Il Comune deve tutelare il parcheggio dei disabili
1. Nota a Consiglio Giustizia Amministrativa Sicilia, sentenza 18/06/2018 n° 356. Il caso.
Una donna, riconosciuta invalida al 100%, chiedeva al Comune di Palermo che l’area per il parcheggio datale in concessione dinanzi la propria abitazione, venisse delimitata con dissuasori mobili lungo il perimetro dello stesso, in conformità con la regolamentazione del Codice della strada, in modo da evitare l’abusivo parcheggio da parte di altri automobilisti .
Ricevuto un primo diniego da parte del Comune nel 2014, la donna ricorreva al Tar, il quale con sentenza n. 1785/2015 accoglieva il ricorso. In particolare, il l’Amministrazione Comunale avrebbe preliminarmente effettuato un sopralluogo sul posto, verificando la compatibilità della collocazione dei dissuasori con le esigenze di sicurezza e incolumità pubblica. Il Comune, a sua volta, effettuata la ricognizione, ribadiva l’impossibilità di procedere all’installazione dei pali o paletti richiesti, trattandosi di opere che avrebbero intaccato il regolare svolgimento del traffico urbano dei veicoli e prospettando, talaltro, una possibile occupazione di suolo pubblico.
La donna, tuttavia, riproponeva ricorso in sede di ottemperanza, lamentando una non corretta esecuzione del dettato giudiziale del Tar. Questa volta, però, il Tar dava risposta negativa alla signora e con sentenza n. 154/2017 sosteneva l’esatto adempimento da parte del Comune degli oneri posti dalla pronuncia di cognizione del 2015.
Convinta delle proprie ragioni, la donna palermitana propone appello al Consiglio di Giustizia amministrativa siciliana, ottenendo finalmente pieno conforto.
2. La decisione del Consiglio di Giustizia
La sentenza n. 365/2018 si focalizza precipuamente sul bene giuridico da proteggere. La donna, ricordiamo invalida al 100%, reclamava per sé la possibilità del parcheggio dinanzi casa, così come concesso dal Comune. La prassi, infatti, dimostrava come la semplice segnaletica apposta non risultava di per sé sufficiente a garantirne un pieno utilizzo. In altri termini, la segnaletica recante l’indicazione della targa della vettura in uso dalla ricorrente, non impediva in alcun modo ad altri automobilisti di occupare illecitamente quel medesimo parcheggio. Premessa l’importanza dell’interesse da proteggere, per la Corte, è compito dell’Amministrazione Comunale mettere a disposizione tutti i mezzi necessari per consentire un’efficace fruizione del posteggio.
Orbene, per il Consiglio di Giustizia, in capo all’Amministrazione grava una specifica obbligazione di risultato, incombendo sul Sindaco il raggiungimento dello specifico risultato promesso. A tal proposito, invero, il fine può essere raggiunto non univocamente mediante l’apposizione dei dissuasori, ma anche attraverso altre modalità e strumenti che consentano, in ogni caso, di raggiungere il medesimo obiettivo (posizionamento di telecamere, presenza fisica di un vigile urbano, pronta disponibilità di un servizio di rimozione del veicoli abusivamente parcheggiato).
L’interesse legittimo avanzato dalla donna va, quindi, tutelato e protetto da parte dell’Autorità competente, individuando le modalità operative più congeniali alla fruizione del parcheggio da parte della ricorrente.
“Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap!” verrebbe da dire riprendendo una diffusa campagna di sensibilizzazione sociale a tutela dei disabili.
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Giacomo Tasca
Il dottor Giacomo Tasca consegue la Laurea Magistrale in Giurisprudenza, presso l'Università degli Studi di Catania, discutendo una tesi in Diritto dell'Esecuzione civile su "La successione nel processo esecutivo". E' specializzato presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell'Università degli Studi di Catania. Attualmente è altresì abilitato alla professione di avvocato.
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