Come pagare la Cassa Forense con il gratuito patrocinio
Dal 2016 la Cassa Forense si potrà pagare con i crediti del gratuito patrocinio.
Se l’avvocato non riesce a pagare i contributi della Cassa Forense, potrà accettare cause di gratuito patrocinio e compensare i suoi onorari con quanto, invece, egli dovrebbe versare a titolo previdenziale.
L’avvocato potrà valersi della compensazione e/o della cessione dei crediti anche solo parzialmente, limitando cioè l’operazione a una parte del compenso, mentre per il residuo richiedendo il consueto bonifico sul conto. Compensazione e cessione dei crediti sono infine soggetti a due presupposti:
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potranno avvenire per un limite massimo pari all’ammontare dei crediti, aumentato dell’Iva e del contributo previdenziale;
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e sempre a condizione che non sia stata presentata opposizione contro la liquidazione degli stessi.
Non solo. Sarà ammessa anche la compensazione dei medesimi crediti vantati a seguito della liquidazione del gratuito patrocinio anche per pagare tutte le tasse, Iva inclusa e, addirittura, anche i contributi del personale dipendente dello Studio.
Lo prevede un emendamento alla legge di Stabilità 2016. Il testo del nuovo articolo è già stato approvato in Commissione Bilancio della Camera.
In questo modo si agevoleranno specialmente i giovani avvocati e si consentirà a chi ha un reddito inferiore a 11.528,41 euro (così aggiornato ad agosto 2015) di potersi valere di una platea più ampia di avvocati da scegliere.
Saranno razionalizzate anche le procedure di liquidazione delle spese di giustizia nei processi: il decreto di pagamento degli onorari dei difensori, degli ausiliari del magistrato e dei consulenti tecnici dovrà essere emesso contestualmente al provvedimento che chiude la fase processuale interessata.
Un secondo emendamento stabilizza l’incentivo fiscale per la negoziazione assistita e per l’arbitrato effettuato dagli avvocati. In particolare viene riconosciuto un credito di imposta pari a 250 euro per i compensi pagati, dai clienti, ad avvocati ed arbitri. La misura, già prevista per il 2015, viene estesa “a tempo indeterminato”. Da oggi, quindi, tutti coloro che metteranno fine alla controversia con un accordo siglato allo studio del proprio difensore potranno scomputare, dalle tasse, fino a 250 euro dimostrando l’avvenuto pagamento della parcella all’avvocato.
Il medesimo beneficio, anch’esso stabilizzato, riguarda il compenso per le cause che dai tribunali vengono spostate all’arbitrato, in caso di pronuncia del lodo.
Passato il vaglio del Bilancio, l’emendamento alla Stabilità proposto dalla commissione giustizia è atteso in Aula per il voto assembleare.
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