Proteggere i dati degli studenti: La tutela della privacy nelle scuole alla luce del GDPR

Proteggere i dati degli studenti: La tutela della privacy nelle scuole alla luce del GDPR

Sommario: 1. La Scuola come Titolare del Trattamento dei Dati – 2. Il Ruolo del Consenso e delle Basi Giuridiche Alternative – 3. Misure di Sicurezza e Protezione dei Dati – 4. Diritti degli Studenti e delle Famiglie – 5. La Figura del Data Protection Officer (DPO) – 6. Conclusione

 

La tutela della privacy negli istituti scolastici rappresenta una questione cruciale nell’era digitale. Con l’avvento delle tecnologie educative, le scuole raccolgono e trattano una quantità significativa di dati personali degli studenti e delle loro famiglie. Questo ha sollevato numerose domande sull’adeguatezza delle misure di sicurezza adottate e sulla conformità al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), che ha introdotto norme rigorose per garantire un trattamento sicuro e trasparente dei dati personali.

1. La Scuola come Titolare del Trattamento dei Dati

Gli istituti scolastici, in quanto titolari del trattamento, hanno la responsabilità di trattare i dati personali degli studenti in modo lecito, corretto e trasparente. Tra le principali categorie di dati raccolti vi sono informazioni sensibili, quali dati relativi alla salute, all’origine etnica o religiosa, e talvolta anche informazioni sui genitori o tutori. Il GDPR prevede regole stringenti per il trattamento di questi dati, imponendo che vengano utilizzati solo per finalità legittime e in modo proporzionato.

La Corte di Cassazione italiana, nella sentenza n. 17392/2020, ha confermato che le scuole, essendo enti pubblici, devono rispettare rigorosamente il principio di minimizzazione dei dati previsto dal GDPR, trattando solo i dati strettamente necessari alla gestione scolastica. Inoltre, ha sottolineato che ogni trattamento deve essere tracciato e giustificato, con adeguata informativa fornita alle famiglie.

Il rispetto di questo principio non è solo un obbligo normativo, ma anche un atto di fiducia verso gli studenti e le loro famiglie. Trattare meno dati, e farlo meglio, permette di rafforzare la trasparenza e il senso di sicurezza all’interno della comunità scolastica. Credo che le scuole debbano adottare un approccio etico, che ponga l’interesse e la tutela dello studente al centro di ogni decisione legata alla gestione dei dati.

2. Il Ruolo del Consenso e delle Basi Giuridiche Alternative

Uno degli aspetti più delicati riguarda la raccolta del consenso da parte dei genitori o degli studenti, laddove previsto. Tuttavia, il consenso non è l’unica base giuridica per il trattamento dei dati personali. Le scuole possono trattare i dati anche sulla base di obblighi legali o per l’esecuzione di compiti di interesse pubblico. È fondamentale, quindi, che gli istituti scolastici chiariscano quale sia la base giuridica adottata per ogni trattamento e che comunichino tali informazioni in modo trasparente agli interessati.

Nel 2022, il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso una sanzione a una scuola per aver richiesto il consenso ai genitori per la raccolta di dati sanitari degli studenti senza che ci fosse una reale necessità. La raccolta dei dati avrebbe potuto essere giustificata da un obbligo legale relativo alla gestione delle emergenze sanitarie scolastiche, senza la necessità di ricorrere al consenso. La scuola ha quindi violato il principio di adeguatezza e proporzionalità del trattamento.

Spesso si tende a fare un uso eccessivo del consenso, pensando che sia la soluzione per ogni questione legata alla protezione dei dati. In realtà, il consenso deve essere utilizzato in modo appropriato e ponderato. Credo che una gestione più chiara delle basi giuridiche non solo riduca il rischio di errori, ma contribuisca a creare un ambiente educativo più coerente e responsabile.

3. Misure di Sicurezza e Protezione dei Dati

Un altro pilastro del GDPR è rappresentato dall’obbligo di implementare misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza proporzionato ai rischi. Per gli istituti scolastici, questo implica l’adozione di strumenti di crittografia, accessi controllati ai sistemi informatici, e procedure per garantire la riservatezza dei dati trattati. Particolare attenzione deve essere posta anche all’utilizzo di piattaforme digitali per l’insegnamento a distanza, che possono introdurre rischi di violazioni dei dati se non adeguatamente gestite.

 Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, con la sentenza n. 6792/2021, ha dichiarato illegittimo l’uso di una piattaforma di e-learning da parte di un istituto scolastico che non garantiva misure di sicurezza sufficienti per proteggere i dati degli studenti, violando così l’art. 32 del GDPR. La scuola è stata obbligata a interrompere l’utilizzo della piattaforma fino a quando non fossero state implementate misure di sicurezza adeguate.

Ne consegue che in un’epoca in cui la didattica a distanza sta diventando sempre più comune, è essenziale che le scuole non sacrifichino la privacy sull’altare della praticità. Le soluzioni tecnologiche adottate devono essere sicure, non solo efficaci; la sicurezza dei dati debba essere una priorità, poiché le conseguenze di una violazione possono essere devastanti per la fiducia delle famiglie e per la reputazione della scuola.

4. Diritti degli Studenti e delle Famiglie

Il GDPR riconosce una serie di diritti agli interessati, tra cui il diritto di accesso, rettifica, cancellazione e opposizione al trattamento dei dati. Gli studenti e le loro famiglie devono essere informati su come esercitare tali diritti e le scuole devono predisporre procedure chiare per rispondere alle richieste. In caso di violazioni dei dati, gli istituti sono tenuti a informare tempestivamente le autorità competenti e, nei casi più gravi, anche gli stessi interessati.

Nel 2023, una scuola in Italia è stata multata per non aver risposto entro i termini previsti a una richiesta di accesso ai dati da parte dei genitori di uno studente. Il Garante ha ribadito che il rispetto dei diritti di accesso ai dati è fondamentale per garantire la trasparenza del trattamento, imponendo una sanzione amministrativa significativa all’istituto.

La corretta gestione dei diritti di accesso è uno degli aspetti che incide maggiormente sulla percezione della trasparenza e dell’affidabilità di una scuola. La rapidità e l’efficacia nella risposta non solo migliorano la compliance, ma sono anche un segnale di rispetto verso gli interessati. È mia convinzione che una scuola trasparente crei un ambiente educativo più sereno e fiduciario.

5. La Figura del Data Protection Officer (DPO)

Il Data Protection Officer (DPO) svolge un ruolo cruciale nella gestione della privacy scolastica. È incaricato di vigilare sul rispetto della normativa, di fornire consulenza al personale scolastico e di fungere da punto di contatto con l’autorità di controllo. Ogni istituto scolastico dovrebbe nominare un DPO competente e garantirgli risorse adeguate per svolgere i suoi compiti.

 Nel caso “Garante per la Privacy vs. Comune di Palermo” (2021), il Garante ha ribadito l’importanza del ruolo del DPO anche negli istituti scolastici, sancendo che la nomina del DPO non può essere solo formale, ma deve riflettere un’effettiva capacità di consulenza e vigilanza sull’adempimento delle normative GDPR. Il caso ha portato a una multa per il mancato coinvolgimento attivo del DPO nelle decisioni sui trattamenti dati.

Il DPO rappresenta il punto di equilibrio tra compliance e gestione pratica della scuola. Credo fermamente che la sua presenza attiva e competente sia essenziale non solo per la conformità normativa, ma per creare una cultura della privacy che permei l’intero ambiente scolastico. La nomina di un DPO non dovrebbe essere vista come un obbligo burocratico, ma come un’opportunità per migliorare la qualità della governance interna.

6. Conclusione

La protezione dei dati personali negli istituti scolastici non è solo un obbligo legale, ma anche una responsabilità morale nei confronti degli studenti. La conformità al GDPR richiede un approccio proattivo da parte delle scuole, che devono adottare misure efficaci per garantire la sicurezza dei dati e il rispetto dei diritti degli interessati. Solo attraverso una gestione trasparente e consapevole dei dati personali sarà possibile creare un ambiente educativo sicuro e rispettoso della privacy di tutti.

Personalmente, credo che la tutela della privacy nelle scuole sia un pilastro fondamentale per la costruzione di una società più consapevole e rispettosa. Gli studenti sono i cittadini di domani, e insegnare loro il valore della privacy e dei dati personali è una responsabilità che non possiamo sottovalutare.


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avv. Stefano Dalla Montà

L'avv. Stefano Dalla Montà è iscritto all'Albo degli Avvocati di Napoli dal 2013. Laureatosi in Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, ha intrapreso, com da prassi la pratica forense. Nel 2009 a conseguito, presso L'IPSOA di Milano, un Diploma di Master di Diritto delle Assicurazioni. Tale specializzazione, ha consentito all'avv. Dalla Montà di maturare un'esperienza ultra decennale nell'ambito della gestione del contenzioso assicurativo per conto dei delle oiù importanti Compagnie italiane ed estere. Nel 2022, ha conseguito, presso l'Ascheri Academy of London, con cui collabora con la qualifica di "of counsel" un Master in Diritto Bancario. Nel 2023, iniza, altresì, a prestare consulenza presso aziende pubbliche e private, in materia di privacy e gdpr, conseguendo, poi una certificazione come " Data Protector Office - DPO" dopo essersi diplomato con la Sole24ore Business School in " DATA PROTECTOR OFFICER E PRIVACY).

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