I concorsi pubblici secondo il modello EPSO. Affinità e differenze con i concorsi italiani e il D.L. Brunetta
Di recente si legge spesso che la volontà del nostro legislatore è quella di uniformare la disciplina dei concorsi pubblici al modello EPSO Europeo. Di cosa si tratta?
L’European Personnel Selection Office (EPSO) è un ufficio interistituzionale incaricato di selezionare il personale per tutte le istituzioni e le agenzie dell’Unione Europea, che comprendono il Parlamento europeo, il Consiglio, la Commissione europea, la Corte di giustizia, la Corte dei conti, il Servizio europeo per l’azione esterna, il Comitato economico e sociale europeo, il Comitato delle regioni, il Garante europeo della protezione dei dati e il Mediatore europeo. Ogni istituzione attinge agli elenchi dei candidati idonei forniti dall’EPSO per assumere personale.
Per quanto riguarda la procedura di selezione per ciascun concorso generale pubblicato sul sito dell’EPSO, i candidati dovranno sottoporsi a una serie di prove volte a valutare le loro capacità e competenze personali e professionali.
Tali concorsi sono aperti a tutti, e non richiedono una pregressa esperienza lavorativa, a meno che si tratti di selezioni per specialisti, nel qual caso la prima fase della selezione potrebbe basarsi solo sulle qualifiche.
In primo luogo, i candidati dovranno sostenere una prova che consiste in una serie di test a scelta multipla su computer. In questa fase saranno valutate quattro macro aree ossia: ragionamento verbale, ragionamento numerico, ragionamento astratto e prove situazionali.
I candidati che superano i test a scelta multipla e, che soddisfano tutti i requisiti di ammissione generali e specifici (laddove richiesti per il loro concorso), sono ammessi a sostenere una prova intermedia. Tali prove cosiddette e -tray sono sostanzialmente simulazioni al computer di una situazione di lavoro reale. Si tratta di trovare le migliori soluzioni entro un tempo determinato.
I primi in graduatoria in tale prova (solitamente fino a 2-3 volte i posti messi a concorso) accedono alla fase selettiva che, solitamente, si svolge in presenza, a Bruxelles o a Lussemburgo e possono durare uno o più giorni. In questa fase vengono testate le competenze generali dei candidati e le loro competenze specifiche relative alle funzioni da svolgere/all’ambito del concorso. In questo momento storico le prove non possono essere svolte presso i locali dell’EPSO, pertanto vengono organizzate online (a distanza).
Nell’Assessment Center i candidati devono sostenere differenti prove in base al profilo ricercato: ad esempio presentazione orale, uno studio di caso, un colloquio situazionale basato sulle competenze e un colloquio per valutare la motivazione.
Il numero e il tipo di prove che i candidati sono chiamati a sostenere variano in funzione del tipo di concorso e del grado per il quale si candidano.
È evidente, in conclusione, che i concorsi italiani, come attualmente strutturati, presentino delle affinità col suddetto modello, prevedendo, innanzitutto, una prova preselettiva basata sulla logica, nonché sulle materie oggetto di concorso.
Inoltre, la maggior parte di concorsi prevedono lo svolgimento di una prova scritta pratica di tipo trasversale volta a valutare le competenze dei candidati e la loro capacità di problem solving, alla pari della prova e-tray prevista in sede europea.
Da ultimo, la previsione di una prova orale di tipo interdisciplinare volta ad accertare la preparazione e la capacità professionale sulle materie concorsuali, con la ulteriore valutazione della conoscenza della lingua inglese e delle conoscenze relative alle tecnologie informatiche.
Solo in ultima istanza è prevista la valutazione dei titoli culturali e di servizio posseduti dai candidati ai fini della formazione della graduatoria finale.
Alla luce di quanto sopra, la riforma Brunetta ex D.L. 44/2021, nel prevedere uno sbarramento all’accesso ai concorsi mediante l’introduzione dei titoli culturali e di servizio quale requisito per la partecipazione, appare discostarsi dal modello EPSO esaminato, ed anzi, stravolge l’attuale assetto dei concorsi italiani, basando gli stessi su un’unica prova a risposta multipla.
È giocoforza chiedersi se così operando non vengano lesi i principi meritocratici che sono, o dovrebbero essere, alla base delle selezioni pubbliche.
In queste ore, infatti, molti aspiranti concorsisti stanno protestando contro questa riforma tramite una petizione e sollevando vari dibattiti sui canali social, con la creazione di un apposito comitato, il Comitato NO RIFORMA CONCORSI PA, e l’utilizzo dell’ hashtag #ugualiallapartenza.
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Avv. Alessandra Giannone
Alessandra Giannone nata a Sciacca (Ag) nel 1985, dopo il diploma di maturità classica ha conseguito la laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza nell’aprile del 2009 presso l’Università L.U.M.S.A. di Palermo. Nel giugno del 2011 ha conseguito la specializzazione in professioni legali presso la S.S.P.L. “G. Scaduto” di Palermo.
Abilitata all’esercizio delle professione forense nel 2012, è anche mediatore civile e commerciale da Gennaio 2011.
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