La legge sulla parità salariale: superare il divario retributivo tra lavoratori
La norma sulla parità salariale è stata approvata all’unanimità dalla commissione Lavoro di Palazzo Madama superando così il divario retributivo tra uomo e donna.
In Italia, secondo i dati ISTAT, la retribuzione oraria ammonta ad euro 15,2 per le donne ed a 16,2 euro per gli uomini, inoltre, sempre secondo i dati ISTAT, sarebbero 99.000 le donne disoccupate su 101.000 nuovi disoccupati.
Al fine di contrastare il gap retributivo di genere si prevedono misure premiali per le aziende non discriminatorie e volte a favorire la partecipazione delle donne al lavoro tramite l’istituzione della certificazione della parità di genere. A partire dal 1 gennaio 2022, difatti, le aziende in possesso della suddetta saranno esonerate dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. Il tetto massimo è pari a 50milioni di euro annui per ciascuna azienda. L’esonero sarà applicato su base mensile con apposito decreto da approvare entro il 31 gennaio 2022.
La legge introduce l’obbligo per le aziende pubbliche e private con oltre 50 dipendenti di redigere un rapporto ogni due anni sulla situazione dei lavoratori e delle lavoratrici che descriva la situazione riguardante i guadagni, i licenziamenti, i pensionamenti nonché i passaggi di qualifica. Un rapporto che invece diviene su base facoltativa per le aziende con un numero minore di dipendenti. L’elenco delle imprese che trasmetterà il rapporto sarà reso pubblico con previsione di multe sino a 5 mila euro per la mancata o fallace comunicazione dei dati. Il rapporto deve essere inviato entro il 31 dicembre di ogni anno per non incappare in sanzioni da parte dell’Ispettorato Del Lavoro.
Inoltre, la norma integra la nozione di discriminazione diretta ed indiretta di cui all’art.25 del Codice per le pari opportunità. Il testo si riferisce alle modifiche che limitano le opportunità di sviluppo di carriera per le lavoratrici.
Trattasi di un passo fondamentale per le bambine, donne e lavoratrici del domani e si auspica che sia solo l’inizio di un percorso sempre più egualitario per chi desidera lavorare, oltre ogni discriminazione sessuale.
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Anna Guarnaccia
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