La violenza sessuale ed i reati culturalmente orientati: il punto della Cassazione
Il reato culturalmente orientato è oggi al centro di un nuovo e acceso dibattito anche in conseguenza del fenomeno immigratorio.
Su questo tema anche la giurisprudenza della Cassazione si è recentemente espressa, chiarendo la valenza del fattore culturale quale scriminante nel reato. L’occasione della pronuncia giurisdizionale è seguita ad un caso di violenza sessuale sui minori: la sentenza n.29613/2018 del luglio c.m.
La vicenda giudiziaria trae origine dalla violenza ai danni di un minore di cui all’art. 609-quater c.p. I giudici di merito, sia nel primo che nel secondo grado, avevano mandato assolti gli imputati. In particolare il giudice di prime cure aveva ritenuto che il dolo caratterizzante la condotta del reato in esame debba essere valutato alla luce del fattore culturale in quanto questo può influire sulla conoscenza e sulla comprensione.
Il giudice di appello, invece, ha escluso il reato ritenendo che sul piano materiale del reato non sussistesse l’intento sessuale degli atti compiuti.
La Suprema Corte, aderendo in toto ai motivi di ricorso dell’accusa, ha ritenuto viziate e quindi censurabili entrambe le sentenze.
La Suprema Corte ha dapprima proceduto ad una ricostruzione del reato culturalmente orientato specificando come questi sia un istituto non uniforme. Ha poi escluso in toto che la norma penale possa essere abdicata in virtù di rispetto di tradizioni culturali, religiose, sociali del cittadino o dello straniero.
Tali tradizioni infatti devono tenere conto dei limiti derivanti dall’ordinamento giuridico nel quale esse vengono a trovarsi, non potendo, quindi, in alcun modo sovrapporsi alla norma giuridica.
Infine la giurisprudenza di legittimità sottolinea come ogni atto lesivo della sfera sessuale di un soggetto, in mancanza del consenso di quest’ultimo, leda tale bene giuridico a prescindere dal mltivo per il quale il soggetto agente l’abbia compiuto. Ciò è rafforzato quando la vittima è un minore in quanto la tutela che l’ordinamento assicura a questi è certamente rafforzata. Nel caso di specie, inoltre la relazione di parentela è prevista quale aggravante di un reato già sanzionato duramente dal legislatore in quanto si inserisce in un contesto ove l’autore del reato, dato il contesto, trae sicuramente un’agevolazione del consenso o un impedimento al rifiuto.
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Rosalia Manuela Longobardi
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