Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES): funzionamento e criticità
Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) è una Istituzione Finanziaria Internazionale, fondata nel 2012 e avente lo scopo di mettere in atto dei meccanismi di sostegno e gestione delle crisi economiche ed evitare, quindi, il rischio default (vale a dire, in termini generali, l’impossibilità ad adempiere alle obbligazioni) per gli Stati membri dell’Eurozona.
Negli ultimi giorni, si è sentito spesso parlare di MES e di c.d. “Fondo Salva-Stati” come possibile soluzione alle difficoltà emerse a seguito dello scoppiare della pandemia da Covid-19.
I dubbi e le criticità ultimamente sollevati in tema di Meccanismo Europeo di Stabilità si riferiscono alle stringenti condizioni che gli Stati membri sono tenuti a rispettare, nel caso di ricorso al MES.
Infatti, come avvenne negli anni passati durante le crisi economiche verificatesi in Grecia o in Spagna, gli Stati richiedenti gli aiuti previsti dal MES si sono dovuti impegnare ad approvare un Memorandum di Intesa e ad attuare delle riforme strutturali e dei tagli alla spesa pubblica, sulla base delle linee-guida dettate dalla c.d. “Troika” (i rappresentanti della Commissione Europea, BCE e FMI).
Il sistema del MES si fonda su un capitale garantito dagli Stati membri (proporzionato al proprio peso economico); in caso di emergenza finanziaria, lo Stato interessato avanza richiesta di assistenza al Presidente dei Governatori del MES; segue, poi, la verifica da parte della Commissione Europea sulle condizioni del Paese richiedente; infine, vi è la decisione dell’organo plenario.
A questo punto, quindi, si procede con l’emissione di bond, al fine di offrire aiuti che si sostanziano in prestiti, acquisti di titoli di Stato, ricapitalizzazioni, e così via.
Attualmente, il MES conta su un fondo pari a 700 miliardi di Euro (l’Italia risulta essere il terzo Paese contributore, in termini di capitale versato, dopo Germania e Francia).
Il Meccanismo Europeo di Stabilità, sin dalla sua creazione, ha suscitato non poche preoccupazioni, che hanno portato, nel tempo, all’approvazione di due riforme: in primo luogo, si è stabilito che sarà il Fondo Salva-Stati a far da garante al Fondo di risoluzione comune delle banche, nei casi in cui si renda necessario il salvataggio delle stesse; la riforma più marcata è intervenuta in tema di salvataggio degli Stati membri, stabilendo che bisognerà procedere, previa un’analisi di sostenibilità (affidata alla valutazione della Commissione UE), alla ristrutturazione del debito pubblico del Paese interessato (ossia alla decurtazione del valore dei titoli del debito pubblico), prima di poter accedere al MES.
Ebbene, alla luce delle perplessità e dei rischi legati al Meccanismo Europeo di Stabilità, in particolare in relazione alla gravissima emergenza sanitaria che sta colpendo l’Europa (e il Mondo intero, in generale), si è giunti, in data 10.4.2020, a un accordo all’interno dell’Eurogruppo: la creazione di una nuova linea di credito per far fronte alla crisi, “senza alcuna forma di condizionalità”, con il limite del 2% del PIL dei Paesi membri. L’unica condizione stabilita è che i fondi vengano utilizzati unicamente per far fronte all’emergenza sanitaria.
Una sorta di “MES Light”, che, tuttavia, per essere approvato necessita dell’assenso del Consiglio Europeo, che vaglierà anche le altre proposte finanziarie pensate per far fronte all’emergenza (tra le quali il piano SURE, il ricorso agli Eurobond, e il progetto “Recovery Found”).
Ponendo l’attenzione sull’Italia, stando alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Conte, il Governo italiano non ha intenzione di ricorrere al MES, in quanto ritenuto non adatto a fronteggiare la crisi economica attuale, a causa delle austerità a esso connesse, che comporterebbero, al contrario, conseguenze negative per l’economia del Paese nel medio-lungo termine; sembra, invece, aperto a una versione light del Meccanismo, come poc’anzi descritta. Questa è la linea da sempre mantenuta dal Governo italiano, nonostante gli attacchi provenienti dalle Opposizioni.
Più adeguata, invece, appare la proposta di ricorso agli Eurobond, vale a dire titoli obbligazionari che vengono emessi da tutti i Paesi membri, con tassi di interesse ancorati alla affidabilità del credito di ciascuno Stato.
La criticità, tuttavia, legata agli Eurobond è la responsabilità solidale che ne deriva: gli Stati membri, infatti, si obbligano in solido a garanzia degli Eurobond e, pertanto, in caso di insolvenza, sopperiscono gli altri Paesi membri con la propria quota; vi è, poi, da considerare che il rimborso degli Eurobond sarebbe attuato attraverso controlli più rigidi da parte delle Istituzioni dell’UE, che potrebbero sfociare in un’interferenza massiccia nelle politiche economiche degli Stati, giustificata dall’eccezionalità della situazione.
Alla luce di quanto sopra, il vertice del Consiglio Europeo (fissato per il 23 aprile) dovrà fare i conti con diverse proposte sostenute dai vari Paesi membri, nell’ottica di una integrazione europea che, ad oggi, sembra molto faticosa da raggiungere.
Fonti:
https://searcherp.techtarget.com/definition/manufacturing-execution-system-MES
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/10/mes-che-cose-il-fondo-salva-stati-cosa-si-e-deciso-finora-e-perche-il-si-delleurogruppo-non-significa-che-litalia-lo-ha-attivato/5766729/
https://www.esm.europa.eu/about-us
https://www.repubblica.it/politica/2020/04/11/news/ma_la_ue_precisa_fu_il_governo_berlusconi_iv_ad_approvare_ddl_col_mes-253712468/
https://www.theitaliantimes.it/mondo/ue-accordo-eurogruppo-mes-bei-sure-recovery-plan-covid_100420/
https://www.agi.it/economia/mes_come_funziona-6582146/news/2019-11-20/?utm_source=Adwords&utm_medium=cpc&utm_campaign=Traffic&gclid=EAIaIQobChMIjqHC4Zvg6AIVR8-yCh3G1A0xEAAYASAAEgJVh_D_BwE
https://www.theitaliantimes.it/mondo/mes-cos-e-come-funziona-cosa-prevede-riforma-fondo-salva-stati_110420/
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/mes-cose-e-come-funziona-25385
https://www.ilgiornale.it/news/economia/ue-braccio-ferro-continua-e-conte-apre-mes-1848987.html
https://mondointernazionale.com/hub/eurobonds-lue-ad-un-bivio-decisivo
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Simona Maria Destro Castaniti
Simona Destro Castaniti ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (2018). Abilitata all'esercizio della professione forense da Novembre 2021. Ha svolto il tirocinio formativo ex art. 73 d.l. 69/2013, presso l'Ufficio GIP/GUP del Tribunale di Reggio Calabria. Specializzata in Diritto Internazionale, ha svolto diversi progetti all'estero (USA, Costa Rica, Kosovo) e ha partecipato a diversi progetti MUN (risultando vincitrice).
Parla quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo, portoghese.
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