L’incontro individuale nella mediazione familiare: quando è necessario e quali sono i vantaggi e gli svantaggi

L’incontro individuale nella mediazione familiare: quando è necessario e quali sono i vantaggi e gli svantaggi

Il ricorso alle sessioni separate nel corso degli incontri di mediazione familiare è uno degli aspetti più controversi e divisivi in materia. Indubbi sono i vantaggi delle stesse (chiaramente sempre legati alle peculiarità del contesto del caso concreto) così come altrettanto indubbiamente rilevabili sono i rischi o gli aspetti negativi derivanti dal loro utilizzo.

Di seguito ci si occuperà, dunque, di andare ad evidenziare tanto i primi quanto i secondi.

Si deve, innanzitutto, ricordare che il mediatore deve sempre restare in una posizione neutrale e che, pertanto, nell’eventualità che uno dei membri della coppia chieda di effettuare un incontro individuale, il mediatore proporrà lo stesso anche all’altro coniuge, onde evitare qualsivoglia forma di disparità di trattamento.

La scelta tra le sessioni congiunte e quelle separate dipende chiaramente dall’analisi del caso concreto da parte del mediatore, non potendosi affatto prevedere aprioristicamente quale sia la scelta migliore. E’ solo o principalmente nel caso in cui non sia possibile proseguire nelle sedute a tre che una delle parti di sua sponte o direttamente il mediatore possono proporre di proseguire la seduta con incontri individuali, durante i quali il mediatore cercherà di acquisire il maggior numero di informazioni, sia sulla posizione della parte rispetto alle questioni oggetto degli incontri, sia sulle opinioni personali (e soprattutto i ipotesi di pensieri latenti o sconosciuti all’altra parte e a questa mai comunicati o in casi di prevaricazione verbale dell’una sull’altra per questioni caratteriali o culturali).

Attraverso l’incontro individuale si avrà, pertanto, la possibilità di ottenere chiarimenti da parte di entrambi e di approfondire alcuni aspetti particolarmente problematici che, stante l’elevata conflittualità emersa negli incontri congiunti, impedisce qualsivoglia forma di dialogo o comunque un confronto su un piano paritario, di ascolto attivo e comprensione reciproca.

L’incontro individuale può già intervenire nella fase preliminare della mediazione, al fine di raccogliere un quadro generale della situazione e più informazioni possibili da parte della coppia, oppure questa modalità è da prediligersi in caso di conflittualità aspra o in ipotesi in cui una delle due parti appare particolarmente vulnerabile (come visto poc’anzi).

Attraverso le sessioni separate le parti possono, infatti, sentirsi maggiormente comprese e più libere e sicure di esprimere apertamente e senza filtri i propri pensieri e le proprie posizioni in merito alle questioni relative alla genitorialità e agli aspetti economici.

Al contempo è bene evidenziare che, sebbene la modalità separata possa essere prodromica e propedeutica all’incontro congiunto e, dunque, rendere i successivi incontri di mediazione più efficaci, il rischio naturale è quello di rallentare il processo di mediazione e il raggiungimento di un accordo proprio per una dilatazione dei tempi.

Inoltre, l’ascolto individuale può fornire una visione di volta in volta solo parziale al mediatore familiare e, proprio l’assenza del conflitto e quindi l’impossibilità di viverlo in una posizione di terzietà e neutralità, può portare solo alla procrastinazione di un momento naturale e non evitabile: il confronto diretto della coppia.

Le sessioni separate possono, altresì, portare le singole parti a distorcere la verità, sicure del non ascolto del partner e, quindi, fornire un quadro che il mediatore (proprio perché distorto) dovrà comunque ricostruire nella sua veridicità, per quanto possibile.

Alla luce di quanto evidenziato, pertanto, se da una parte le sessioni separate danno maggiore spazio alle emozioni, soprattutto in contesti di difficile dialogo o vulnerabilità, dall’altro sono uno strumento da utilizzare con cautela e non da prediligere indiscriminatamente.


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