Delibazione sentenza ecclesiastica: la Cassazione dice no se il coniuge ignora la riserva mentale dell’altro
Con l’ordinanza n. 17036, VI sezione civile, depositata il 25 giugno 2019, la Suprema Corte torna a pronunciarsi in tema di efficacia civile delle sentenze canoniche di nullità matrimoniale, rigettando il ricorso proposto da una donna.
Quest’ultima, ricorreva in Cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello di Reggio Calabria, che, non aveva ritenuto di delibare la sentenza ecclesiastica per esclusione di uno dei bona matrimonii (esclusione dell’indissolubilità), resa dal Tribunale ecclesiastico calabro, in quanto dagli atti del processo canonico era emerso che le riserve della donna sull’esclusione dell’indissolubilità del vincolo, non fossero state rese note al marito o quantomeno fossero state da lui conoscibili con la dovuta diligenza.
Secondo la Corte, la delibazione trovava ostacolo nella contrarietà all’ordine pubblico italiano e soprattutto per il principio della tutela della buona fede e dell’affidamento incolpevole.
La donna ricorre in Cassazione e si duole del fatto che la Corte di Appello avesse erroneamente valutato le risultanze istruttorie del giudizio canonico, omettendo di effettuare un’indagine rigorosa in merito alla conoscenza o conoscibilità del marito circa la riserva mentale della stessa. Infatti, nell’istruttoria davanti al giudice ecclesiastico sarebbe emerso che già durante il fidanzamento, l’uomo fosse stato messo a conoscenza della riserva mentale da parte della futura consorte.
Gli Ermellini non ritengono fondati motivi addotti dalla ricorrente e confermano la sentenza della Corte di Appello, poiché non è fondata la prova sulla conoscenza o conoscibilità della riserva all’altro coniuge. Ne consegue che non è possibile far conseguire alla sentenza ecclesiastica efficacia civile per contrarietà all’ordine pubblico italiano.
Inoltre, la Suprema Corte sottolinea un altro importante principio, ossia quello della piena autonomia da parte del giudice italiano di accertare la conoscenza o l’oggettiva conoscibilità dell’esclusione di uno dei bona matrimonii, non limitandosi semplicemente al controllo di legittimità della pronuncia ecclesiastica, ma riesaminando e valutando gli atti del processo canonico eventualmente acquisiti, senza dar luogo ad alcuna integrazione istruttoria.
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Giuseppe Di Micco
Formazione
Giuseppe Di Micco (1986), Avvocato e Ph.D. Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG/01) con votazione 110 e lode discutendo una tesi in diritto canonico. Durante la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, ha continuato a coltivare l’interesse per il settore del diritto canonico ed ecclesiastico partecipando alle attività culturali ed ai convegni organizzati dalla sezione di Diritto Ecclesiastico e Canonico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli “Federico II”.
Nell’ottobre del 2012 è stato vincitore al concorso pubblico per l’ammissione alle scuole di dottorato di ricerca dell’Università Statale di Milano, in particolare per il dottorato in Scienze Giuridiche – Curriculum in Diritto Ecclesiastico e Canonico, 28° ciclo. Il 29 gennaio 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, superando l’esame finale con la discussione di una tesi dal titolo "Matrimonio e consumazione nei diritti religiosi".
Nel novembre 2017 ha partecipato al corso di formazione teorico e pratico tenutosi presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana dal Titolo “Il nuovo processo matrimoniale e la procedura super rato” superando le relative esercitazioni con la votazione ed ottenendo il diploma con votazione “Summa cum laude”.
Nel 2019, ha frequentato il Corso per la formazione dei Postulatori presso lo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, superando l’esame finale con la votazione 9.5/10 Magna cum Laude probatus
Attività professionale ed extra
Svolge la professione forense collaborando con studi legali in materia di diritto civile (in particolare in tema di risarcimento danni, riscossione esattoriale, recupero crediti, diritto del lavoro, diritto bancario, diritto di famiglia e delle successioni).Ha collaborato con la cattedra di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritti confessionali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Federico II”.E’ stato tutor presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” per la materia di diritto del lavoro (AA.2018/2019).
Collabora, inoltre, per il comitato di redazione della rivista on line Salvis Juribus con commenti a sentenze in materia sia di diritto civile che di diritto ecclesiastico.
E’ membro dell’Ordine della Fraternità Francescana Secolare di Afragola (OFS).
E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Le Beatitudini” ODV con sede presso la Pontificia Basilica Minore di S. Antonio da Padova in Afragola (NA)
Attività scientifiche
Nel maggio del 2016 ha preso parte ad un Campus di Studio presso STILO (RC), organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro dal titolo “L’Islam. Dal pregiudizio ai diritti”, prendendo attivamente parte al gruppo di lavoro costituitosi in seno allo stesso, sulla libertà religiosa e integrazione nell’ambito della scuola italiana.E’ stato organizzatore e moderatore del convegno dal titolo “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, organizzato il 4 maggio 2018 presso la Pontificia Basilica S. Antonio da Padova Afragola (NA), accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con il patrocinio dell’Associazione forense di Afragola e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
E’ stato curatore del volume relativo agli atti del Convegno “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, pubblicati presso la Key editore nel dicembre 2018.
E’ stato coautore del volume “Il Trust. Origine, analisi e aspetti comparativi” (a cura di Francesco Cecaro), pubblicato presso Turisa editrice, Collana Studia Selecta, 2018.
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