La guerra in Ucraina: tra volontari e mercenari

La guerra in Ucraina: tra volontari e mercenari

Sommario: 1. Introduzione – 2. I volontari di Zelensky  – 3. I mercenari di Putin – 4. Conclusioni

1. Introduzione

Il 21 Febbraio del 2022, il presidente della federazione russa Vladimir Putin ha tenuto un macabro e reazionario discorso[1] durante il quale ha riconosciuto  le repubbliche indipendenti di Lugansk e Donetsk nonché ha annunciato l’inizio di un’ operazione speciale (ndt dichiarazione di guerra) in Ucraina con lo scopo ufficiale di de-nazificare la nazione. A quasi un mese dall’inizio,  i due paesi sono ancora in conflitto ed una possibile tregua sembra non essere vicina. Tuttavia in questo breve periodo, ci sono stati due eventi che hanno caratterizzato lo scenario di guerra, i quali hanno dei profili giuridici interessanti, ovvero l’impiego di volontari da parte dell’ucraina e l’impiego di mercenari da parte della Russia. L’articolo vuole esaminare sommariamente i due elementi, offrendo al lettore le coordinate per riflettere sulle due tendenze. 

2. I Volontari di Zelensky

La guerra russo-ucraina è stata connotata fin adesso da un ampio utilizzo della propaganda, la quale ha esaltato la figura del presidente ucraino ed ha evidenziato i difetti  dell’esercito russo. Una propaganda che si è sostanziata di immagini cruente, video macabri, fotogrammi sgranati e da annunci.  Poco dopo l’inizio della guerra, in una selva di proclami  del presidente ucraino, uno di essi affermava la nascita della “ legione internazionale ucraina”. Nello stesso tempo era stato pubblicato dal ministero della difesa ucraino il sito  fightforu[2], il quale dava indicazioni agli stranieri volontari come arruolarsi nell’esercito ucraino . Il primo requisito necessario per l’applying consisteva e consiste nel nulla osta del governo del volontario.  Su tale punto non sono stati pochi i dubbi. Ad esempio, come riporta Reuters[3] gli Stati Uniti permetterebbero ai propri cittadini di prestare servizio per un altro paese, tuttavia ciò potrebbe  essere valutato come elemento(non l’unico) per la perdita della cittadinanza. Da un lato strettamente normativo, il  tema del volontario di guerra, è regolato dal Neutrality Act. Il provvedimento vieta ai cittadini statunitensi di entrare in guerra contro paesi non belligeranti con gli Stati Uniti. Tuttavia sembra che il provvedimento sia stato applicato raramente e che il dipartimento della difesa americano abbia concesso il proprio placet, configurando una deroga attraverso la non perseguibilità.

Il caso del Regno Unito è abbastanza emblematico. Inizialmente la ministra degli esteri Liz Truss aveva affermato che gli inglesi potevano partecipare alla legione. Una dichiarazione molto probabilmente  connotata da una spinta emotiva. A mente fredda, ci si è posti la questione della legittimità. La risposta è arrivata dall’ex procuratore Dominic Grieve, il quale ha affermato che gli inglesi cadrebbero in violazione nel Foreign Enlistment Act del 1870[4]. Al parere dell’ex procuratore, si sono aggiunte le critiche del segretario alla difesa Ben Wallace, il quale ha sconsigliato di partecipare alla legione ed ha consigliato di unirsi all’esercito britannico[5]. Ma la ministra ha al suo fianco la consuetudine maturata nel secondo dopo guerra, infatti il Regno Unito sporadicamente ha “ammesso” tale pratica come con la Finlandia nel 1940, permettendo a  228 britannici di unirsi alle truppe del paese del nord. In altri casi non lo ha permesso come nel 1937 durante la guerra civile spagnola oppure in Siria. Per il regno di sua maestà Elisabetta II, la scelta è molto politica. In Germania, malgrado sia illegale, il governo ha comunicato che non perseguiterà i volontari. Infine l’Italia. L’arruolamento, anche in forma gratuita, è vietato secondo l’articolo 288 del Codice penale, il quale recita: 

“Chiunque nel territorio dello Stato e senza approvazione del Governo arruola o arma cittadini, perché militino al servizio o a favore dello straniero, è punito con la reclusione da quattro a quindici anni” 

Malgrado i divieti la legione ha arruolato un contingente di oltre 20.000 persone al momento in cui si scrive. Una dimensione idonea, secondo i canoni militari italiani, a formare una divisione. La legione ha suscitato intuitivamente il confronto con la controparte francese, ovvero la legione straniera tuttavia sia storicamente che per ambiti operativi le due differiscono. La legione straniera fu formata nel 1831 dal re Luigi Filippo per la conquista dell’Algeria tuttavia con  la disgregazione delle colonie, la dimensione della legione fu fortemente ridimensionata in negativo con la soppressione di molti reggimenti. Ad oggi conta meno di 8000 arruolati di cui 50 italiani. Infine la legione si differenza dalla cugina ucraina per l’ ambito di operatività, ovvero il contingente francese non ha mai operato in patria ed attualmente è dispiegato in operazioni peackeeping in Africa mentre l’esercito ucraino non ha carattere permanente e rimarrà istituito fin quando resterà in vigore la legge marziale.

Ammesso che lo stato conceda ai volontari di partire, la procedura di arruolamento è molto semplice, ovvero ci si presenta al consolato ucraino. Quest’ultimo, secondo il sito, vaglierà la presenza dell’equipaggiamento a carico del volontario: elmetto, armi, tuta militare. Conseguentemente vaglierà l’esperienza militare. Una volta passato il vaglio del consolato, si partirà per lo scenario di guerra.

In via di conclusione del punto, gli stati sono molto riluttanti nel lasciare che i propri cittadini prestino servizio per altri paesi. Tuttavia la pratica è acconsentita in presenza di motivi squisitamente politici o militari, ad esempio: si vuole migliorare l’addestramento di alcune reclute o reparti oppure lo si permette al fine di influenzare o supportare militarmente o politicamente un paese come successe nella guerra di Corea, quando la repubblica popolare cinese inviò un contingente di 250.000 uomini chiamato ” Esercito Popolare dei Volontari ” per aiutare l’esercito coreano contro gli Stati Uniti.  Concludendo, sembra che sia permesso anche in contesti di aiuti militari al fine di sopperire a mancanze di personale specializzato. Si pensi al probabile scenario di un’Ucraina che pur disponendo  di velivoli  sia carente di  piloti. Il tema del volontario di guerra è molto spinoso e generalmente in Italia si può rintracciare tale fenomeno solo in relazione a movimenti terroristici  come con la Sent. Sez. 6 Num. 23828 Anno 2019. Mentre sembra un unicuum la scelta del presidente ucraino.

3. I mercenari di Putin

Alla legione internazionale ucraina, ha risposto il presidente della federazione russa Putin aprendo alla possibilità di arruolare volontari durante l’ultimo meeting del consiglio di sicurezza. Secondo il ministro della difesa Shoigu, sarebbero 16.000 i volontari del medio-oriente pronti a partire per lo scenario ucraino[6].  Sulla qualifica di volontari sorgono molti dubbi da parte degli analisti poiché non sarebbero esigue le notizie di reclutatori russi presenti in Siria per formare una loro “divisione” di  pseudo volontari   Alcune testate come AnalisiDifesa[7] hanno addirittura indicato l’ammontare dell’ingaggio, il quale si aggirerebbe intorno ai  3000 euro. Invece circa  la provenienza dei volontari molto probabilmente  potrebbero essere i  “ronin” siriani dell’organizzazione Bustan, una formazione paramilitare creata negli anni scorsi da Rami Makhluf, cugino del presidente Assad estromesso dal potere un anno e mezzo fa. La mossa del leader russo è chiaramente simmetrica alla sua controparte ucraina, molto probabilmente la formazione dei volontari ha sia un valore simbolico propagandistico sia un valore militare, ovvero costituita per  sopperire alle perdite sofferte sul campo di battaglia. Ma Putin non ha chiesto l’ausilio solo di pseudo volontari russi ma anche di mercenari, ovvero avrebbe ordinato il dispiegamento dei ceceni di Kadyrov e  del famoso gruppo Wagner. Quest’ultimo sarebbe stato ingaggiato  con lo scopo di neutralizzare il presidente Zelensky nonché il sindaco di Kiev Vitaly Klitscho e il fratello Wladimir. Circa il gruppo, le notizie sono poche e frastagliate tuttavia sembra che sia stato fondato da  Evgenij Prigožin, detto lo chef di Putin. Sullo chef le notizie sono esigue  tuttavia InsideOver[8] è riuscito a tratteggiare un’ immagine del capo del gruppo dei mercenari.

Lo chef inizia la sua carriera negli anni 90 come cuoco dopo aver scontato un parziale della pena per frode. In particolare,  lo chef apre inizialmente una paninoteca ambulante, che, rivelandosi economicamente profittevole, aiutò l’ex criminale a costruirsi una nuova immagine. Immagine che avrebbe spinto un ex compagno di scuola, Boris Spektor, a contattarlo per sollevare gli incassi di una  neonata catena di alimentari sanpietroburghese. Nel frattempo Prigožin decide di ampliarsi aprendo un nuovo ristorante il ”New Island”, caratterizzato per essere un ristorante a battello. L’attività imprenditoriale è un vero successo tantoché decide di ampliarsi ancora decidendo di costituire un servizio di catering il “Concord”. Quest’ultima attività, grazie ad un network  influente formato nel ristorante, gli permetterà di stipulare un lauto contratto per il rifornimento  delle scuole russe. 

L’accordo permetterà al cuoco  di aumentare considerevolmente il proprio patrimonio nonché di entrare nelle stanze del potere russo . Oltre alla ristorazione decide di espandersi nel mondo cyber con la fondazione dell’ Internet Agency Research . Ovvero un istituto di propaganda. Infine decide di fondare il gruppo  Wagner. Dalla sua fondazione, il gruppo ha operato in differenti scenari come il Sahel, la Siria, la  Libia, il  Mali ed infine l’ Ucraina, maturando una certa notorietà. Di fatti, il gruppo ha sollevato numerose domande circa la paternità del gruppo nonché ha reso di nuovo attuale il tema dei contractors.

Storicamente, l’istituto dei mercenari è molto antico tantoché vi sono evidenze di un loro utilizzo durante la campagna di Italia da parte di Annibale[10]. Di proseguo nella linea temporale, le truppe irregolari sono state ingaggiate anche durante il medioevo e rinascimento. Nel 1522, l’esercito francese di Francesco I  era composto per il 71% da truppe mercenarie tedesche, svizzere ed italiane e solo una minima parte di elementi nazionali. L’esercito francese non fu l’unico ad avere dei prezzolati anche l’esercito italiano dovette far fronte all’assenza di personale, arruolando mercenari. Una tendenza che sembra essere stata molto marcata durante il regno di Vittorio Amedeo II [11]. Nel corso del tempo, alcune compagnie di soldati di ventura divennero molto famose come i lanzichenecchi, i quali ancora oggi sono utilizzati dal Pontefice come guardie personali. Altri mercenari diedero vita a famiglie nobili come i Drengot. Malgrado tra le fila  dei mercenari si possano annoverare famiglie potenti e figure di spicco come Carl Gustav von Rosen, pioniere svedese dell’aviazione, la figura del mercenario è stata sempre oggetto di pregiudizio. In particolare Macchiavelli evidenziava nel suo libro “il principe” l’assenza di fedeltà dei soldati al proprio committente. In effetti vi è sempre il dubbio ed in alcuni casi vi sono anche  le conferme di un fedeltà liquida come nell’ ammutinamento di Kisangani sul finire degli anni 60 in Congo dove i mercenari si ribellarono ai propri committenti. Tuttavia oggi  il lavoro del mercenario si è rinnovato e specializzato. 

Giampiero Spinelli, ex militare italiano, ha evidenziato bene su difesaonline[12] l’evoluzione dei mercenari in contractors(compagnie di militari private) e mercenari: 

“ I contractors sono soggetti che fanno parte di una struttura legale e legislativa. Il loro lavoro è inquadrato in un contesto contrattuale autorizzato da entità statuali e non. I contractors hanno un regolare contratto di lavoro con il soggetto che li ingaggia e sono obbligati ad adempiere a quel che viene loro richiesto ovviamente in un contesto di legalità e buon senso. Il mercenario è un soggetto venduto al miglior offerente che non ha vincoli di nessun tipo e non è legalmente autorizzato da nessuno.” 

L’evoluzione della figura permette essenzialmente di evitare, seppur parzialmente, l’identificazione con  l’articolo 47 del Protocollo aggiuntivo del 1977 e  con le  quattro convenzioni di Ginevra del 1949. Per esse il mercenario è:

Colui che è reclutato per combattere in uno specifico conflitto.

Colui che prende parte diretta alle ostilità.

Colui che è essenzialmente motivato da essenziali motivi di lucro.

La convenzione con i suoi addendum  oltre ad identificare la figura, riserva ad essa una posizione marginale nel contesto bellico privando il mercenario della qualifica  di combattente o prigioniero di guerra di conseguenza di un trattamento migliore.

Altri analisti si sono spinti oltre, identificando differenti tipologie di contractors. E’ il caso di  Peter Singer[13], che mette in relazione  i contractors in base ai servizi forniti e alla loro distanza dal fronte, prendendo ad esempio una lancia: 

– Alla punta della lancia, in prima linea, abbiamo le Compagnie Militari Private (PMC) che partecipano direttamente ed attivamente alle ostilità, conducendo anche operazioni offensive. Sostanzialmente, per i servizi prestati esclusivamente di combattimento, sono quanto più prossime alla figura del mercenario radicata nell’immaginario collettivo e, pertanto, illegali. In questo gruppo possiamo far rientrare gli uomini del Gruppo Wagner – che, a quanto pare, d’ora in poi si chiamerà Liga – che sarebbero stati dispiegati in Ucraina con diversi compiti, tra cui l’eliminazione del presidente Zelensky o partecipare all’attacco finale a Kiev.

– Lungo l’impugnatura della lancia, in posizione più arretrata rispetto alle PMC, troviamo le Compagnie di Sicurezza Private (PSC). Queste si occupano di tutta una serie di servizi di sicurezza, addestramento, consulenza e sorveglianza, ecc. Riferendoci all’attuale crisi russo-ucraina possiamo considerare quelle società – occidentali, locali e di Paesi terzi – che hanno addestrato le Forze Armate ucraine, insieme agli uomini della NATO.

– Nelle retrovie, alla fine della lancia, troviamo più in generale contractors che forniscono servizi non letali quali supporto logistico, trasporti, manutenzione armi e mezzi, interpretariato, costruzione di infrastrutture militari e perfino servizi mensa e lavanderia.

Ad oggi tale professione è ancora stigmatizzata in molti paesi come l’ Italia dove vi è l’applicazione dell’articolo 288 c.p.,  e a fortiori anche la legge 210 del 1995 ribadisce il ruolo assoluto dello stato nella pratica di coscrizione dei cittadini. Ma l’Italia non è in cattiva compagnia, infatti il  lavoro di contractor è vietato in Francia, Svizzera, SudAfrica ed Austria. Altri paesi come il Regno Unito, il Canada e gli Stati Uniti lo permettono in alcuni casi specifici. Tuttavia sembra che lo scenario sia destinato a cambiare. In primis grazie al documento di Montreux del 17 settembre 2008, i contractor e le  compagnie militari private hanno ricevuto una maggiore tutela giuridica. Inoltre l’utilizzo dei contractor è uno strumento appetibile per i governanti a causa dell’elusione dei “costi politici” dinanzi al proprio elettorato, inoltre secondo il Warsaw Institute, i contractor sarebbero più efficienti  delle forze regolari nonché più poliedriche[14]. Infine, almeno negli Stati Uniti, sembra essere un’industria fiorente con i suoi quasi 81 miliardi di introiti prospettati nel 2023[15].

Arruolare mercenari, contractor o simili non presenta esclusivamente dei benefici. Le truppe irregolari sono generalmente più costose ed  hanno un grado di fedeltà, teoricamente, più instabile. L’uso eccessivo da parte dei governi potrebbe dar vita ad una dipendenza col pericolo che i mercenari possano sostituirsi ai governanti. Tale timore è ancora più forte in paesi con  governi deboli come gli esecutivi africani. Infine difficilmente si potrà avere simmetria tra gli interessi di un committente, pensiamo ad uno stato, e ad una compagnia militare privata, la quale probabilmente avrà il suo interesse nel denaro e di conseguenza  sarà propensa a volere un mondo più instabile nonché sarà maggiormente interessata alla prosecuzione di scenari di guerra.

4. Conclusioni

L’attuale scenario bellico ha dato la possibilità di esaminare, seppur sommariamente, due figure opposte i volontari ed i mercenari. Il carisma di Zelensky e la causa ucraina hanno portato oltre 20.000 persone ad abbandonare la propria casa e la propria nazione e a prestare servizio momentaneamente per l’ucraina. D’altra parte, vi è il leader russo pronto a dispiegare tutte le proprie forze per sopraffare l’avversario. Forze sia regolari che non regolari come  i mercenari. Lo scenario tragico del conflitto può essere, per noi fortunati osservatori, un’opportunità per riflettere sul presente e sul futuro, esaminando anche eventuali tendenze che potrebbero caratterizzare  il prossimo avvenire.  Concludendo, il potere statale della coercizione sembra essere stato crepato dai volontari e dai mercenari. Nel primo caso si è assistita ad una evoluzione del volontario, il quale precedentemente veniva “arruolato” pressoché in formazioni terroristiche, salvo rare eccezioni come la guerra di  Corea, mentre adesso si veste da freedom fighter. Nel secondo caso, l’antico lavoro del mercenario è diventato di nuovo tema attuale soprattutto anche a causa di una volontà politica di eludere i costi dinanzi al proprio elettorato nonché al cambio del concetto di  guerra, divenuto  un concetto molto più ampio comprendendo  non solo le attività militari e di intelligence ma anche attività commerciali ed economiche, ovvero la guerra è diventata di sistema come hanno affermato Wang Xiangsui, Qiao Liang nel testo “Guerra senza limiti”[16]. In futuro la figura del mercenario sembra potrà assumere una posizione adeguata anche in molti ordinamenti occidentali a causa della sua poliedricità, dell’alta specializzazione  nonché della sua elasticità.

 

 

 

 

 

 


Note
[1] Trascrizione delle dichiarazioni di Putin https://www.m-48.it/2022/02/per-il-donbass-per-la-russia-il-discorso-integrale-di-putin-del-21-febbraio-2022/?doing_wp_cron=1645504910.1995689868927001953125  
[2]Sito della legione straniera ucraina https://fightforua.org/
[3]J. Thomsen, Explainer: Is it legal for foreigners to fight for Ukraine?,Reuters,14 March 2022.https://www.reuters.com/world/europe/is-it-legal-foreigners-fight-ukraine-2022-03-14/
[4] N.Arielli, K.Karvien,Fighting for Ukraine: the role foreign volunteers can play in wartime, the Conversation 8 March 2022. https://theconversation.com/fighting-for-ukraine-the-role-foreign-volunteers-can-play-in-wartime-178685
[5] N.Harley, UK government sends mixed messages on volunteers travelling to fight in Ukraine, the national view 28 Febbraio 2022. https://www.thenationalnews.com/world/uk-news/2022/02/28/uk-government-sends-mixed-messages-on-volunteers-travelling-to-fight-in-ukraine/
[6]EuropaToday. Putin arruola volontari internazionali: in 16mila in arrivo da Siria e Medio Oriente https://europa.today.it/attualita/volontari-russia-ucraina-siriani.html
[7]P.Orizio, Contractors e compagnie militari e di sicurezza private nella guerra in Ucraina, Analisi Difesa. https://www.analisidifesa.it/2022/03/contractors-e-compagnie-militari-e-di-sicurezza-private-nella-guerra-in-ucraina/
[8] Huffpost, Chi sono i “volontari” siriani assoldati da Putin https://www.huffingtonpost.it/esteri/2022/03/11/news/chi_sono_i_volontari_siriani_assoldati_da_putin-8942460/
[8]E.Pietrobon Evgenij Prigozhin, lo chef di Putin (che chef non è), InsideOver 
25 Ottobre 2021. https://it.insideover.com/schede/politica/evgenij-prigozhin-lo-chef-di-putin-che-chef-non-e.html
[9] Globalist, Cos’è il gruppo paramilitare Wagner, i mercenari russi con l’incarico di uccidere Zelenskyy 9Marzo 2022. https://www.globalist.it/world/2022/03/09/ucraina-400-mercenari-wagner-uccidere-zelenski/
[10] Difesa Online, La battagli di Zama, https://www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/la-battaglia-di-zama
[11] P.Palumbo, la vocazione di un esercito europeo, DifesaOnline, 2018 https://www.difesaonline.it/evidenza/approfondimenti/la-vocazione-di-un-esercito-europeo
[12]D.Serangelo, due parole con Giampiero Spinelli,DifesaOnline 2015 https://www.difesaonline.it/evidenza/interviste/è-di-moda-il-contractor-due-parole-con-giampiero-spinelli
[13]P.Orizio, Contractors e compagnie militari e di sicurezza private nella guerra in Ucraina, Analisi Difesa. https://www.analisidifesa.it/2022/03/contractors-e-compagnie-militari-e-di-sicurezza-private-nella-guerra-in-ucraina/
[14]Report The Awakening Of Private Military Companies 2020, Warsaw Institute. https://warsawinstitute.org/awakening-private-military-companies/
[15]B.Howard,  How the private military industry went global,CNBC https://www.cnbc.com/video/2020/07/27/how-the-private-military-industry-went-global.html
[16]Wang Xiangsui, Qiao Liang, Guerra senza Limiti, ed Fabio Mini 2017.

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