Concorso Banca d’Italia 2020, selezione sbagliata ed irrazionale: Salvis Juribus pronto al ricorso
La Banca d’Italia ha indetto lo scorso 6 marzo 2020 una serie di concorsi pubblici destinati a laureati triennali e diplomati per l’assunzione a tempo indeterminato di 105 unità dell’area operativa.
I concorsi sono stati così strutturati: a) 10 Assistenti (profilo amministrativo) con orientamento nelle discipline economiche; b) 10 Assistenti (profilo amministrativo) con orientamento nelle discipline giuridiche; c) 20 Assistenti (profilo amministrativo) con orientamento nelle discipline statistiche; d) 25 Assistenti (profilo tecnico) con orientamento nel campo dell’ICT1; e) 40 Vice assistenti (profilo amministrativo).
La domanda di partecipazione potrà essere inoltrata fino al prossimo 18 giugno 2020.
La selezione, tuttavia, sarà condotta con modalità alquanto “originali” che questo studio, dopo attenta valutazione, ritiene assolutamente illegittime.
Ai sensi, infatti, dell’art. 3 del bando di concorso: <<…Nel caso in cui le domande di partecipazione a ciascun concorso siano più di 1.500, la Banca d’Italia procederà a una preselezione per titoli delle candidature per individuare 1.500 candidati da ammettere alla relativa prova scritta…>>.
Nello specifico, la Banca d’Italia provvederà alla formazione di graduatorie preliminari sulla base del voto riportato dai candidati alla laurea e/o al diploma necessari per l’accesso alla selezione e, come se non bastasse, anche sulla base dell’anno di conseguimento dei titoli.
Sulla questione del voto di laurea l’avv. Giacomo Romano ha ottenuto una serie di importanti vittorie presso il T.A.R. Lazio, recentemente confermate anche dal Consiglio di Stato. I giudici hanno da tempo rilevato come: <<…il possesso del titolo della laurea sia di per sé requisito sufficiente ai fini della partecipazione al concorso […] indipendentemente dal voto finale riportato […]>>. Tale criterio di selezione rappresenta <<…un illegittimo indice selettivo, correlato ad un predeterminato obiettivo di preparazione culturale degli aspiranti concorrenti, con il fine precipuo di escludere dalla partecipazione al concorso i soggetti che abbiano ottenuto risultati meno brillanti nel corso degli studi universitari, per di più adottando un parametro (il voto di laurea) che, a ben vedere, potrebbe non rappresentare un indice attendibile di preparazione del candidato, dipendendo esso da un rilevante numero di variabili (tra gli altri, il tipo di laurea conseguito e presso quale Università)…>>.
La selezione per anno di conseguimento dei titoli, poi, è strutturata nel modo seguente: per i possessori di laurea triennale e/o di diploma di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale i punteggi andranno da un minimo di 0,50 punti se il titolo è stato conseguito prima dell’8 aprile 2013/14 ad un massimo di 6,50 punti se il titolo è stato conseguito successivamente al 7 aprile 2017/18.
Quest’ultimo requisito ci appare francamente assurdo. La finalità dell’Amministrazione sarebbe, infatti, quella di avvantaggiare i candidati ritenuti più giovani, ma il meccanismo scelto è illegittimo ed erroneo poiché tale finalità si pone in contrasto con il generale divieto di discriminazione per motivi di età.
Tale meccanismo, tuttavia, è anche irrazionale e privo di senso. Capita, infatti, molto spesso che uno studente consegua il titolo di studio più tardi del previsto. Si pensi agli studenti “fuori corso” e/o “bocciati” ad uno o più anni scolastici. Questi soggetti, di fatto, saranno premiati rispetto agli altri candidati più meritevoli poiché avranno conseguito il titolo di studio successivamente e beneficeranno, pertanto, di punteggi più alti.
Sul punto il T.A.R. Lazio ha recentemente affermato che: <<…la applicazione concreta di una simile disposizione (preferenza per la “minore anzianità di laurea”) disvela dunque una propria intrinseca irrazionalità dal momento che finisce per premiare studenti meno meritevoli (in quanto “fuori corso”) rispetto ad altri che, sebbene più giovani, abbiano invece terminato gli studi prima di loro ma senz’altro “in corso”: il tutto con inevitabile violazione dei principi posti a presidio dell’art. 97 Cost. e dunque con il principio meritocratico che, giocoforza, dovrebbe permeare l’intero sistema dei pubblici concorsi…>>
Si tratta, quindi, di un meccanismo non meritocratico che viene utilizzato dalla Banca d’Italia in palese violazione della normativa di settore e contro ogni più elementare criterio di selezione finalizzato all’assunzione dei “migliori”.
L’avv. Giacomo Romano, che si è già occupato dei concorsi in Banca d’Italia, è pronto ad intervenire per censurare tale modalità di selezione avviando una serie di ricorsi collettivi o individuali con l’obiettivo di far ammettere alle fasi successive del concorso tutti coloro che risulteranno ingiustamente esclusi per effetto del descritto ed errato meccanismo di selezione previsto dal bando.
In particolare, l’azione si rivolge ai candidati che: 1) non hanno ottenuto il punteggio massimo (6,50) nella valutazione della loro anzianità di laurea e/o di diploma; b) si distanziano dall’ultimo candidato in graduatoria per non più di 6 punti. Questo requisito varia in base al concorso per cui si partecipa (lettere A, B, C, D, E). Per visualizzare i punteggi minimi di ammissione clicca qui
Come aderire al ricorso
Aderire alla nostra azione collettiva è semplicissimo. È possibile aderire da tutta Italia inviando la documentazione (scaricabile in fondo alla pagina) debitamente scansionata e comprensiva degli allegati all’indirizzo e-mail info@salvisjuribus.it scrivendo nell’oggetto del messaggio “Banca d’Italia 105 Operativi”.
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Adesioni aperte fino al 28 agosto 2020
Scarica i moduli di adesione al ricorso cliccando qui
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
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Avv. Giacomo Romano
Ideatore e Coordinatore at Salvis Juribus
Nato a Napoli nel 1989, ha conseguito la laurea in giurisprudenza nell’ottobre 2012 con pieni voti e lode, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, discutendo una tesi in diritto amministrativo dal titolo "Le c.d. clausole esorbitanti nell’esecuzione dell’appalto di opere pubbliche", relatore Prof. Fiorenzo Liguori. Nel luglio 2014 ha conseguito il diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Subito dopo, ha collaborato per un anno con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli occupandosi, prevalentemente, del contenzioso amministrativo. Nell’anno successivo, ha collaborato con uno studio legale napoletano operante nel settore amministrativo. Successivamente, si è occupato del contenzioso bancario e amministrativo presso studi legali con sede in Napoli e Verona. La passione per l’editoria gli ha permesso di intrattenere una collaborazione professionale con una nota casa editrice italiana. È autore di innumerevoli pubblicazioni sulla rivista “Gazzetta Forense” con la quale collabora assiduamente da giugno 2013. Ad oggi, intrattiene collaborazioni professionali con svariate riviste di settore e studi professionali. È titolare di “Salvis Juribus Law Firm”, studio legale presso cui, insieme ai suoi collaboratori, svolge quotidianamente l’attività professionale avendo modo di occuparsi, in particolare, di problematiche giuridiche relative ai Concorsi Pubblici, Esami di Stato, Esami d’Abilitazione, Urbanistica ed Edilizia, Contratti Pubblici ed Appalti.
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