Si può usucapire la cappella di famiglia?
Alquanto peculiare è il casus decisus dalla Suprema Corte (numero 4196/2017), seconda sezione civile, con una sentenza pubblicata il 16 febbraio 2017, circa la possibilità di usucapire la cappella funebre di famiglia. La questione verteva sulla rivendicazione della proprietà esclusiva da parte di un ramo della famiglia, i cui membri si erano rivolti alla giustizia per sentirsi dichiarare tale diritto, chiedendo l’estumulazione dei congiunti dell’altro ceppo. I convenuti, dal canto loro, oltre a contestare le richieste avverse assumendo di essere titolari di un diritto proprio, eccepivano in subordine l’usucapione insieme alla rimozione della scritta posta sul frontespizio della cappella intestata soltanto al padre degli attori.
La Corte di Appello di Catanzaro, tuttavia, non aveva riconosciuto l’esclusività del diritto di proprietà sull’intera cappella, dal momento che dalla documentazione prodotta in giudizio una parte della stessa (lato sinistro) era stata ceduta con atto di compravendita all’altro parente con conseguente sepoltura dei rispettivi componenti famigliari. Inoltre, secondo il ragionamento della Corte, gli appellati avevano tutti i requisiti tali da dimostrare l’avvenuta usucapione, attraverso l’esercizio di un potere di fatto corrispondente al diritto al sepolcro, sia sotto forma primaria quale diritto a seppellire o ad essere seppelliti, sia in forma secondaria quale diritto di accesso al sepolcro in cui si trovano tumulate le salme dei loro congiunti. Per di più, il possesso delle chiavi ne dava la conferma effettiva dell’esercizio di tale diritto.
Secondo gli ermellini, il diritto al sepolcro ha natura di diritto reale patrimoniale è compreso nel diritto reale sul manufatto funerario e sui materiali che lo compongono. Pertanto, nel caos di specie risultava ampiamente provato il possesso utile ad usucapire, possesso che si è estrinsecato in maniera pacifica ed ininterrotta attraverso la tumulazione dei loro ascendenti ed il libero accesso con le chiavi.
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Giuseppe Di Micco
Formazione
Giuseppe Di Micco (1986), Avvocato e Ph.D. Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG/01) con votazione 110 e lode discutendo una tesi in diritto canonico. Durante la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, ha continuato a coltivare l’interesse per il settore del diritto canonico ed ecclesiastico partecipando alle attività culturali ed ai convegni organizzati dalla sezione di Diritto Ecclesiastico e Canonico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli “Federico II”.
Nell’ottobre del 2012 è stato vincitore al concorso pubblico per l’ammissione alle scuole di dottorato di ricerca dell’Università Statale di Milano, in particolare per il dottorato in Scienze Giuridiche – Curriculum in Diritto Ecclesiastico e Canonico, 28° ciclo. Il 29 gennaio 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, superando l’esame finale con la discussione di una tesi dal titolo "Matrimonio e consumazione nei diritti religiosi".
Nel novembre 2017 ha partecipato al corso di formazione teorico e pratico tenutosi presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana dal Titolo “Il nuovo processo matrimoniale e la procedura super rato” superando le relative esercitazioni con la votazione ed ottenendo il diploma con votazione “Summa cum laude”.
Nel 2019, ha frequentato il Corso per la formazione dei Postulatori presso lo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, superando l’esame finale con la votazione 9.5/10 Magna cum Laude probatus
Attività professionale ed extra
Svolge la professione forense collaborando con studi legali in materia di diritto civile (in particolare in tema di risarcimento danni, riscossione esattoriale, recupero crediti, diritto del lavoro, diritto bancario, diritto di famiglia e delle successioni).Ha collaborato con la cattedra di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritti confessionali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Federico II”.E’ stato tutor presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” per la materia di diritto del lavoro (AA.2018/2019).
Collabora, inoltre, per il comitato di redazione della rivista on line Salvis Juribus con commenti a sentenze in materia sia di diritto civile che di diritto ecclesiastico.
E’ membro dell’Ordine della Fraternità Francescana Secolare di Afragola (OFS).
E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Le Beatitudini” ODV con sede presso la Pontificia Basilica Minore di S. Antonio da Padova in Afragola (NA)
Attività scientifiche
Nel maggio del 2016 ha preso parte ad un Campus di Studio presso STILO (RC), organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro dal titolo “L’Islam. Dal pregiudizio ai diritti”, prendendo attivamente parte al gruppo di lavoro costituitosi in seno allo stesso, sulla libertà religiosa e integrazione nell’ambito della scuola italiana.E’ stato organizzatore e moderatore del convegno dal titolo “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, organizzato il 4 maggio 2018 presso la Pontificia Basilica S. Antonio da Padova Afragola (NA), accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con il patrocinio dell’Associazione forense di Afragola e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
E’ stato curatore del volume relativo agli atti del Convegno “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, pubblicati presso la Key editore nel dicembre 2018.
E’ stato coautore del volume “Il Trust. Origine, analisi e aspetti comparativi” (a cura di Francesco Cecaro), pubblicato presso Turisa editrice, Collana Studia Selecta, 2018.
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