Insensibili!

Insensibili!

Premessa

L’espressione «vile denaro», che pone in evidenza l’attitudine di parecchi individui a compiere qualsiasi azione pur di assicurarsi ulteriori entrate, ovvero di ridurre le spese correnti, ben s’attaglia al caso che s’intende, di séguito, esaminare: esso vede, infatti, come protagonisti un utente affetto da patologia di gravità tale da rendergli difficili gli studi e l’istituto scolastico da lui frequentato, il quale ultimo ha compiuto un’azione a dir poco riprovevole, soprattutto dal punto di vista umano, in quanto fondata interamente su questioni di budget.

La vicenda[1]

Daniele, iscritto all’Istituto Superiore «Paul Verlaine», con sede in un paesello del Varesotto, è affetto da un disturbo dello spettro autistico abbastanza preoccupante, che gli preclude di stare al passo con il resto della classe nel seguire il programma curricolare e, soprattutto, influenza negativamente i suoi rapporti col resto della scolaresca: è, invero, piuttosto marcata la sua tendenza ad estraniarsi, la qual cosa comporta – com’è ovvio – un apparente disinteresse verso le attività svolte nel corso della giornata.

Tale status, del quale la famiglia di Daniele ha reso tempestivamente edotto il dirigente del «Verlaine», comporta l’assegnazione di una figura di supporto all’interno del contesto scolastico: l’allusione è al docente di sostegno, professionista con abilitazione ad hoc, il cui còmpito primario è, per l’appunto, quello di stimolare gli alunni affidatigli a sfruttare la loro apparente «diversità» per fare grandi cose e, soprattutto, di rammentare loro che non costituiscono affatto un peso, ma, al contrario, sono parte integrante della comunità.

Ad anno in corso, tuttavia, la scuola decide – in maniera totalmente arbitraria – di privare Daniele della figura di supporto menzionata supra…solo perché a corto di risorse finanziarie: il ragazzo inizia, dunque, a trovarsi in seria difficoltà, la qual cosa induce i genitori ad adìre, in veste di esercenti la relativa responsabilità, il Tribunale competente – tale da intendersi, ai sensi dell’art. 28, comma secondo, D. Lgs. n. 50/2011, quello nel cui circondario l’istante ha il domicilio -, proponendo ricorso ai sensi dell’art. 700 del Codice di Procedura Civile.

La decisione giudiziale

Il Tribunale di Varese, Sezione Prima Civile, con ordinanza del 7 gennaio 2023, ha accolto la domanda proposta dalla famiglia di Daniele.

La scuola, nel compiere un’azione del genere – caratterizzata da avarizia ed insensibilità -, ha palesemente contravvenuto alle disposizioni contenute nell’art. 2, comma terzo, L. 67/2006, a tenore del quale «Si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone»: in altri termini, la condotta tenuta dall’istituto ha ingenerato nel giovane allievo una situazione di disagio psico-fisico, suscettibile di ripercuotersi tanto sul suo percorso didattico quanto sulla sua vita di relazione.

Nel corpus dell’ordinanza, il Giudice varesotto ha rammentato un significativo insegnamento della Corte Costituzionale (cfr. sent. n. 80/2010), secondo cui il diritto della persona diversamente abile all’istruzione si profila come fondamentale, pertanto va garantito attraverso misure integrative ad hoc, tese a garantire la piena integrazione all’interno del gruppo-scuola e del gruppo-classe.

Da quanto argomentato consegue, ça va sans dire, l’evidente discriminazione indiretta in capo ai vertici dell’Istituto «Paul Verlaine» nei riguardi di Daniele, di talché il Tribunale, ritenuto grave ed irreparabile il pregiudizio subìto da quest’ultimo, ha condannato la scuola a cessare la condotta discriminatoria: Daniele potrà, quindi, riavere il suo prof di sostegno!

 

 

 

 

 

[1] Per evidenti ragioni di privacy, i nomi utilizzati nel presente scritto sono frutto della pura fantasia dell’autore.
Le circostanze del caso son state, invece, interessate da un leggero adattamento.

Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
Listed in ROAD, con patrocinio UNESCO
Copyrights © 2015 - ISSN 2464-9775
Ufficio Redazione: redazione@salvisjuribus.it
Ufficio Risorse Umane: recruitment@salvisjuribus.it
Ufficio Commerciale: info@salvisjuribus.it
***
Metti una stella e seguici anche su Google News
The following two tabs change content below.

Adriano Javier Spagnuolo Vigorita

Laureato in giurisprudenza con una tesi sulla natura giuridica dei rapporti di lavoro secondo la disciplina del Jobs Act (relatore il prof. Francesco Santoni), Adriano Spagnuolo Vigorita (noto anche con il soprannome di "Javier") ha iniziato il suo percorso forense in seno ad un rinomato studio legale napoletano, ove ha sviluppato le proprie capacità di ricerca e, contestualmente, incrementato le conoscenze giuridiche acquisite, con particolare riguardo al diritto civile e del lavoro. Si occupa attualmente della cura di liti giudiziali e stragiudiziali nelle cennate materie e, dal 20 gennaio 2022, è pienamente abilitato all'esercizio dell'avvocatura, professione dei suoi avi. Parla fluentemente l'inglese ed il tedesco, appresi durante le sue numerose esperienze all'estero, ed è in grado di comprendere la lingua spagnola.

Latest posts by Adriano Javier Spagnuolo Vigorita (see all)

Articoli inerenti