Hegel e il diritto
Introduzione alla filosofia del diritto hegeliana
Secondo una modalità (forse) semplificatrice dell’esegesi del pensiero hegeliano, il medesimo si sostanzia in un triumvirato formale, composto da Tesi, Antitesi e Sintesi (termini che Hegel non usa. Il mito della triade hegeliana è riconducibile al filosofo tedesco Heinrich Moritz Chalybäus (1796-1862), il quale propone un’interpretazione divulgativa della dialettica hegeliana (si tratta dei tre momenti della logicità chiariti da Hegel nei §§ 79-82 dell’Enciclopedia delle scienze filosofiche). Un esempio di questa dialettica si è rinvenuto in un esempio, ripreso dalla Fenomenologia dello spirito, ovvero la relazione servo-padrone. La tesi è l’autocoscienza del padrone che si pensa come libera, assoluta, e afferma in tal modo la sua superiorità sul servo, ridotto a cosa, a strumento. L’antitesi è l’attività del servo, che si scopre libero grazie al lavoro con il quale mantiene in vita il suo padrone. La conciliazione si ha quando, come per magia, dall’antitesi “scaturisce la sintesi, che consiste nell’affermazione del diritto del servo e del padrone (e, dunque, di tutti) alla libertà e nel superamento della schiavitù”.
La dialettica non è una struttura che produce il passaggio nella determinazione opposta e poi la conciliazione delle determinazioni. È il venire alla luce, il manifestarsi, dell’essenza vera della “cosa”, del contenuto determinato che il pensiero sta prendendo in considerazione. Hegel rifiuta di considerare la dialettica come un metodo a priori: la dialettica non è cioè un insieme di giudizi sintetici a priori che portano alla realtà effettiva. Questa era ancora la posizione di Kant, per cui era necessario chiarire se e come siano possibili i giudizi sintetici a priori. La dialettica hegeliana è superamento del metodologismo e sorge dal movimento delle cose. Se noi ci creiamo a priori griglie metodologiche per conoscere le cose, finiremo per conoscere non le cose, ma le griglie che abbiamo costruito per conoscerle. E’ noto che il nostro sistema cognitivo filtra la realtà concreta, attraverso sistemi rapresentazionali che divergono da persona a persona. Pertanto, si conosce la griglia interpretativa e non la realtà. E, in tal modo, depotenziamo la conoscenza stessa, ci appiattiamo avvitarci nel metodo a priori costruito per comprendere le cose e – come Kant – mettiamo dei limiti alla conoscenza umana, anziché tentare di vedere qual è l’articolazione che spetta a un rapporto fisico, concettuale, etico, politico, artistico, ecc. Se spieghiamo la relazione servo-padrone utilizzando una formula, noi capiamo la formula, non il rapporto reale, effettivo, storicamente concreto, tra un servo e un padrone. E Hegel insiste su quell’effettività, sullaWirklichkeit, su ciò che effettivamente si dà e produce effetti nel mondo concreto, non sui vuoti formalismi.
La dialettica di Hegel parte dallo sviluppo del pensiero del giovane filosofo nei primi anni di speculazione. Da una certa prospettiva, la dialettica di Hegel è “umanistica”, focalizzando l’attenzione sulla tematica dell’”alienazione” dell’uomo e del suo superamento, per il recupero della piena dignità dell’uomo stesso. Questa visione viene fatta propria dalla Sinistra hegeliana. Hegel si pone la problematica della perdita di autonomia morale dell’uomo, proprio per effetto dell’alienazione, alla quale deve subentrare la riappropriazione dell’identità umana. In una fase speculativa successiva, la dialettica hegeliana assume una fisionomia diversa e si focalizza su una reinterpretazione dell’alienazione come perdita della natura umana, di cui occorre riappropriarsi, riconquistando la libertà.
Nell’Etica kantiana l’alienazione diviene eteronomia e occorre che la medesima si trasformi in riappropriazione, perché si raggiunga l’autonomia. Il giovane Hegel, anche in base alla corrispondenza con Schelling, esamina l’alienazione anche da altra prospettiva, con l’introduzione di elementi di metafisica (si pensi allo scritto “Spirito del Cristianesimo”). Il Nostro si propone di conciliare i contrari. Vi sono gli echi di un soggettivismo di matrice fichtiana. Siffatto bilanciamento non appare, secondo Hegel, soddisfacente e questo crea i presupposti per una rielaborazione in chiave diversa della sua dialettica. Più esattamente vie è un tentativo di unificare le due dialettiche, quella prevalentemente elaborata nel periodo giovanile, e quella impostata in età più matura, le quali in realtà sono esito di un medesimo pensiero (alienazione, riappropriazione, unificazione degli opposti).
Sia nella “Logica” di Jena, sia nell’articolo sul “Diritto naturale”, emerge uno sviluppo che porta alla “Fenomenologia dello Spirito”, portando a una dialettica dell’”Intero”, che si aliena da sé e si riconquista, dimostrando organicità.
Acquisisce rilievo prioritario il principio di unificazione degli opposti, piuttosto che l’alienazione. Si riscontra un movimento dell’”Intero” che, diversificandosi da sé, produce il determinato (“ciò che è”). Più in profondità: ci si rende conto che il movimento è finzione, in quanto non assume il ruolo di “altro da sé”. Si ottiene un movimento circolare. Da questo deriva l’emersione di una concezione conservatrice nella “Filosofia del diritto”, ove si sostiene l’ereditarietà della monarchia e della Classe dei pari, legata quest’ultima al possesso di terere. Echi di conservatorismo possono emergere anche nella concezione sulla guerra e sulla sostanziale inesistenza del diritto internazionale.
La storia è ricompresa nel tutto e va chiusa . Si comprende “ciò che è ed è stato”, non “ciò che sarà”-
Hegel elabora una concezione del diritto, la quale segue un percorso che dal “soggettivo” porta all’”oggettivo”. Si parte dalla libertà del singolo, la quale progredisce in una prospettiva, che si estende alla spiritualità oggettiva del mondo. L’essenza del diritto è libertà autocosciente e formalismo. La libertà ha vari stadi di sviluppo e sorgono vari livelli, attraverso un meccanismo di “formalismo” iniziale del diritto, con il transito da un diritto più astratto a un percorso che lo Spirito compie, per pervenire a un diritto più concreto, perciò stesso più evoluto. Hegel conclude nel senso che il diritto concreto è un diritto superiore, perché consente di risolvere le specifiche vicende di vita, senza fermarsi alla mera contemplazione di problematiche esclusivamente teoriche
La filosofia riguarda le “Idee”, che vanno tenute distinte dai concetti, i quali, peraltro, si danno realtà autonomamente Il concetto porta con sé ciò che non è transitorio. L’idea guarda allo sviluppo della cosa stessa.
Partendo dalla convinzione a priori che filosofia e scienza non siano epistemologicamente sovrapponibili, secondo Hegel, le definizioni in diritto si collocano al di fuori del metodo filosofico e attengono al metodo scientifico. Esse, data la loro tendenziale universalità, fanno emergere le contraddizioni, talora presenti nella realtà cruda degli ordinamenti giuridici non evoluti, fanno emergere le contraddizioni, accorpandolo, ponendo in risalto gli elementi ingiusti, come nel caso della definizione di “uomo”, in cui viene incluso anche lo schiavo, che in diritto romano antico concettualmente è considerato oggetto di diritti. Hegel riflette sulla ragion d’essere di taluni istituti che agli occhi odierni appaiono frutto di barbarie, come lo ius vitae ac necis”, il quale attribuisce al creditore il diritto di uccidere e schiavizzare il debitore, che non abbia adempiuto; si argomenta che proprio il carattere truce della legge adesso riferita ne avrebbe bloccato l’applicazione[1].
Nella conoscenza filosofica assume valore prioritario la necessità di un concetto, nel costrutto definitorio, l’andamento del risultato, che funge da dimostrazione. Il concetto può diversificarsi nella sua verità e nella sua rappresentazione, la quale, se vera, può essere innalzata alla forma di concetto. Hegel condivide il pensiero di Montesquieu, secondo cui la legislazione è momento dipendente di una totalità. La medesima legislazione, se decontestualizzata, può considerarsi palesemente irrazionale, ma se inserita in un determinato sistema storico, può acquisire sensatezza.
Il diritto formale della persona si presenta opposto alla morale. Si assiste a una successiva evoluzione e perfezionamento del diritto, attraverso un innalzamento del “livello” del medesimo, con una maggiore accostabilità alla morale. La determinazione ed esistenza della libertà si declina nell’interesse dello Stato, nell’eticità, nella libertà.
Hegel connette il diritto con la libertà e manifesta la dialettica anche in questo settore; vi è il Diritto formale (Libertà in sé), la Moralità (Libertà per sé), l’Eticità (Libertà in sé e per sé). Hegel costruisce come caposaldo del suo pensiero la “sostanza” in senso aristotelico. Lo Stato costituisce il terzo momento della Eticità e viene dopo la Famiglia e la Società civile. Il diritto si compenetra in risultato e dimostrazione. Il diritto è “Libertà in quanto Idea”, che dà libertà, la quale riguarda ontologicamente la persona, si sviluppa come libertà universalistica. Il diritto si riverbera nella storia del mondo. Questa dialettica si storicizza, partendo dal particolare e andando all’universale.
Il processo dell’Idea non ha una collocazione temporale, Ogni stadio è risultato concettuale degli stadi anteriori, secondo uno schema dialettico. L’idea dello Stato si biforca in senso dialettico nella Famiglia e nella Società civile.
Uno dei nuclei essenziali della filosofia hegeliana si dischiude nella ben nota affermazione secondo cui “ciò che è reale è razionale e ciò che è reale è razionale”, ossia la filosofia produce la comprensione che nulla è reale al di fuori dell’idea che tutta la realtà è interpretabile razionalmente, ed è la manifestazione dell’Idea, la quale non è scindibile dall’Essere.
Se la riflessione si basa sulla coscienza soggettiva, riguarda il presente ed è sostanzialmente vana, in quanto è altrettanto vana la collocazione della realtà solo nel presente. Bisogna spostare la gnosi all’eterno, in cui la realtà è dotata di una scorza interna, vale a dire la contingenza. La moltitudine di oggetti transeunte va collocata al di fuori della razionalità reale, anche per arrivare alla massima percezione della realtà razionale, vale a dire lo Stato, il quale non va costruito come un “dover essere”, ma come struttura giuridico-filosofica intrinsecamente coerente, manifestazione dello Spirito Oggettivo. Detto altrimenti, occorre comprendere che cosa sia ontologicamente lo Stato, senza stabilire come debba estrinsecarsi idealmente il medesimo. La filosofia è pensiero del mondo e, pertanto, non può occuparsi di come il mondo debba essere, ma prendere atto di come il medesimo si estrinseca.
Il reale è razionalità, donde deriva il carattere sostanzialmente “giusto“ di ciò che accade, ma il riferimento è ad avvenimenti storici di spessore e non alla quotidianità. E’ razionale se accade che un personaggio storico ottenga risultati storicamente tangibili nel suo ambito di azione. Si può porre l’esempio di un grande condottiero, che ottenga successo nelle attività di conquista. Se ciò nei fatti storiografici si manifesta è perché è razionale. Ove non si riscontri la razionalità, quel condottiero non ottiene storicamente quel successo. Ciò che succede storicamente è in consonanza con lo “Spirito del mondo”. La razionalità, pertanto, non è astratta, ma concreta, così come l’esistenza è una estrinsecazione della ragione. Ciò che esiste corrisponde alla ragione, E’ possibile sostenere che l’intento hegeliano è di evidenziare l’identità fra ragione (o pensiero) e realtà. Ciò che è razionale non è affatto un concetto astratto ma si attua nella realtà concreta e in essa è riscontrabile. Al contempo, l’esistente è espressione della ragione.
Il lemma “ciò che è razionale è reale” intercetta la manifestazione razionale dell’Assoluto in ogni fenomeno empiricamente percepibile e l’essere umano ha consapevolezza di questo. Il lemma “ciò che è reale è razionale” si riferisce alla presenza di una sorta di “sintassi” logicamente e intrinsecamente coerente di ciò che accade concretamente nel mondo, letto in termini unitari. In ogni modo, l’affermazione è essenzialmente riferita agli elementi permanenti nel tempo, piuttosto che a quelli che restano contingenti. Si crea una scissione fra “esistenza” e “realtà” e la prima si riferisce al non contingente. Dio viene considerato il massimo grado di esistenza, all’interno di una cornice in cui il pensiero sembra determinare una sintesi fra religione e razionalità.
Hegel è un pensatore molto sistematico, e per questo è opportuno collocare all’interno dell’intera costruzione speculativa del sistema la filosofia del diritto, la quale rientra nello Spirito oggettivo. Hegel si propone di superare il dualismo kantiano basato sulla distinzione tra fenomeno e cosa in sé, il quale crea uno steccato fra soggetto e oggetto. Al dualismo kantiano va sostituito il monismo. Proprio l’affermazione secondo cui la realtà è la razionalità e la razionalità è la realtà compendia la reductio ad unitatem del dualismo kantiano, fra oggetto e soggetto e fra tutti i correlativi dualismi, che sono esito inevitabile del filosofare kantiano, donde deriva che per Hegel non vi è qualcosa che “trascende” il reale, collocandosi “fuori” da esso. La “logica” del reale è al suo interno, da collocare nell’immanente.
Nella filosofia hegeliana vi è, pertanto, un tentativo di valorizzazione dell’uomo, il quale può anelare all’oggettività. Hegel potenzia, rispetto a Kant, il ruolo dell’uomo, il quale ha una sostanziale possibilità di capire i meccanismi della natura e si perviene, in conseguenza alla costruzione di “un mondo umano” (Hegel si esprime in termini di “seconda natura”). Il mondo dell’uomo ricomprende questioni giuridiche, morali, teologiche, in cui è possibile individuare un nucleo essenziale di razionalità. L’elemento casuale è da accantonare, perché il mondo umano è intrinsecamente coerente, di dignità superiore, rispetto al mondo naturale. Il diritto, emanazione umana, è intrinsecamente razionale e lo strumento della dialettica può servire per comprendere i meccanismi dei rapporti interpersonali, con l’avvertimento che la struttura triadica che dalla “tesi” che si compenetra con l’”antitesi” all’interno della “sintesi” non esaurisce la comprensione della speculazione filosofica in commento. La materia apparentemente grezza contiene una struttura razionale, secondo un prisma dialettico. L’idea può anche considerarsi un primo “momento” del processo dialettico, e la medesima si reifica, divenendo struttura materiale in un processo logico, che rende la materia medesima dotata di una propria organizzazione, all’interno di un meccanismo “atemporale”, in una prospettiva logica. La natura è il secondo “momento” del pensiero dialettico e al suo interno nasce lo “spirito”, in termini di “umanità consapevole”. L’uomo è il terzo momento.
L’alleanza intellettuale e creativa fra gli uomini, dopo che ciascuno di loro giunge all’autocoscienza, secondo un percorso scandito in varie tappe, ossia sensazione, percezione, intelletto e, appunto, autocoscienza, porta a una crescita esponenziale del processo di consapevolezza ed essa alleanza determina il transito dallo Spirito Soggettivo a quello Oggettivo.
Lo Spirito Oggettivo è il nucleo della filosofia del diritto hegeliana, in quanto analizza i rapporti umani nella dimensione giuridica (separate dalle norme giuridiche, ma da compenetrare con esse, attraverso l’etica, vi sono anche le norme morali). La dialettica è alla base della speculazione hegeliana e non ha una connotazione puramente filologica, ma storica. Si prendono le mosse dalla sottolineatura dell’alienazione e della riappropriazione umana. La genesi di questi concetti sembra avere un carattere rivoluzionario. Dopo, la collocazione dell’alienazione muta fisionomia e si procederà a una lettura della stessa come “divenir altro”, la riappropriazione funge da “riconquista” di sé, tramite l’Assoluto.
Questa diversa percezione e lettura dei fondamentali concetti sopra richiamati si ricollega a un’espansione di “senso” della dialettica hegeliana, che ricomprende la totalità[2]
Leggi giuridiche e norme morali sono oggettive, nel senso che il diritto trascende gli individui, Il legame tra gli uomini enucleato nella morale è oggettivo, gli uomini anche in tal caso si trascendono i singoli individui. Il trascendere i singoli individui è ancora più intenso per quanto attiene l’eticità, che si concretizza nelle istituzioni della famiglia, della società civile e dello Stato.
L’opera in cui Hegel analizza lo Spirito Oggettivo è proprio i Lineamenti di filosofia del diritto. La sfera del diritto, della moralità e dell’eticità, hanno una razionalità interna.
Quest’opera è stata pubblicata nel 1821. È importante, collocare la trattazione dello spirito oggettivo anche nell’epoca storica. Hegel riceve la cattedra all’Università di Berlino nel 1818, tiene corsi di lezioni a Berlino fino alla morte nel 1831.
L’anno prima del suo arrivo si manifestano intense contestazioni studentesche per il centenario della riforma protestante: 1517-1817. Nel 1819 dallo studente Carl Ludwig Sand viene ucciso Kotzebue, il più noto esponente della pubblicistica reazionaria. Il governo prussiano organizza una forte attività di attività di repressione: Sand viene condannato a morte, la condanna viene eseguita e molti professori di diritto, di teologia vengono allontanati dalle cattedre;, con la contestuale instaurazione una censura rigidissima su ogni tipo di pubblicazione,
Hegel è dunque prudente nella Filosofia del diritto perché si tratta di un’opera a sottoposta alla censura, mentre è più aperto nelle lezioni. Si può asserire che un Hegel “esoterico” appaia nei “Lineamenti di filosofia”, mentre un Hegel “essoterico” emerga nella didattica accademica. Per conoscere il pensiero completo di Hegel sul diritto, la morale e lo Stato, bisogna attingere ai quaderni di “Filosofia del diritto” dei discepoli di Hegel, (un’ampia antologia in italiano è stata curata da Domenico Losurdo, a seguito di una ricerca promossa dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, e pubblicata nel 1989 col titolo: Le filosofie del diritto. Diritto, proprietà, questione sociale).
La Prefazione è[3] centrata sulla coincidenza della razionalità e del reale (quindi anche della realtà dello spirito oggettivo). Hegel dice, al capoverso 7 della Prefazione:
Per Hegel il pensiero non si esprime con la divergenza, perché lo Stato, per come esso è come esso è attualmente organizzato, rappresenta una sedimentazione storica, frutto della razionalità delle generazioni che ci hanno preceduto,
La filosofia morale, la filosofia del diritto, non devono individuare come il mondo deve essere, o enunciare un dover essere, ma occorre percepire qual è la razionalità già preesistente e sedimentata negli Stati, nei sistemi morali, ecc.: infatti, i sistemi, pur nella loro perfettibilità, hanno un certo livello di razionalità, anche gli Stati hanno un certo livello di razionalità. Reale e razionale sono uniti. Occorre individuare la logica, la razionalità interna della natura e lo stesso metodo deve applicarsi anche al mondo umano. Il mondo spirituale, più elevato di quello della natura, deve possedere almeno altrettanta razionalità del mondo naturale.
La famosa frase: ciò che è razionale è reale e viceversa negli appunti presi alle lezioni la frase figura in un caso al futuro e con il senso del dovere: il razionale dovrà diventare reale.
La realtà va distinta dall’accidentale e dal transitorio esistente.
Hegel ha compreso che la Rivoluzione francese non ha realizzato i suoi obiettivi più alti perché ha costruito alti ideali di uguaglianza, fratellanza e libertà, ma la realtà non li ha recepiti, in quanto ci si è fermati sugli aspetti meramente formali della tutela di eguaglianza e libertà, senza prevedere un intervento dello Stato, per rimuovere la diseguaglianza di fatto che penalizza gli svantaggiati nei punti di partenza, proprio secondo gli schemi dello Stato sociale.
Secondo Hegel, bisogna “trovare il polso”, da cui si desume se l’individuo sta e pulsando al ritmo giusto. La filosofia sboccia come una nuova primavera sempre al momento culminante delle civiltà, al suo momento conclusivo.
Alla Prefazione seguono le tre parti dell’opera, che corrispondono a diritto (che Hegel denomina diritto “astratto”), moralità ed eticità. L’eticità a sua volta si esteriorizza nella famiglia, nella società civile e nello Stato. Lo spirito oggettivo è il momento di unione delle varie autocoscienze sulla base di vincoli oggettivi, che consistono prima di tutto nelle leggi. Tuttavia, il vincolo derivante dalla legge è esteriore. Nella moralità i rapporti umani si fondano sull’interiorità, perché l’adesione alle norme morali si basa su un’intima convinzione, anche se non sempre vi è attuazione dei precetti Vi è, pertanto, una divaricazione fra il desiderio di realizzazione del bene e la sua concreta attuazione . Alla parzialità del diritto e della morale il diritto e la morale e la morale sono parziali e si sintetizzano compenetrandosi reciprocamente nell’eticità, in cui si aderisce a per un’intima convinzione a comportamenti regolamentati da leggi. Lo Stato è l’entità etica di maggior dignità, in cui è ricompreso anche il concetto di “patria”, come insieme di valori nazionalistici condivisi. Il diritto rende possibile la convivenza, sulla base dell’esteriorità. Nella moralità, i rapporti fra gli uomini sono fondati sull’interiorità. Alla parzialità del diritto e della morale segue un terzo momento sintetico, l’eticità, in cui rinveniamo comportamenti regolamentati da leggi, , ma cui si aderisce spontaneamente.
Lo Spirito oggettivo si manifesta con l’uomo autocosciente, la volontà libera, la personalità. L’autoaffermazione avviene verso l’esterno L’uomo cerca di affermarsi proiettandosi all’esterno, impossessandosi delle cose, e ciò implica l’esigenza di disciplinare tale impossessamento con la proprietà il diritto nasce prima di tutto per stabilire la proprietà delle cose. La proprietà si acquisisce con il contratto, la sua violazione viene sanzionata con la pena. Pertanto, si creano i presupposti per la configurazione di una tipica triade hegeliana, in cui si riscontra il contratto come tesi, il delitto, da interpretare come negazione di quel della tesi (l’antitesi), e la pena, che invece è il ristabilimento del diritto originario e, pertanto, costituisce la sintesi (negazione della negazione). Nella Filosofia del diritto di Hegel viene distinta la proprietà, che serve a fini di utilità personale, dal patrimonio, che può assumere anche utilità sociale. Vi è un progresso, rispetto al mero formalismo nella tutela dell’uguaglianza e delle libertà, esito degli itinerari intellettuali della Rivoluzione francese e dell’illuminismo. Vi è un’esplicita anticipazione dello Stato sociale. La trasformazione della proprietà in patrimonio si traduce in utilità estesa alla comunità, con la contestuale esigenza di un intervento dello Stato sotto controllo dallo Stato.
Pertanto, la realizzazione dell’uomo nel diritto si realizza l’esteriorità e, pertanto, impossessandosi delle cose e dandosi una serie di leggi. Il diritto è sganciato dal foro interno: e intimamente si può non condividerlo. Si tratta quindi un insieme di norme e di leggi esteriori- La sua parzialità, crea i presupposti per la configurazione alla sua antitesi, da identificarsi nella la sfera della moralità, in cui prevale l’intervento della interiorità e l’adesione spontanea ai suoi contenuti.
La libertà, fondantesi sull’esteriorità è limitata, quella collegata all’interiorità è di grado più elevato. L’interiorità implica l’intenzione; si aderisce a norme morali, ma Kant avverte che, per impedimenti, che possono non dipendere dalla nostra sfera, interiore, ma per cause esterne, spesso non si riesce ad aderire al proprio afflato interiore. Donde la circostanza, condivisa sia da Hegel , sia da Kant,. che la morale sia “intenzionale”, non trasformativa
La triade hegeliana si compie con l’eticità: non deve esistere discrasia fra il “dover essere” e l’”essere”, in rapporto al bene, in quanto il progetto morale deve potersi tradurre nella realtà, in coerenza con l’identificazione biunivoca fra razionalità e realtà la realtà è la concretezza dello Stato. Per Hegel “astratto” è ciò che è “tratto fuori” dal contesto totale, il “concreto” (da “cum” latino) è quello che, ricompreso nella totalità. Pertanto, il senso della terminologia appare differente rispetto a quello del linguaggio non filosofico. l’uomo non vive isolato, esso, dice Hegel è destinato alla vita in comune, e questa è la sfera propria dell’eticità. L’eticità compenetra in sé il diritto e il dovere morale.
Il primo momento dell’eticità, è la famiglia. In essa, dice Hegel, l’individuo è una sola cosa con gli altri membri della famiglia. l’individuo già da quando nasce fa parte della piccola comunità della famiglia, che apre la strada alle comunità più ampie della società e dello Stato. la famiglia è una piccola totalità basata sul sentimento, sul consenso e sulla fiducia reciproca.. La famiglia è un organismo etico proprio in quanto presuppone vincoli accettati volontariamente, liberamente.
:Non tutti i bisogni che si presentano all’interno della famiglia si possono soddisfare da qui l’esigenza del passaggio alla società civile, vale a dire al mondo dell’economia, della produzione, con la diversificazione delle attività, terminologia
Hegel distingue nettamente la società civile dalla società politica, in quanto la società civile non si contrappone a società barbarica, a barbarie, si focalizza sulla sfera dei rapporti economici dell’uomo, che lavora e si aggrega nella realtà sindacale, per tutelare i suoi interessi eminentemente economici . Il suo interesse prioritario, nel corpo della società civile Questo è l’ambito della società civile. Invece la società politica è lo Stato, in cui emerge la sfera del pubblico. Proprio la distinzione fra sfera del pubblico e sfera del privato prende maggior vigore in Hegel, mentre resta sfumata e non distinguibile in Kant e Aristotele, anche se in Hegel la “società civile” ha una fisionomia non totalmente positiva, in quanto è concetto afferente alla sfera dei bisogni. All’interno di tale concetto si inserisce la famiglia, con al suo interno gli individui autodeterminatisi, la quale mira a soddisfare i propri bisogni materiali. Il ruolo dell’intelletto è una rappresentazione del carattere ancora separato e non aggregato degli uomini, pur all’interno della famiglia. Vi è, ancora, una matrice individualista. La ragione è concetto che argina il proliferare dell’individualismo e assume una caratteristica “sintetica”, rispetto all’”intelletto”, avente natura analitica. Ciò determina la successione dello Stato alla società civile.
Con il concetto di “Stato” Hegel allude all’”universalità” La sfera dello Stato è, pertanto, lo sviluppo dell’ universalità dei rapporti umani, con rifiuto di perversioni, come il razzismo (lo Stato nazista è, in termini hegeliani, una falsificazione). . Lo Stato hegeliano, oltre che per l’universalità della legge, si caratterizza anche per la tendenziale uguaglianza dei cittadini.
Hegel muove da una critica a una concezione dello Stato di tipo contrattualistico.
In questa prospettiva, lo Stato viene letto come un contratto fra uomini, per superare il modello di Hobbes, sintetizzato nella massima homo homini lupus. Questo modello viene tendenzialmente mantenuto fermo fino a Kant e con Hegel se ne teorizza il superamento. Si inverte la prospettiva: infatti, in precedenza si ritiene che lo Stato nasca dall’individuo, a seguito del tentativo di superamento della condizione di ostilità reciproca fra gli uomini, mentre per Hegel lo Stato precede l’individuo Il contrattualismo e il liberalismo implicano che allo Stato devono essere conferite delle attribuzioni minime, con lo scopo principale di evitare le controversie primitive fra gli uomini, fondate sulla barbara sopraffazione.
Lo Stato liberale provvede solo a una proclamazione formale dell’eguaglianza e della libertà, in cui si svolge un controllo sull’assenza di reciproche sopraffazioni, ma ci si astiene dall’attivarsi per eliminare le disuguaglianze nei punti di partenza. Ciò implica che, in adesione al modello di Stato liberale,
occorre che il medesimo controlli che nessun uomo prevarichi sull’altro, ma non è previsto alcun intervento nella sfera economico-sociale , in quanto gli individui sono gli unici protagonisti della vita sociale.
La concezione di uno Stato interventista, la quale appare sostenuta da Hegel, può contribuire a eliminare gli squilibri nei punti di partenza e da questo deriva una visione dello “Stato” medesimo non solo come dato giuridico, ma anche come dato etico, interpretabile come insieme di valori comuni, all’interno di un processo di sintesi dialettica, secondo gli schemi di pensiero tipicamente hegeliani. Il Nostro critica la concezione contrattualistica dello Stato ed estende questa critica a un’applicazione della medesima ai rapporti fra gli Stati, proprio per evitare la nascita di un conflitto fra queste entità, le quali vengono considerate analoghe agli individui sul piano speculativo.
Hegel sostiene che ogni Stato si presenta poi, rispetto agli altri Stati, come un individuo, e afferma che, come non vale il contrattualismo tra gli individui, così non vale neanche tra gli Stati: infatti, ogni Stato tende a entrare in conflitto con gli altri Stati e purtroppo per risolvere le loro contese non c’è un pretore, non c’è un giudice al di sopra dei singoli Stati. Si manifesta un allontanamento nei confronti della concezione kantiana della “pace perpetua”, di cui si asserisce l’accidentalità. Manca un mediatore tra gli Stati, per prevenire le controversie (in questo punto si introduce un elemento che si potrà sviluppare in sede si analisi della mediazione civile nel prisma della dialettica hegeliana).Hegel critica Kant proprio in rapporto al suo progetto di pace perpetua fra le nazioni, in quanto il medesimo è illuministico, astratto: occorre la presenza di un Giudice che imponga sanzioni; in caso contrario, le controversie nascono inevitabilmente.
La realtà (razionalità) si crea da sé, e l’uomo, una volta riconosciutala, non può che descriverla senza divenire artefice di modificazioni della medesima, in quanto la realtà si è già formata. Pertanto, è pur vero che Hegel attribuisce un rilievo primario al ruolo dell’uomo, ma non al punto da attribuire a questo l’attitudine di incidere sulla realtà-razionale già cristallizzatasi. L’idea di diritto, nella prospettiva hegeliana, contiene sia il razionale, sia il reale, in quanto fusione di concetto e realtà.
La scienza del diritto s’identifica con l’autoesposizione del diritto, il quale è l’esito di una precedente dimostrazione che cade fuori della scienza del diritto. La scienza del diritto viene configurata come una seconda natura per lo Spirito, ossia un dato oggettivo esterno da riacquisire. Il diritto riceve un elemento positivo dal carattere nazionale di un popolo, dal grado del suo sviluppo storico, e da tutti quegli elementi che appartengono alla necessità naturale e non occorre effettuare alcun intervento. E’ positivo anche perché vi è la necessità che un sistema giuridico-legale venga applicato alla conformazione particolare degli oggetti e dei casi. Il diritto naturale è il diritto filosofico, partorito in modo spirituale. Hegel fa riferimento a Montesquieu per quanto riguarda la storicità del diritto, ma non bisogna confondere la genesi storica con la genesi speculativo-filosofica. La genesi storica di concetti e/o istituti giuridici sta su di un altro piano rispetto alla genesi strettamente concettuale. Tra loro vi è indifferenza, ma anche può sorgere conflitto. Secondo Hegel la genesi concettuale ci fa comprendere il diritto nella sua essenza; la generi storica ‘giustifica’, rimane alle circostanze, al relativo, non coglie l’assoluto.
Parte prima. Diritto astratto. Ecco la norma fondamentale del diritto astratto: “L’imperativo giuridico-formale è pertanto: sii una persona e rispetta gli altri come persone” (p. 129) La persona ha di fronte a sé ‘cose’ o comunque altre persone come dati esterni. Nasce perciò il problema di come appropriarsi dell’esterno.
Problema del possesso, della proprietà, del contratto, dell’illecito, del dolo, del delitto e della pena.
Articolazione del Diritto Astratto: a) possesso come proprietà; b) contratto fra persone (arbitrio); c) illecito e delitto; rottura arbitraria del contratto.
Prima sezione: la proprietà. Nell’Introduzione Hegel parla della proprietà privata come sfera esterna della Libertà della persona, e come diritto assoluto di appropriazione dell’uomo su ogni cosa. La proprietà è l’aspetto giuridico del possesso. Hegel è assolutamente contrario alla proprietà comune: questa è antigiuridica nella misura in cui va contro la libertà ‘personale’ di cui sopra. Critica all’idea dello stato platonico (alla comunione dei beni) che contiene proprio questo aspetto antigiuridico di dichiarare la persona non suscettibile di proprietà privata.
Si prende poi a tema la proprietà del corpo e della vita: ‘Io sono Mio’, anima e corpo. Può sembrare strano, ma Hegel la pensava proprio così. Infatti, dice, se si fa violenza al corpo di una persona si fa violenza alla persona nel suo complesso. Pagine importanti. (141-143)
La proprietà particolare di una cosa rende necessario il momento dell’impossessamento che rende mia la materia di una cosa, la quale per sé non si appartiene. L’uomo ha l’universale diritto di appropriazione sulle cose naturali. Con l’impossessarsi delle cose, la materia di esse non diventa completamente mia (naturalità astratta che rimane esterna alla persona); il pensiero giuridico della proprietà scioglie la ‘durezza’ in cui permane l’immediato impossessamento. Faccio mie le cose solo spiritualmente.
Il rapporto vero e proprio fra volontà e cosa avviene in tre gradi (di giudizio):
– presa di possesso(giudizio Positivo): presa di possesso corporea (l’atto corporeo immediato di prendere la cosa), attività formatrice (l’attività che dà forma alla cosa e che dà autonomia a ciò che è Mio) (5), mera designazione della cosa (mettere la propria volontà su una cosa; segno che do alla cosa)
– uso della cosa(giudizio Negativo): l’uso è questa realizzazione del mio bisogno che nega la cosa, la consuma, la annienta. Viene con ciò rivelata la natura automatica, priva del Sé della cosa (priva di personalità giuridica), la quale adempie così la propria destinazione. Differenza sostanziale tra Uso e Proprietà. Il valore della cosa si deduce dal suo uso confrontato quantitativamente con l’uso delle altre cose della medesima qualità. Astraendo dalla specificità d’uso della cosa si ha la semplice universalità di essa: il suo valore. La proprietà può cadere in prescrizione quando l’uso non è continuato.
– alienazione(giudizio Infinito): Io posso privarmi della mia proprietà innanzitutto perché la cosa è a me esteriore. Ciò che non è a me esteriore è per definizione inalienabile. Posso alienare mie particolari attitudini lavorative per un certo periodo di tempo determinato. Posso alienare alcuni miei prodotti spirituali (un’opera, etc.). Qui Hegel esamina i pro e i contro dei diritti d’autore.
Antigiuridicità del suicidio: alienazione totale della vita e della personalità. La morte o è immediata naturalità come la vita (ti capita perciò dall’esterno) o avviene per mano estranea al servizio dell’Idea etica, acquistando piuttosto il senso di un sacrificio.
Passaggio dalla proprietà al contratto: rapporto fra due volontà. Avere la proprietà di una cosa mediante la volontà comune. Questa mediazione è il contratto.
Sezione seconda: il contratto. Il contratto procede dall’arbitrio (e presuppone il riconoscimento personale), arriva a una volontà comune, ha come oggetto una cosa esteriore.
Matrimonio e Stato non possono essere sussunti sotto la categoria del contratto. Non c’è nulla di esteriore da contrattare. Rimando all’Eticità.
Varie forme di contratto (di donazione, di scambio). Deduzione del valore di scambio come ciò che rimane identico nello scambio. La cosa passa di mano, il valore resta; oppure si scambiano due cose qualitativamente diverse il cui valore è identico. Il valore è l’aspetto universale degli oggetti di scambio. I due contraenti conservano, al dunque, la medesima proprietà.
Digressione sul linguaggio come segno più degno per rappresentare lo Spirito, in questo caso per rappresentare l’accordo-stipulazione del contratto. La stipulazione del contratto mi obbliga immediatamente alla prestazione. Segue una lunga classificazione dei tipi di contratto.
Passaggio all’illecito come collisione fra volontà particolare e volontà comune essente-in-sé.
Sezione terza: l’illecito. Nell’illecito il diritto in sé (cioè la volontà comune) diventa un termine dell’opposizione (fra diritto in sé e volontà particolare), perciò esso stesso un diritto particolare. Ma è proprio la mediazione dell’opposizione che ristabilisce il diritto in quanto tale. Il Diritto è una parvenza (il diritto può essere negato dalla rottura del contratto), ma a sua volta nega la negazione (fa rispettare la stipulazione del contratto) e si determina come realtà vigente.
Ci sono diversi modi di negare il diritto: sfera civile dell’illecito senza dolo (rivendicazione del possesso su una stessa cosa da parte di due persone) o con dolo(intenzione dell’illecito da parte di uno dei due contraenti, di fronte alla quale vi è l’impossibilità da parte del diritto di fare il processo alle intenzioni). La giustizia civile (che si risolve al dunque nel conflitto fra titoli giuridici) è pura parvenza e commedia, dice Hegel, nella misura in cui o non può punire (le cattive intenzioni di chi stipula un contratto per poi violarlo) o se attribuisce la cosa a uno dei due contendenti non può non commettere una ingiustizia, poiché non ha un criterio valido universalmente, diverso dal puro arbitrio, che permetta di decidere secondo l’interesse di entrambi i contendenti.
La coercizione viene definita come violenza contro la libertà. Anche la violenza, nel diritto, riceve perciò una sua sistemazione. C’è comunque di fondo una antigiuridicità della coercizione (violenza fisica) che nega il diritto in quanto tale. D’altra parte il diritto astratto è coercitivo proprio quando rimuove l’illecito. Se la risposta del diritto alla violenza coercitiva (fisica) è una seconda coercizione, allora, dice Hegel, siamo lontani di molto dal concetto di libertà. Comunque la violenza viene permessa proprio dall’arbitrarietà con cui viene stipulato il contratto; permette l’arbitrio di romperlo e violarlo.
Hegel muove a questo punto una dura critica al contrattualismo hobbesiano e allo stato di natura come “guerra di tutti contro tutti”. La violenza (la guerra, etc.) viene semmai dopo la stipulazione del contratto, non prima. Quel ‘prima’ è astorico. Comunque la critica è al contratto nel suo complesso; viene stabilito e poi violato perché è fondamentalmente arbitrario.
Si passa a questo punto alla considerazione del delitto e della pena: la sfera del diritto penale (rappresenta e segna la crisi del diritto civile). Quando viene negata la mia giuridicità, viene lesa la mia volontà esistente. Come si ricostituisce il diritto in questo caso? Discussione sulla pena e sul rapporto non casuale né arbitrario che deve correre fra delitto e pena.
Punire il delinquente, secondo Hegel, è riconoscerne la razionalità. Riconoscere il suo delitto come un’azione pur sempre ‘etica’. Restituire all’onore il delinquente vuol dire punirlo. La pena di morte può essere usata dallo Stato come sacrificio dell’individuale. Necessità di una giustizia non vendicativa ma punitiva.
Passaggio dal diritto alla moralità: la ricostituzione del diritto (negazione della negazione) (6) fa sì che il diritto sia esistente come vera e propria personalità soggettiva. La soggettività della Libertà costituisce il principio del punto di vista morale. Non ci sono più cose da una parte e persone dall’altra, ma rapporti fra persone, soggetti di diritto. Siamo arrivati all’autodeterminazione della soggettività, dice Hegel.
Il punto di vista morale prende a tema la soggettività in quanto tale, scaturita dal rapporto conflittuale fra volontà in sé (comune) e volontà particolare. L’accidentalità di entrambe – divenute particolari e due opposte volontà – si spiega con il passaggio alla categoria non più giuridico-formale, ma morale, della soggettività.
Insomma, tra due accidentalità della volontà chi deve decidere? Il Soggetto: l’accidentalità infinita, cioè riflessa entro di sé. Consapevole di essere accidentale. L’arbitrio diventa consapevole di sé.
ll diritto è positivo (cioè posto storicamente) intanto per la forma, e cioè perché è in vigore in uno Stato; da ciò prende avvio la scienza positiva del diritto. Quanto al contenuto questo diritto riceve un elemento positivo dal carattere nazionale di un popolo, dal grado del suo sviluppo storico, e da tutti quegli elementi che appartengono alla necessità naturale. E’ positivo anche perché vi è la necessità che un sistema giuridico-legale venga applicato alla conformazione particolare esternamente data degli oggetti e dei casi: questa applicazione non è più pensiero speculativo e sviluppo del concetto di diritto; viceversa è sussunzione operata dall’intelletto (1). Ma un diritto è positivo anche per quel che concerne la decisione che necessitano le sue determinazioni (decisione del tribunale, etc.).
Il diritto naturale è il diritto filosofico. Non si intende qui il diritto naturale né come diritto di natura (giusnaturalismo-contrattualismo), né come diritto innato nella natura umana. Il diritto è tale solo in quanto è un prodotto spirituale. Il diritto naturale è la ricostruzione filosofico-speculativa del diritto.
Hegel fa riferimento a Montesquieu per quanto riguarda la storicità del diritto e cioè la considerazione del diritto nella sua manifestazione temporale (è uno sforzo puramente storico, dice Hegel): questa visione storica del diritto lo lega al carattere di una nazione e di un’epoca. D’altra parte non bisogna confondere la genesi storica con la genesi speculativo-filosofica. “[…] lo sviluppo da fondamenti storici, infatti, non va scambiato con lo sviluppo dal Concetto, e alla spiegazione e giustificazione storica non bisogna dare il significato di una giustificazione valida in sé e per sé” (p. 79). Insomma, giudicare la storia è lecito, e precisamente lo sviluppo storico del diritto, ma non la si può giudicare rimanendo all’interno della genesi storica; bisogna giudicarla concettualmente. Polemica, a questo proposito, con Gustav Hugo e la scuola storica del diritto. Comunque la genesi storica di concetti e/o istituti giuridici sta su di un altro piano rispetto alla genesi strettamente concettuale. Tra loro vi è indifferenza, ma anche può sorgere conflitto. Secondo Hegel la genesi concettuale ci fa comprendere la Cosa stessa; la generi storica ‘giustifica’, rimane alle circostanze, al relativo, non coglie l’assoluto.
La comprensione concettuale del diritto è la seguente: il terreno del diritto è lo spirituale; il suo punto di partenza è la volontà libera. La libertà è la sua sostanza e la sua destinazione. Il sistema giuridico è la libertà realizzata. E’ lo Spirito che produce il sistema giuridico, il quale diviene come una seconda Natura per lo Spirito stesso.
BIBLIOGRAFIA
VV., Hegel e la economia politica, Mazzotta editore, Milano 1975 AA. VV., Hegel et la philosophie du droit, Presses Universitaires de France, Paris 1979 AA. VV., Hegel and legal theory, New York 1991 VV., Hegel, Carocci, Roma 2010 AA. VV., Persona/persone: coscienza, individuo e società, Kappa, Roma 2011. VV., Filosofia del diritto, Raffaello Cortina Editore, Milano 2013 Alessio M., Azione ed eticità in Hegel, Guerini e Associati, Milano 1996 Angehrn E., «Besitz und Eigentum. Zu einem Problem der politischen Philosophie», in Zeitschrift für philosophische Forschung, 43, 1989, pp. 94-110 Arato A., «A reconstruction of Hegel’s Theory of Civil Society», in AV. VV., Hegel and Legal Theory, cit., pp. 301-320 Aron R., Introduction à la philosophie de l’histoire, Gallimard, Paris 1978 Asquini A., «La natura dei fatti come fonte di diritto», in Archivio giuridico, 76, 1921, pp. 129-167 Avineri S., «Hegel and nationalism», in Kaufmann W., ed. by, Hegel’s Political Philosophy, Atherton Press, New York 1970, pp. 109-137 Id., Hegel’s Theory of the Modern State, tr. it. La teoria hegeliana dello Stato, a cura di B. Maffi, Laterza, Roma-Bari 1973 635 Azzariti G., Diritto e conflitti, Laterza, Roma-Bari 2010 Baratta A., «Natura del fatto e diritto naturale», in Rivista internazionale di filosofia del diritto, 36, 1959, pp. 178-228 Barberis M., Filosofia del diritto, Il Mulino, Bologna 2000 Baritussio S., «L’articolo introduttivo al ʻKritisches Journal der Philosophieʼ: sull’essenza della critica filosofica», in Verifiche, 12, 1983, pp. 101-115 Bauer W., «Hegels Theorie des Geistigen Eigentums», in Hegel-Studien, 41, 2006, pp. 51-89 Bavaresco A., La théorie hégélienne de l’opinion publique, Hartmann, Paris 1998 Becchi P., Le filosofie del diritto di Hegel, Franco Angeli, Milano 1991 Id., Ideologie della codificazione in Germania. Dalla recezione del codice napoleonico alla polemica sulla codificazione, Compagnia dei Librai, Genova 1999 Id., «Il doppio volto della pena in Hegel, in Verifiche, 28, 1999, pp. 191-209 Id., Da Pufendorf a Hegel, Aracne, Roma 2007 Id., «Rechtswissenschaften: genealogia di un concetto», in Materiali per una storia della cultura giuridica, 38, 2, 2008, pp. 297-315 Bellan A., a cura di, Teorie della reificazione, Mimesis, Milano 2013 Belli C.-Mascat J.M.H., a cura di, Il bisogno di filosofia, Mimesis, Milano-Udine 2014 Benhabib S. «Obligation, Contract and Exchange: on the significance of abstract right», in Salter M., Hegel and Law, cit., pp. 109-132 Benson P., «The priority of Abstract Right and Constructivism in Hegel’s Legal Philosophy», in AA. VV., Hegel and Legal Theory, cit., pp. 174-204 Berlin I., I due concetti di libertà, a cura di M. Ricciardi, Feltrinelli, Milano 2000 Bernasconi R., «Person and Masks: The Phenomenology of spirit and its Laws», in AA.VV., Hegel and Legal Theory, cit., pp. 78-96 Bienenstock M., Politique du jeune Hegel, PUF, Paris 1992 Id., La première philosophie de l’esprit, in G.W.F. Hegel, Le premier système, Puf, Paris 1999, pp. 127-173 Id., « Qu’est-ce que l‘ʻesprit objectifʼ selon Hegel? », in Revue germanique internationale, 15, 2001, pp. 203-126 Blühdorn J.- Ritter J., hrsg. von, Positivismus im 19. Jahrhundert, Klostermann, Frankfurt a. M. 1971 Id, «Zum Zusammenhang von Positivität und Empirie im Verständnis der deutschen Rechtswissenschaft zu Beginn des 19. Jahrhunderts», in J. Blühdorn-J. Ritter, hrsg. von, Positivismus im 19. Jahrhundert, cit., pp. 123-160 Bobbio N., Il diritto naturale nel secolo XVIII, Giappichelli, Torino 1947, pp. 139-151 636 Id., Dalla struttura alla funzione. Nuovi studi di teoria del diritto, Edizioni di Comunità, Milano 1977 Id., Il positivismo giuridico, Giappichelli, Torino 1979 Id., Studi hegeliani, Einaudi, Torino 1981 Id., Giusnaturalismo e positivismo giuridico, Laterza, Roma-Bari 2011 Id., «La Natura delle cose», in Id., Giusnaturalismo e positivismo giuridico, Laterza, Roma-Bari 2011, pp. 175-176 Bobbio N.-Bovero M., Società e stato nella filosofia politica moderna. Modello giusnaturalistico e modello hegelo-marxiano, Il Saggiatore, Milano 1979 Böckenförde E.W., Verfassungsprobleme und Verfassungsbewegung des 19. Jahrhunderts, tr. it. La storiografia costituzionale tedesca del diciannovesimo secolo, a cura di P. Schiera, Giuffré, Milano 1970 Bodei R., «La funzione della filosofia e degli intellettuali nel mondo storico hegeliano», in Studi Urbinati, 36, 1963, pp. 47-90 Id., Sistema ed epoca in Hegel, Il Mulino, Bologna 1975 Id., «Macchine, astuzia, passione: per la genesi della società civile in Hegel», in Chiereghin F., a cura di, Filosofia e società, cit., pp. 61-89 Id., Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno, Einaudi, Torino 1987 Bonacina G., Storia universale e filosofia del diritto. Commento a Hegel, Guerini e Associati, Milano 1989 Id., Hegel, il mondo romano e la storiografia. Rapporti agrari, diritto, cristianesimo e tardo antico, La Nuova Italia, Firenze 1991 Bonito Oliva R.-Cantillo G., a cura di, Fede e Sapere. La genesi del pensiero del giovane Hegel, Guerini e Associati, Milano 1998 Bonito Oliva R., «La ‘seconda natura’ in Hegel», in Fonnesu L.-Henry B., a cura di, Diritto naturale e filosofia classica tedesca, cit., pp. 135-154 Id., L’individuo moderno e la nuova comunità, Guida, Napoli 2000, pp. 121-144 Bories E., Hegel. Philosophie du droit, Ellipses, Paris 2012 Borso D., Hegel politico dell’esperienza, Feltrinelli, Milano 1976 Bourdin J.-C., «Hegel et la ‘question sociale’ : societé civile, vie et destresse, in Revue germanique internationale, 15, 2001, pp. 145-176 Bourgeois B., La pensée politique de Hegel, Puf, Paris 1969 Id., Hegel à Francfort, Vrin, Paris 1970 Id., «Hegel et les droits de l’homme », in Planty-Bonjour G., dir. de., Droit et liberté selon Hegel, cit., pp. 5-46 637 Id., Le droit naturel de Hegel. Commentaire, VRIN, Paris 1986 Id., «L’individuo sociale e la totalità politica: l’esemplarità di Hegel», in D’Abbiero M.-Vinci. P., a cura di, Individuo e modernità, pp. 159-168 Id., Etudes hégéliennes, Presses Universitaires de France, Paris 1992 Brooks T., «Hegel’s Ambiguous Contribution to Legal Theory », in Res Publica, 11, 2005, pp. 85- 94 Id., Hegel’s political philosophy. A systematic Reading of the Philosophy of Right, Edinburg University Press, Edinburg 2007 Id., «Beetwen Natural Law and Legal Positivism: Dworkin and Hegel on Legal Positivism», consultabile su http://the-brooks-blog.blogspot.it/2011/02/thom-brooks-on-dworkin-hegel-andlegal.html Buchner H., «Hegel und das Kritisches Journal der Philosophie», in Hegel-Studien, 3, 1965, pp. 95- 156 Cafagna E., La libertà nel mondo, Il Mulino, Bologna 1998 Calabrò G., «Il mondo del diritto», in AA.VV., L’opera e l’eredità di Hegel, Laterza, Roma-Bari 1972, pp. 69-88 Canale D., La costituzione delle differenze, Giappichelli, Torino 2000 Cantillo G., «Vita e sistema alle origini del pensiero hegeliano a Jena», in Cacciatore G.-Cantillo, Le forme dell’umano, Edizioni scientifiche Italiane, Napoli 1996 Caputo R., «Genealogia tragica dell’eticità hegeliana nel Saggio sul diritto naturale», in Polemos, cit., pp. 156-186 Id., Il tragico nella formazione del primo Hegel, Pensa Multimedia, Lecce 2006 Carcagni A., «Lo ‘Ständesstaat’ di Hegel», in Il pensiero politico, 4, 1971, pp. 175-203 Carnevali B., «Potere e riconoscimento: il modello hobbesiano», in Iride, 46, 2005, pp. 515-540 Castiglia I., «Logica della contingenza. Su alcuni paragrafi dei Lineamenti di filosofia del diritto», in Polemos, cit., pp. 102-122 Catania A., Argomenti per una teoria dell’ordinamento giuridico, Jovene Editore, Napoli 1976 Cazzaniga G. M., «Appropriazione e proprietà nella Filosofia del diritto di Hegel», in Studi Urbinati, 41, 1967, pp. 643-651 Cerroni U., Società civile e stato politico in Hegel, De Donato, Bari 1974 Cesa C., «La ʻseconda naturaʼ tra Kant e Hegel», in Natura, XII Colloquio Internazionale, a cura di D. Giovannozzi-M. Veneziani, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2008, pp. 485-503 Id., La filosofia politica di Schelling, Laterza, Bari 1969 Id., a cura di, Scritti Politici di Hegel, Einaudi, Torino 1972 638 Id., a cura di, Il pensiero politico di Hegel, Laterza, Roma-Bari 1973 Id., Hegel filosofo politico, Guida Editori, Napoli 1976 Cesarale G., La mediazione che sparisce. La società civile in Hegel, Carocci, Roma 2009 Id., Hegel nella filosofia pratico-politica anglosassone dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, Mimesis, Milano-Udine 2011 Cesaroni P., Governo e Costituzione in Hegel: le Lezioni di filosofia del diritto, Franco Angeli, Milano, 2006 Chamley P., Economie politique et philosophie chez Steuart et Hegel, Dalloz, Paris 1963 Id., «Les origines de la pensée économique de Hegel», in Hegel-Studien, 3, 1965, pp. 225-261 Id., «La doctrine économique de Hegel et la conception hégélienne du travail», in Hegel-Studien, Beiheft, 4, 1969, pp. 147-159 Chiereghin F., Hegel e la metafisica classica, Cedam, Padova 1966 Id., «Hegel a Jena. La critica al soggettivismo e alla società borghese prima della Fenomenologia», in Verifiche, 3-4, 1974, p. 243-277 Id., a cura di, Filosofia e società in Hegel, Verifiche, Trento 1977 Id., Dialettica dell’assoluto e ontologia della soggettività in Hegel, Verifiche, 1980 Id., a cura di, Logica e metafisica di Jena (1804/1805), Verifiche, Trento 1982 Id., «La relazione del pensare», in Chiereghin F., a cura di, Logica e Metafisica di Jena, cit., pp. 340-383 Id., La Fenomenologia dello spirito di Hegel. Introduzione alla lettura, Carocci, Roma 2000 Id., «Gli anni di Jena e la Fenomenologia» in Cesa C., a cura di, Guida a Hegel, Laterza, RomaBari 2004, pp. 3-37 Cingoli M., a cura di, L’esordio pubblico di Hegel, Guerini e Associati, Milano 2004 Ciscato C.-Todescan F., a cura di, Percorsi contemporanei del diritto naturale, Cedam, Milano 2010 Consiglio F., «Sul pensiero economico di Hegel», in Studi Urbinati, 43, 1969, pp. 183-242 Id., «Bisogno e valore nella ‘Filosofia del diritto’ di Hegel», in Giornale critico della filosofia italiana, 55, 1975, pp. 522-548 Cortella L., «La libertà come ethos», in Ruggiu L.-Testa I., Hegel contemporaneo. La ricezione americana di Hegel a confronto con la tradizione europea, cit., pp. 129-138 Id., «Tesi provvisorie per una teoria del riconoscimento», in Fenomenologia e Società, 28, 2005, pp. 3-19 Id., «Riconoscimento normativo. Da Honneth a Hegel e oltre», in Quaderni di teoria sociale, 8, 2008, pp. 15-32 639 Id., L’etica della democrazia, Marietti, Genova-Milano 2011 Mc Cracken C., «Hegel and the Autonomy of Contract Law», in M. Salter, ed. by, Hegel and Law, cit., pp. 133-165 D’Abbiero M., «Alienazione» in Hegel. Usi e significati di Entäusserung, Entfremdung, Veräusserung, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1970 D’Abbiero M., Le ombre della comunità, Marietti, Genova 1991 D’Abbiero M.-Vinci P., a cura di, Individuo e modernità, Guerini e Associati, Milano 1995 D’Hondt J., Hegel en son temps, Editions Sociales, Paris 1968 Id., «Théorie et pratique de la censure», in Horstmann R.P-Henrich D., hrsg. von, Hegels Philosophie des Rechts. Die Theorie der Rechtsformen und ihre Logik, cit. D’Hondt J., « La personne et le droit abstrait selon Hegel », in Planty-Bonjour G., dir. de, Droit et liberté selon Hegel, cit., pp. 89-124 Danese A., Il cammino verso l’eticità in Hegel, Idee e vita, Teramo 1975 De Federicis N., «Filosofia della pratica e lavoro hegeliano a Jena», in Verifiche, 33, 2004, pp. 123- 153 De Giovanni B., Hegel e il tempo storico della società borghese, De Donato, Bari 1970 Deranty J.-P., « Le parlement hégélien », in Kervégan J.-F.-Marmasse G., a cura di, Hegel penseur du droit, cit., pp. 245-262 Descombes V., «Y a-t-il un esprit objectif», in Les Etudes Philosophiques, 3, 1999, pp. 435-465 Descombes V., Les Institutions du sens, tr. it. Le istituzioni di senso, a cura di G. Padovani, Marietti, Milano-Genova 2006 Id., «Il problema dell’identità collettiva: il noi istituente e il noi istituito», in Ruggiu L.-Testa I., Lo spazio sociale della ragione, cit., pp. 33-50 Di Carlo L., «La teoria hegeliana della soggettività», in Il pensiero, 41, N.S., 2002, pp. 57-75 Id., «Il riconoscimento nella Filosofia del diritto di Hegel. Tra diritto e politica», in Teoria politica, 1, 2003, pp. 145-154 Id., Sistema giuridico e interazione sociale, Edizioni Ets, Pisa 2006 Di Tommaso G., «Il concetto hegeliano di lavoro in alcuni scritti jenesi», in Il Pensiero, 1974, pp. 97-115 Id., Il concetto di operare umano nel pensiero jenese di Hegel, Zonno, Bari 1980 Id., «La ‘seconda natura’ nel giovane Schelling», in Fonnesu L.-Henry B., a cura di, Diritto Naturale e filosofia classica tedesca, cit., pp. 101-112 Dilthey W., Kritik der historischen Vernunft, tr. it. Critica della ragione storica, a cura di P. Rossi, Einaudi, Torino 1982 640 Id., Die Jugendgeschichte Hegel, tr. it. Storia della giovinezza di Hegel e Frammenti postumi, a cura di G. Cacciatore e G. Cantillo, Napoli, Guida, 1986 Dufour A., «Histoire naturelle ou nature historique du droit », in Recht zwischen Natur und Geschichte, hrsg. von Kervégan J.-F.-Mohnhaupt H., Klostermann, Frankfurt a. M 1997, pp. 124- 168 Duque F., «Al di là della persona. Il tempo della libertà nella comunità», in D’Abbiero M.- Vinci. P., a cura di, Individuo e modenità, pp. 253-270 Durkheim E., Les règles de la méthode sociologique, tr. it. Le regole del metodo sociologico, a cura di C. A. Viano, Edizioni di Comunità, Milano 1969 Düsing K., Spekulation und Reflexion zur Zusammenarbeit Schellings und Hegels in Jena, HegelStudien, 5, 1969, pp. 95-128 Id., «Le determinazioni della volontà libera e la volontà del concetto in Hegel», in Duso G.- Rametta G., La libertà nella filosofia classica, cit. Düsing K.-Henrich D., «Hegel in Jena. Die Entwicklung des Systems und die Zusammenarbeit mit Schelling», in Hegel-Studien, 20, 1980 Duso G., «La critica hegeliana del giusnaturalismo nel periodo di Jena», in Duso G., a cura di, Il contratto sociale nella filosofia politica moderna, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 311-364 Duso G., «Crisi e compimento del diritto naturale nella filosofia classica tedesca», in Fonnesu L.- Henry B., a cura di, Diritto naturale e filosofia classica tedesca, cit., pp. 169-191 Id., Libertà e costituzione in Hegel, Franco Angeli, Milano 2013 Duso G.-Rametta G., La libertà nella filosofia classica tedesca, a cura di, Franco Angeli, Milano 2000 Edelman B., «Le sujet du droit», in La pensée, 167, 1973, pp. 39-60 Engelhardt H.T.-Pinkard T., Hegel reconsidered, Kluwer Academic Publishers, Dordrecht 1994 Eusebi L., «Dibattiti sulle teorie della pena e mediazione», in Rivista italiana di diritto e procedura penale, 40, 1997, pp. 811-837 Eyssidieux-Vaissermann A., « La refondation du droit naturel moderne », in Kervégan J.-F.- Marmasse G., a cura di, Hegel penseur du droit, cit., pp. 47-62 Fabiani C.M., Aporie del moderno, Pensa Multimedia, Lecce 2011 Faraklas G., «Critica della dominazione. Politica e filosofia nella Differenzschrift», in Cingoli M., a cura di, L’esordio pubblico di Hegel, cit., pp. 199-215 Farinati A. N., Hegel Démocrate, Harttmann, Paris 2012 Fassò G., La storia come esperienza giuridica, Giuffrè, Milano 1953 Id., Il diritto naturale, ERI, Torino 1964 Id., Società, legge e ragione, Edizioni di comunità, Milano 1974 Id., Storia della filosofia del diritto. III Ottocento e Novecento, Laterza, Roma-Bari 2001 641 Ferrajoli L., La sovranità nel mondo moderno, Laterza, Roma-Bari 1997 Ferreri D., «Eticità e diritto nello Hegel jenese», in D’Abbiero M.- Vinci. P., a cura di, Individuo e modernità, cit., pp. 23-42 Finelli R., Mito e critica delle forme, Editori Riuniti, Roma 1996 Id., «La Bürgerliche Gesellschaft nell’opera di Hegel», in Herling M.-Reale M., a cura di, Storia, filosofia e letteratura, Napoli 1999, pp. 505-525 Id., «Tipologie del riconoscimento in Hegel», in Archivio di Filosofia, 87, 2009, pp. 39-58 Fioravanti M., Giuristi e costituzione politica nell’’800 tedesco, Giuffré, Milano 1979 Id., a cura di, Lo stato moderno in Europa, Laterza, Roma 2007 Fischbach F., Fichte et Hegel. La reconnaissance, Puf, Paris 1999 Fleischmann E., La philosophie politique de Hegel, Éditions Gallimard, Paris 1964 Id., « Dialectic et conflit » , in AA. VV., a cura di, Hegel et la philosophie du droit, cit., pp. 65-83 Fonnesu L.-Henry B., a cura di, Diritto naturale e filosofia classica tedesca, Pacini, Pisa 2000 Fornaro M., Il lavoro negli scritti jenesi di Hegel, Pubblicazioni Università Cattolica, Milano 1978 Fraser N.- Honneth A., Umverteilung oder Anerkennung, tr. it. Redistibuzione o riconoscimento, a cura di E. Morelli-M. Bocchiola, Meltemi, Roma 2007 Fuselli S., La struttura logica della pena in Hegel, in «Verifiche», 28, 1999, pp. 27-106 Id., Processo, pena e mediazione nella filosofia del diritto di Hegel, CEDAM, Padova 2001 Galli G., Genealogia della politica, Il Mulino, Bologna 1996 Gardies J.-L., « De quelques malentendus entre Hegel et les juristes», in AA.VV., a cura di, Hegel et la philosophie du droit, cit., pp. 131-156 Gérard G., Critique et dialectique. L’itinéraire de Hegel à Iéna (1801-1805), Publications des Facultés Universitaires Saint Louis, Bruxelles 1982 Giuspoli P., «Introduzione», in Hegel G.W.F., Logica e sistema delle scienze filosofiche (1810-11), a cura di P. Giuspoli, Verifiche, Trento 2001, pp. 1-69 Id., «Introduzione», in. Hegel G.W.F, Enciclopedia filosofica 1809, Verifiche, Trento 2006 Goldoni D., Il riflesso dell’Assoluto. Destino e contraddizione in Hegel, Guerini e Associati, Milano 1992 Goldschmidt V., «État de nature chez Hegel», in Revue philosophique de la France et de l’étranger, 1, 1964, pp. 45-65 Grossi P., Società diritto e stato, Giuffrè, Milano 2006 Haase M., «The hegelianism in Kelsen’s Pure Theory of Law», in Himma K.E., Law, Morality and Legal positivism, Archiv für Rechts- und Sozialphilosophie, Beiheft 98, 2003, pp. 93-100 642 Habermas J., Theorie und Praxis, tr. it. Prassi politica e teoria critica della società, Il Mulino, Bologna 1973 Id., Arbeit und Interaktion. Bemerkungen zu Hegels «Jenenser philosophisches Geistes», in Löwith F. K., hrsg. von, Natur und Geschichte, tr. it., Lavoro e interazione, a cura di M.G. Meriggi, Feltrinelli, Milano 1975 Id., «From Kant to Hegel and Back again», in European Journal of Philosophy, 7, 1999, pp. 130, tr. it. «Percorsi della detrascendentalizzazione», in Habermas J., Verità e giustificazione, a cura di M. Carpitella, Laterza, Roma 2001 Id., Strukturwandel der Öffentlichkeit,, tr. it. Storia e critica dell’opinione pubblica, Laterza, Roma-Bari 2006 Habermas J.-Taylor C., Multiculturalismo. Lotte per il riconoscimento, Feltrinelli, Milano 2006 Haering Th., Hegel, sein Wollen und sein Werk, II, Leipzig 1938 Harris H.S., «The Concept of Recognition in Hegel’s Jena manuscripts», in Hegel-Studien, Beiheft, 20, 1980, pp. 229-248 Hart H.L.A., The Concept of Law, tr. it. Il concetto di diritto, a cura di M.A. Cattaneo, Einaudi, Torino 2002 Id., « Existe-t-ils des droits naturels ? », in Klesis, 21, 2011, pp. 239-254 Hartmann N., Das Problem des Geistiges Sein, tr. it. Il problema dell’essere spirituale, a cura di A. Marini, La Nuova Italia, Firenze 1933 Id., Die Philosophie des deutschen Idealismus, tr. it., La filosofia dell’idealismo tedesco, a cura di V. Verra, Mursia, Milano 1972 Hauriou M., « La théorie de l’institution et de la fondation », in Aux sources du droit, tr. it. Teoria dell’istituzione e della fondazione, a cura di W. C. Sforza, Giuffré, Milano 1967 Hegel: l’esprit objectif, l’unité de l’histoire : Actes du 3. Congres International de l’Association Internationale pour l’Etude de la Philosophie de Hegel, Association des publications de la faculté des lettres et sciences humaines de Lille, Lille 1970 Hegel : droit, histoire, société. Revue germanique internazionale, 15, 2001 Heinz Holz H., «La mediazione tra individuo e comunità nel sistema dei bisogni», in D’Abbiero M.- Vinci. P., a cura di, Individuo e modernità, cit., pp. 205-226 Henrich D., «Vernunft in Verwirklichung», in Rph III, pp. 9-38 Id., «Absoluter Geist und Logik des Endlichen», in Hegel-Studien, 20, 1980, pp. 103-118 Hoffheimer M. H., «Hegel’s criticism of Law», in Hegel-Studien, 27, 1992, pp. 27-52 Hofmann H., Einführung in die Rechts- und Staatsphilosophie, tr. it., Introduzione alla filosofia del diritto e della politica, a cura di G. Duso, Laterza, Roma-Bari 2007 Hofmann H., Das Recht des Rechts, das Recht der Herrschaft und die Einheit der Verfassung, tr. it., Il diritto del diritto, il diritto del potere e l’unità della costituzione, a cura di A. Carrino, Mucchi Editore, Modena 2013 643 Hohmann R., Personalität und strafrechtliche Zurechnung. Die Konstitution des strafrechtlichen Handlungsbegriff auf der Grundlage der Hegelschen Rechtsphilosophie, Peter Lang, Frankfurt a.M.-Berlin 1993 Hollerbach A., Der Rechtsgedanke bei Schelling, Klostermann, Frankfurt a. M. 1957 Honigsheim P., « La doctrine allemande du droit naturel aux XVII et XVIII siècles », in Archives de Philosophie du droit et de sociologie juridique, 1-2, 1939, pp. 216-237 Honneth A., Kampf um Anerkennung. Grammatik Sozialer Konflikte, tr. it. Lotta per il riconoscimento. Proposte per un’etica del conflitto, a cura di C. Sandrelli, Il Saggiatore, Milano 2002 Id., Leiden an Unbestimmtheit. Eine Reaktualisierung der hegelschen Rechtsphilosophie, tr. it., Il dolore dell’indeterminato.Un’attualizzazione della filosofia politica di Hegel, Manifestolibri, Roma 2003 Id., Capitalismo e riconoscimento, a cura di M. Solinas, Firenze University Press, Firenze 2010 Honneth A., Das Recht der Freiheit, Suhrkamp, Berlin 2011 Horstmann R.P., «Probleme der Wandlung in Hegels Jenaer Systemkonzeption», in Philosophisches Rundschau, 19, 1972 Id., «Über die Rolle der Bürgerliche Gesellschaft», in Riedel M:, hrsg. von, Materialien zu Hegels Rechtsphilosophie, cit., pp. 276-311 Id., «Hegels Theorie der Bürgerliche Gesellschaft», in Siep L., hrsg. von, Grundlinien der Philosophie des Rechts, cit., pp. 193-216 Horstmann R.P-Henrich D., Hegels Philosophie des Rechts. Die Theorie der Rechtsformen und ihre Logik, Klett-Cotta, Stuttgart 1982 Horstmann R.P., «L’organisation hégélienne des choses. La Phénoménologie de l’esprit en tant qu’argument ‘trascendentaliste’ en faveur d’une ontologie moniste et ses implications épistémologiques», in Perinetti D.-Ricard M.-A., dir. de, La Phénoménologie de Hegel : lectures contemporaines, cit., pp. 53-106 Hyppolite J., Etudes sur Hegel et Marx, tr. it. Saggi su Hegel e Marx, a cura di S. T. Regazzola, Bompiani, Milano 1963 Id., Genèse et structure de la ‘Phénomenologie de l’Esprit’ de Hegel, tr. it. Genesi e struttura della «Fenomenologia dello Spirito« di Hegel, a cura di G.A. De Toni, Bompiani, Milano, 2005 Ikäheimo H., «Persona e riconoscimento», in Ruggiu L.-Testa I., Lo spazio sociale della ragione, cit., pp. 193-218 Ikäheimo H.-Laitinen A., ed. by, Recognition and social ontology, Brill, Boston 2001 Ilting K.H., «Auseinandersetzung mit der aristotelischen Politik», in Philosophisches Jahrbuch, 71, 1963-64, pp. 38-58 Id., Hegel diverso: le filosofie del diritto dal 1818 al 1831, a cura di E. Tota, Laterza, Roma-Bari 1977 644 Id., «Rechtsphilosophie als Phänomenologie des Bewußtseins der Freiheit», in Horstmann R.P.- Henrich D., hrsg. von, Hegels Philosophie des Rechts. Die Theorie der Rechtsformen und ihre Logik, cit., pp. 225-254 Id., « La forme logique et systématique de la ‘Philosophie du droit’, in AA.VV.,. a cura di, Hegel et la philosophie du droit, cit., pp. 35-64 Jaeschke W., «Il riconoscimento come principio dell’ordinamento statale e interstatale», in Archivio di Filosofia, 77, 2009, pp. 189-198 Id., «Soggettività e intersoggettività nella filosofia classica tedesca», in La società degli individui, 10, 2001, pp. 33-47 Jamme C., «Erziehung der Stände durch sich selbst. Hegels Konzeption der neuständischbürgerlichen Repräsentation in Heidelberg 1817-18», in Lucas H.-Pöggeler, hrsg. von, Hegels Rechtsphilosophie in der europäischen Verfassungsgeschichte, cit., pp. 149-173 Jarczyk G.-Labarrière P. J., Le syllogisme du pouvoir, Aubier, Paris 1989 Kaufmann A., «Diritto naturale e storicità», in Jus, X, N.S., 1959, pp. 178-196 Id., ed. by, Hegel’s political philosophy, Atheron Press, New York 1970 Kelsen H., Die philosophischen Grundlagen der Naturrechtslehre und des Rechtspositivismus, tr. it., La dottrina del diritto naturale e il positivismo giuridico, di S. Cotta e G. Treves, in Ciscato C.- Todescan F., a cura di, Percorsi contemporanei del diritto naturale, cit., pp. 59-129 Kervégan J.-F., Hegel, Carl Schmitt. Le politique entre speculation et positivité, Puf, Paris 1992 Id., «Le droit entre nature et histoire: Hegel», in Kervégan J.F.-Mohnhaupt H., Recht zwischen Natur und Geschichte. Le droit entre nature et histoire. Deutsch-französischen Symposion vom 24. bis 26. November 1994 an der Universität Cergy-Pontoise, Vittorio Klostermann, Frankfurt a.M. 1997, pp. 223-256 Id., «La teoria hegeliana della giustizia», in Filosofia politica, 16, 2002, pp. 130-137 Id., «Constitution de l’individualité et institutions. Le problème de l’esprit objectif», in J.-M. Vaysse, dir. de., Vie, monde, individualisation, Olms 2003 Id., « Le « droit du monde ». Sujets, normes et institutions », in Kervégan J.-F.-Marmasse G., dir. de, Hegel penseur du droit, cit., pp. 31-46 Id., «Soggetti, norme e istituzioni: che cos’è una vita etica?», in Ruggiu L.-Testa I., Lo spazio sociale della ragione, cit., pp. 387-406 Id., L’effectif et le rationnel. Hegel et l’esprit objectif, Vrin, Paris 2007 Id., «Figures du droit dans la Phénoménologie de l’Esprit. La phénoménologie comme doctrine de l’esprit objectif ? », in Revue Internationale de Philosophie, 2, 2007, pp. 193-214 Kervégan J.-F.-Marmasse G., ed. de, Hegel penseur du droit, CNRS éditions, Paris 2004 Kimmerle H., «Zur Chrononologie von Hegels Jenaer Schriften», in Hegel-Studien, 2, 1963, pp. 111-159 Id., «Dokumente zu Hegels Jenaer Dozentätigkeit (1801-1807)», in Hegel-Studien, 4, 1967, pp. 21- 99 645 Id., «Zur Entwicklung des hegelschen Denkens in Jena», in Hegel-Studien, 4, 1969, pp. 33-47 Id., «Die Staatsverfassung als Konstituierung der absoluten sittliche Identität in der Jenaer Konzeption des “Naturrechts”», in Lucas H.-C.-Pöggeler, hrsg. von, Hegels Rechtsphilosophie in Zusammenhang der europäische Verfassungsgeschichte, cit., pp. 175-220 Klesczewski D., Die Rolle der Strafe in Hegels Theorie der bürgerlichen Gesellschaft. Eine systematische Analyse des Verbrechens – und des Strafbegriffs in Hegels Grundlinien der Philosophie des Rechts, Duncker & Humblot, Berlin 1991 Klippel D., «Naturrecht und Rechtsphilosophie in der ersten Hälften des 19 Jahrhunderts», in Dann O.-Klippel D., Naturrecht-Spätaufklärung-Revolution, Felix Meiner Verlag, Hamburg 1995, pp. 270-292 Kojève A., Esquisse d‘une phénoménologie du droit, tr. it. Linee di una fenomenologia del diritto, a cura di R. D’Ettore, Jaca Book. Milano 1989 Id., Introduction à la lecture de Hegel, tr. it. Introduzione alla lettura di Hegel, a cura di G. Frigo, Adelphi, Milano 1996 Kojève A.-Strauss L., On tyranny, tr. it. Sulla tirannide, a cura di G. F. Frigo, Adelphi, Milano 2010 Koselleck R., Preussen zwischen Reform und Revolution, tr. it. La Prussia tra riforma e rivoluzione, a cura di M. Cupellaro, Il Mulino, Bologna 1988 Koyré A., Hegel à Iéna, in Etudes d’histoire de la pensée philosophique, tr. it., Hegel a Jena, in Salvadori R., a cura di, Interpretazioni hegeliane, La Nuova Italia, Firenze 1980 La Torre M., Norme, istituzioni, valori, Laterza, Roma-Bari 1999 La teoria del riconoscimento. Quaderni di teoria sociale, 8, 2008 Labarrière P.J., Structures et mouvement dialectique dans la Phénomenologie de l’Esprit de Hegel, Aubier, Paris 1968 Lacorte C., Il primo Hegel, Sansoni, Firenze 1965 Landau P., «Hegels Begründung des Vertragsrechts», in Riedel M., Materialien, cit., pp. 176-197 Landsberg E., Geschichte der deutschen Rechtswissenschaft, Oldenbourg, München 1910 Landucci S., L’operare umano e la genesi dello ‘spirito’ nella Fenomenologia di Hegel, La Nuova Italia, Firenze, 1964 Id., Hegel: la coscienza e la storia. Approssimazione alla Fenomenologia dello Spirito, La Nuova Italia, Firenze 1976 Lantz G., Eigentumsrecht – ein Recht oder ein Unrecht? Eine kritische Beurteilung der ethischen Argumente für das Privateigentum bei Aristoteles, Thomas von Aquino, Grotius, Locke, Hegel, Marx und in den modernen katholischen Sozialenzykliken, Uppsala 1977 Lèbre J., « Présence de l’État ou présence du peuple ? Volonté et théorie de la souveraineté dans les Principes de la philosophie du droit », in Kervégan J.-F.-Marmasse G., dir. de, Hegel penseur du droit, cit., pp. 227-244 646 Lecrivain A., Hegel et l’éthicité, Vrin, Paris 2001 Li Vigni F., La dialettica dell’etico: lessico ragionato della filosofia etico-politica hegeliana nel periodo di Jena, Guerini e Associati, Milano 1992 Lizzi R., «Possesso e proprietà nella Filosofia del diritto», in Rivista critica di storia della filosofia, 1980, pp. 238-251 López Calera N.M.,, «La dialectica de la sociedad civil y el derecho en Hegel», in Anuario de filosofia del derecho, 13, 1967-68, pp. 275-284 Losurdo D., a cura di, Le filosofie del diritto: diritto, proprietà, questione sociale, Leonardo, Milano 1989 Id., Hegel e la Germania, Guerini e Associati, Milano 1997 Id., Hegel e la libertà dei moderni, Editori Riuniti, Roma 1999 Id., L’ipocondria dell’impolitico. La critica di Hegel ieri e oggi, Micella Edizioni, Lecce 2001 Lucas H.-C.-Pöggeler, hrsg. von, Hegels Rechtsphilosophie in der europäischen Verfassungsgeschichte, Fromman-Holzboog, Stuttgart-Bad Cannstatt 1986 Lugarini L., «Le problème du peuple libre et la genèse de l’idée hégélienne de la vie éthique», in Planty-Bonjour G., dir. de, Droit et liberté selon Hegel, cit., pp. 125-164 Lukács G., Der Junge Hegel und die Probleme der kapitalistischen Gesellschaft, tr. it. Il giovane Hegel e i problemi della società capitalistica, a cura di R. Solmi, Torino 1960 Mabille B., «Hegel et le pouvoir de l’opinion publique», in Goddard J.-C. – Mabille B., a cura di, Le pouvoir, Vrin, Paris 1994, pp. 188-200 Mac Cormick N.-Weinberger O., Il diritto come istituzione, a cura di M. La Torre, Giuffrè, Milano 1990 Maihofer W., «Die Natur der Sache», in Archiv für Rechts- und Sozialphilosophie, 44, 1958, tr. it., «La natura della cosa», in Ciscato C. e Todescan F., a cura di, Percorsi contemporanei del diritto naturale, cit., pp. 315-352 Maier H, «Lo scritto sull’ordinamento costituzionale dell’impero germanico», in Cesa C., a cura di, Il pensiero politico di Hegel, cit., pp. 105-129 Marcuse H., Reason and Revolution, tr. it. Ragione e rivoluzione, a cura di A. Izzo, Il Mulino, Bologna 1966 Marini G., Savigny e il metodo della scienza giuridica, Giuffrè, Milano 1966 Id., L’opera di Gustav Hugo nella crisi del giusnaturalismo, Giuffrè, Milano 1969 Id., «Aspetti sistematici nella società civile hegeliana», in Filosofia, 27, 1976, pp. 11-42 Id., Savigny, Guida Editori, Napoli 1977 Id., «La polemica con la scuola storica nella Filosofia del diritto hegeliana», in Rivista di filosofia, 7-9, 1977, pp. 169-204 647 Id., «Il parallelo tra diritto e linguaggio nella giurisprudenza romantica», in Marini G., Storicità del diritto e dignità dell’uomo, Morano, Napoli 1977, pp. 27-55 Id., Libertà soggettiva e libertà oggettiva nella «Filosofia del diritto» hegeliana, Bibliopolis, Napoli 1978 Id., «La libertà nel suo concetto e nella sua realizzazione», in Verra V., a cura di. Hegel interprete di Kant, Prismi, Napoli 1981, pp. 123-146 Id., a cura di, La polemica sulla codificazione, ESI, Napoli 1982 Id., «Ragione e storia nel diritto: per un’interpretazione sistematica del § 3 della ‘Filosofia del diritto» hegeliana’, in Studi in memoria di Giovanni Tarello, Giuffré, Milano 1990, pp. 345-363 Marino L., I maestri della Germania – Gottingen 1770-1820, Einaudi, Torino 1975 Id., «Violenza e diritto in Hegel», in Rivista di filosofia, 68, 1977, pp. 205-233 Id., «L’idealismo politico e il diritto della natura», in Rivista di filosofia, 77, 1986, pp. 141-171 Marmasse G., « Hegel et l‘injustice », in Les Etudes Philosophiques, 70, 2004, pp. 331-340 Id., Force et fragilité de la norme, Puf, Paris 2011 Mascat J.M.H., Hegel a Jena. La critica dell’astrazione, Pensa Multimedia, Lecce 2011 Masullo A., «Il problema della fondazione critica del concetto di diritto», in Rivista internazionale di filosofia del diritto, 31, 1954, pp. 63-82 Masullo A., Fichte, l’intersoggettività e l’originario, Guida, Napoli 1986 Mazzacane A., Savigny e la storiografia giuridica tra storia e sistema, Liguori, Milano 1974 Meier C., Die Entstehung des Politischen bei den Griechen, tr. it. La nascita della categoria del politico in Grecia, a cura di C. De Pascale, Il Mulino, Bologna 1988 Meinecke F., Weltbürgertum und Nationalstaat, tr. it. Cosmopolitismo e stato nazionale, a cura di A. Oberdorfer, La Nuova Italia, Perugia-Venezia 1930 Menegoni F., Morale e Moralità in Hegel, Liviana, Padova 1982 Id., «La metafisica della soggettività», in Chiereghin F., a cura di, Logica e Metafisica, cit., pp. 502-522 Mercier-Josa S., « La notion de besoin chez Hegel », in La pensée, 162, 1972, pp. 74-100 Mercier-Josa S., « Hegel et l’état de nature », in Verstraeten P., dir. de, Hegel aujourd’hui, Vrin, Paris 1995, pp. 197-224 Merle J.-C., « La complexité de la théorie non-rétributiviste du droit pénal de Hegel», in Kervégan J.-F.-Marmasse G., dir. de, Hegel penseur du droit, cit., pp. 81-97 Mirri E., Introduzione, in TJ, pp. 191-218. Moccia S., «Contributo ad uno studio penale sulla teoria penale di G.W.F. Hegel», in Rivista italiana di diritto e procedura penale, 27, N.S., 1984, pp. 131-174 648 Mohr G., «Unrecht und Strafe (§§ 82-104) », in Siep L., hrsg. von, Grundlinien der Philosophie des Rechts, cit., pp. 95-124 Moneti M., «La nozione di soggetto in Hegel», in AA.VV., Filosofia e politica: scritti dedicati a Cesare Luporini, La Nuova Italia, Firenze 1981, pp. 77-94 Id., «La nozione di lavoro in Hegel», in Verifiche, 1-2, 2000, pp. 28-58 e 163-194 Mori M., «Giusnaturalismo e crisi dell’ordine naturale», in Rivista di filosofia, 77, 1, 1986, pp. 7- 40 Negri A., Stato e diritto nel giovane Hegel, Cedam, Padova 1958 Id., «La tragedia nell’etico», in Giornale critico della filosofia italiano, 41, 1962, pp. 65-86 Id., Alle origini del formalismo giuridico, Cedam, Padova 1962 Neuhouser F., Foundations of Hegel’s social theory, Harvard University Press, Cambridge 2000 Nuzzo A., Rappresentazione e concetto nella logica della filosofia del diritto di Hegel, Guida Editori, Napoli 1990 Id., «La critica di Hegel al concetto kantiano di ragion pratica: la tragedia dell’assoluto», in Bonito Oliva R.-Cantillo G., a cura di, Fede e Sapere. La genesi del pensiero del giovane Hegel, cit., pp. 540-555 Id., “La ʻveritàʼ del concetto di libertà secondo Hegel: Dasein e idea della libertà nell’eticità”, in G. Duso-G. Rametta, La libertà nella filosofia classica tedesca, a cura di, cit., pp. 147-150 Olivecrona K., La struttura dell’ordinamento giuridico, tr. it. di Rattsordiningen, Etas Kompass, Milano 1972 Opocher E., « Considerazioni su alcuni equivoci inerenti al significato assiologico della nozione di natura della cosa», Rivista internazionale di filosofia del diritto, 44, 1968, pp. 589-597 Pagano M., «La «cosa stessa» e l’intersoggettività», in Ruggiu L.-Testa I., Hegel contemporaneo. La ricezione americana di Hegel a confronto con la tradizione europea, cit., pp. 617-630 Patten A., Hegel’s Idea of Freedom, Oxford University Press, Oxford 1999 Pelczynski A., “Introduction”, in Hegel G.W.F., Political Writings, Oxford University Press, Oxford 1964, pp. 5-137 Peperzak A., Le jeune Hegel et la vision morale du monde, Nijhoff, La Haye 1960 Id., Philosophy and Politics. A commentary on the Preface to Hegel’s Philosophy of Right, tr. it. Filosofia e Politica. Un commentario della Prefazione alla Filosofia del diritto di Hegel, Guerini e Associati, Milano 1991 Id., Hegels Praktische Philosophie, Fromman-Holzboog, Stuttgart 1991 Id., «Second Nature: Place and significance of the Objektive Spirit in Hegel’s Enciclopedia», in The Owl of Minerva, 27, 1995, pp. 51-66 Id., Modern freedom: Hegel’s legal, moral and political philosophy, Kluwer Academic Publishers, Dordrecht 2001 649 Id., « Droit naturel et moralité », in Vieillard-Baron J.L.-Zarka Y.C., dir. de., Hegel et le droit naturel moderne, cit., pp. 121-140 Perinetti D.-Ricard M.-A., La Phénoménologie de l’esprit de Hegel : lectures contemporaines, Puf, Paris 2009 Pinkard T., «Freedom and Social Cathegories in Hegel’s Ethics», in Philosophy and Phenomenological Research, 47, 1986, pp. 209-232 Id., Hegel. A biography, Cambridge University Press, Cambridge 2000. Id., «Soggetti, oggetti, normatività. Che cosa significa essere un agente?», in Ruggiu L.-Testa I., Hegel contemporaneo. La ricezione americana di Hegel a confronto con la tradizione europea, cit., pp. 139-165 Id., « Normes, faits et formes de vie dans la Phénomenologie de l’esprit », in Perinetti D.-Ricard M.-A., La Phénoménologie de l’esprit de Hegel : lectures contemporaines, cit., pp. 129-156 Id., Hegel’s Phenomenology. The Sociality of Reason, Cambridge University Press, Cambridge 1994, tr. it. parz. La Fenomenologia di Hegel, a cura di A. Sartori e I. Testa, Mimesis, MilanoUdine 2013 Pinson J.-C., Hegel, le droit et le liberalisme, Puf, Paris 1989 Pippin R., «What is the Question for which Hegel’s Theory of Recognition is the Answer?», in European Journal of Philosophy, 8, 2000, pp. 155-172 Id., «Hegel e la razionalità istituzionale», in Ruggiu L.-Testa I., Hegel contemporaneo. La ricezione americana di Hegel a confronto con la trizione europea, cit., pp. 197-138 Id., «Rationalité et priorité de la vie éthique selon Hegel», in Revue germanique internationale, 15, 2001, pp. 67-102 Id., «Hegel, Freedom, The Will. The philosophy of Right (§§ 1-33)», in Siep L., hrsg. von, Grundlinien der Philosophie des Rechts, cit., pp. 31-53 Id., «Hegel und das Problem der Freiheit», in Pippin, hrsg. von, Die Verwirklichung der Freiheit, Campus, Frankfurt a. M. 2005, pp. 59-70 Id., Hegel’s practical philosophy, Cambridge University Press, Cambridge 2008 Plant R., «Hegel and the political economy», in W. Maker, ed. by, Hegel on economics and Freedom, Mercer University Press, Macon 1987, pp. 95-126 Planty-Bonjour G., La première philosophie de l’esprit, Puf, Paris 1969, pp. 5-48 Id., « Droit, violence et liberté selon Hegel», in Planty-Bonjour G., dir. de, Droit et liberté selon Hegel, cit., pp. 205-238 Id., dir. de, Droit et liberté selon Hegel, Puf, Paris 1986 Id., «Du régime réprésentatif selon Sieyès à la monarchie constitutionelle selon Hegel», in Lucas H.-C.-Pöggeler, hrsg. von, Hegels Rechtsphilosophie in der europäischen Verfassungsgeschichte, cit., pp. 13-36 Pöggeler O., «Hegels Jenaer Systemkonzeption», in Philosophisches Jahrbuch, 71, 1963-1964, pp. 286-319 650 Pöggeler O., «Hegels praktische Philosophie in Frankfurt», in Hegel-Studien, 9, 1974, pp. 73-107 Id., Hegels Idee einer Phänomenologie des Geistes, tr. it., Hegel. Idee di una fenomenologia dello Spirito, a cura di A. Cieri, Guida, Napoli 1986 Polemos. La serie delle azioni. Percorsi della filosofia pratica hegeliana. Materiali di filosofia e critica sociale. La serie delle azioni, I, 2006 Portinaro P., Stato, Il Mulino, Bologna 2007 Postfilosofie. Rivista di pratica filosofica e scienze umane. Identità, alterità, riconoscimento, I, 2, Cacucci, Bari 2006 Postfilosofie. Rivista di pratica filosofica e scienze umane. Interculturalità e riconoscimento, IV, Cacucci, Bari 2008 Postfilosofie. Rivista di pratica filosofica e scienze umane. Multiculturalismo, II, Cacucci, Bari 2006 Postfilosofie. Rivista di pratica filosofica e scienze umane. Riconoscimento-Misconoscimento, I, 1, Cacucci, Bari 2005 Postfilosofie. Rivista di pratica filosofica e scienze umane. Riconoscimento, dialettica e fenomenologia, III, Cacucci, Bari 2007 Preterossi G., «In cerca di un ethos della modernità», in Verifiche, 21, 1992, pp. 111-145 Id., I luoghi della politica. Figure istituzionali della filosofia del diritto hegeliana, Guerini e Associati, Milano 1992 Id., La politica negata, Laterza, Roma-Bari 2011 Quante M., «Die Persönlichkeit des Willens als Prinzip des abstrakten Rechts. Eine Analyse der begriffslogischen Struktur der §§ 33-40 von Hegels Grundlinien der Philosophie des Rechts», in Siep L., hrsg. von, Grundlinien der Philosophie des Rechts, cit., pp. 73-95 Id., Hegels Begriff der Handlung, tr. it. Il concetto hegeliano di azione, a cura di F. Menegoni, Franco Angeli, Milano 2011 Quelquejeu B., La volonté dans la philosophie de Hegel, Editions du Seuil, Paris 1972 Racinaro R., Rivoluzione e società civile in Hegel, Guida, Napoli 1972 Id., a cura di, Hegel e l’illuminismo, Guerini e Associati, Milano, 2001, pp. 11-28 Id., «Critica del pensiero astratto: contro il giacobinismo e lo stato di polizia», in M. Cingoli, a cura di, L’esordio pubblico di Hegel, cit., pp. 193-198 Radbruch G., «La natura della cosa come forma giuridica di pensiero», in Rivista internazionale di filosofia del diritto, 21, 1941, pp. 145-156 Radrizzani I., «Diritto e natura. Il diritto naturale in Fichte», in Fonnesu L.-Henry B., a cura di, Diritto naturale e filosofia classica tedesca, cit., pp. 79-100 Rameil U., hrsg. von, «Philosophische Enzyklopädie in Nürnberg», in Hegel-Studien, 30, 1995, pp. 9-38 651 Renault E., « Connaître le present. Trois approches d’un thème », in Kervégan J.-F.-Marmasse G., dir. de, Hegel penseur du droit, cit., pp. 13-29 Id., «Reconnaissance, lutte, domination: le modèle hégélien», in Politique et société, 28, 2009, pp. 23-43 Renaut A., Le systéme du droit, Paris 1986 Ricoeur P., Parcours de la reconnaissance, tr. it. Percorsi del riconoscimento, a cura di F. Polidori, Cortina Editore, Milano 2005 Id., Du texte à l’action, tr. it Dal testo all’azione, a cura di J. Grampa, Jaca Book, Milano 2004 Riconoscimento e comunità a partire da Hegel. Archivio di filosofia, LXXVII, 2-3, 2009 Riedel M., hrsg. von, Materialien zu Hegels Rechtsphilosophie, Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1969, vol. II Id., Studien zu Hegels Rechtsphilosophie, tr. it., Hegel tra tradizione e rivoluzione, a cura di E. Tota, Laterza, Bari 1975 Id., «Dialettica nelle istituzioni. Sulla struttura storica e sistematica della filosofia del diritto di Hegel», in Chiereghin F., a cura di, Filosofia e società, cit., pp. 35-60 Id., «Natur und Freiheit in Hegels ʻRechtsphilosophieʼ», tr. it., «Natura e libertà nella ʻFilosofia del dirittoʼ di Hegel», in Cesa C., a cura di, Il pensiero politico di Hegel, Laterza, Roma-Bari, 1979, pp. 37-56 Id., «La comprensione di ciò che è. Germania ed Europa nel pensiero del giovane Hegel», in D’Abbiero M.- Vinci. P., a cura di, Individuo e modernità, cit., pp. 129-158 Ritter J., Hegel und die französische Revolution, tr. it. Hegel e la rivoluzione francese, a cura di A. Carcagni, Guida Editore, Napoli 1977 Id., Metaphysik und Politik. Studien zu Aristoteles und Hegel, tr. it., Metafisica e politica, a cura di R. Garaventa e G.Cunico, Marietti, Casale Monferrato 1983 Rodeschini S., Costituzione e popolo. Lo stato moderno nella filosofia della storia di Hegel, Quodlibet, Macerata 2006 Rodotà S., La rivoluzione della dignità, La scuola di Pitagora editrice, Napoli 2013 Romano B., Riconoscimento e diritto, Bulzoni, Roma 1975 Id., Sull’ortonomia del diritto: nove tesi su riconoscimento e diritto, Bulzoni, Roma 1996 Romano S., Principi di diritto costituzionale generale, Giuffrè, Milano 1945 Id., Frammenti di un dizionario giuridico, Giuffré, Milano 1947 Id., L’instaurazione di fatto di un ordinamento costituzionale e la sua legittimazione, Direzione dell’archivio giuridico, Modena 1901 Id., L’ordinamento concreto, Sanzoni, Firenze 1967 652 Rosenfeld M., «Hegel and Dialectics of Contract», in AA. VV., Hegel and Legal Theory, cit., pp. 228-257 Rosenfield D., Politique et liberté. Structure logique de la Philosophie du droit de Hegel, Paris 1984 Rosenkranz K., Hegels Leben, tr. it. Vita di Hegel, a cura di R. Bodei, Milano 1974 Rosenzweig F., Hegel und der Staat, tr. it., Hegel e lo stato, a cura di R. Bodei, Il Mulino, Bologna 1986 Rossi Leidi T., Hegel et la liberté individuelle, Hartmann, Paris 2009 Rotolo A., «Hegel interprete di Montesquieu», in Felice D., a cura di, Montesquieu e i suoi interpreti, Edizioni Ets, Pisa 2005, pp. 505-551 Ruggiu L., a cura di, Genesi dello spazio economico, Guida Editori, Napoli 1982 Id., «Hegel e la filosofia pratica», in Paradigmi, 57, N.S., 2001, pp. 523-554 Id., «Spirito assoluto, intersoggettività, socialità della ragione», in Giornale di Metafisica, 25, N.S., 2003, pp. 393-418 Id., «Dall’ontologia alla socialità della ragione», in Ruggiu L.-Cordon J.M., a cura di, La crisi dell’ontologia dall’idealismo tedesco alla filosofia contemporanea, cit., pp. 13-34 Id., «Costituzione trascendentale e istituzione sociale», in Giornale di Metafisica, 29, N.S., 2007, pp. 9-34 Id., «Riconoscimento e conflitti», in Ruggiu L.-Mora F., a cura di, Identità, differenze, conflitti, Mimesis, Milano 2007, pp. 89-128 Id., « Ragione sociale e oggettività », in Ruggiu L.-Testa I., Lo spazio sociale della ragione, cit., pp. 11-32 Id., Logica Metafisica Politica: Hegel a Jena, voll.1-2, Mimesis, Milano 2009 Id., Lo spirito è tempo, Mimesis, Milano-Udine 2013 Ruggiu L.-Testa I., Hegel contemporaneo. La ricezione americana di Hegel a confronto con la trizione europea, Guerini e Associati, Milano 2003 Ruggiu L.- Testa I., a cura di, Lo spazio sociale della ragione. Da Hegel in avanti, Mimesis, Milano-Udine 2009 Ruggiu L.- Cordon J. M., a cura di, La crisi dell’ontologia. Dall’idealismo tedesco alla filosofia contemporanea, Guerini e Associati, Milano 2004 Sabbatini C., Lo spirito nelle leggi, Emil, Bologna 2012 Id., Una piramide di pietre tonde, Emil, Bologna 2012 Salter M., ed. by, Hegel and Law, Ashgate, Dartmouth 2002 Salvucci S., Lezioni sulla filosofia hegeliana del diritto. La società civile, Guerini e Associati, Milano 2000 653 Savarese P., Schelling filosofo del diritto, Giappichelli, Torino 1996 Schiavone A., Alle origini del diritto borghese, Laterza, Roma 1984 Schick F., «Der Begriff der Person in Hegels Rechtsphilosophie. Überlegung zu den §§ 34-41 der ʻGrundlinien de Philosophie des Rechtsʼ», in Wischke M.-Przylebski A., hrsg. von, Recht ohne Gerechtigkeit, Königshausen & Neumann, Würzburg 2010, pp. 65-81 Schmidt am Busch H.-C., Hegels Begriff der Arbeit, Akademie Verlag, Berlin 2002 Schmidt S., Hegels System der Sittlichkeit, Akademie Verlag, Berlin 2007 Schmitt C., Über die drei Arten des rechtswissenschaftlichen Denkens, tr. it. I tre tipi di scienza giuridica, a cura di G. Stella, Giappichelli Editore, Torino 2002 Seelmann K., Le filosofie della pena di Hegel, a cura di P. Becchi, Guerini e Associati, Milano 2002 Senigaglia C., Il gioco delle assonanze, La Nuova Italia, Firenze 1982 Id., Razionalità e politica, Franco Angeli, Milano 1996 Sichirollo L.-Burgio A., a cura di, L’educazione e la scuola, Franco Angeli, Milano 1985 Siep L., «Der Kampf um Anerkennung. Zu Hegels Auseinandersetzung mit Hobbes in der Jenaer Schriften», in Hegel-Studien, 13, 1974, pp. 155-207 Id., «Zum Freiheitsbegriff in der praktischen Philosophie Hegels in Jena», in Henrich D.-Düsing K., hrsg. von, Hegel in Jena, Hegel-Studien Beiheft, 1980, pp. 217-228 Id., « Intersubjektivität, Recht und Staat in Hegels Grundlinien der Philosophie», in Henrich D.- Horstmann R.P., hrsg. von, Hegels Philosophie des Rechts, cit., pp. 255-276 Id., «Das Problem einer philosophischen Begründung des Rechts bei Fichte und Hegel», in Giornale di Metafisica, V, N.S., 1983, pp. 263-280 Id., «La filosofia politica di Hegel», in Verifiche, 20, 1991, pp. 219-242 Id., «Zur Dialektik der Anerkennung bei Hegel», in Siep L., Praktische Philosophie im deutschen Idealismus, Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1992, pp. 172-181 Id., «L’individualità nella Fenomenologia dello spirito di Hegel», in D’Abbiero M.-Vinci. P., Individuo e modernità, a cura di, cit., pp. 43-62 Id., Der Weg der Phenomenologie des Geistes, Suhrkamp, Frankfurt a.M. 2000 Id., «Constitution, droits fondamentaux et bien-être dans la Philosophie du droit de Hegel», in Revue germanique internationale, 15, 2001, pp. 177-195 Id., hrsg. von, Grundlinien der Philosophie des Rechts, Akademie Verlag, Berlin 2005 Id., Anerkennung als Prinzip der praktischen Philosophie. Untersuchungen zu Hegels Jenaer Philosophie des Geistes, tr. it., Il riconoscimento come principio della filosofia pratica. Ricerche sulla filosofia dello spirito jenese di Hegel, a cura di V. Santoro, Pensa Multimedia, Lecce 2007 Id., « Le mouvement de la reconnaissance dans la Phénoménologie de l’esprit », in Perinetti D.- Ricard M.-A., La Phénoménologie de l’esprit de Hegel : lectures contemporaines, cit., pp. 181-206 654 Sobotka M., Der Begriff des Eigentums in Hegels Rechtsphilosophie, in «Studi Urbinati», 41, 1967, pp. 809-824 Soual P., «Personne et propriété dans les Principes de la philosophie du droit de Hegel», Archives de philosophie, 50, 1997, pp. 217-241 Id., « Droit et Loi dans l’État hégélien», in Vieillard-Baron J.L.-Zarka Y.C., dir. de, Hegel et le droit naturel moderne, cit., pp. 41-70 Id., Le sens de l’état. Commentaire des Principes de la philosophie du droit de Hegel, Éditions de l’Institut supérieur de philosophie, Louvain-la-Neuve 2006 Id., Le drame de la liberté. Introduction aux Principes de la philosophie du droit de Hegel, Hermann Éditeurs, Paris 2011 Souche-Dagues D., Logique et politique hégéliennes, Librairie Philosophique Vrin, Paris, 1983 Sparti D., Soggetti al tempo. Identità personale tra analisi filosofica e costruzione sociale, Feltrinelli, Milano 1996 Su Federico Carlo di Savigny. Quaderni fiorentini, 9, 1980 Steinberger P. G., Logic and politics. Hegel’s Philosophy of Right, Yale University Press, New Haven-London 1988 Stillman P.G., «Property, contract, and Ethical Life», in AA. VV., Hegel and Legal Theory, cit., pp. 205-227 Strauss L., Che cos’è la filosofia politica? Scritti su Hobbes e altri saggi, Argalia, Urbino 1977 Taminiaux J., Naissance de la philosophie hégélienne de l’état, Payot, Paris, 1984 Tarello G., Storia della cultura giuridica moderna, Il Mulino, Bologna 1976 Taylor C., Hegel and the modern society, tr. it. Hegel e la società moderna, a cura di A. La Porta, Il Mulino, Bologna 1984 Id., La liberté des modernes, Puf, Paris 1997 Id., «The concept of a Person», in Taylor C., Human agency and Language: Philosophical Papers, tr. it. «Il concetto di persona», in Id., Etica ed umanità, a cura di P. Costa, Vita e Pensiero, Milano 2004, pp. 127-149 Id., The Politics of Recognition, tr. it. «La politica del riconoscimento», in Taylor C.-Habermas J., Multiculturalismo, a cura di L. Ceppa e G. Rigamonti, Feltrinelli, Milano 1998, pp. 9-62 Testa I., «Selbstbewusstsein und Zweite Natur», in Vieweg K. – Welsch W., hrsg. von, Hegels Phänomenologie des Geistes, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 2008, pp. 286-307 Id., La natura del riconoscimento. Riconoscimento naturale e ontologia sociale in Hegel, Mimesis, Milano-Udine 2010 Theunissen M., «Die verdrängte Intersubjektivität in Hegels Philosophie des Rechts», in Henrich D.- Horstmann R.P., hrsg. von, Hegels Philosophie des Rechts, cit., pp. 317-381 655 Thieme H., «Die Zeit des späten Naturrechts», in Zeitschrift der Savigny Stiftung für Rechtsgeschichte, 56, 1936, pp. 203-263 Tilliette X., Actualité de Schelling, tr. it. Attualità di Schelling, Mursia, Milano 1972 Tinland O., dir. de, Lectures de Hegel, Librerie Generale Française, Paris 2005 Tomba M., «La comprensione hegeliana della guerra nella frattura rivoluzionaria. Note sulla «Verfassung Deutschlands»» in Rametta G., a cura di, Filosofia e guerra nell’età dell’idealismo tedesco, Franco Angeli, Milano 2003 Treves R., La filosofia di Hegel, Principato, Messina 1935 Trigeaud J.-M., Personne, Droit et Existence, Editions Bière, Bordeaux 2009 Tronti M., Hegel politico, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1975 Valentini F., «Hegel e la moralità», in Giornale critico della filosofia italiana, 50, 1971, pp. 468- 489 Id., «L’uomo è quel che fa. Considerazioni su: Hegel, Fenomenologia dello spirito, capitolo quinto, A, B», in Polemos, cit., pp. 9-25 Valenza P., Logica e filosofia pratica nello Hegel di Jena, Cedam, Padova 1999 Valori F., La polemica di Hegel con Gustav Hugo, Cadmo Editore, Roma 1984 Varnier G., Ragione, negatività, autocoscienza, Guida Editore, Napoli, 1990 Veca S., a cura di, Hegel e l’economia politica, Mazzotta, Milano 1965, pp. 29-77 Verene D. P., ed. By, Hegel’s social and political Thought: The philosophy of objective spirit, Humanities Press, New Jersey 1980 Verra V., «Storia e seconda natura in Hegel», in Verra V., Letture hegeliane, Il Mulino, Bologna 1992, pp. 81-98 Id., Su Hegel, a cura di C. Cesa, Il Mulino, Bologna 2007 Viehweg T., «Einige Bemerkungen zu Gustav Hugo Rechtsphilosophie», in G. Hugo, Lehrbuch des naturrechts, pp. III-XIII Vieillard-Baron J.L., «La ʻWirklichkeitʼ ou réalité effective dans le ʻPrincipes de la philosophie du droitʼ de Hegel», in Revue Philosophique de Louvain, 103, 2005, pp. 347-363 Id., Hegel penseur du politique, Édition du Félin, Paris 2006 Vieillard-Baron J.L.-Zarka Y.C., dir. de., Hegel et le droit naturel moderne, Vrin, Paris 2006 Vieweg K., «Gegen das ʻunphilosophische Unwesenʼ. Das kritisches Journal der Philosophie von Schelling und Hegel», in Kritisches Jahrbuch der Philosophie, 7, 2002 Villey M., «Il concetto classico di natura delle cose», in Jus, 18, 1967, pp. 28-46 Id., «Le droit romain dans la ʻPhilosophie des Rechtsʼ» , in Hegel-Studien, Beiheft 11, Hegel-Tage 1970, pp. 321-337 656 Id., La formation de la pensée juridique moderne, tr. it. La formazione del pensiero giuridico moderno, a cura di F. D’Agostino, Jacabook, Milano 1984 Vinci P., Coscienza infelice e anima bella, Guerini e Associati, Milano 1996 Id., «L’azione e il suo perdono. Sulla filosofia della storia di Hegel», in Polemos, cit., pp. 26-55 Id., «Sapere Assoluto come riconoscimento», in Archivio di Filosofia, 77, 2-3, 2009, pp. 105-118 Vitiello V., a cura di, Hegel e la comprensione della modernità, Guerini e Associati, Milano 1991 Von Bogdandy A., Hegels Theorie des Gesetztes, Karl Alber, Freiburg-München 1989 Weil E., Hegel et l’Etat, tr. it. Hegel e lo stato, a cura di A. Burgio, Guerini Associati, Milano 1988 Wieacker F., Privatrechtsgeschichte der Neuzeit, tr. it. Storia del diritto privato moderno, tr. it. a cura di U. Santarelli, S.A. Fusco, Giuffré, Milano 1980 Viehweg T., «Positivismus und Jurisprudenz», in Blühdorn J. Ritter-J., hrsg. von, Positivismus im 19. Jahrhundert, cit., pp. 105-111 Wildt A., Autonomie und Anerkennung, Klett-Cotta, Stuttgart 1982 Williams R.R., Recognition. Fichte and Hegel on the Other, State University of New York Press, Albany 1992 Id., Hegel’s Ethics of Recognition, University of California Press, Berkley, Los Angeles, New York 1997 Xifaras M., « L’individualisme possessif, spéculatif (et néanmoins romain) de Hegel. Quelques remarques sur la théorie hégélienne de la propriété», in Kervégan J.-F.-Marmasse G., dir. de, Hegel penseur du droit, cit., pp. 63-80 Zarka Y.C., L’autre voie de la subjectivité, tr. it. L’altra via della soggettività, a cura di F.P. Adorno, Guerini e Associati, Milano 2002 Id., « Hegel et la crise du droit naturel moderne»
[1] Aulo Gellio Noctes Atticae, XX, I, 41
[2] Cfr. ROSSI, Rivista critica di storia della filosofia, vol. 15, n. 4, Ottobre-Dicembre 1960, pag. 406 e pagg. 404-412, passim
[3] “(…) che Dio è reale, – che è la cosa più reale e che è la cosa veramente reale, – ma anche, nel rispetto formale, che l’esistenza è, in parte, apparizione, e solo in parte realtà. Nella vita ordinaria si chiama a casaccio realtà ogni capriccio, l’errore, il male e ciò che è su questa linea, come pure ogni qualsiasi difettiva e passeggera esistenza. Ma già anche per l’ordinario modo di pensare, un’esistenza accidentale non meriterà l’enfatico nome di reale: – l’accidentale è un’esistenza che non ha altro maggior valore di un possibile, che può non essere allo stesso modo che è”.
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
Listed in ROAD, con patrocinio UNESCO
Copyrights © 2015 - ISSN 2464-9775
Ufficio Redazione: redazione@salvisjuribus.it
Ufficio Risorse Umane: recruitment@salvisjuribus.it
Ufficio Commerciale: info@salvisjuribus.it
***
Metti una stella e seguici anche su Google News
The following two tabs change content below.