Detenzione e spaccio di stupefacenti
Detenzione e spaccio di stupefacenti: i reati ipotizzabili
La materia relativa alla detenzione e spaccio di stupefacenti è molto delicata, soprattutto per quanto riguarda la disciplina della prescrizione dei reati.
La legislazione penale in materia di stupefacenti è disciplinata dal D.P.R. n. 309/1990 (Testo Unico in materia di stupefacenti) che contiene la normativa concernente l’arresto per spaccio di droga, di illecita detenzione di sostanze stupefacenti e di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.
Non c’è nel nostro ordinamento giuridico una definizione onnicomprensiva di sostanza stupefacente o sostanze psicotrope, in quanto il nostro assetto normativo si fonda su di un principio tabellare secondo il quale si considerano tali le sostanze che risultano catalogate nelle tabelle allegate al predetto DPR, aggiornate periodicamente dal Ministero della Sanità.
L’art. 73 del Testo Unico qualifica come perseguibili le seguenti condotte: – coltivazione, produzione, fabbricazione, estrazione, raffinazione; – vendita, offerta, messa in vendita, cessione, ricezione, procurare ad altri, distribuzione, commercio; – trasporto, invio, passaggio, spedizione in transito, consegna e detenzione; – esportazione e importazione di stupefacenti.
Tra le fattispecie di reato riconducibili alla detenzione e spaccio di stupefacenti vi è da citare il delitto di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74), di agevolazione all’uso delle sostanze de quo (art. 79); di istigazione, proselitismo ed induzione all’uso (art. 82).
Produzione, detenzione e spaccio di stupefacenti: le pene
Oggi la disciplina riguardante la detenzione e lo spaccio di stupefacenti si fonda essenzialmente sulla distinzione in droghe leggere e droghe pesanti ed applica, per i reati connessi alle prime, pene più miti e, per i reati connessi alle seconde, pene di gran lunga più severe.
In dettaglio: a) irrilevanza penale dell’uso personale delle sostanze stupefacenti. In questo caso il soggetto non commette un reato bensì un illecito amministrativo ex art. 75. La valutazione in ordine alla destinazione della droga (se al fine dell’uso personale o della cessione a terzi – penalmente rilevante) è condotta dal giudice utilizzando alcuni parametri come la quantità, la qualità e la composizione della sostanza, la disponibilità di attrezzature per la pesatura o il confezionamento della sostanza oltre che sulla base delle concrete circostanze del caso; b) illiceità penale delle condotte descritte dall’art. 73 comma 1, nell’ipotesi in cui le attività di importazione, acquisto o detenzione siano finalizzate allo spaccio. Al riguardo, le sanzioni andranno distinte a seconda della tipologia (leggera o pesante) delle sostanze stupefacenti detenute: 1. per le droghe “pesanti” (tabelle I e III) con la reclusione da otto a venti anni e con la multa da euro 25.822,00 euro a 258.228; 2. per le “droghe leggere” (elencate nelle tabelle II e IV) con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 5.164 a euro 77.468.
Il comma 5 dell’art. 73 prevede poi ipotesi di reato di lieve entità, puniti con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da euro 1.032 a euro 10.329, senza distinguere tra droghe leggere e pesanti.
Detenzione e spaccio di stupefacenti: l’associazione finalizzata allo spaccio
Oltre gli articoli che regolamentano la detenzione e lo spaccio di stupefacenti, vi è l’art. 74 che punisce le condotte associative, (concorso di tre o più persone nel reato) ovvero il caso di costituzione di un’associazione di persone finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Il comma 1 dell’art. 74 colpisce con la più grave pena della reclusione non inferiore a vent’anni colui che “promuove, costituisce, dirige, organizza o finanzia” il gruppo associativo dedito ad arricchirsi col commercio di droga.
Il semplice associato, è punito, invece, con la reclusione non inferiore a dieci anni, ai sensi del comma 2 dell’articolo 74.
Oggi, la maggior parte del traffico di droga diretta in Europa avviene via mare, attraverso i due maggiori scali regionali: nel sud, in Spagna e Portogallo; a nord, nei Paesi Bassi e in Belgio. Per il traffico soprattutto di cocaina, la rotta più importante è quella atlantica. Le piantagioni di coca si trovano, infatti, in tre paesi: Bolivia, Colombia e Perù.
Numerosissime sono le associazioni finalizzate alla detenzione e allo spaccio di droga internazionale (traffico internazionale di droga), e molti sono i sequestri operati nei maggiori porti italiani (Palermo, Gioia Tauro, Napoli e Livorno), non soltanto del carico di droga ma anche della nave.
Non sono rari, infatti, i casi in cui l’armatore subisce il sequestro della nave per reati commessi dal personale di bordo, con la necessità di dover poi dimostrare al processo la propria estraneità al reato al fine di riottenere la propria nave.
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Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo discutendo una tesi sperimentale in Diritto Penale Tributario e ha ottenuto il Diploma di Specializzazione in Professioni Legali preso la medesima Università.
Al termine del percorso post laurea ha svolto un tirocinio presso gli Uffici della Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Palermo, ha conseguito un Diploma in Diritto Tributario Europeo ed Internazionale, ha frequentato un corso telematico in Diritto Penale Internazionale organizzato dalla School of Law della Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio (USA) e ha inoltre frequentato il Master biennale in Difensore Tributario organizzato dall’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi.
Negli anni ha maturato una specifica competenza in tema di Diritto internazionale, Diritto immobiliare Diritto tributario, Diritto dell’Immigrazione, nonché in tema di reati fiscali ed reati economici. Approfondito il settore dell'assistenza alle imprese e specificamente dell’auto-imprenditorialità (valido strumento per la creazione di opportunità professionali giovanili), fornisce specifica assistenza in tema di Start-up, Start-up innovative ed internazionalizzazione delle PMI, in stretta correlazione con la nuova normativa italiana in tema di microcredito e mentoring.
Di lingua madre italiana, parla fluentemente la lingua inglese e conosce la lingua francese.
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