La nuova era del lavoro: non solo guadagno, ma dignità

La nuova era del lavoro: non solo guadagno, ma dignità

Il proliferarsi delle nuove tecnologie ha permesso di fare passi da gigante anche nel settore del mercato del lavoro. Infatti, con lo scoppio della pandemia Covid-19, le imprese hanno dovuto adattarsi ad un nuovo mercato e ad un nuovo modo di lavorare.

Non essendo possibile recarsi direttamente in ufficio è stato necessario flessibilizzare la propria attività, consentendo ai lavoratori di compiere le proprie mansioni direttamente da casa; è stata individuata, quindi, una nuova tipologia di lavoro, il c.d. smart working, definito dalla legge italiana come lavoro agile, regolato da L. 22 maggio 2017, n. 18.

Come ogni cosa, però, anche lo smart working ha i propri pro ed i propri contro ed è necessaria una attenta analisi per capire che futuro possa avere il mercato del lavoro.

Il lavoro agile non solo garantisce un taglio dei costi aziendali (ad esempio nell’affitto dello spazio da parte dell’impresa), riduzione dei costi del materiale (pc, tablet e strumenti elettronici), ma anche un maggior equilibrio tra vita professionale e personale del lavoratore; difatti la categoria di lavoratori maggiormente svantaggiata da un contratto di lavoro tipico sono proprio le donne, le quali solitamente fanno maggiormente uso ad esempio di permessi o congedi di lavoro. Sono sempre le donne, inoltre, a ricercare maggiormente un lavoro part-time, invece di uno full-time.

Un importante pro del lavoro agile consiste certamente nella eliminazione del traffico autostradale e, quindi, in minori emissioni di CO2.

L’art. 18 della L. 18/2017 definisce il lavoro agile come attività lavorativa di tipo subordinato esente da vincoli spaziali e/o temporali; difatti, come si evince dal testo: “La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva“.

È importante, però, non confondere lo smart-working con un altro tipo di lavoro atipico, definito come telelavoro. Con tale termine si definisce, infatti, la pratica lavorativa compiuta con l’utilizzo di mezzi tecnologici, quali personal computer, smartphone, tablet, in un luogo differente dagli uffici dell’impresa. Gli orari sono più rigidi e, di norma, rispecchiano quelli stabiliti per il personale che svolge le stesse mansioni all’interno dell’azienda. 

Uno dei problemi legati alla tipologia di lavoro agile riguarda la possibilità che il datore di lavoro pretenda una connessione costante da parte del lavoratore. Invero, già da tempo di parla di diritto alla disconnessione, lo stesso Parlamento Europeo ha richiesto alla Commissione una proposta di legge tale da garantire la disconnessione del lavoratore al di fuori dell’orario di lavoro.

Una connessione costante non permette di delineare un limite tra vita professionale e personale del lavoratore e può portare ad implicazioni negative sullo stato di salute dello stesso. Solo alcuni paesi dell’Unione hanno riconosciuto però tale diritto in capo ai lavoratori adottando un sistema volto a filtrale le mail o le chiamate di lavoro fuori dal normale orario di ufficio, in modo tale che queste raggiungano il lavoratore la mattina successiva. Lo scopo di una regolamentazione europea è volta a vincolare gli Stati membri nell’adozione di una politica sociale, garantendo che attraverso gli accordi tra datori di lavoro e lavoratori non veda svantaggiata la figura più debole ed evitando che il lavoratore incorri in discriminazioni o trattamenti negativi da parte del proprio datore di lavoro.

Inoltre, nel periodo 2021-2024 sarà compito di Eurofound esaminare ed approfondire la tematica del lavoro agile, analizzando nei diversi Stati e nei diversi settori l’organizzazione dell’attività lavorativa. Le forme di lavoro definite come atipiche saranno oggetto di un’attenzione particolare, con lo scopo di individuare ciò che viene definito come lavoro sostenibile. Quindi anche se lo smart working ha conosciuto il proprio boom con la pandemia, al termine della stessa non conoscerà il proprio oblio, ma continuerà ad esistere; per questo è necessaria una regolamentazione specifica volta a garantire un effettivo bilanciamento tra diritti e doveri del datore di lavoro e del lavoratore, senza gravare eccessivamente su una figura rispetto ad un’altra. È imprescindibile il bisogno di creare un bilanciamento tra le necessità della persona umana e la necessità del mercato del lavoro, senza però guardare solo al guadagno economico, ma approcciandosi effettivamente ad una politica sociale dell’Unione.

 

 

 

 

 


Fonti:
  1. https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20210121STO96103/il-parlamento-europeo-vuole-garantire-il-diritto-alla-disconnessione-dal-lavoro
  2. https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/priorities/inclusione-sociale/20180706STO07413/conciliare-lavoro-e-famiglia-nuove-regole-per-il-congedo-parentale
  3. https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20210114IPR95618/pe-il-diritto-alla-disconnessione-dovrebbe-essere-un-diritto-fondamentale
  4. https://www.eurofound.europa.eu/it/topic/sustainable-work
  5. https://www.eurofound.europa.eu/it/topic/working-conditions-and-sustainable-work

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Sara Onorato

Buongiorno a tutti! mi chiamo Sara e sono nata a Milano nel 1996, attualmente sono una studentessa di giurisprudenza presso l'Università Statale di Milano, ed aspiro a diventare avvocato.

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