Il risarcimento da ingiusta detenzione
INGIUSTA DETENZIONE RISARCIMENTO: PRESUPPOSTI
Il risarcimento per ingiusta detenzione è regolamentato agli articoli 314 cpp e 315 cpp..
Presupposto fondamentale per ottenere il risarcimento è l’aver subito ingiustamente la misura della custodia cautelare in carcere (ingiusta detenzione), perché ritenuti responsabili di un reato, ed essere stati poi, all’esito del procedimento penale, prosciolti con sentenza di assoluzione diventata irrevocabile.
Il risarcimento per ingiusta detenzione spetta anche a:
– chi ha patito ingiustamente la carcerazione per effetto di un ordine di esecuzione erroneo;
– chi ha subito custodia cautelare in carcere sulla base di un provvedimento emesso o mantenuto in mancanza delle condizioni stabilite dalla legge.
INGIUSTA DETENZIONE RISARCIMENTO: PROCEDURA
Chi ha subito una ingiusta detenzione vanta un vero e proprio diritto ad ottenere un indennizzo.
La domanda di riparazione per l’ingiusta detenzione deve essere proposta dall’interessato, con ricorso, presso la Corte d’Appello competente, ossia presso la cancelleria della Corte di Appello nel cui distretto è stata pronunciata la sentenza o il provvedimento di archiviazione che ha definito il procedimento. Nel caso di sentenza emessa dalla Corte di Cassazione, è competente la Corte di Appello nel cui distretto è stato emesso il provvedimento impugnato.
Sulla domanda la Corte di Appello deciderà con un procedimento in camera di consiglio.
L’istanza per l’ingiusta detenzione va presentata (a pena di inammissibilità) entro il termine di due anni, che decorrono:
a) dal giorno in cui la sentenza di proscioglimento o di condanna è diventata irrevocabile;
b) da quando la sentenza di non luogo a procedere è diventata inoppugnabile;
c) da quando il provvedimento di archiviazione è stato notificato alla persona interessata.
A norma dell’articolo 315 cpp, l’importo del ristoro non può eccedere la somma di euro 516.456,90.
Per il procedimento è obbligatoria l’assistenza di un avvocato munito di procura speciale, e la parte che si trovi nelle condizioni di reddito previste dalla legge potrà chiedere il patrocinio a spese dello Stato.
Nel caso di decesso della persona che ha subito l’ingiusta detenzione il risarcimento andrà riconosciuto a: il coniuge, i discendenti e gli ascendenti, i fratelli e le sorelle, gli affini entro il primo grado e le persone legate da vincolo di adozione con quella deceduta.
INGIUSTA DETENZIONE RISARCIMENTO: DANNI RISARCIBILI
Quando una persona subisce ingiustamente la carcerazione, le conseguenze familiari e personali possono essere molto pensanti.
Con una recente sentenza numero 7787/2016 la Corte di cassazione ha chiarito quali sono i danni risarcibili a chi è stato sottoposto ad ingiusta detenzione.
Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, infatti, :”i danni che si possono subire a causa di ingiusta detenzione non possono essere limitati a quelli temporalmente legati al periodo di carcerazione”. E’ necessario considerare non solo i danni che possono derivare al patrimonio o la salute del condannato, ma anche quelli legati alla sua persona, ai suoi rapporti con l’esterno e le conseguenze familiari.
Amesso, quindi, il risarcimento del danno non patrimoniale nelle forme del danno morale (sofferenze morali e psicologiche), del danno biologico, inteso come compromissione della salute psicofisica del soggetto e del danno esistenziale (consistente nel deterioramento dei rapporti familiari).
Così come è ammesso il risarcimento del danno patrimoniale.
Infine, l’obbligo alla reintegrazione sul posto di lavoro in favore di chi, licenziato, abbia visto pronunciarsi in suo favore sentenza di assoluzione, di proscioglimento o di non luogo a procedere ovvero l’archiviazione del procedimento a carico.
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
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Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo discutendo una tesi sperimentale in Diritto Penale Tributario e ha ottenuto il Diploma di Specializzazione in Professioni Legali preso la medesima Università.
Al termine del percorso post laurea ha svolto un tirocinio presso gli Uffici della Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Palermo, ha conseguito un Diploma in Diritto Tributario Europeo ed Internazionale, ha frequentato un corso telematico in Diritto Penale Internazionale organizzato dalla School of Law della Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio (USA) e ha inoltre frequentato il Master biennale in Difensore Tributario organizzato dall’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi.
Negli anni ha maturato una specifica competenza in tema di Diritto internazionale, Diritto immobiliare Diritto tributario, Diritto dell’Immigrazione, nonché in tema di reati fiscali ed reati economici. Approfondito il settore dell'assistenza alle imprese e specificamente dell’auto-imprenditorialità (valido strumento per la creazione di opportunità professionali giovanili), fornisce specifica assistenza in tema di Start-up, Start-up innovative ed internazionalizzazione delle PMI, in stretta correlazione con la nuova normativa italiana in tema di microcredito e mentoring.
Di lingua madre italiana, parla fluentemente la lingua inglese e conosce la lingua francese.
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