Concorso 1148 Allievi Agenti, esclusione prove fisiche: come fare ricorso
Come noto, il 26 maggio 2017 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il bando per l’assunzione di 1.148 Allievi Agenti della Polizia di Stato, posti poi ampliati a 2.198.
In questi giorni si stanno svolgendo le prove di efficienza fisica, gli accertamenti psico-fisici e attitudinali del concorso. Le prove di efficienza fisica, per l’ingresso nei ruoli della Polizia di Stato, vengono effettuate per valutare le capacità e le qualità fisiche degli aspiranti. La procedura selettiva concorsuale delle prove di efficienza fisica consiste nel portare a termine gli esercizi fisico/ginnici della corsa piana, del salto in alto e delle trazioni alla sbarra, da superare in sequenza e secondo le modalità prestabilite.
Le procedure selettive relative agli accertamenti psico-fisici sono rivolte, invece, a verificare il possesso dell’idoneità al servizio di Istituto nella Polizia di Stato dei candidati al concorso, intesa come l’efficienza psico-fisica ad espletare le specifiche attività del ruolo, non comportante danni alla salute per sé e pericolosità per terzi.
La procedura selettiva concorsuale, comprensiva delle prove di efficienza fisica, degli accertamenti psico-fisici e degli accertamenti attitudinali, avrà una durata complessiva di cinque giorni.
Diversi candidati già si sono rivolti al nostro studio al fine di conoscere i casi di esclusione che possono essere contestati davanti al Giudice amministrativo. A tal proposito, è necessario valutare ogni esclusione singolarmente per determinare l’opportunità di proporre o meno un ricorso al T.A.R. con l’obiettivo di ottenere l’ammissione alla successiva fase concorsuale.
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Tuttavia, nel caso in cui un candidato abbia ottenuto due sufficienze su tre è, però, possibile applicare alcuni principi generali elaborati dai Giudici e spesso dimenticati dalle Commissioni di concorso chiamate ad esprimere un giudizio di idoneità.
La caratteristica delle prove fisio-attitudinali è quella di verificare il possesso in capo a un concorrente di una buona complessione fisica, nonché di qualità e attitudini fisiche ritenute necessarie ai fini dell’espletamento delle funzioni e dei compiti della qualifica per cui si concorre.
Non esiste una soglia predeterminata da raggiungere
Infatti, <<trattandosi di esercizi di preparazione atletica, come la corsa, le flessioni e il salto, non vi è una soglia oggettiva e precisamente individuabile al di sotto della quale l’esercizio è da ritenersi insufficiente. Il giudizio di idoneità deve valutare nel loro insieme le prestazioni del concorrente e motivare, sia pur sommariamente, l’esclusione o la ammissione di esso e, in presenza di situazioni che possono dare adito a valutazioni ambivalenti e contrastanti, il giudizio deve motivare in modo adeguato e non generico le ragioni della valutazione negativa>>
Un malore temporaneo può compromettere la prova
Infatti, <<il giudizio negativo sulla idoneità fisica della ricorrente è viziato da carenza di motivazione, atteso che esso non tiene in nessun conto il dato evidente che una prova come il salto in alto, per la sua specificità, richiede non solo il possesso di un accettabile stato di salute e di integrità fisica, ma anche di una speciale agilità, nonché destrezza, la quale può essere ridotta o compromessa da uno stato di malore temporaneo, come quello dal quale era affetta la ricorrente al momento della prova>>.
Pertanto, in questi casi l’Amministrazione deve motivare meglio la propria decisione di dichiarare inidoneo un soggetto che ha dimostrato di poter superare tutte le difficili prove di accesso e che non ha superato pienamente – ma ha comunque affrontato con un discreto grado di abilità – uno soltanto degli esercizi della prova fisica.
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Avv. Giacomo Romano
Ideatore e Coordinatore at Salvis Juribus
Nato a Napoli nel 1989, ha conseguito la laurea in giurisprudenza nell’ottobre 2012 con pieni voti e lode, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, discutendo una tesi in diritto amministrativo dal titolo "Le c.d. clausole esorbitanti nell’esecuzione dell’appalto di opere pubbliche", relatore Prof. Fiorenzo Liguori. Nel luglio 2014 ha conseguito il diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Subito dopo, ha collaborato per un anno con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli occupandosi, prevalentemente, del contenzioso amministrativo. Nell’anno successivo, ha collaborato con uno studio legale napoletano operante nel settore amministrativo. Successivamente, si è occupato del contenzioso bancario e amministrativo presso studi legali con sede in Napoli e Verona. La passione per l’editoria gli ha permesso di intrattenere una collaborazione professionale con una nota casa editrice italiana. È autore di innumerevoli pubblicazioni sulla rivista “Gazzetta Forense” con la quale collabora assiduamente da giugno 2013. Ad oggi, intrattiene collaborazioni professionali con svariate riviste di settore e studi professionali. È titolare di “Salvis Juribus Law Firm”, studio legale presso cui, insieme ai suoi collaboratori, svolge quotidianamente l’attività professionale avendo modo di occuparsi, in particolare, di problematiche giuridiche relative ai Concorsi Pubblici, Esami di Stato, Esami d’Abilitazione, Urbanistica ed Edilizia, Contratti Pubblici ed Appalti.
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