Mutamento di destinazione d’uso: il punto secondo la giurisprudenza di legittimità
La sentenza n.36689/2019 emessa dalla terza sezione penale della Cassazione affronta la tematica del mutamento di destinazione d’uso del locale.
Nel caso di specie era stato realizzato un mutamento di destinazione d’uso con opere edilizie per la creazione di un luogo di culto senza permesso di costruire in locali originariamente destinati a magazzino. Si rinviene la violazione dell’art 44 comma 1 lett. b del T.U edilizia (D.lgs 380/2001) laddove prevede l’arresto fino a due anni congiuntamente all’ammenda in caso di esecuzione di lavori in totale difformità o assenza del permesso di costruire.
La Suprema Corte ritiene infondato il ricorso della difesa dell’imputato ed offre contestualmente una precisa e dettagliata disamina in ordine alla questione del mutamento della destinazione d’uso. Per la S.C, la destinazione d’uso è un elemento che individua il bene sotto l’aspetto funzionale. In particolare la S.C, attenendosi ad un costante orientamento, ritiene come il cambio di destinazione d’uso non si identifichi con l’impiego che in concreto ne fa il soggetto utilizzatore ma con la destinazione impressa dal titolo abilitativo (C.d.S sez V del 9 febbraio 2001, n. 583).
Ciò che rileva in tema di “mutamento d’uso” qualunque “forma di trasformazione stabile di un immobile preordinata a soddisfare esigenze non precarie , anche se non accompagnate da opere edilizie, purché ciò avvenga tra categorie funzionalmente autonome…”(Cass. Civ nn- 52398/2018 e n.20773/2014).
Nel caso di specie la condotta dell’imputato va senza dubbio collocata nell’alveo di applicazione dell’art 44 comma 1 lett b, in quanto lo stesso ha concretamente mutato l’originaria funzione del locale.
Infine la S.C concorda con il giudice di prime cure nel ritenere sussistente il mutamento di destinazione del locale sulla scorta di due rilievi critici: lo scopo associativo consistente nello svolgimento delle pratiche religiose e, in secondo luogo, le modifiche della struttura, provate da accertamenti tecnici, conformi all’uso religioso.
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Rosalia Manuela Longobardi
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