Gli attori dell’innovazione: intermediari finanziari e utilizzo di strumenti digitali
a cura di Domenica Castellone e Viviana Colombi Evangelista
Premessa. In un quadro normativo sensibilmente influenzato dalla realtà socio-politica di derivazione europea ed internazionale le presenti considerazioni – partendo dalla evoluzione storica delle dinamiche dell’innovazione sociale, passando per l’analisi sociologica e politica dell’azione pubblica- si propongono di indagare alcuni fattori che condizionano la capacità di produrre innovazione sociale, il loro impatto istituzionale e l’attitudine a mettere a regime modalità più democratiche di Governance (Swyngedouw 2005). A partire dal 2010 in Italia si è fatto strada nel dibattito pubblico il tema del “Secondo Welfare” quale insieme di programmi di protezione e investimento sociale a finanziamento prevalentemente non pubblico fornito da un’ampia gamma di attori privati, che si affiancano e si integrano con misure e politiche pubbliche di welfare (Maino e Ferrera 2013; 2015), azioni realizzate da attori sia profit che non profit. L’8 novembre 2017 al Parlamento Europeo si è discusso sulla “Finanza etica e sostenibile per il futuro dell’Europa” con lo scopo di promuovere le realtà attive nell’ambito della finanza etica: non solo le imprese sociali ma anche gli intermediari finanziari sociali che offrono accesso al credito a soggetti considerati “non bancabili”. In questa cornice, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea mirano all’adozione di un “social supporting factor” per facilitare gli investimenti nel sociale al fine di rendere meno gravosa l’erogazione di finanziamenti, da parte delle banche europee, a favore di imprese sociali che sviluppano progetti di bene comune in campo ambientale e sociale attraverso l’utilizzo di strumenti digitali applicati in ambito finanziario (Fintech).
Amministrazioni, Mercati e Politiche pubbliche. L’innovazione sociale ha subito negli anni numerose trasformazioni e continue evoluzioni a partire dalle strutture del potere – anche a livello locale intesa come «una precisa classe di azioni collettive, organizzate da “imprenditori”, in cui gli attori coinvolti sollevano dei problemi locali e li rendono pubblici, interagendo con autorità e politiche pubbliche e perseguendo uno o più obiettivi condivisi» (Vitale) – la cui analisi passa attraverso gli studi classici e comparativi statunitensi (Edward C. Banfield 1961, Banfield con James Q. Wilson 1963). Le forme di azione diretta prendono le mosse a partire dalla competizione radicata nelle città europee attraverso la moltitudine di attori politici e sociali che, nonostante il loro basso indice di influenza, aprono la strada a forme di governance (Bagnasco e Le Galès 1997). Le azioni di innovazione sociale sono guidate da processi di apprendimento sociale e istituzionale, aumento della consapevolezza e dell’azione collettiva e della mobilitazione (Moulaert and Nussbaumer 2008); lo sviluppo è favorito attraverso modalità di governance partecipate dei documenti attuativi della legge regionale e promozione di un confronto in merito al Fondo Unico Sociale Regionale. Inoltre, il “Sandbox regolamentare” già attivo in diversi Paesi, può diventare un elemento fondamentale per sperimentare in un ambito particolarmente innovativo come il Fintech. La ricerca si focalizza nella compagine italiana ove il Sandbox “regolamentare” è stato previsto nell’ambito del Decreto Crescita, rappresentando un’opportunità di crescita nonché un mezzo per ridurre i costi e per sperimentare nuove soluzioni e adempiere più efficientemente alle normative vigenti.
Potenzialità e le criticità dei processi in atto nel sistema di welfare sociale. Le falle derivanti dalla diminuzione dei livelli di copertura del welfare pubblico gravano sulla sfera sociale dando luogo a problematiche consistenti nell’ambito della previdenza, delle trasformazioni socioculturali e della sanità. Le maggiori difficoltà si sostanziano nelle problematiche connesse alla maturazione di redditi pensionistici inferiori alle attese; dalla disoccupazione giovanile, dalle difficoltà dei giovani nell’accesso al lavoro, dall’esclusione delle donne dal lavoro e dalla mobilità sociale; dall’ impossibilità per gran parte delle famiglie di costruire una condizione patrimoniale di sicurezza a lungo termine con il risparmio; dalle criticità del Sistema Sanitario Nazionale a cui si aggiunge di conseguenza il fenomeno della rinuncia alla cura e una riduzione dei livelli di prevenzione.
Lo stato dell’arte attuale getta le basi per avviare un’indagine volta a metterne in luce le potenzialità e le criticità dei processi in atto nel sistema di welfare sociale. L’obiettivo è quello di discutere i punti di vista dei principali attori del welfare sociale territoriale sul ruolo che gli stessi hanno nella costruzione della rete dei servizi del territorio, sui servizi offerti, sulle modalità operative e, complessivamente, sulle finalità che le politiche territoriali si propongono di perseguire.
Innovazione sociale. I propulsori che consentono di aumentare l’indice di efficacia delle politiche di innovazione sociale e gli elementi che favoriscono le iniziative dei progetti e processi di innovazione e, soprattutto, indagare il ruolo dell’attore pubblico nelle pratiche di innovazione sociale sia come strumento, sia come obiettivo per un rinnovamento più radicale dei sistemi di welfare. La Pubblica Amministrazione appartiene agli attori dell’innovazione ma affinché si possa parlare di innovazione sociale e di miglioramento dello stato attuale è necessario che le iniziative promosse siano anzitutto riconosciute nei codici dell’amministrazione per poterle mettere a regime. Possiamo dire che se l’ecologia è soprattutto la lotta contro l’inquinamento industriale, l’innovazione sociale è la lotta contro l’inquinamento istituzionale che genera Angela Genova inconvenienti sociali (Chambon, David and Devevey 1982 : 67)
In sintesi, affinché si concreti innovazione è necessario che si manifestino tre elementi fondamentali: la capacità di rispondere a quei bisogni sociali che non trovavano risposta (contenuto); trasformazione nelle relazioni tra gli Angela Genova attori coinvolti (Governance); la capacità di generare mobilitazione, cambiamento a livello individuale, organizzativo e comunitario per un miglioramento (Empowerment).
Riferimenti Bibliografici
Swyngedouw E., Governance innovation and the citizen: The Janus face of governance beyond the state, in Urban Studies, October 2005
Banca d’Italia Eurosistema, Indagine Fintech nel sistema finanziario italiano, 2021
Banfield Edward C., Trad. it.: Basi morali di una società arretrata, Il Mulino, 1976[2006], ISBN 9788815114617
Edward C. Banfield and James Q. Wilson, City Politics (Cambridge: Harvard University Press and the M.I.T. Press, 1963.
European Commission (2013a), Social Innovation Research in the European Union. Approaches, Findings and Future Directions, Policy Review, Luxembourg, Publication Office of the European Union
Fabris B.L. (2017), First Concrete Iniziative of the European Commission on Work-Life Balance, Percorsi di secondo welfare, 11 maggio 2017
Godin, B. (2012) ‘Social innovation: Utopias of innovation from c.1830 to the present’, Working Paper 11, Project on the Intellectual History of Innovation, INRS, http://www.csiic.ca/PDF/SocialInnovation_2012.pdf (accessed on 2 August 2016)
Moulaert, F. & Nussbaumer, J. (2008), La logique spatiale du développement territorial, Sainte-Foye: Presses Universitaires du QuébecBagnasco e Le Galès, La nuova “political economy” delle città e delle regioni, 1997
Maino F. e Ferrera M. (a cura di) (2013), Primo rapporto sul secondo welfare in Italia 2013, Torino, Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi
Moulert, Innovazione sociale sia nei fini che nei mezzi, 2002
Postfazione Investimento e innovazione sociale nel welfare territoriale: un problema di ricerca, Barbara Da Roit, in Studi e ricerche 21
Vitale T., L’impatto istituzionale dell’innovazione sociale, Haddock, S.Vicari. Rigenerare la città. Pratiche di innovazione sociale nelle città europee, Il Mulino, pp.163-198, 2009.
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