Il diritto all’oblio: cos’è e come richiederlo
Diritto all’oblio: cos’è?
Hai mai sentito parlare di “diritto oblio Google”?
Hai mai provato a scrivere il tuo nome sul motore di ricerca e scoprire amaramente che cose che ti riguardano, quali foto, commenti e via discorrendo, che avresti voluto dimenticare o comunque non vedere diffuse, sono invece visibili?
Bene, sappi che puoi chiederne la rimozione invocando il cosiddetto diritto all’oblio.
Trattasi di quel diritto proprio di ogni cittadino di richiedere la cancellazione o l’aggiornamento di una notizia che lo riguarda in prima persona.
La Suprema Corte di Cassazione è intervenuta molto speso sul tema dell’oblio offrendo ulteriori delucidazioni in merito ed affermando che tale diritto nasce dalla necessità di salvaguardare l’identità personale del soggetto dalla divulgazione di informazioni potenzialmente lesive e non più attuali, la cui diffusione, proprio per questo motivo, non serve più e rischia solo di ostacolare il soggetto nell’esplicazione e nel godimento della propria personalità (cfr. Cass. Civ., sentenza n. 5525 del 05.04.2012).
In altre parole, qualsiasi cittadino europeo può richiedere la rimozione dall’elenco dei risultati di ricerca, ottenuti digitando il nome di una persona.
Sul punto non si può non riportare, altresì, un’ulteriore sentenza della Corte di Giustizia dell’UE con la quale, nell’acclararsi l’esistenza del diritto all’oblio, si è passati a qualificarlo come diritto del singolo alla “deindicizzazione” delle informazioni personali ritenute «inadeguate, irrilevanti o non più rilevanti» rispetto alle finalità del trattamento, corroborando il principio di autodeterminazione informativa del soggetto alla conservazione della propria identità digitale.
Oggi, grazie all’intervento della Corte di Giustizia europea, il diritto all’oblio è regolato dall’art. 17 GDPR 2018 che consente all’utente di internet il diritto di richiedere la rimozione dei propri dati personali se questi non sono utili per l’interesse pubblico e quindi al diritto di cronaca, se non ostacolano la libertà di espressione, se non sono utili per fini di ricerca scientifica o storica, o ancora se non servono per “l’accertamento, l’esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria”.
Come esercitare il diritto all’oblio su Google?
E’ possibile chiedere la rimozione di link ritenuti inadeguati, contenenti informazioni proprie, con un modulo messo a disposizione da Google, riportante i dati e l’indicazione dell’url, ovvero del sito che si desidera eliminare, unitamente ad una breve motivazione (max 1000 caratteri) sulla sussistenza dei requisiti per l’esercizio del diritto all’oblio. Alla richiesta va allegata la copia del documento d’identità.
Si potrà fare inoltre richiesta di rimozione di risultati di ricerca ai sensi della legislazione europea, inoltrandola direttamente ai motori di ricerca dove la notizia lesiva della tua immagine compare.
Le informazioni che possono essere rimosse da Google sono le seguenti: – Numeri di conti bancari; – Numeri di documenti di identità; – Dati medici personali, riservati e privati; – Immagini di firme scritte a mano; – Immagini o video di nudo o sessualmente espliciti di una persona, condivisi senza il suo consenso; – Altre informazioni che possono comportare rischi notevoli di furto d’identità, frode finanziaria o altri danni specifici; – Condanne scontate/proscioglimenti/assoluzioni per reati; – Contenuti relativi a minorenni.
Il diritto all’oblio sorge dunque a tutela della reputazione individuale e può essere sacrificato soltanto nel caso in cui, per qualche ragione oggettiva, l’interesse pubblico per quella notizia sia attuale e concreto.
Si può fare richiesta di rimozione dai risultati di ricerca di Google?
Se le informazioni scomode risultano essere mostrate su un sito web, si deve contattare il webmaster del sito per chiedergli di rimuovere le informazioni personali da Google.
Ed infatti, è opportuno sapere che Google può rimuovere una URL dal suo motore di ricerca, ma questa azione non comporta la cancellazione del contenuto dalla pagina web che lo ospita e, per questo motivo, sarà necessario contattare il Webmaster, ovvero il gestore del sito internet. Soltanto un Webmaster può intervenire sul suo sito web, e chi effettua una richiesta di rimozione di informazioni e di dati personali da un sito Internet, deve produrre la documentazione utile a legittimare la richiesta.
Diritto all’oblio Google: le recensioni di ristoranti e hotel si possono eliminare?
Il diritto all’oblio su Google, ovvero il diritto dell’individuo ad essere dimenticato in rete, non è sempre invocabile, come nel caso del diritto all’oblio su tripadvisor.
Invero, lo stesso non può trovare riconoscimento nel caso di recensioni negative online di ristoranti o professionisti.
Ciò è quanto ha statuito il Tribunale di Roma in virtù del fatto che l’interesse generale deve prevalere su quello della singola impresa o professionista ed in ragione della salvaguardia del diritto di critica di ciascun individuo. Quindi, se un cliente si lamenta online il suo messaggio non può essere cancellato, anche a distanza di tempo.
Con riferimento poi al diritto all’oblio su facebook va detto che questo è molto diverso dal diritto all’oblio su google dato che Facebook non è un motore di ricerca ma una piattaforma di condivisione di dati e informazioni caricati in autonomia dagli utenti. Su facebook infatti ciascuno è libero di impostare la privacy del proprio account e solo in casi particolari (furto di identità digitale, diffusione di dati) si potrà segnalare a Facebook la violazioni della Privacy.
Come si può notare dunque la procedura per ottenere la cancellazione dei propri dati sul web è abbastanza semplice e trasparente, ma non priva di insidie in quanto sarà sempre necessario verificare di aver tutti i requisiti per poter inoltrare la domanda di rimozione dati.
Consigliabile è dunque rivolgersi sempre a degli esperti in ambito legale legato al web, privacy e in Diritto all’Oblio.
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
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Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo discutendo una tesi sperimentale in Diritto Penale Tributario e ha ottenuto il Diploma di Specializzazione in Professioni Legali preso la medesima Università.
Al termine del percorso post laurea ha svolto un tirocinio presso gli Uffici della Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Palermo, ha conseguito un Diploma in Diritto Tributario Europeo ed Internazionale, ha frequentato un corso telematico in Diritto Penale Internazionale organizzato dalla School of Law della Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio (USA) e ha inoltre frequentato il Master biennale in Difensore Tributario organizzato dall’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi.
Negli anni ha maturato una specifica competenza in tema di Diritto internazionale, Diritto immobiliare Diritto tributario, Diritto dell’Immigrazione, nonché in tema di reati fiscali ed reati economici. Approfondito il settore dell'assistenza alle imprese e specificamente dell’auto-imprenditorialità (valido strumento per la creazione di opportunità professionali giovanili), fornisce specifica assistenza in tema di Start-up, Start-up innovative ed internazionalizzazione delle PMI, in stretta correlazione con la nuova normativa italiana in tema di microcredito e mentoring.
Di lingua madre italiana, parla fluentemente la lingua inglese e conosce la lingua francese.
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