Esame Avvocato 2017: le più significative sentenze di diritto civile per le prove scritte
In vista delle prove scritte dell’esame per l’abilitazione alla professione di avvocato previste per il prossimo 12, 13 e 14 dicembre, la Rivista ha realizzato una rassegna ragionata e di facile consultazione avente ad oggetto le principali sentenze rese in materia di diritto civile, al fine di aiutare i candidati a prepararsi al meglio ripassando gli argomenti più “caldi”. Domani sarà pubblicata anche la rassegna giurisprudenziale in materia di diritto penale.
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Sommario: 1. Sezioni unite – 2. Danno alla persona – 3. Responsabilità extracontrattuale – 4. Famiglia e Successioni – 5. Contratti e obbligazioni – 6. Condominio
1. Sezioni unite
Allorché il tasso d’interesse concordato fra mutuante a mutuatario superi, nel corso dello svolgimento del rapporto, la soglia dell’usura come determinata in base alle disposizioni della legge 108 del 1996 (c.d. usura sopravvenuta), non si verifica la nullità o l’inefficacia della clausola contrattuale di determinazione del tasso degli interessi stipulata anteriormente all’entrata in vigore della predetta legge o della clausola stipulata successivamente per un tasso non eccedente tale soglia quale risultante al momento della stipula; né la pretesa del mutuante di riscuotere gli interessi secondo il tasso validamente concordato può essere qualificata, per il solo fatto del superamento di tale soglia, contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto (Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 19/10/2017 n° 24675).
Non è ontologicamente incompatibile con l’ordinamento italiano l’istituto di origine statunitense dei risarcimenti punitivi. Il riconoscimento di una sentenza straniera che contenga una pronuncia di tal genere deve però corrispondere alla condizione che essa sia stata resa nell’ordinamento straniero su basi normative che garantiscano la tipicità delle ipotesi di condanna, la prevedibilità della stessa ed i limiti quantitativi, dovendosi avere riguardo, in sede di delibazione, unicamente agli effetti dell’atto straniero e alla loro compatibilità con l’ordine pubblico (Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 05/07/2017 n° 16601).
È nulla per mancanza dell’atto pubblico la donazione che consiste in un bonifico di una somma di denaro effettuato per spirito di liberalità, senza che l’operazione bancaria costituisca il prezzo di un bene acquistato o di un servizio ricevuto. In tal caso, cioè, si verifica una donazione <<diretta>>, che necessita del requisito della forma scritta, in quanto vi è un <<passaggio immediato per spirito di liberalità di ingenti valori patrimoniali da un soggetto a un altro>> (Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 27/07/2017 n° 18725).
L’assenza di un danno biologico documentato non osta al risarcimento del danno non patrimoniale conseguente ad immissioni illecite, allorché siano stati lesi il diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria abitazione ed il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane, quali diritti costituzionalmente garantiti, nonché tutelati dall’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la prova del cui pregiudizio può essere fornita anche con presunzioni (Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 01/02/2017 n° 2611).
È nullo il patto col quale le parti di un contratto di locazione di immobili ad uso non abitativo concordino occultamente un canone superiore a quello dichiarato; tale nullità vitiatur sed non vitiat, con la conseguenza che il solo patto di maggiorazione del canone risulterà insanabilmente nullo, a prescindere dall’avvenuta registrazione (Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 09/10/2017 n° 23601).
2. Danno alla persona
È esclusa la risarcibilità del danno consistente nella “perdita del bene-vita” (cd. danno tanatologico), autonomo e diverso rispetto al bene-salute, fruibile solo in natura dal titolare e insuscettibile di essere reintegrato per equivalente, sicché, ove il decesso si verifichi immediatamente o dopo brevissimo tempo dalle lesioni personali, deve escludersi la risarcibilità “iure hereditatis” di tale pregiudizio, in ragione – nel primo caso – dell’assenza del soggetto al quale sia collegabile la perdita del bene e nel cui patrimonio possa essere acquisito il relativo credito risarcitorio, ovvero – nel secondo – della mancanza di utilità di uno spazio di vita brevissimo (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 27/09/2017 n° 22451).
Il danno non patrimoniale conseguente a immissioni illecite è risarcibile indipendentemente dalla sussistenza di un danno biologico documentato, quando sia riferibile alla lesione del diritto al normale svolgimento della vita personale e familiare all’interno di un’abitazione e comunque del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita, trattandosi di diritti costituzionalmente garantiti (Cassazione Civile, sez. II, ordinanza 28/08/2017 n° 20445).
A partire dalla nota sentenza delle Sezioni Unite sul danno esistenziale (sentenza 26972/2008) nessuno dubita più della sua risarcibilità. Eppure la Corte d’Appello di Venezia ha negato il risarcimento ad un militare che aveva riportato gravi lesioni dopo una caduta di 4 metri da una piattaforma radar. La sentenza della Cassazione, ribaltando la decisione d’appello, delinea i contorni dell’ammissibilità nel nostro ordinamento di questa tipologia di danno (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 19/10/2016 n° 21059).
3. Responsabilità extracontrattuale
In caso di azione risarcitoria per danni provocati da vaccini, la prova a carico dell’interessato ha ad oggetto l’effettuazione della somministrazione vaccinale e il verificarsi dei danni alla salute e il nesso causale tra la prima e i secondi, da valutarsi secondo un criterio di ragionevole probabilità scientifica (Cassazione Civile, sez. lavoro, ordinanza 23/10/2017 n° 24959).
In tema di danni subiti dall’alunno, la natura contrattuale della responsabilità ascrivibile all’istituto scolastico ed al singolo insegnante, che deriva, rispettivamente, dall’iscrizione scolastica e dal contatto sociale qualificato, implica l’assunzione dei cd. doveri di protezione, enucleati dagli artt. 1175 e 1375 c.c., i quali devono essere individuati e commisurati all’interesse del creditore del rapporto obbligatorio, sicchè, nel caso di minore affidato dalla famiglia per la formazione scolastica, essi impongono il controllo e la vigilanza del detto minore fino a quando non intervenga un altro soggetto responsabile, chiamato a succedere nell’assunzione dei doveri connessi alla relativa posizione di garanzia (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28/04/2017 n° 10516).
In materia penale il nesso causale tra comportamento ed evento deve essere accertato con un alto grado di probabilità logica e scientifica. In materia civile è richiesto un grado di probabilità più basso: è sufficiente, per la cassazione, la prevedibilità dell’evento. La casistica esaminata riguardava i danni derivanti dall’esposizione all’amianto (Cassazione Civile, sez. lavoro, sentenza 02/08/2017 n° 19270).
Risarcibile il danno di immagine per erronea iscrizione nel registro dei debitori inadempienti. Il danno deve, tuttavia, essere specificamente allegato e provato ai fini risarcitori, anche mediante presunzioni, non potendo mai considerarsi “in re ipsa” (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 06/07/2017 n° 16659).
Va escluso che l’organizzazione di uno spettacolo artistico possa, di per sé sola, costituire violazione del personale sentimento religioso di un singolo cittadino ed esser sanzionata dall’ordinamento col riconoscimento di un credito risarcitorio, non solo perché è, all’evidenza, insussistente un collegamento oggettivo e diretto tra la prima ed il secondo, ma anche perché non è ravvisabile il requisito -costitutivo della responsabilità aquiliana – del danno ingiusto, e cioè inferto in assenza di una causa giustificativa, essendo la programmazione di una manifestazione artistica (a cominciare dall’invito a partecipare inoltrato agli artisti) espressione, appunto, di una libertà garantita dalla Carta costituzionale (Cassazione Civile, sez. I, sentenza 23/03/2017 n° 7468).
La fidanzata non ha alcun obbligo di informare il proprio compagno circa la sua fertilità, o meno, posto che tale aspetto ben può essere ricondotto nel diritto di riservatezza della persona. L’eventuale menzogna su tale stato, dal quale ne deriva una paternità indesiderata, non è fonte di alcun obbligo risarcitorio da parte della compagna in quanto, qualora una persona non volesse procreare, può reperire con semplicità mezzi contraccettivi. L’omesso utilizzo di questi comporta che le persone si assumano le conseguenze delle proprie azioni (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 05/05/2017 n° 10906)
In tema di responsabilità contrattuale del medico nei confronti del paziente, ai fini del riparto dell’onere probatorio, l’attore deve limitarsi a provare l’esistenza del contratto (o il contatto sociale) e l’insorgenza o l’aggravamento della patologia ed allegare qualificate inadempienze, astrattamente idonee a provocare (quale causa o concausa efficiente) il danno lamentato, rimanendo, invece, a carico del debitore convenuto l’onere di dimostrare o che tale inadempimento non vi è stato, ovvero che, pur esistendo, esso non è stato eziologicamente rilevante (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13/10/2017 n° 24073).
4. Famiglia e Successioni
Un caso molto frequente nelle cronache di coppia, sposate e non: gli sms dell’amante. Giustificano la separazione con addebito? (Cassazione Civile, sez. I, sentenza 06/03/2017 n° 5510).
Al momento del decesso del proprietario dell’immobile, il convivente more uxorio di quest’ultimo non può restare a oltranza nell’appartamento in cui ha vissuto con il suo compagno. Il convivente more uxorio è qualificabile, a ogni modo, come detentore qualificato dell’immobile nel quale si è instaurata la coabitazione e non può essere estromesso con un’azione violenta e clandestina, essendo in tal caso legittimato all’azione di spoglio. Ma il diritto a restare nella casa non può andare oltre il tempo ragionevole per cercare una nuova sistemazione (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 27/04/2017 n° 10377).
L’atto di nascita formato all’estero, recante l’indicazione di due donne quali genitori, può essere trascritto nell’archivio di stato civile italiano in quanto non contrario all’ordine pubblico ex art. 18 d.P.R. n. 396/2000 , nella sua accezione di “ordine pubblico internazionale”, quale insieme di principi fondamentali, caratterizzanti l’atteggiamento etico-giuridico dell’ordinamento in un determinato periodo storico, volti alla tutela dei diritti fondamentali, spesso sanciti da dichiarazioni o convenzioni internazionali (Cassazione Civile, sez. I, sentenza 15/06/2017 n° 14878).
Giacché il divorzio rescinde ogni legame con il precedente vincolo matrimoniale e in considerazione del principio di autoresponsabilità economica, il contributo ex art. 5 l. n. 898 del 1970 non può essere parametrato, sotto il profilo dell’“an”, al tenore di vita matrimoniale; dunque spetterà solo all’ex coniuge che non abbia mezzi adeguati – o che dimostri essere nell’impossibilità procurarseli – per poter essere economicamente indipendente (Cassazione Civile, sez. I, sentenza 10/5/2017 n° 11504).
In materia di pensione di reversibilità esiste la legge sul divorzio (74/1987) e addirittura un’interpretazione autentica (L. 263/2005). Nonostante ciò la giurisprudenza continua a essere oscillante e, pertanto, è stata rimessa alle Sezioni Unite la soluzione del contrasto intersezionale in ordine al diritto alla pensione di reversibilità (od ad una quota di essa) in capo al coniuge divorziato in caso di decesso dell’altro coniuge nell’ipotesi in cui sia stata stabilita la corresponsione in un’unica soluzione dell’assegno di divorzio (Cassazione Civile, sez. I, ordinanza 10/05/2017 n° 11453).
Il riconoscimento di paternità è conformato dalla legge in modo da tutelare l’interesse del minore alla bigenitorialità. Ma se il minore (capace di intendere e di volere, e maturo al punto da esprimere una volontà cosciente) si oppone? Il risultato dell’audizione della figlia minore, capace di discernimento, la quale si sia opposta decisamente al riconoscimento da parte del padre, deve essere apprezzato dal giudice del merito nel contesto della valutazione, in concreto, del suo interesse a realizzarsi nel contesto delle relazioni affettive che consentano uno sviluppo armonico della sua identità sotto il profilo psichico, culturale e relazionale (Cassazione Civile, sez. I, sentenza 07/03/2017 n° 7762).
Il D.lgs. 254/2013 ha riformato la disciplina del disconoscimento di paternità, precisando che la domanda può essere proposta sia quando il marito era impotente ai tempi del concepimento, sia quando è provato l’adulterio. Nell’azione di disconoscimento della paternità, che è volta ad accertare unicamente l’insussistenza del legame biologico con il figlio nato nell’ambito del rapporto matrimoniale, “petitum” e “causa petendi” restano identici ed unitari, quali che siano i fatti che, nell’ambito di quelli tipizzati dal legislatore, vengano in concreto addotti a sostegno della pretesa; pertanto, la modifica di tali fatti non importa una “mutatio libelli” ed è consentita nel corso del giudizio, purché nel rispetto del principio del contraddittorio e dei limiti di deducibilità di nuove prove nelle varie fasi e gradi del giudizio medesimo (Cassazione Civile, sez. I, sentenza 28/03/2017 n° 7965).
Ancora sul disconoscimento di paternità. L’accertamento della verità biologica non costituisce un valore di assoluta rilevanza costituzionale, in quanto il giudice è comunque chiamato ad una valutazione comparativa, in concreto e all’attualità, degli interessi in gioco, soprattutto di quello del minore, in primo luogo alla conservazione dello status acquisito (Cassazione Civile, sez. I, sentenza 03/04/2017 n° 8617).
5. Contratti e obbligazioni
La vendita di un immobile abusivo è nulla, secondo la Cass. 25811/2014. Il problema si propone anche per il preliminare di vendita, ma la risposta è diversa. Due sentenze della Suprema Corte analizzano il problema: la prima quando l’immobile è parzialmente abusivo (Cassazione Civile, sez. II, sentenza 04/09/2017 n° 20707), la seconda quando l’immobile lo è totalmente (Cassazione Civile, sez. II, sentenza 26/04/2017 n° 10297).
Il carattere abusivo di una costruzione, concretandosi in un’illiceità dell’opera, può costituire fonte della responsabilità dell’autore nei confronti dello Stato ma non comporta l’invalidità del contratto di locazione della costruzione stipulato tra privati, trattandosi di rapporti distinti e regolati ciascuno da proprie norme, venendo a riverberare la condizione giuridica predetta sulla qualità del bene immobile e non anche sull’eseguibilità della prestazione del locatore, avente a oggetto la concessione del pieno e continuato godimento del bene (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13/04/2017 n° 9558).
La prova, tra le parti, della simulazione di un negozio solenne soggiace ad un requisito di forma scritta “ad probationem tantum”, ma non pure a quello solenne ed ulteriore eventualmente richiesto “ad substantiam” per l’atto della cui simulazione si tratta, poiché le controdichiarazioni, nel rappresentare il documento idoneo a fornire la suddetta prova, sono destinate a restare segrete e possiedono, quindi, un’obbiettività giuridica diversa dalle modificazioni dei patti, le quali implicano un nuovo accordo, modificativo del precedente, realmente voluto e concluso (Cassazione Civile, sez. II, ordinanza 24/07/2017 n° 18204).
E’ noto che il negozio nullo non può essere convalidato, a differenza di quello annullabile. A metà strada tra le due figure si colloca la cosiddetta annullabilità assoluta, una sorta di tertium genus con le caratteristiche di entrambe. Il negozio affetto da annullabilità assoluta non è convalidabile giacché, da un lato, la convalida dovrebbe provenire da tutti i soggetti legittimati a far valere l’annullabilità e, dall’altro, la sanzione è finalizzata alla tutela di interessi di natura diversa e trascendenti da quelli meramente individuali dei contraenti (Cassazione Civile, sez. II, sentenza 20/06/2017 n° 15268).
La rinuncia a far valere l’usucapione da parte del precedente proprietario del fondo dominante è opponibile all’avente causa dello stesso? E inoltre: tale opponibilità è subordinata a oneri di comunicazione o di trascrizione? (Cassazione Civile, sez. II, sentenza sentenza 30/05/2016 n° 11158).
Il pignoramento di beni immobili eseguito nei confronti di un “trust” in persona del “trustee”, e non di quest’ultimo, è illegittimo, in quanto il “trust” è un ente privo di personalità giuridica, costituendo un mero insieme di beni e rapporti destinati ad un fine determinato, formalmente intestati al “trustee”, il quale è l’unico soggetto che, nei rapporti con i terzi, è titolare dei diritti conferiti nel patrimonio vincolato: ne deriva che il giudice dell’esecuzione, nell’ambito della verifica in ordine all’esistenza delle condizioni dell’azione esecutiva, può disporre d’ufficio la chiusura anticipata della procedura esecutiva (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 27/01/2017 n° 2043).
6. Condominio
Nel giudizio di revoca dell’amministratore di condominio non è richiesto il patrocinio di un difensore legalmente esercente, ex art. 82, comma 3, c.p.c., trattandosi di un procedimento camerale plurilaterale tipico, che culmina in un provvedimento privo di efficacia decisoria, siccome non incidente su situazioni sostanziali di diritti o “status” (Cassazione Civile, sez. VI-2, ordinanza 23/06/2017 n° 15706).
La Cassazione espone, come in un manuale, le regola da seguire in caso di azione da intentare contro i singoli condomini. Sentenza molto interessante. (Cassazione Civile, sez. III, sentenza 29/09/2017 n° 22856).
Il proprietario del lastrico solare ha il diritto di sopraelevazione e l’azione si prescrive in 20 anni in caso di non uso, trattandosi di un’azione a difesa della proprietà. La cassazione però traccia una linea di demarcazione tra le opposizioni che si basano sulla compromissione del decoro dell’edificio (prescrivibili) e le opposizioni che si basano su una compromissione della sicurezza dello stabile, e quindi dei singoli occupanti l’edificio (Cassazione Civile, sez. II, ordinanza 23/08/2017 n° 20288).
Il condominio, non partecipe ed ignaro dell’accordo simulatorio intervenuto tra un condomino e l’ex amministratore, ove deduca la simulazione delle quietanze relative all’avvenuto pagamento degli oneri condominiali è da considerarsi “terzo” rispetto a quell’accordo, con la conseguenza che può fornire la prova della simulazione “senza limiti”, ai sensi dell’art. 1417 c.c., e, quindi, sia a mezzo di testimoni, sia tramite presunzioni, dovendosi inoltre escludere che, in dipendenza della natura di confessione stragiudiziale della quietanza, possano valere, riguardo alla sua posizione, i limiti di impugnativa della confessione stabiliti dall’art. 2732 c.c., che trovano applicazione esclusivamente nei rapporti fra il mandatario ed il preteso simulato acquirente (Cassazione Civile, sez. VI-2, ordinanza 25/05/2017 n° 13234).
L’amministratore del condominio è legittimato a proporre l’azione di cui all’art. 1669 c.c., relativa ai gravi difetti di costruzione che possono porre in pericolo la sicurezza dell’edificio condominiale, anche senza preventiva autorizzazione da parte dell’assemblea condominiale (Cassazione Civile, sez. II, ordinanza 19/04/2017 n° 9911).
La delibera di approvazione assembleare del piano di ripartizione delle spese non costituisce un presupposto processuale o una condizione dell’azione monitoria, posto che la legittimazione ad agire dell’amministratore nei confronti del condòmino moroso per la riscossione delle quote trova fondamento direttamente nelle disposizioni di cui agli art. 1130 e 1131 c.c., rivelando l’esistenza o meno di uno stato di ripartizione approvato dall’assemblea soltanto in ordine alla fondatezza della domanda, con riferimento all’onere probatorio a suo carico (Cassazione Civile, sez. II, sentenza 28/04/2017 n° 10621).
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