cosa prevede la misura?

La misura prevede la cancellazione del saldo  dell’IRAP  relativo al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2019 ( fermo restando il versamento dell’acconto dovuto per il medesimo periodo) e del primo pagamento da versare nel mese di Giugno per l’imposta regionale sulle attività produttive.

Riduzione degli oneri di sistema per bollette elettriche (art. 30 d.l. 34/2020)

Un’ulteriore misura volta ad agevolare, seppure indirettamente, le PMI è la riduzione degli oneri di sistema per le bollette elettriche. Per tale intervento il Governo ha previsto lo stanziamento di 600 milioni di euro per l’anno 2020.

Chi potrà beneficiarne?

Possono beneficiare di questa misura le PMI e, nello specifico, l’agevolazione si applica a tutte quelle utenze non domestiche allacciate a bassa tensione (utenze con potenza disponibile non superiore a 3,3 KW) .

Cosa prevede la misura?

In particolare il D.L. prevede che per i mesi di maggio, giugno e luglio 2020, l’autorità di regolazione per l’energia reti e ambiente disponga la riduzione della spesa per le voci “ trasporto e gestione del contatore” e “ oneri generali di sistema” garantendo, dunque, un netta riduzione dei costi per le PMI.

Credito di imposta sugli affitti commerciali (art. 28 d.l. 34/2020)

Altra agevolazione prevista dal Decreto Rilancio è il credito di imposta sugli affitti commerciali.

Chi potrà beneficiarne?

La misura è diretta :

–  agli imprenditori, artigiani e professionisti con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del D.L.;

– ai contratti di servizi a prestazioni complesse o di affitto d’azienda in cui sia ricompreso almeno un immobile destinato a fine industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo per i quali è previsto un credito nella misura del 30% dei relativi canoni;

– agli enti non commerciali ( tra cui enti del terzo settore ed enti religiosi civilmente riconosciuti)  per i canoni di locazione, leasing o concessione di immobili ad uso non abitativo e destinati allo svolgimento dell’attività istituzionale;

-alle strutture alberghiere e agrituristiche indipendentemente dal volume degli affari registrato nel periodo di imposta precedente.

Cosa prevede la misura?

La misura prevede il riconoscimento di un credito di imposta pari al 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo e destinati all’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo. Il credito è commisurato all’importo versato nel periodo di imposta 2020 con riferimento ai mesi di marzo, aprile, maggio e giugno ed è rivolta ai soggetti locatari esercenti attività economica che abbiano subito una diminuzione del fatturato di almeno il 50%  nel mese di riferimento rispetto allo stesso mese del periodo di imposta precedente.

Il Decreto prevede inoltre la possibilità, per i beneficiari, di cedere il proprio credito al locatore o al concedente o ad altri  soggetti ( anche istituti di credito).

Rifinanziamento dei fondi (art. 31 d.l. 34/2020)

Tra le risorse stanziate per il rifinanziamento dei vari fondi si evidenzia in particolar modo la previsione di un’ingente somma destinata al  Fondo di Garanzia. Detto Fondo è previsto dall’art. 2 comma 100 lett. A della legge 23 dicembre 1996 n. 662  e ha lo scopo di garantire una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti di credito a favore di piccole e medie imprese. Ben si comprende, dunque, la portata economica dello stanziamento pari a circa  4 milioni di euro ( precisamente 3.950 milioni ) da destinarsi all’incremento del Fondo di Garanzia. Coloro che accedono al Fondo non ricevono un contributo in denaro ma hanno la possibilità di richiedere finanziamenti senza garanzie atteso che gli importi concessi a titolo di prestito sono garantiti dal Fondo.

Chi potrà beneficiarne?

L’incremento favorirà le micro, piccole e medie imprese che occupano fino a 499 dipendenti, artigiani, commercianti e professionisti.[2]

Cosa prevede la misura?

Sul punto si rinvia al D.L. 23/2020, basterà solo sintetizzare che è prevista la possibilità, per coloro che intendano beneficiarne, di fare richiesta di garanzia al:

-100% per i prestiti di importo non superiore al 25% dei ricavi e fino ad un massimo di 25.000 euro;

-100% ( di cui 90% Stato e 10% Confidi) per prestiti non superiori al 25% e fino ad un massimo di 800.000 euro;

-90% per i prestiti fino a 5.000.000 di euro.

Rafforzamento dell’ecosistema delle start-up innovative (art. 38 d.l. 34/2020)

Il Decreto Rilancio non lascia indietro neanche le Start-Up innovative. Il provvedimento tiene in considerazione anche le esigenze delle società innovative manifestando, ancora una volta, la volontà di agevolare quelle imprese che con la loro attività contribuiscono al progresso e all’innovazione.

Come è noto le Start-Up innovative sono società che possono assumere la veste formale delle s.r.l., s.r.l.s., s.p.a., s.a.p.a. e di società di capitali anche con forma cooperativa e il cui oggetto sociale fa riferimento allo sviluppo, alla produzione e alla commercializzazione di prodotti o servizi ad alto contenuto tecnologico e dunque annoverabili tra i contenuti cosiddetti “ innovativi”.

Cosa prevede il Decreto?

Per queste particolari tipologie  societarie il Governo ha introdotto una serie di misure tra cui: proroga di 12 mesi del termine di permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese ad esse dedicata; incremento dal 30% al 60% degli incentivi fiscali per gli investimenti in Start-Up e PMI innovative; incremento delle detrazioni Ires dal 30% al 100% nei casi di acquisizione dell’intero capital sociale delle imprese da parte di altri soggetti giuridici purchè il capitale sia mantenuto per almeno 3 anni; introduzione della detrazione all’imposta sui redditi delle persone fisiche pari al 50% della somma investita nel capitale delle Start-Up o delle PMI innovative; stanziamento di 20.000.000 di euro per la concessione di contributi a fondo perduto per l’acquisizione di servizi forniti da Start-Up e PMI innovative; finanziamenti a tasso zero a copertura dell’80% delle spese ammissibili; istituzione del Fondo dedicato al trasferimento tecnologico.

Istituzione del first playable fund (art. 38 comma 12  d.l. 34/2020)

Sempre in tema di innovazione il Decreto Rilancio è stato anche l’occasione giusta per istituire il First playable fund che avrà un dotazione iniziale di 4 milioni di euro per l’anno 2020.

Chi potrà beneficiarne?

Il fondo  intende sostenere le fasi di concezione e pre-produzione dei videogames  destinati alla distribuzione commerciale ed è indirizzato alle imprese del settore dell’intrattenimento digitale.

Tra i requisiti che le imprese devono possedere  per poter accedere al fondo ci sono: -sede legale nello Spazio Economico Europeo; – essere soggette alla tassazione in Italia per effetto della residenza fiscale o per la presenza di una sede operativa in Italia; -capitale minimo interamente versato non inferiore a 10.000 euro; -possesso della classificazione ATECO 58.2 o 62.

Cosa prevede la misura?

La misura offre la possibilità ai beneficiari di accedere a contributi a fondo perduto di ammontare pari al 50% delle spese ammissibili a partire da 10.000 e  fino a 200.000 euro per prototipo.

Tra le spese ammissibili: -prestazioni lavorative svolte dal personale dell’impresa nelle attività di realizzazione di prototipi; -prestazioni professionali commissionate a liberi professionisti o ad altre imprese finalizzate alla realizzazione di prototipi; – attrezzature tecniche (harware) acquistate per la realizzazione dei prototipi; -licenze software acquistate per la realizzazione dei prototipi;

L’impresa è comunque tenuta a realizzare il prototipo entro 18 mesi dall’ammissibilità della domanda.

Esonero dal pagamento di tasse e canoni per le occupazioni del fondo pubblico

Altra misura che, sicuramente, farà tirare un sospiro di sollievo ai piccoli commercianti e non solo, è la previsione dell’esonero dal pagamento delle tasse e dei canoni per le occupazioni del fondo pubblico. Si tratta della TOSAP (Tassa per l’Occupazione di Spazi e Aree Pubbliche) e della COSAP (Canone per l’Occupazione di Spazi e Aree Pubbliche)  che, generalmente, devono essere pagate in caso di occupazione, di qualsiasi natura, sui beni appartenenti al demanio o al patrimonio dei Comuni.

Grazie all’intervento del Decreto Rilancio i commercianti potranno essere esonerati dal pagamento delle Tasse ( Tosap) o dei canoni ( Cosap) per il periodo che va dal 1 maggio e fino al 31 ottobre 2020.

Istituzione fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attivita’ di impresa (art. 43 d.l. 34/2020)

Il Decreto Rilancio ha infine previsto l’istituzione di un fondo per la salvaguardia di imprese e lavoratori  che avrà come dotazione iniziale un importo pari a 100 milioni di euro per l’anno 2020. Il fondo è stato istituito per contrastare le crisi aziendali e le delocalizzazioni. Particolari condizioni sono previste per le  agevolazioni ai i marchi storici italiani.

Chi potrà beneficiarne?

Imprese titolari di marchi storici di interesse nazionale; -società di capitali con un numero di dipendenti non inferiore a 250 che versino in condizione di difficoltà economico-finanziaria.

Il Governo ha stanziato somme mai stanziate prima per sostenere, in particolar modo, i piccoli e medi imprenditori, cuore pulsante di una economia che, pur tra mille difficoltà, vuole ripartire. Queste sono solo alcune tra le più rilevanti misure introdotte dal nuovo Decreto Rilancio. L’elenco qui indicato non è esaustivo pertanto per un ulteriore approfondimento sulle  agevolazioni previste per le PMI  si rinvia alla lettura integrale  del Decreto n.34/2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio 2020.

 

 


[1] Dati tratti da:  https://www.infodata.ilsole24ore.com/2019/07/10/40229/
[2] Sul punto si veda il Decreto Legge dell’8 aprile 2020 n. 23.

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