Fomo: l’altra faccia della medaglia da dipendenza da smartphone

Fomo: l’altra faccia della medaglia da dipendenza da smartphone

Durante la pandemia si è registrato, da subito, il più elevato utilizzo di social e applicazioni mai visto prima. I vari devices, ma soprattutto gli smartphone, sono diventati lo strumento principale per affacciarsi sull’intero mondo.

A cosa ci ha portato questa immane brama di interazione virtuale? Da una ricerca della Ruhr-Universitat di Bochum, in Germania, incentrata su uno studio a base internazionale riguardante l’uso dello smartphone durante il periodo pandemico, si è palesato l’altro lato oscuro dell’accesso frenetico a social e applicazioni che oltrepassa di gran lunga la cd. ‘dipendenza’.

La spasmodica interazione virtuale ha provocato, in molti, la perdita quasi totale del controllo, determinando un pensiero ostile ripetitivo: il terrore di essere tagliati fuori. Nello specifico si parla di una condizione di ansia sociale che ha portato in molti gravi patologie.

E’ proprio questa l’altra faccia della medaglia, e si chiama ‘Fomo’, acronimo di ‘Fear of missing out’, conosciuta anche come paura di perdere un’occasione. E’ una vera e propria sofferenza emotiva che si potenzia direttamente dall’uso spasmodico dei social network e trova le sue fondamenta nella smania di rimanere sempre e di continuo in interazione con le attività svolte dagli altri per paura di essere tagliati fuori dai contesti sociali gratificanti.

Il distanziamento imposto dalle norme anti Covid ha amplificato il desiderio di interazione sociale, trasportando totalmente il mondo reale e le sue interazioni nel mondo virtuale.

I ricercatori tedeschi nello studio pubblicato su “Plos One” scrivono testuali parole: “Mentre gli smartphone possono migliorare la routine quotidiana e la connessione sociale, il loro utilizzo eccessivo può diventare problematico e influenzare negativamente le relazioni, il lavoro, la salute mentale o fisica“.


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Vittoria Petrolo

Laureata in Scienze Giuridiche con specializzazione in Criminologia, Investigazione e Sicurezza, attualmente laureanda in Giurisprudenza Magistrale a ciclo unico. Ho conseguito un Master biennale in Scienze Forensi e Criminologia presso la FSA - Forensic Science Academy. Inoltre, sono registrata come Esperta Forense nel Forensics Group (n.137) e come Criminologa qualificata ai sensi della Legge 4/2013 (NORMA UNI 11783:2020) iscritta nel Registro Nazionale dei Criminologi (n.406) dell’AICIS- Associazione Italiana Criminologi per l’investigazione e la Sicurezza. Detengo la qualifica di Criminalista ai sensi della Legge 4/2013 (NORMA UNI 11822:2021) derivante dalla certificazione Pekit Criminalistics IFCL in diritto penale investigativo e forense. Sono qualificata come Consulente per la ricostruzione di incidenti stradali (Livello 1). Mi occupo di ricerca nell'ambito dell'Antiterrorismo e della Criminologia Neuroscientifica e Antropologica e sono attivamente coinvolta in diverse associazioni nazionali e internazionali dedicate all'analisi criminale, all’investigazione e alla sicurezza cibernetica. Infine, essendo autrice di pubblicazioni scientifiche e articoli, contribuisco al dibattito accademico e sociale nel campo della criminologia, del diritto, della geopolitica e dell’attualità.

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