I Criteri Ambientali Minimi (CAM) nei contratti pubblici
I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.
Sono disciplinati all’art. 34 del D.lgs. 50/2016 recante “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” e sono obbligatori per tutte le stazioni appaltanti. Ma lo stesso art.71 del Codice dei contratti pubblici, che disciplina i bandi di gara, esplica che obbligatoriamente il bando deve contenere i CAM.
Il Codice degli Appalti, appunto, ha reso obbligatorio l’applicazione dei CAM da parte di tutte le stazioni appaltanti; optando per questa azione si vuole non soltanto ridurre gli impatti ambientali ma anche promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili, in questo modo si andrà a contenere le voci di spesa razionalizzando i consumi e la pubblica amministrazione potrà farsi promotrice del modello di economia c.d. di economia circolare che genererà occupazione “verde”.
I CAM sono le c.d. considerazioni ambientali indicate per le diverse fasi di definizione della procedura di gara in relazione all’offerta di mercato; vengono definiti minimi quei criteri che vanno ad indicare i requisiti di base per qualificare gli appalti come preferibili dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
I CAM servono a garantire uniformità all’interno del contesto normativo di tutti i Paesi membri, tali criteri vengono definiti a livello comunitario tramite il coordinamento svolto Joint Research Centre’s Institute for Prospective Technological Studies della Commissione europea.
La scelta del CAM da normare viene effettuata in base ad un calendario annuale di priorità che viene adottato consultandosi con il GPP Advisory Gruop.
A livello nazionale, la definizione dei CAM, rientra tra i compiti del Comitato di Gestione del GPP, si vengono a creare dei Gruppi di lavoro composti da esperti e da referenti delle associazioni di categorie di produttori, i documenti che si producono sono poi sottoposti ad un confronto in primis con gli operatori economici e successivamente vengono approvati dal Comitato di Gestione
Quando la stesura dei CAM è terminata viene inviata ai Ministeri interessati che possono porre in essere eventuali osservazioni; il documento finale è adottato con decreto legislativo pubblicato in G.U.
l Piano d’Azione Nazionale rinvia a determinati decreti che sono stati emanati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tale individuazione dei criteri ambientali minimi per l’acquisto di ciascuna delle seguenti categorie merceologiche: arredi, edilizia, servizi urbani e al territorio, servizi energetici, elettronica, prodotti tessili e calzature, cancelleria, ristorazione, servizi di gestione degli edifici, trasporti.
Il comma 2 dell’art.34 prevede che i CAM debbono essere tenuti in considerazione ai fini della stesura dei documenti di gara per l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa tenendo presente quanto contenuto nella premessa dei CAM. Essi sono costituiti da piccoli capitoli: quello della premessa e delle indicazioni generali alle stazioni appaltanti e quello dei criteri ambientali veri e propri che consiste in considerazioni ambientali collegate alle diverse fasi delle procedure di gara.
I criteri ambientali vengono individuati partendo da un’analisi di mercato del settore interessato; per la loro definizione si va ad attingere anche ad ulteriori fonti informative, come ad esempio quelle che impongono determinati standard ambientali.
La struttura e le procedure di definizione dei CAM, appunto servono a facilitare il compito delle stazioni appaltanti nell’adozione dei green public procurement.
Il Piano d’azione nazionale (PAN), adottato nell’aprile 2008 ha come obiettivo la diffusione del GPP presso gli enti pubblici; per la sostenibilità ambientale e dei consumi della P.A. è stato elaborato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela e del Territorio e del Mare in ottemperanza del comma 1126, art.1, della L.296/2006 che ha recepito l’indicazione contenuta nella Comunicazione della Commissione Europea “Politica integrata dei prodotti, sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale (COMM 302 del 2003).
Il PAN GPP fornisce un quadro generale sul Green Pubblic Procurement, va a definire quelli che sono gli obiettivi nazionali andando ad identificare le categorie di beni, servizi e lavori che abbisognano di un intervento prioritario per impatti ambientali, su cui andare a definire i CAM.
Il PAN GPP prevede specifiche prescrizioni per gli enti pubblici che vengono chiamati ad effettuare un’analisi dei propri fabbisogni al fine di razionalizzare i consumi; vengono identificate le funzioni competenti per avere l’attuazione del GPP nonché viene redatto uno specifico programma per implementare le azioni n ambito GPP.
Per quanto concerne la definizione dei Criteri Ambientali Minimi vengono previsti due organismi ad hoc, questo al fine di poter rispondere al meglio a quelle che sono le peculiarità del sistema produttivo nazionale.
Il Piano prevede anche un monitoraggio annuale per verificare l’applicazione e l’analisi dei benefici ambientali che si sono ottenuti.
Per assicurare la gestione del PAN GPP il Piano d’azione del 2013 ha previsto un Comitato di Gestione che ha il compito di coordinare, nonché compiti prettamente tecnici, esso è composto dai rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze, dai rappresentanti dell’ISPRA, da quelli della CONSIP, da quelli dell’ENEA, da esperti da alcuni ARPA e da due rappresentanti delle regioni.
È stato previsto anche un Tavolo di confronto permanente dove il MATTM e la CONSIP si confrontano con le centrali di acquisto regionali sui CAM prima della loro adozione.
L’attività di gestione prevede principalmente l’andare ad individuare i requisiti ambientali che debbono essere introdotti nelle procedure d’acquisto per le categorie di prodotti, servizi e lavori oggetti del Piano stesso; prevede la programmazione e la realizzazione di attività relative alla formazione e comunicazione; come ulteriore compito ha anche il compito di svolgere il monitoraggio che serve a verificare l’efficacia del Piano d’Azione.
A seguito del D.Lgs. n.90 del 2014 che sopprime l’AVCP e trasferisce le sue competenze in materia di vigilanza dei contratti pubblici all’Autorità Nazionale Anticorruzione, il Ministero dell’Ambiente ha provveduto a stipulare un nuovo Protocollo d’Intesa per poter raccogliere i dati per il monitoraggio dell’applicazione del PAN GPP.
Il tutto è stato confermato dal Codice degli appalti di recepimento delle Direttive comunitarie sugli appalti; l’art.213 comma 9, nello specifico, prevede che l’Autorità si avvalga dell’Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, composto da una sezione centrale e da sezioni regionali, l’Osservatorio ha il compito di monitorare l’applicazione dei CAM.
Ne deriva quindi che le stazioni appaltanti sono obbligate ad inserire nei bandi, a prescindere dal valore dell’importo, le specifiche tecniche e le clausole contrattuali individuate dai CAM con la ratio di ridurre gli impatti ambientali e promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili.
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