La soppressione del Tribunale dei Minorenni
A breve sarà sottoposta al vaglio del Senato il disegno di legge relativo alla riforma del processo civile.
Tale disegno prevede la soppressione dei Tribunali per i Minorenni.
Proprio la preposizione semplice “per” deve farci riflettere sull’importantissima istituzione di questo Tribunale.
Si tratta di un organo specializzato istituito con la legge n. 835 nel lontano 1935.
E’ un Tribunale collegiale, composto da quattro giudici: due togati, il presidente ed un giudice a latere e due giudici onorari, un uomo e una donna, scelti tra esperti di psichiatria, psicologia e pedagogia; proprio le caratteristiche dei giudici onorari rendono tale Tribunale un organo giudiziario specializzato. Sono professionisti in grado di interpretare i comportamenti dei minori e le dinamiche delle loro famiglie.
La funzione del Giudice Onorario è improntata alla scelta della soluzione più confacente al minore.
Tale interesse primario è ribadito anche nella Convenzione di New York del 1989, ratificata con la Legge 176 del 1991, dove all’art. 3 comma1 prevede:” In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse del fanciullo deve essere una considerazione preminente”.
In materia penale il Tribunale per i Minorenni ha una competenza esclusiva, giudicando tutti i reati compiuti dal soggetto minore di età anche se in concorso con soggetti adulti.
In materia civile la competenza non è esclusiva, in quanto anche altri giudici si occupano della tutela dei minori.
I provvedimenti adottati riguardano la potestà genitoriali, le questioni sull’affidamento, le valutazioni sull’idoneità all’adozione e tanti altri.
Il Tribunale dei Minorenni ha anche una competenza amministrativa relativa agli interventi educativi a favore di adolescenti in difficoltà.
Questo sistema così specializzato atto a realizzare l’interesse del minore, che è ammirato dai paesi europei al punto tale che la Comunità europea ha imposto agli stati membri di adeguarsi al sistema italiano minorile entro tre anni.
Può un organo così importante dissolversi nel caos della giustizia italiana?
In base alla proposta di riforma il Tribunale per i Minorenni verrà sostituito da sezioni specializzate circondariali, istituite nel capoluogo del distretto di corte d’appello a cui verrà affidata la competenza su tutte le controversie relative ai divorzi, rapporti tra famiglia e minori e diversi procedimenti civili e le sezioni specializzate distrettuali, istituite presso le corti d’appello che saranno competenti in materia di adozioni, minori richiedenti asilo e dei procedimenti penali a carico di soggetti minori.
Gli operatori del diritto sono scettici: avvocati, magistrati ed operatori sociali sono contrari alla riforma.
La centralità del minore verrebbe affidata alla sottosezione di un tribunale ordinario. Si perderebbe tutta l’efficacia delle specifiche competenze unite all’esperienza, di giudici specializzati che meglio di chiunque altro conoscono le dinamiche del mondo minorile.
In questo caso i diritti dei bambini e degli adolescenti verrebbero sacrificati per risanare le carenze di risorse negli uffici degli adulti.
Anche l’Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia ha espresso il proprio dissenso sulla proposta di riforma.
L’associazione ha ribadito che soltanto con Uffici specializzati aventi competenze esclusive ed esaustive in materia minorile e familiare, possa superarsi ogni frammentazione e possa coniugarsi le esigenze di specializzazione con quelle di prossimità, puntualizzando che la necessità di una riforma così vasta non debba poi disperdere l’esperienza della giustizia minorile italiana, patrimonio inestimabile, preso a modello anche in sede internazionale.
Il Senato terrà conto di questa eccellenza?
Avv. Claudia Rinaldo
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