Due gravi problemi globali: i matrimoni precoci e forzati tra minori e le baby spose
Un problema globale che colpisce milioni di ragazze e donne in tutto il mondo sono i cosiddetti matrimoni precoci e forzati.
La questione dei matrimoni tra minori è diventata una enorme preoccupazione internazionale proprio perché sono coinvolti molti paesi in tutto il globo terrestre. Ci sono stati importanti conflitti tra paesi che cercano di prevenire i matrimoni tra minori e paesi che sostengono la pratica come parte della loro cultura o tradizione. Tuttavia, molte organizzazioni internazionali e nazionali stanno lavorando da tempo per sensibilizzare sulle conseguenze negative dei matrimoni precoci, inclusi problemi di salute, istruzione e povertà, e per promuovere una legislazione più rigorosa per vietare tale pratica. Nonostante ciò, la pratica dei matrimoni tra minori persiste in molte parti del mondo e persistono sfide per porre fine a questa pratica dannosa.
Tale problema è particolarmente evidente in particolare in alcune regioni dell’Africa, dell’Asia meridionale e del Medio Oriente. Ad esempio, in alcune parti dell’Africa, il tasso di matrimoni precoci è ancora molto alto, con una stima di circa il 40% delle ragazze che si sposano prima dei 18 anni. Allo stesso modo, in alcune parti dell’Asia meridionale, come l’India, il Bangladesh e il Pakistan, i matrimoni precoci e forzati sono ancora comuni. Anche in alcune parti del Medio Oriente, come l’Iraq e lo Yemen, la pratica dei matrimoni precoci e forzati persiste nonostante gli sforzi per porre fine a questa pratica.
Altresì, abbiamo molte volte sentito il termine “baby spose” proprio in riferimento alle ragazze minori di 18 anni che sono costrette a sposarsi, spesso con uomini molto più anziani di loro. Le baby spose infatti affrontano una serie di sfide, tra cui la mancanza di accesso all’istruzione e alle opportunità economiche, gravi problemi di salute, inclusi la mortalità materna e infantile, e la violazione dei loro diritti umani fondamentali. I paesi occidentali, in generale, considerano i matrimoni precoci e forzati come una violazione dei diritti umani e delle libertà individuali. In particolare, molti di questi paesi sono preoccupati per la pratica dei matrimoni precoci e forzati in alcune parti del mondo, come appunto in Yemen, e considerano la pratica come dannosa per le ragazze e le donne coinvolte.
In risposta a questa preoccupazione, i paesi occidentali hanno adottato politiche e programmi per combattere i matrimoni precoci e forzati a livello internazionale. Ad esempio, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno fornito finanziamenti e supporto a organizzazioni internazionali come l’UNICEF e l’UNFPA che lavorano per aumentare la consapevolezza e fornire sostegno alle ragazze e alle donne colpite da questa pratica.
Inoltre, i paesi occidentali hanno condannato pubblicamente i governi e le comunità che promuovono o tollerano i matrimoni precoci e forzati e hanno chiesto loro di adottare misure per porre fine a questa pratica. Nonostante tale questione sia vietata in tutti i paesi europei, ci sono ancora alcune comunità che praticano queste forme di matrimonio precoce e forzato. In particolare, paesi come il Regno Unito, la Germania, la Francia, l’Olanda e la Svezia hanno segnalato casi di matrimoni precoci e forzati tra le loro comunità immigrate provenienti da paesi in cui questa pratica è ancora comune. In dettaglio questi paesi hanno adottato misure per prevenire i matrimoni forzati, tra cui programmi di sensibilizzazione, formazione per il personale scolastico e sanitario e linee telefoniche di assistenza per le vittime. Inoltre, le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie di questi paesi sono in grado di intervenire e proteggere i minori coinvolti in questi matrimoni.
Nella nostra Italia, i matrimoni precoci e forzati sono appunto vietati dalla legge. L’età minima per il matrimonio è di 18 anni e il matrimonio di una persona minorenne è considerato nullo. Tuttavia, anche nel nostro paese, ci sono stati alcuni casi di matrimoni precoci e forzati in Italia, spesso tra immigrati provenienti da paesi in cui questa pratica è ancora comune. Per affrontare questo problema, anche il governo italiano ha adottato misure per prevenire i matrimoni forzati, tra cui l’istituzione di linee telefoniche di assistenza e programmi di sensibilizzazione per le comunità interessate. Inoltre, le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie italiane hanno l’autorità di intervenire e proteggere i minori coinvolti in questi matrimoni. Attualmente persistono alcune critiche riguardo l’ingerenza dei paesi occidentali negli affari interni di altri paesi, il che ha portato a un dibattito sul modo migliore per affrontare il problema dei matrimoni precoci e forzati in tutto il mondo.
Come abbiamo visto, le soluzioni devono convergere tutte in una comune direzione. Per risolvere questo problema, è necessario un approccio olistico e multilivello che coinvolge governi, organizzazioni internazionali, comunità locali e individui. Le soluzioni includono l’adozione di leggi e politiche che vietano i matrimoni precoci e forzati e la creazione di programmi di sensibilizzazione per educare le comunità sui danni causati da questa pratica. Inoltre, è importante fornire sostegno alle vittime di matrimoni precoci e forzati, inclusi servizi di protezione, assistenza legale e psicologica e programmi di riabilitazione. Le soluzioni a lungo termine includono l’istruzione e l’empowerment delle ragazze e delle donne, la promozione dell’uguaglianza di genere e dei diritti delle donne e il miglioramento delle condizioni socio-economiche delle comunità interessate.
In sintesi, la soluzione al problema dei matrimoni precoci e forzati richiede un approccio globale e collaborativo che coinvolge tutti i livelli della società. Solo attraverso il coordinamento di sforzi e risorse possiamo porre fine a questa pratica dannosa e garantire un futuro migliore per le ragazze e le donne di tutto il mondo.
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Vittoria Petrolo
Laureata in Scienze Giuridiche con specializzazione in Criminologia, Investigazione e Sicurezza, attualmente laureanda in Giurisprudenza Magistrale a ciclo unico. Ho conseguito un Master biennale in Scienze Forensi e Criminologia presso la FSA - Forensic Science Academy. Inoltre, sono registrata come Esperta Forense nel Forensics Group (n.137) e come Criminologa qualificata ai sensi della Legge 4/2013 (NORMA UNI 11783:2020) iscritta nel Registro Nazionale dei Criminologi (n.406) dell’AICIS- Associazione Italiana Criminologi per l’investigazione e la Sicurezza. Detengo la qualifica di Criminalista ai sensi della Legge 4/2013 (NORMA UNI 11822:2021) derivante dalla certificazione Pekit Criminalistics IFCL in diritto penale investigativo e forense. Sono qualificata come Consulente per la ricostruzione di incidenti stradali (Livello 1). Mi occupo di ricerca nell'ambito dell'Antiterrorismo e della Criminologia Neuroscientifica e Antropologica e sono attivamente coinvolta in diverse associazioni nazionali e internazionali dedicate all'analisi criminale, all’investigazione e alla sicurezza cibernetica. Infine, essendo autrice di pubblicazioni scientifiche e articoli, contribuisco al dibattito accademico e sociale nel campo della criminologia, del diritto, della geopolitica e dell’attualità.