Scorrimento Graduatoria Polizia (Civili): la Camera vota la fiducia, via al ricorso per 14mila esclusi
Oggi la Camera ha dato la fiducia al Governo sull’approvazione del d.l. 14 dicembre 2018, n. 135 (c.d. decreto legge semplificazioni, da noi ribattezzato “decreto discriminazioni”) contenente il noto emendamento “vergogna” voluto dalla Lega, inserito e già approvato al Senato durante il procedimento di conversione in legge.
Una sintesi dei fatti
Migliaia di ragazzi hanno partecipato ad un concorso per allievi agenti indetto il 26 maggio 2017 (ricordatevi questa data!) ed aperto a civili e militari con 30 anni non compiuti e la licenza media. Il concorso va avanti fino alla sua conclusione quando vengono assunti 1.148 unità.
Dopo la pubblicazione del bando di concorso e, precisamente il 29 maggio 2017, il precedente Governo decide di abbassare a 26 anni il limite massimo di età per accedere alla qualifica di agente di polizia e di individuare nel diploma di scuola superiore il titolo richiesto.
E quindi sono cambiati i criteri del concorso? Assolutamente no, perché la legge è stata fatta dopo e non può incidere sulle situazioni pregresse. Infatti, a novembre 2018, l’Amministrazione recluta con i vecchi criteri ulteriori 459 allievi agenti, attingendo allo stesso elenco di concorrenti giudicati idonei (in quanto avevano già superato la prova scritta e le tre prove fisico-psico-attitudinali) ma inizialmente dichiarati non vincitori.
Il colpo basso del Governo
L’attuale Governo, in deroga al blocco del turn over, ha inserito nel c.d. decreto legge semplificazioni, un emendamento che propone di reclutare 1.851 allievi agenti della Polizia di Stato mediante lo scorrimento della graduatoria delle prove scritte dei cd. civili.
L’emendamento, però, in maniera vergognosa ed irrispettosa della legge prevede che allo scorrimento si procederà con i nuovi criteri previsti per le future assunzioni in Polizia e, cioè, 26 anni e diploma di scuola superiore. È una assurdità perché non si tratta di un nuovo concorso ma di scorrere una graduatoria già esistente piena zeppa di soggetti selezionati e dichiarati idonei da ottobre 2017.
L’emendamento introduce, inoltre, un ulteriore titolo preferenziale per tutti coloro che pur essendo militari, hanno deciso di partecipare al concorso in qualità di cd. civili. Costoro, infatti, si vedranno valutate annualità in più in virtù della loro pregressa esperienza militare.
Il paradosso è che la categoria dei militari, e cioè di coloro che hanno partecipato ai sensi delle lett. b) e c) dell’art. 1 del bando, non è stata affatto presa in considerazione dall’emendamento ai fini dello scorrimento.
Ieri, sul testo già approvato dal Senato, il Governo ha posto la fiducia chiedendo di far passare il testo senza emendamenti ed articoli aggiuntivi.
L’emendamento della vergogna è legge!
La Camera oggi, 6 febbraio 2019, ha dato la fiducia al Governo. Il Parlamento ha approvato il testo senza emendamenti macchiandosi, a nostro avviso, di un errore imperdonabile. Una discriminazione senza precedenti, sconosciuta al Comparto Sicurezza: permettere a un soggetto con un voto più basso di avere prevalenza su di un altro, solo perché più giovane o in possesso del diploma.
Migliaia di aspiranti con un’età da 26 anni in su saranno ora buttati fuori dalla selezione perché improvvisamente considerati “troppo vecchi”. Persone che attendevano di essere convocate alle prove fisiche dopo essere state ritenute idonee dall’Amministrazione si ritrovano oggi tradite e denigrate dallo Stato.
A nulla sono valse le proteste, i sindacati, i messaggi accorati al Capo della Polizia, la voce forte ed indignata di molti Senatori e Deputati, le manifestazioni organizzate ieri davanti Palazzo Montecitorio. Tutto inutile. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, verrebbe da dire.
Mentre centinaia di ragazzi urlavano ieri la loro rabbia contro questa clamorosa ingiustizia, il Governo voltava loro le spalle ponendo la fiducia su quella che oggi è diventata legge dello Stato. Una legge fatta in silenzio rifiutando ogni confronto.
Per questi motivi Salvis Juribus Law Firm ha deciso di avviare una serie di azioni giudiziarie differenziate per categoria (es. civile, VFP1 in servizio/congedo, VFP4 in servizio/congedo) e per punteggio riportato alla prova scritta, per tutelare al meglio tutte le diverse tipologie di candidati direttamente lesi da questa legge ingiusta.
Il ricorso collettivo
Chi ha seguito la vicenda sa molto bene come questo Studio si sia battuto in questi giorni a fianco dei candidati. Abbiamo subito acceso i riflettori su quello che stava accadendo promuovendo azioni di contrasto in tutte le sedi istituzionali. I nostri articoli di protesta sono stati letti anche in Parlamento.
Anche se l’emendamento è diventato legge, noi chiaramente non ci arrendiamo. Ve lo avevamo promesso e così sarà. Lo Studio sta organizzando una class action di dimensione nazionale per contrastare questo provvedimento ingiusto. Quello che è accaduto oggi è giuridicamente inaccettabile poiché si pone in violazione dei più elementari principi del nostro ordinamento. Questo Studio ne è profondamente convinto e, per questo, agiremo con forza davanti ad un Giudice!
Le leggi non sono retroattive e le regole del gioco non si cambiano durante la partita. Questa legge non ci convince affatto ed ha il sapore di una presa in giro. Vogliamo, infatti, che gli esclusi vengano valutati secondo criteri meritocratici e non in virtù di un nuovo ed ingiusto criterio anagrafico! Stop agli abusi di potere. Basta alle raccomandazioni.
Come aderire al ricorso collettivo
Aderire alla nostra azione collettiva è semplicissimo. È possibile aderire da tutta Italia inviando la documentazione (scaricabile in fondo alla pagina) debitamente scansionata e comprensiva degli allegati all’indirizzo e-mail info@salvisjuribus.it scrivendo nell’oggetto del messaggio “ Adesione Scorrimento Allievi Agenti Polizia 2019”.
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Adesioni aperte fino al 30 aprile 2019 (Termine non prorogabile)
Scarica i moduli di adesione al ricorso cliccando qui
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
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Avv. Giacomo Romano
Ideatore e Coordinatore at Salvis Juribus
Nato a Napoli nel 1989, ha conseguito la laurea in giurisprudenza nell’ottobre 2012 con pieni voti e lode, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, discutendo una tesi in diritto amministrativo dal titolo "Le c.d. clausole esorbitanti nell’esecuzione dell’appalto di opere pubbliche", relatore Prof. Fiorenzo Liguori. Nel luglio 2014 ha conseguito il diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Subito dopo, ha collaborato per un anno con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli occupandosi, prevalentemente, del contenzioso amministrativo. Nell’anno successivo, ha collaborato con uno studio legale napoletano operante nel settore amministrativo. Successivamente, si è occupato del contenzioso bancario e amministrativo presso studi legali con sede in Napoli e Verona. La passione per l’editoria gli ha permesso di intrattenere una collaborazione professionale con una nota casa editrice italiana. È autore di innumerevoli pubblicazioni sulla rivista “Gazzetta Forense” con la quale collabora assiduamente da giugno 2013. Ad oggi, intrattiene collaborazioni professionali con svariate riviste di settore e studi professionali. È titolare di “Salvis Juribus Law Firm”, studio legale presso cui, insieme ai suoi collaboratori, svolge quotidianamente l’attività professionale avendo modo di occuparsi, in particolare, di problematiche giuridiche relative ai Concorsi Pubblici, Esami di Stato, Esami d’Abilitazione, Urbanistica ed Edilizia, Contratti Pubblici ed Appalti.
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