CONCORSI: vietata la carta d’identità sul banco
Il documento di identità lasciato aperto sul banco, associato alla apposizione del codice a barre e sulla scheda dei test e sulla scheda anagrafica dei candidati, consente l’associazione dell’elaborato al nominativo di un candidato, violando, cosi, il principio di imparzialità e trasparenza.
Questo il principio espresso dal T.A.R. Lazio, Sezione Terza Bis, Pres. Giuseppe Caruso – Est. Ines Simona Immacolata Pisano, nella sentenza del 21 maggio 2015, n. 7331.
Nel caso di specie, il T.A.R. accoglieva e, pertanto, annullava la graduatoria del concorso per l’ammissione al corso di laurea in medicina e chirurgia e in odontoiatria e protesi dentaria per l’a.a. 2014/2015.
Il ricorrente presentava ricorso deducendo, tra l’altro, la violazione del principio dell’anonimato e della segretezza delle prove concorsuali , poiché l’amministrazione aveva richiesto, con direttive assunte formalmente, che il documento di identità dei candidati venisse lasciato aperto sul banco.
Il Collegio ha ritenuto che una tale previsione sia contraria ai summenzionati principi ritenendo che: “nella delicata fase della correzione della prova (…) il codice apposto sulla scheda dei test, in quanto corrispondente a quello stampigliato sulla scheda anagrafica dei candidati, ben avrebbe potuto consentire l’associazione dell’elaborato al nominativo di ciascun candidato; il che è sufficiente a ritenere violato il principio di imparzialità e trasparenza nello svolgimento delle prove selettive ad evidenza pubblica, la cui osservanza va osservata in astratto, senza cioè prova concreta della sua violazione”.
CONFORME: Cons. Stato Sez. VI, Sent., 05-01-2015, n. 15