Guida al Referendum sulla giustizia del 12 giugno 2022
Il 12 giugno 2022 gli italiani verranno chiamati alle urne per votare in merito al referendum sulla giustizia.
Sarà un referendum abrogativo e saremo chiamati a decidere se mantenere o abrogare dal nostro ordinamento alcune norme già presenti.
Questo articolo si rivolge principalmente ai c.d. “non addetti ai lavori” e vuole essere una mini-guida per votare in maniera consapevole, padroneggiando quanto basta l’argomento di cui si tratta.
I quesiti posti sono cinque, analizziamoli uno per uno in maniera rapida ma esaustiva:
Referendum n.1
Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.
Ciò che ci viene chiesto è se vogliamo abrogare, e quindi eliminare dal nostro ordinamento, oppure continuare a mantenere il decreto legislativo 31 dicembre 2012 n.235, c.d. decreto Severino, il quale prevede, ad oggi: incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, i rappresentanti di governo, i consiglieri regionali, i sindaci e gli amministratori locali, in caso di condanna con sentenza definitiva per un delitto non colposo.
Votando SI, verrà abolita la sospensione automatica dalle cariche pubbliche per i condannati con sentenza definitiva per un delitto non colposo, rimettendo alla decisione del giudice, a seconda dei casi, se sia necessario o meno applicare anche l’interdizione dai pubblici uffici;
Votando NO, tutto rimarrà invariato e, a seguito di sentenza definitiva di condanna, verrà applicata in automatico l’interdizione dai pubblici uffici.
Referendum n.2
Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale.
Le misure cautelari sono dei provvedimenti provvisori e immediatamente esecutivi.
Questi provvedimenti sono disposti dall’autorità giudiziaria qualora si ravvisi il pericolo che l’indagato, durante le indagini preliminari (una fase antecedente al processo vero e proprio) o l’imputato nel corso del processo, possa fuggire, inquinare le prove o compiere qualsiasi atto che possa compromettere la funzione giurisdizionale.
Per fare chiarezza, la misura cautelare è applicata PRIMA della sentenza di condanna, è appunto una misura di tutela, non una condanna.
Votando SI verrà abolita la possibilità di procedere alla misura di custodia cautelare in carcere e dunque alla privazione della libertà personale prima della sentenza di condanna.
Votando NO, tutto rimarrà invariato e qualora l’autorità giudiziaria dovesse ritenerlo opportuno procederà all’applicazione della misura cautelare della custodia preventiva in carcere a tutela del giusto andamento del processo.
Referendum n.3
Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.
Distinguiamo innanzitutto la figura del P.M. (Pubblico Ministero), un organo pubblico che agisce a tutela degli interessi collettivi e del Giudice, di presiedere il procedimento ed emettere un provvedimento decisionale al termine dello stesso, assume dunque una funzione giudicante.
Attualmente, i soggetti che ricoprono la carica di P.M. possono richiedere il passaggio alla funzione di Giudice per due volte, a seguito della riforma Cartabia, nella loro intera carriera, e viceversa, e solo dopo aver svolto cinque anni di servizio continuativo nella funzione esercitata, svolgendo altresì una procedura concorsuale, un corso di qualificazione professionale e ricevendo un giudizio di idoneità allo svolgimento delle funzioni da parte del Consiglio superiore della magistratura.
Votando SI, il Magistrato dovrà scegliere all’inizio della sua carriera quale funzione ricoprire, se quella di PM o di Giudice, mantenendo il ruolo scelto durante tutto l’arco della sua carriera professionale.
Votando NO tutto rimarrà invariato.
Referendum n. 4
Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.
I magistrati vengono sottoposti con cadenza quadriennale, per sette volte a partire dall’inizio della loro carriera (dunque fino al ventottesimo anno), ad un controllo relativo alle loro capacità professionali.
Attualmente vengono valutati dal Consiglio superiore della Magistratura, che decide anche su valutazioni operate dai Consigli giudiziari. Ad oggi, i componenti che si occupano della valutazione sono tutti magistrati.
Votando SI verrà riconosciuto anche ad Avvocati e professori universitari il diritto di partecipare attivamente alla valutazione dei magistrati.
Votando NO tutto rimarrà invariato.
Referendum n. 5
Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.
Il Consiglio Superiore della Magistratura è l’organo di governo della magistratura e per candidarsi al CSM occorre, ad oggi, essere supportati da un numero tra 25 e 50 firme.
Votando SI verrebbe abolito l’obbligo di subordinare la propria candidatura all’approvazione e al sostegno di 25/50 magistrati.
Votando NO tutto rimarrà invariato.
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Simona Anna Cordaro
Dott.ssa Simona Anna CordaroHa conseguito la laurea in giurisprudenza nel 2017 presso l'Università degli studi di Palermo.
Ha svolto la pratica forense a Milano occupandosi di diritto civile, in special modo di diritto di famiglia, recupero crediti, responsabilità civile e RC auto.
Ha frequentato il corso di preparazione all'esame di abilitazione per l'esercizio della professione forense presso la scuola Formazione Giuridica dell'avv. Marco Zincani nella sede di Milano.
Attualmente collabora con studi legali a Milano.
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