Le diverse tipologie di sequestro e la restituzione delle cose sequestrate
Il sequestro è un provvedimento caratterizzato dalla sottrazione di un bene a chi lo detiene e può essere messo in pratica sia in ambito penale che civile.
Esistono diversi tipi di sequestro, a seconda della motivazione in cui trova la sua ragion d’essere.
Parlando di sequestri in ambito penale, il bene sequestrato, molto spesso, è il corpo del reato, cioè “le cose sulle quali o mediante le quali il reato è stato commesso nonché le cose che ne costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo” (art. 253, co. 2 c.p.p.) per il quale può essere emesso questo provvedimento in via probatoria, conservativa o preventiva.
Il sequestro probatorio è disciplinato dall’art. 253 e ss. c.p.p., secondo cui “l’autorità giudiziaria dispone con decreto motivato il sequestro del corpo del reato e delle cose pertinenti al reato necessarie per l’accertamento dei fatti“.
Come ci suggerisce il nome, infatti, questo tipo di sequestro funge da mezzo di ricerca della prova ed è utilizzato per l’individuazione delle fonti di prova.
Il decreto motivato può venir meno nel momento in cui il sequestro è conseguente ad attività di perquisizione con esito positivo da parte della polizia giudiziaria, in quanto azione validante dello stesso sequestro.
I beni sequestrati sono custoditi in cancelleria del Giudice ovvero in segreteria del Pubblico Ministero ma, se questo non avviene, si provvede ad indicare un altro luogo idoneo, nominando un custode.
Il sequestro conservativo, disciplinato dall’art. 316 c.p.p., invece, è disposto “se vi è fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie per il pagamento della pena pecuniaria, delle spese di procedimento e di ogni altra somma dovuta all’erario dello Stato“. L’oggetto del sequestro in questione può riguardare “beni mobili o immobili dell’imputato o delle somme o cose a lui dovute nei limiti in cui la legge ne consente il pignoramento“.
E’ però possibile evitare questo tipo di sequestro se l’imputato offre una cauzione idonea a garantire i crediti per cui il sequestro può essere disposto. Ciò porta il Giudice a disporre con decreto che non si faccia luogo al sequestro in oggetto.
Nel caso di sentenza di condanna al pagamento di una pena pecuniaria divenuta irrevocabile, il sequestro conservativo si converte in pignoramento ex art. 320 c.p.p.
Infine, il sequestro preventivo può essere disposto “quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati” (art. 321 c.p.p.). Presupposto implicito di tale provvedimento è la sussistenza della probabilità della effettiva consumazione del reato (cd. fumus commissi delicti).
Le cose sequestrate, poi, vengono restituite a chi ne abbia diritto sia quando vengono meno le esigenze probatorie prima della sentenza, che dopo la sentenza non più soggetta a impugnazione ex art. 262 c.p.p.
I tempi quindi sono variabili e dipendono dalla dinamica e durata del procedimento.
La restituzione delle cose è disposta dal giudice con ordinanza se non vi è dubbio della loro appartenenza. E’ chiaro che, se non si ha certezza della legittima proprietà del bene, questo non può essere restituito e, in caso di controversia sulla proprietà delle cose sequestrate, si rimette la risoluzione al giudice civile (art. 263 c.p.p.).
Anche la Corte di Cassazione si è espressa a riguardo, sancendo che “il soggetto che richiede la restituzione della cosa sequestrata e non confiscata deve fornire la prova rigorosa della esistenza di un suo diritto legittimo su di essa, non potendosi prescindere, ai fini dell’accoglimento dell’istanza, dall’accertamento dello ‘jus possidendi’” (Cass. Pen., Sez. V, sent. n. 9284 del 3 marzo 2015).
Lo jus possidendi, altro non è che il “diritto di ottenere il possesso”, che spetta principalmente al proprietario.
Qualora sussistano questi presupposti, dunque, è possibile inoltrare al Giudice procedente istanza di dissequestro per chiedere ed eventualmente ottenere la restituzione dei beni sequestrati.
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Riccardo Polito
- Laureato in Giurisprudenza all'Alma Mater Studiorum di Bologna;
- Praticante avvocato e consulente legale;
- Appassionato di diritto, psicologia e musica.
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