La mensa scolastica è obbligatoria anche se troppo cara per la famiglia?
Ciclicamente torna alle luci della ribalta il problema della mensa scolastica: precisamente, vengono riproposti casi in cui ai piccoli studenti non venga somministrato il pasto della mensa a causa della morosità dei genitori.
E neppure, invero, è stato concesso di consumare un pasto alternativo.
Purtroppo, si tratta di una triste realtà con la quale conviviamo, conseguenza di un momento economico non certo florido e felice.
Ed invero, va anche rilevato come, spesso, i servizi di mensa non siano tra le voci di spesa più economiche e nemmeno siano strutturati in modo da tener conto delle diverse possibilità economiche di chi vi accede.
Una voce fuori dal coro è rappresentata dalla sentenza della Corte di Appello di Torino n. 1049/2016 del 21 giugno.
Nel caso di specie, vari genitori ricorrevano al Giudice per vedere riconosciuto il proprio diritto a portare il pasto da casa.
La Corte di Appello, ribaltando quelle che erano state le statuizioni del Giudice di primo grado (il quale aveva suggerito ai genitori di optare per un orario diverso, che non prevedesse il pasto a scuola e ore pomeridiane), riconosce e sancisce invece l’importanza, nel progetto educativo, di poter sfruttare il cd. tempo mensa.
Sostiene infatti la Corte che sarebbe assai lesivo e limitativo dei diritti degli studenti indirizzarli verso la scelta di un orario che non preveda lezioni pomeridiane.
Viene dunque riconosciuta la possibilità per i bambini di poter usufruire degli spazi mensa e sfruttare questo momento consumando il pasto portato da casa.
Una decisione che senz’altro rappresenterà un punto di svolta all’interno del dibattito sulle mense scolastiche.
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Avv. Camilla Fasciolo
Nata il 07.09.1987 a Finale Ligure (SV), ha conseguito la laurea in Giurisprudenza nel luglio 2011 con una tesi in procedura penale, "La disciplina del patrocinio a spese dello stato nei procedimenti penali". Nel giugno 2013 si diploma presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell'Università di Genova, con una tesi in diritto di famiglia riguardante il nesso di causalità nell'addebito della separazione. Esercita la professione di avvocato dal Gennaio 2015.
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