Nomina RPCT: indicazioni specifiche Anac per le amministrazioni
Sommario: 1. Introduzione – 2. Indicazioni dell’Anac per pubbliche amministrazioni di grandi dimensioni – 3. Indicazioni dell’Anac per pubbliche amministrazioni di piccole dimensioni
1. Introduzione
La figura del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (di seguito anche “RPCT”) è stata introdotta con la L. 190/2012, c.d. legge anticorruzione. In realtà, inizialmente tale decreto prevedeva solo la figura del responsabile della prevenzione della corruzione che, successivamente, con il D.Lgs 97/2016, c.d. Foia, ha acquisito anche la funzione di responsabile della trasparenza.
Il RPCT all’interno di ciascuna amministrazione svolge un ruolo cruciale in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza, essendo il motore di tale sistema e svolgendo la funzione di coordinatore, coadiuvato dai vari attori coinvolti che devono supportarlo. Difatti, il RPCT, seppure abbia tale funzione di responsabilità, non può svolgere tale attività in modo isolato, dovendo favorire il rapporto con i diversi stakeholder, interni ed esterni all’amministrazione.
Pertanto, il successo del sistema di prevenzione della corruzione è notevolmente legato al grado di collaborazione che riesce ad instaurare il RPCT e, tale ruolo di coordinamento, rappresenta un valore aggiunto. Risulta fondamentale in tale sistema costituire un buon grado di coinvolgimento al fine anche di condividere la diffusione di buone pratiche, etica e sostenibilità.
Il RPCT, inoltre, svolge un ruolo trasversale e, allo stesso tempo, di impulso, essendo chiamato anche a verificarne il funzionamento e l’attuazione della strategia di prevenzione della corruzione.
In merito alla nomina del RPCT, la stessa deve avvenire nel rispetto di requisiti di elevata professionalità, conoscenza dell’amministrazione e requisiti soggettivi di autonomia.
2. Indicazioni dell’Anac per pubbliche amministrazioni di grandi dimensioni
Dal punto di vista dei criteri di scelta del RPCT, è l’organo di indirizzo ad individuare tale figura di norma, tra i dirigenti di ruolo in servizio, pertanto la nomina di una figura esterna, specie se in amministrazioni di grandi dimensioni, è da considerare come un’assoluta eccezione e, se del caso, da motivare in modo puntuale e stringente. In merito, invece, alla durata dell’incarico, la stessa non dovrebbe essere inferiore ai tre anni, anche per dare alla figura il tempo di ambientarsi nel ruolo e di capire il funzionamento della strategia anticorruzione.
Nelle amministrazioni di grandi dimensioni risulta strategico individuare un ufficio di supporto al RPCT, dotato di adeguate risorse umane e strumentali. Difatti, va tenuto conto che l’amministrazione di grandi dimensioni è dotata di una complessità evidente, anche per via dei diversi centri di responsabilità di cui si compone. Sotto questo profilo, quindi, è auspicabile la nomina di apposite figure, c.d. “referenti”, in raccordo con il RPCT, fermo restando che quest’ultimo rappresenta comunque il punto riferimento principale.
I referenti sono chiamati ad assolvere compiti di coordinamento, monitoraggio e verifica delle strutture di competenza, instaurando una comunicazione con il RPCT, al fine di costruire un sistema di controllo più presente e puntuale che, altrimenti, non sarebbe possibile attuare con il solo RPCT. Difatti, l’attività dei referenti risulta centrale in quanto gli stessi devono informare il RCPT.
Per garantire un raccordo e un coordinamento tra RPCT e referenti, è opportuno che tali modalità siano inserite nel PTPCT o nella sezione Anticorruzione e Trasparenza del PIAO[1].
Tra i compiti che possono essere affidati ai referenti, suggeriti da Anac, troviamo:
– Vigilanza sulla tempestiva e idonea attuazione/applicazione/rispetto del codice di comportamento, della misura della rotazione ordinaria o dell’obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi, nonché della misura del divieto di pantouflage di cui all’art.53, co. 16-ter, d.lgs. n. 165/2001;
– Individuazione dei dipendenti operanti nei settori maggiormente a rischio da avviare a specifici percorsi formativi;
– Verifica dello svolgimento periodico (almeno una volta l’anno) di attività finalizzate alla informazione e sensibilizzazione del personale circa i doveri giuridici ed i principi etici cui si deve costantemente ispirare il loro operato;
– Report periodici al RPCT sullo stato di attuazione e sull’utilità delle misure di prevenzione della corruzione programmate nonché proposta di modifiche o di eventuali nuove misure da adottare;
– Segnalazione al Responsabile di casi di fenomeni corruttivi emersi e relativa valutazione in merito ad ulteriori misure di contenimento del rischio da adottare;
– In materia di trasparenza, compiti volti ad assicurare il rispetto dei tempi di pubblicazione dei dati e il miglioramento dei flussi informativi all’interno della propria struttura.
3. Indicazioni dell’Anac per pubbliche amministrazioni di piccole dimensioni
Per quanto riguarda il RPCT nel caso di amministrazioni di piccole dimensioni la nomina spetta sempre all’organo di indirizzo che individua il RPCT, di norma, tra i dirigenti di ruolo in servizio.
Sul punto della nomina, l’Anac ritiene che nelle strutture organizzative di ridotta dimensione, ove sia possibile constatare la mancanza di dirigenti, oppure la presenza in numero limitato, il RPCT può essere anche individuato nella figura di un dipendente titolare di posizione organizzativa, quindi in un profilo non dirigenziale che abbia però le competenze idonee al ruolo da ricoprire.
Inoltre, come estrema ratio, nelle realtà di piccole dimensioni con carenza di personale è ammessa la nomina di un soggetto che si trovi in posizione di comando e, quindi, non incardinato nei ruoli dell’amministrazione, pur prestando servizio presso e nell’interesse della stessa. Anac sottolinea, in ogni caso, l’importanza di una motivazione adeguata circa le ragioni che non hanno portato a operare una diversa designazione.
Per gli enti tenuti all’adozione del PIAO, può essere valorizzata l’istituzione di un’apposita struttura multidisciplinare che ha l’obiettivo di fornire un supporto al RPCT[2].
[1] Piano integrato di attività e di organizzazione.
[2] PNA 2022 All. n°3 Il RPCT e la struttura di supporto
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Armando Pellegrino
Elevata Professionalità (quarta area EP). Dipendente pubblico dal 2017. Si occupa principalmente di appalti, anche svolgendo la funzione di Rup, e contabilità.
Laureato magistrale in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, Economia e Giurisprudenza, detentore di vari titoli di master aventi ad oggetto la pubblica amministrazione.
Dottorando di ricerca.
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