Giustizia, investimento straordinario per l’assunzione di personale
Pochi giorni fa il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha dichiarato quanto aveva già comunicato durante la trasmissione di La7 condotta da Tiziana Panella, Tagadà: “Dopo tantissimi anni, amplieremo le piante organiche della magistratura, grazie ai 500 milioni che saranno destinati al Ministero della Giustizia dalla manovra finanziaria varata dal Governo, ma soprattutto questa ingente somma consentirà anche l’assunzione di oltre 5000 dipendenti amministrativi e il reclutamento di nuovi agenti della Polizia penitenziaria, in modo da assicurare ai cittadini maggiore sicurezza e processi penali e civili più rapidi”.
Dichiarazione di intenti importanti che mostrano una linea di continuità con il programma del passato, almeno sul fronte assunzioni in un comparto che – come ripetuto in questo periodo a più voci – rappresenta un asset strategico.
Attualmente, il sistema Giustizia scoraggia gli investitori soprattutto stranieri poiché esso risulta tangibilmente ancora tra i più onerosi e farraginosi anche sotto l’aspetto burocratico; la durata media dei processi civili, inoltre, fa scappare i malcapitati avventori.
Nell’ultimo convegno dell’AIGA, tenutosi a Trani il 18 settembre scorso, il Ministro Alfonso Bonafede aveva fatto già intuire qualcosa agli avvocati del Foro barese: alla domanda relativa agli investimenti della legge di bilancio 2019 in merito ad eventuali tagli per il settore Giustizia, il Ministro della Giustizia ha affermato: “negli anni passati il comparto giustizia è stato danneggiato sia dalla spending review sia dal blocco del turn over, alla giustizia non c’è rimasto nulla da tagliare; servono al contrario investimenti importantissimi per far funzionare i Tribunali, mettere in sicurezza gli stessi e i dipendenti che vi lavorano, combattere le nuove sfide digitali, far tornare la fiducia ai cittadini nella Giustizia”. Il Ministro ha poi lasciato intendere un’ intesa con il Ministro della Funzione Pubblica Giulia Bongiorno, con la quale aveva già interloquito l’8 agosto proprio su questi argomenti.
Le stesse intenzioni sono state ribadite dal Ministro della Giustizia in occasione del Congresso Nazione forense a Catania il 4 ottobre scorso dinnanzi ad una platea autorevole di avvocati e magistrati intervenuti per l’occasione.
Ottimi presupposti di investimenti necessari e non più rinviabili, quindi, mentre in diversi Tribunali italiani non passa giorno che i capi degli uffici da Nord a Sud e i sindacati stessi lancino alla politica – spesso sorda e miope – grida di allarme denunciando l’infinito disagio e perenne abnegazione nel continuare a mandare avanti “la macchina giudiziaria”, oltre che per la situazione complessa dell’edilizia giudiziaria (come quella di Bari), per quella carceraria ma anche per la carenza di organico.
Carenza, che a causa della mole dei pensionamenti negli anni non rimpinguati per il blocco del turn over, è divenuta cronica e che richiede, ora, nonostante le recenti iniezioni di linfa vitale con le assunzioni dal concorso per il personale indetto a novembre 2016, un piano di investimenti per assunzioni straordinarie anche per operare un vitale ricambio generazionale a fronte dei corposi pensionamenti che investiranno il personale della giustizia da qui ai prossimi anni. Il tutto senza dimenticare le sfide della digitalizzazione.
Allora, questo piano di assunzioni straordinario chiama a vivavoce lo scorrimento della graduatoria degli idonei assistenti giudiziari dell’ultimo concorso bandito il 18 novembre 2016 per 800 posti a tempo indeterminato, area funzionale II, fascia economica F2, nei ruoli del personale del Ministero della giustizia ove vi residuano ancora 2000 idonei e allo scorrimento di tutte altre graduatorie del Ministero della Giustizia per rimpinguare gli organici e rendere il sistema di nuovo efficiente.
Speriamo che il vento del cambiamento portato da questo governo sia proprio ciò di cui necessita il comparto giustizia realizzando la piena efficienza e il buon andamento della pubblica amministrazione di cui all’art. 97 Cost. e art. 41 della Carta di Nizza.
Serve ristabilire condizioni di uguaglianza sostanziale e giustizia sociale in linea con l’idea che avevano i padri del diritto e bene espressa nel brocardo unicuique suum tribuere. Serve garantire il pieno rispetto dell’art. 3 Cost. anche alla luce della giurisprudenza europea, che ancora ci bacchetta per la violazione della ragionevole durata dei processi.
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