Illegittimo l’automatismo del cognome paterno: un excursus delle pronunce giurisprudenziali
Con un comunicato del 27 aprile 2022, la Corte Costituzionale ha fatto sapere di aver dichiarato l’illegittimità di tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre.
Ripercorrendo le vicende che hanno portato a tale decisione, si segnala che già con sentenza n. 286 del 2016 la Corte Costituzionale, richiamando una precedente pronuncia, aveva ricordato come “l’attuale sistema di attribuzione del cognome è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia, la quale affonda le proprie radici nel diritto di famiglia romanistico, e di una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna” (sentenza n. 61 del 2006).
Così, in tale sentenza, la Corte pronunciava l’illegittimità della norma sull’attribuzione del cognome paterno, nella “sola parte di essa in cui non consente ai coniugi, di comune accordo, di trasmettere ai figli, al momento della nascita, anche il cognome materno“.
Nel 2019, il Tribunale di Bolzano sollevava la questione di legittimità costituzionale dell’art 262, 1° comma, c.c., nella parte in cui non consentiva ai genitori, di comune accordo, di trasmettere a figli/figlie, al momento della nascita, il solo cognome materno. Difatti, la vicenda riguardava la rettificazione dell’atto di nascita di una bambina, i cui genitori, non uniti in matrimonio, avevano concordemente voluto attribuire il solo cognome materno. Tale scelta risultava preclusa dall’art. 262, 1° comma, c.c., anche all’esito della sentenza della Consulta n. 286 del 2016, dove si era riconosciuta la possibilità di aggiungere il cognome della madre, mentre nel caso di specie la volontà di entrambi i genitori era volta all’acquisizione del solo cognome materno.
Pertanto, la Consulta, con l’ordinanza n. 18 dell’11 febbraio 2021, sollevava, innanzi a sé, la questione di legittimità costituzionale dell’art. 262, 1° comma, c.c., nella parte in cui, in mancanza di differente accordo dei genitori, impone l’acquisizione alla nascita del cognome paterno, anziché dei cognomi di entrambi i genitori.
In attesa del deposito della Sentenza in cui la la Corte si è pronunciata, l’Ufficio stampa ha comunicato che la stessa ha ritenuto discriminatoria e lesiva dell’identità del/della figlio/a, la regola dell’attribuzione automatica del cognome paterno e, pertanto, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre, specificando che “le norme censurate sono state dichiarate illegittime per contrasto con gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo“.
Concludendo, i figli e le figlie assumono automaticamente il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine dagli stessi concordato, salvo che decidano, di comune accordo, di attribuire un solo cognome. In mancanza di accordo, la decisione potrà demandarsi al giudice.
La regola si applica con riguardo a figli/figlie nati/e nel matrimonio, fuori dal matrimonio e a figli/figlie adottivi/e.
Come già accaduto in precedenza, la Consulta attua un cambiamento – fondamentale per la destrutturazione di retaggi patriarcali nella nostra cultura – prima del legislatore, il quale avrà il compito di intervenire, nel rispetto della decisione della Corte.
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
Listed in ROAD, con patrocinio UNESCO
Copyrights © 2015 - ISSN 2464-9775
Ufficio Redazione: redazione@salvisjuribus.it
Ufficio Risorse Umane: recruitment@salvisjuribus.it
Ufficio Commerciale: info@salvisjuribus.it
***
Metti una stella e seguici anche su Google News
The following two tabs change content below.
Dottoressa in Giurisprudenza abilitata alla professione forense. Ha conseguito un Master in Studi e Politiche di Genere, con una tesi sulla diffusione non consensuale di materiale intimo. Crea contenuti legali per Chayn Italia ed è membro della Redazione de Il ControVerso. Scrive di diritto e tematiche di genere.