Cassazione, si alla delibazione anche in caso di convivenza ultratriennale
L’ordinanza della prima sezione della Corte di Cassazione, n. 24279 dello scorso 8 ottobre, sembra discostarsi da quanto le Sezioni Unite hanno deciso nel 2014 sul divieto di riconoscimento degli effetti civili di una sentenza ecclesiastica di nullità matrimoniale circa una convivenza coniugale che si sia protratta per almeno un triennio, in quanto contrastante con l’ordine pubblico.
Le Sezioni Unite con sentenza n. 16379/2014 hanno chiarito, infatti, che la convivenza prolungata successiva alla celebrazione del matrimonio costituisce manifestazione di volontà per le parti di accettazione del rapporto di coniugio ed incide sull’atto di matrimonio a monte.
Il caso portato all’attenzione della Corte concerne il ricorso proposto dal Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello di Lecce che ha dichiarato efficace nell’ ordinamento italiano la sentenza ecclesiastica del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese sulla nullità di un matrimonio per grave difetto di discrezione di giudizio per cause di natura psichica, da parte del marito che ha proposto il giudizio canonico, nonostante una convivenza protrattasi per 27 anni con la nascita di due figli.
La Corte d’Appello non ha ravvisato ostacoli alla dichiarazione di efficacia derivante da motivi di ordine pubblico, sotto il profilo dell’affidamento incolpevole, non invocato dalla parte interessata.
Ma al Procuratore tale motivazione non ha convinto. Anzi, ha ritenuto addirittura che non solo i giudici non si sono attenuti all’orientamento delle Sezioni Unite sulla convivenza triennale, ma anche che via sia stata una lesione del diritto al giusto processo poiché il limite dell’ordine pubblico rientrerebbe tra le eccezioni fatte valere solo dalla parte interessata e non anche tra quelle rilevate d’ufficio dal giudice.
La Cassazione non ha accolto le censure ed ha sottolineato come l’eccezione relativa alla convivenza triennale rientra tra quelle che l’ordinamento riserva alla disponibilità della parte interessata; né si ravvisano motivi di contrasto con il diritto al giusto del processo circa l’eccezione di parte, considerato anche che nel giudizio de quo l’altra parte era rimasta contumace.
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Giuseppe Di Micco
Formazione
Giuseppe Di Micco (1986), Avvocato e Ph.D. Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG/01) con votazione 110 e lode discutendo una tesi in diritto canonico. Durante la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, ha continuato a coltivare l’interesse per il settore del diritto canonico ed ecclesiastico partecipando alle attività culturali ed ai convegni organizzati dalla sezione di Diritto Ecclesiastico e Canonico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli “Federico II”.
Nell’ottobre del 2012 è stato vincitore al concorso pubblico per l’ammissione alle scuole di dottorato di ricerca dell’Università Statale di Milano, in particolare per il dottorato in Scienze Giuridiche – Curriculum in Diritto Ecclesiastico e Canonico, 28° ciclo. Il 29 gennaio 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, superando l’esame finale con la discussione di una tesi dal titolo "Matrimonio e consumazione nei diritti religiosi".
Nel novembre 2017 ha partecipato al corso di formazione teorico e pratico tenutosi presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana dal Titolo “Il nuovo processo matrimoniale e la procedura super rato” superando le relative esercitazioni con la votazione ed ottenendo il diploma con votazione “Summa cum laude”.
Nel 2019, ha frequentato il Corso per la formazione dei Postulatori presso lo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, superando l’esame finale con la votazione 9.5/10 Magna cum Laude probatus
Attività professionale ed extra
Svolge la professione forense collaborando con studi legali in materia di diritto civile (in particolare in tema di risarcimento danni, riscossione esattoriale, recupero crediti, diritto del lavoro, diritto bancario, diritto di famiglia e delle successioni).Ha collaborato con la cattedra di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritti confessionali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Federico II”.E’ stato tutor presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” per la materia di diritto del lavoro (AA.2018/2019).
Collabora, inoltre, per il comitato di redazione della rivista on line Salvis Juribus con commenti a sentenze in materia sia di diritto civile che di diritto ecclesiastico.
E’ membro dell’Ordine della Fraternità Francescana Secolare di Afragola (OFS).
E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Le Beatitudini” ODV con sede presso la Pontificia Basilica Minore di S. Antonio da Padova in Afragola (NA)
Attività scientifiche
Nel maggio del 2016 ha preso parte ad un Campus di Studio presso STILO (RC), organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro dal titolo “L’Islam. Dal pregiudizio ai diritti”, prendendo attivamente parte al gruppo di lavoro costituitosi in seno allo stesso, sulla libertà religiosa e integrazione nell’ambito della scuola italiana.E’ stato organizzatore e moderatore del convegno dal titolo “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, organizzato il 4 maggio 2018 presso la Pontificia Basilica S. Antonio da Padova Afragola (NA), accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con il patrocinio dell’Associazione forense di Afragola e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
E’ stato curatore del volume relativo agli atti del Convegno “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, pubblicati presso la Key editore nel dicembre 2018.
E’ stato coautore del volume “Il Trust. Origine, analisi e aspetti comparativi” (a cura di Francesco Cecaro), pubblicato presso Turisa editrice, Collana Studia Selecta, 2018.