Sotto le “macerie” della pandemia: quel che resta oltre la morte
È da diverso tempo che rifletto sulle effettive conseguenze derivanti dall’emergenza sanitaria.
Da studiosa di Diritto costituzionale affronto quotidianamente la suddetta questione con particolare riferimento al rapporto tra le fonti.
In tale sede, mi preme leggere la vicenda sotto un’altra ottica. Più volte, mi sono interrogata sui “lasciti” della pandemia, senza pervenire mai ad una valida risposta.
Con l’avvio della campagna vaccinale, ho iniziato ad avere un quadro più chiaro della situazione.
Taluni (cd. no vax) tentano di ostacolare il conseguimento dell’obiettivo prefissato; occorre meditare sul numero di soggetti vaccinati allo stato attuale (+70 000000).
Molti di essi non sono altro che figli, coniugi, fratelli e nipoti di chi ha perso la sfida contro un nemico “invincibile”.
La scelta di vaccinarsi dipende – a parere di chi scrive – non dalla paura di morire, bensì dalla paura di “soffrire”.
Quando un giorno tutto questo sarà solo un brutto ricordo, ci troveremo a combattere contro una sofferenza mondiale (interna ed esterna).
Forse eravamo abituati più alla morte che alla mancanza di un abbraccio, di una stretta di mano, di un incontro di lavoro (anche scomodo).
Oggi, l’utilizzo della “mascherina” appare scontato. Tuttavia, un anno e mezzo fa, abbiamo dovuto arrenderci all’idea di coprire per metà il nostro volto, di comunicare con i soli occhi.
Lo stesso Papa Francesco, in occasione della celebrazione della Passione del Signore (27 marzo 2020), in una Piazza San Pietro deserta e bagnata ha sottolineato come di fronte alla pandemia “ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca [ … ] ci siamo tutti” .
A livello sociale, la pandemia si è rivelata fonte di una solidarietà inaspettata: si pensi, ai medici e agli infermieri chiamati a curare giorno e notte innumerevoli “corpi malati”, trascurando le loro esigenze private.
I primi mesi abbiamo avuto difficoltà a modificare il nostro stile di vita, a compiere piccoli sacrifici (in fin di bene), ignorando quanto avveniva all’esterno.
D’improvviso siamo cambiati. La perdita di una persona cara o la paura di non poterla avere più affianco ci ha resi più coscienti e responsabili.
Nei vaccini abbiamo intravisto l’unica via d’uscita.
È impossibile (anche per la scienza) stabilirne la reale efficacia, così come la copertura.
Al contempo, ad essi deve essere riconosciuto almeno un merito: quello di affievolire la nostra paura più grande, ossia la paura di provare dolore.
Chissà se da tale esperienza ne usciremo davvero più forti.
Chissà se andrà tutto bene.
Le parole non bastano se non accompagnate da fatti.
Fino a quando non porgeremo le “scuse” o metteremo “da parte” il nostro orgoglio, ci sarà tanto da imparare.
Del resto, siamo tutti in attesa di “qualcuno”, o di qualche “grazia”…
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
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Dott.ssa Luana Leo
La dottoressa Luana Leo è dottoranda di ricerca in "Teoria generale del processo" presso l'Università LUM Jean Monnet.
È cultrice di Diritto pubblico generale e Diritto costituzionale nell'Università del Salento.
Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso il medesimo ateneo discutendo una tesi in Diritto Processuale Civile dal titolo ”Famiglie al collasso: nuovi approcci alla gestione della crisi coniugale”.
È co-autrice dell'opera "Il Presidente di tutti".
Ha compiuto un percorso di perfezionamento in Diritto costituzionale presso l´Università di Firenze.
Ha preso parte al Congresso annuale DPCE con una relazione intitolata ”La scalata delle ordinanze sindacali ”.
Ha presentato una relazione intitolata ”La crisi del costituzionalismo italiano. Verso il tramonto?” al Global Summit ”The International Forum on the Future of Constitutionalism”.
È stata borsista del Corso di Alta Formazione in Diritto costituzionale 2020 (“Tutela dell’ambiente: diritti e politiche”) presso l´Università del Piemonte Orientale.
È autore di molteplici pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche in materia.
Si occupa principalmente di tematiche legate alla sfera familiare, ai diritti fondamentali, alle dinamiche istituzionali, al meretricio, alla figura della donna e dello straniero.
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