Mancanza di letti, muore in ‘Chirurgia’: medico assolto
Cass. Pen., sez. IV, 18 marzo 2016, n. 11641
Un uomo, colpito da un improvviso malore si reca al ‘Pronto soccorso’. Una volta in ospedale, l’uomo, colpito da alcuni problemi cardiaci, muore improvvisamente nel reparto di ‘Chirurgia’.
Il medico del ‘Pronto soccorso’ viene, così, accusato di «omicidio colposo». A provocare clamore, la morte di un uomo colpito da «dissezione del tratto ascendente dell’aorta». A lasciar perplessi soprattutto il fatto che l’uomo, nonostante gli evidenti problemi cardiaci, sia stato ricoverato in ‘Chirurgia’, a causa della «indisponibilità di letti» e non invece (come sarebbe stato legittimo aspettarsi) in ‘Cardiologia’.
Tuttavia, il medico è stato ritenuto non responsabile della morte del paziente.
Sia la visione tracciata dal Gup che quella delineata dai giudici d’Appello sono state confermate dalla Cassazione. In sostanza, nessun «addebito di colpa» per il medico del ‘Pronto soccorso’.
A nulla sono valse le contestazioni mosse da una parente stretta dell’uomo, che sosteneva da un lato la tesi della «erroneità della diagnosi e dell’approccio terapeutico, sostanziatosi nella somministrazione di farmaci antidolorifici», e, dall’altro, poneva in evidenza il «mancato trasferimento» dell’uomo in una «struttura» adeguata, ossia nel reparto di ‘Cardiologia’.
Per i magistrati della Suprema Corte, invece, il medico «ha assolto ai propri doveri, anche provvedendo al trasferimento del paziente presso il reparto», e «non gli si può addebitare l’indisponibilità dei letti in quello di ‘Cardiologia’». Peraltro, alla luce della «causa della morte» addebitabile ad uno «shock di tipo cariogeno emopericardico» è stata legittimamente esclusa «alcuna possibilità concreta di intervento in grado di contrastare l’esito fatale della patologia».
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Anna Romano
Co-responsabile di sezione at Salvis Juribus
Nata a Napoli nel 1993, ha conseguito la laurea in giurisprudenza nel marzo 2017 con votazione di 100/110, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, discutendo una tesi in Cooperazione Giudiziaria dal titolo "Le procedure estradizionali nel contesto dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia", relatore Prof.ssa Fabiana Falato.
Spinta da una forte passione per le materie giuridiche, già durante il percorso universitario ha collaborato con una Rivista giuridica, Salvis Juribus, inizialmente redigendo articoli di approfondimento su specifiche tematiche inerenti l’ambito della contrattualistica, la responsabilità civile e l’edilizia. In seguito, ha rivestito un ruolo di responsabilità all’interno della medesima Rivista occupandosi del coordinamento degli Autori e della relativa gestione per quanto concerne la Sezione “Famiglia”.
Nel marzo 2017, inoltre, la tesi di laurea ha ricevuto la dignità scientifica essendo stata pubblicata sulla Rivista Salvis Juribus.
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