L’industria del futuro nelle regole del passato

L’industria del futuro nelle regole del passato

L’Industria 4.0

In tutti i settori le aziende “tradizionali” stanno affrontando o si accingono ad affrontare un percorso di trasformazione digitale.

Un percorso che non può però limitarsi semplicemente alla “digitalizzazione” dei processi esistenti e o a portare online il vecchio modello di business.

I cambiamenti indotti dal digitale nella società, nei comportamenti d’acquisto, nei modelli competitivi, richiedono alle aziende di ripensare e innovare in maniera sostanziale i propri modelli di business.

L’industria, dunque, sta vivendo una trasformazione che, senza precedenti per rapidità e pervasività, investe tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: ideazione, produzione, distribuzione, vendita e consumo.

Il filo conduttore di questa metamorfosi è rappresentato dall’ascesa inarrestabile della componente immateriale dell’economia, la cui crescente digitalizzazione ha favorito lo sviluppo della prototipazione rapida, dell’automazione spinta e della manifattura additiva, dell’Internet of Things, della nuova economia dei dati, della produzione on demand e della sharing economy.

Siamo entrati nell’era dell’Industria 4.0, una trasformazione irreversibile fondata sulla sempre più forte collaborazione tra università, attori della ricerca, grandi imprese, PMI e StartUp innovative.

A quest’ultime, in particolare, va riconosciuto il merito di proporre un nuovo paradigma imprenditoriale caratterizzato dall’ambizione a crescere rapidamente, dalla vocazione internazionale, dall’impegno all’innovazione permanente e dalla propensione alla contaminazione intersettoriale e all’open innovation. Tali valori, se diventeranno sistemici, saranno in grado di rinnovare l’intero tessuto economico – imprenditoriale, compreso quello più tradizionale.

La crescita del fenomeno StartUP

Le StartUp Innovative sono nuove imprese che svolgono attività di sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

I protagonisti di questo nuovo modello di business, sono per lo più “giovani”, ragazzi under 35 i quali davanti ad un caffè tra colleghi/amici, mettono sul tavolo idee ed investendo tempo, energie e denaro tentano di realizzarle e di trasformarle in vere e proprie fonti di remunerazione cercando di attirare l’interesse degli Stakeholder nazionali ed internazionali.

Dal 2012, anno di entrata in vigore Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 poi convertito dalla Legge 17 dicembre 2012, n. 221, che ha introdotto in modo articolato e sistematico il concetto di start up innovativa, il buon andamento dell’esperienza è confermato anche dalla dinamica mensile delle iscrizioni di Startup innovative nella sezione speciale dedicata nel Registro delle imprese.

Se a gennaio 2013 erano 20 già a marzo di quello stesso anno se ne erano iscritte altre 316. A giugno del 2016 sono state 202. A settembre dello scorso anno le Startup innovative iscritte erano 6.363, con più di 9mila dipendenti e di 25mila soci.

Le principali caratteristiche di una Startup Innovativa

Oltre alla caratteristica chiave, facilmente deducibile dalla descrizione, ossia che le start up hanno, quale oggetto sociale esclusivo: lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico; esse possiedono altre caratteristiche, altrettanto importanti:

  • la maggioranza delle azioni/quote della start up sono detenute da persone fisiche;

  • le start up devono essere costituite o svolgere attività d’impresa da non più di 48 mesi;

  • devono avere sede principale degli affari e interessi in Italia;

  • a partire dal secondo anno di attività, devono avere come totale del valore della produzione annua, risultante dall’ultimo bilancio approvato entro 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio, non superiore a € 5 milioni;

  • non distribuiscono e che non hanno distribuito utili;

  • non sono state costituite per fusione/scissione o a seguito di cessione d’azienda /ramo d’azienda. (fonte: fisco e tasse)

Requisiti fondamentali

Per rientrare nella disciplina della start-up innovativa ex D.L. n. 179/2012, la società deve possedere almeno uno dei seguenti requisiti:

  1. Le spese in ricerca e sviluppo devono essere uguali o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della start up innovativa

  2. Impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo di personale in possesso, o in corso di svolgimento di un dottorato di ricerca, oppure in possesso di una laurea magistrale ai sensi dell’art. 3 del DM n. 240/2004;

  3. È titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale (brevetto).

Vantaggi principali che offre una Start up

La normativa italiana prevede una serie di vantaggi che possono essere riassunti in: esenzioni, agevolazioni, e strumenti speciali.

  1. Esenzioni: la start up, a differenza delle altre aziende, sarà esonerata dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria dovuti per qualsiasi impresa da effettuare presso il RDI (Registro delle Imprese), nonché dal pagamento del diritto annuale dovuto alla Camera di Commercio.

  2. Agevolazioni: la start up potrà essere costituita senza l’intervento del notaio, potrà assumere personale della durata minima di 6 mesi e massima di 36 mesi senza vincoli quantitativi previste per le altre società.

    Un importante accenno va fatto per chi investe nelle start up. Dal 1° gennaio 2017 le somme investite nel capitale sociale delle start up innovative potranno essere detratte dall’IRPEF (se l’investitore è una persona fisica o una società di persone) o dedotte dal reddito d’impresa ai fini IRES (se è un soggetto Ires) nella misura del 30%, pertanto non sono più applicabili le percentuali, previste dal 2013 al 2016, del 19% per la detrazione IRPEF e del 20% per la deduzione dall’imponibile IRES. (fonte: sole24ore).

  3. Strumenti speciali: con l’introduzione del Crowdfunding è stata data la possibilità alle start up di raccogliere capitali di rischio tramite portali online (vedi StarteedEppela ecc.). Altrettanto è stato fatto con l’istituzione del Fondo Centrale di Garanzia per le start up innovative. Si tratta di un fondo governativo, semplificato e gratuito, che facilità l’accesso al credito per start up attraverso la concessione di una garanzia su prestiti bancari.

Il ruolo del Consulente Legale nel mondo dell’Industria 4.0

In questo nuovo mondo, Consulenza legale e start up costituiscono un binomio inevitabile nella crescita di una giovane impresa innovativa, che presenta problematiche differenti dalla maggior parte delle aziende “tradizioni” e a volte del tutto inedite anche per uno studio legale.

Problematiche che spesso non vengono percepite dai Giovani StartUppers e possono vertere dalla necessità di tutela della proprietà intellettuale, alla fattibilità concreta di un prodotto o servizio innovativi rispetto a quanto anche l’ordinamento prevede (si pensi ad esempio a tutta la problematica posta da soluzioni che raccolgono dati rispetto alla tutela della privacy).

Ovviamente per una Startup non ancora costituita, il team con un’idea per intenderci, può trovare nel legale un valido aiuto per capire la fattibilità del progetto rispetto all’ordinamento o possibili frizioni; può identificare la forma societaria più adatta alla Startup e, sopratutto se ci sono già degli investitori, occuparsi della negoziazione con gli stessi.

Le nuove regole dettate dal  progresso devono come sempre fare i conti con i sistemi tradizionali, i quali spesso, a causa dell’inesperienza dei giovani protagonisti del fenomeno, rappresentato ostacoli da superare ovvero veri e propri limitazioni e freni.

Il Consulente Legale può rappresentare la giusta guida del nuovo che avanza nel vecchio intrecciarsi di regole, leggi, prassi e consuetudini nei quali i studi legali sono cresciuti e hanno fatto la propria ricchezza.

Un rapporto di continuo scambio di know-how tra  nuovo e vecchio che può rappresentare garanzia di successo per gli StartUppers e modello di crescita per gli Studi Legali in un settore che rappresenta il futuro ma che è già il presente.


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Emanuele Cretaro

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