Sulle “larghe” maggioranze. Verso una rianimazione del Patto del Nazareno?
Da qualche mese, o meglio dall’insediamento del Governo Draghi, rifletto costantemente sulle motivazioni che hanno portato ad una maggioranza allargata.
Una volta incaricato dal Presidente della Repubblica, il futuro Premier ha ottenuto la fiducia di quasi tutti i partiti, compresi quelli di destra.
Occorre considerare che tre mesi prima vi era chi aveva ipotizzato un’alleanza con gli avversari politici.
Un indizio da non sottovalutare, tale da indurre a pensare che l’idea di mutare l’assetto istituzionale fosse stata già ben pianificata.
Da studiosa di diritto costituzionale, mi è sembrato di ravvisare in tale decisione la volontà di resuscitare il c.d. “Patto del Nazareno”.
Con tale espressione, alludo a quell’accordo assunto dall’allora segretario del PD Matteo Renzi ed il Presidente del Consiglio in carica al momento, Silvio Berlusconi.
Un paragone simile non è eccessivo.
Quel che più destava timore non riguardava il carattere compromissorio dell’accordo, né tanto meno il fatto di aver dato luogo (ed importanza) ad un compromesso tra parti meramente politiche.
Il punto critico di esso è il seguente: un patto politico é idoneo ad attuare in sede di revisione parlamentare una forza vincolante, assoluta, che non consenta alcun intervento esterno?
Una risposta negativa si scorge dal confronto tra il precedente processo costituente ed il processo di revisione in discussione.
Oggetto di analisi, dunque, sono l’ordine del giorno Perassi ed il Patto del Nazareno.
Il primo è un accordo assunto all’inizio dei lavori della Costituzione (Seconda Sottocommissione), con l’intento di orientare le conseguenti scelte del Governo.
Il secondo, invece, è un accordo convenuto in sede politica tra due segretari di partito, miranti a realizzare un memorabile processo di revisione costituzionale.
Una differenza cruciale risiede – a parere di chi scrive – nel contenuto del testo.
Con il Patto del Nazareno, i due attori politici intendevano conseguire obiettivi impraticabili, senza argomentare i punti delineati nelle sedi opportune o comunque rendere motivazioni pubbliche. Esso fu predisposto in una serie di incontri “riservatissimi” tra due attori politici, senza essere formalizzato.
Nell’ o.d.g. Perassi, in merito al tema del bicameralismo, si pervenne ad una soluzione concordata, diretta a soddisfare le esigenze dei partiti politici, piuttosto che rispondere alla volontà dei Padri.
A prescindere da ciò, un dato risulta inconfutabile: il Patto del Nazareno ha esercitato sul Parlamento una forza vincolante priva di precedenti nella storia repubblicana.
Ora, come allora, ritengo che le conseguenze maggiori si riversino sul piano costituzionale, in quanto un accordo di natura meramente politica teso ad innovare il sistema istituzionale ed economico del Paese tende a compromettere l’incessante lavoro dei Costituenti del 1948.
Pertanto, quel che necessita di essere salvato non è l’equilibrio politico (ormai in stallo), quanto invece la dignità costituzionale.
Perché nella Costituzione “c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie” (Piero Calamandrei).
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Dott.ssa Luana Leo
La dottoressa Luana Leo è dottoranda di ricerca in "Teoria generale del processo" presso l'Università LUM Jean Monnet.
È cultrice di Diritto pubblico generale e Diritto costituzionale nell'Università del Salento.
Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso il medesimo ateneo discutendo una tesi in Diritto Processuale Civile dal titolo ”Famiglie al collasso: nuovi approcci alla gestione della crisi coniugale”.
È co-autrice dell'opera "Il Presidente di tutti".
Ha compiuto un percorso di perfezionamento in Diritto costituzionale presso l´Università di Firenze.
Ha preso parte al Congresso annuale DPCE con una relazione intitolata ”La scalata delle ordinanze sindacali ”.
Ha presentato una relazione intitolata ”La crisi del costituzionalismo italiano. Verso il tramonto?” al Global Summit ”The International Forum on the Future of Constitutionalism”.
È stata borsista del Corso di Alta Formazione in Diritto costituzionale 2020 (“Tutela dell’ambiente: diritti e politiche”) presso l´Università del Piemonte Orientale.
È autore di molteplici pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche in materia.
Si occupa principalmente di tematiche legate alla sfera familiare, ai diritti fondamentali, alle dinamiche istituzionali, al meretricio, alla figura della donna e dello straniero.
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