Il diritto alla felicità è solo formale?
Qualcosa nel nostro mondo è cambiato, la tecnica, la tecnologia hanno modificato lo scenario della nostra vita, godiamo di maggiori vantaggi in termini di benessere, spazi, libertà, ma siamo realmente felici?
Il raggiungimento della felicità, in filosofia è un argomento molto dibattuto, che ha coinvolto grandi maestri della filosofia da Marco Aurelio a Mill.
Mill sostiene che: “Gli uomini sono cosi diversi nei loro motivi di gioia, nelle sensibilità al dolore, nel modo e nei mezzi, fisici e morali, in cui li esplicano, che se non esiste una corrispondente diversità nei loro modi di vivere non ottengono la felicità che spetta loro nè sviluppano la statura intellettuale, morale ed estetica di cui la loro natura è capace” [J. S. Mill, Saggio sulla libertà].
Riusciamo ad ottenere la felicità che spetta ad ognuno di noi? Lo Stato ha degli obblighi verso i suoi cittadini? Oppure siamo dei semplici sudditi? Dobbiamo rassegnarci a trovare la felicità dentro di noi come affermato dalla teoria stoica tanto cara a Marco Aurelio?
Da una prima analisi, pare che l’ordinamento Internazionale provi a dare delle risposte (almeno nella forma) infatti; L’assemblea generale delle Nazioni Unite, con risoluzione A/66/L48/Rev. del 28 giugno 2012 ha istituito la giornata Internazionale della felicità, con l’occasione ha rinnovato agli stati membri l’invito fatto precedentemente (con risoluzione 65/309 del 19 luglio 2011) nel perseguire la ricerca delle misure più idonee al raggiungimento della felicità e del benessere nello sviluppo degli individui, attuando un rafforzamento delle loro politiche pubbliche; Consapevoli che la ricerca della felicità è un obiettivo umano fondamentale; Attribuendo in tal modo alla felicità ed al benessere, obiettivi ed aspirazioni universali, nella vita degli esseri umani di tutto il mondo; Riconoscendo inoltre la necessità di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato, orientato alla crescita economica che promuove lo sviluppo sostenibile, lo sradicamento della povertà, felicità e benessere economico di tutti popoli.
Anche l’ordinamento Italiano con l’art. 3 della Cost. sancisce il pieno sviluppo della persona umana.
Tuttavia nonostante le apprezzabili se pur timide premesse, al momento lo scollamento tra le istituzioni ed i cittadini risulta sempre più evidente, con uno stato sociale (welfare state) sempre più al collasso e dei cittadini che nella giornata della felicità hanno ben poco da festeggiare.
Con un auspicio ottimista, spero che la felicità non resti solo un proposito formale, ma diventi felicità sostanziale, una felicità nel quale i cittadini possano prendere in mano la loro vita e guidarla verso la propria realizzazione, perchè la vita non è stata creata per essere subita ma per essere vissuta.
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Vincenzo Li Vigni
Laureato nel 2011, in relazioni industriali, presso la Facoltà di Giurisprudenza, dell'Università degli studi di Palermo.
L'amore, e la passione per il diritto lo hanno spinto a continuare gli studi giuridici, presso la facoltà di Giurisprudenza, conseguendo una seconda laurea in Giurisprudenza magistrale.
Senza mai tralasciare la formazione personale, la passione per il marketing, le dinamiche aziendali; dalla P.M.I alle realtà aziendali più complesse.
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