La Corte Costituzionale decide sul cognome materno al figlio
Il Palazzo della Consulta ha reso noto che «la Corte costituzionale ha accolto oggi la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di appello di Genova sul cognome del figlio. La Corte ha dichiarato l’illegittimità della norma che prevede l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori».
La “rivoluzione” nasce dal ricorso di una coppia italo-brasiliana residente a Genova che aveva chiesto di poter registrare il proprio bambino con il doppio cognome. Sia in virtù di un concetto di parità, ma anche per armonizzare la condizione anagrafica del piccolo, che ha la doppia cittadinanza, tra il Brasile dove è identificato con il nome materno e paterno, e l’Italia dove ha soltanto il cognome del padre. Ma la richiesta della coppia – assistita dall’avvocata Susanna Schivo – era stata respinta per quella “norma implicita” secondo la quale ai figli nati nel matrimonio va attribuito soltanto il cognome paterno (diverso il caso delle coppie di fatto, dove il bimbo se non viene subito riconosciuto dal genitore, ha automaticamente il nome della madre).
Ora sarà necessario attendere il deposito della sentenza, relatore il giudice Giuliano Amato, per capire quali siano le motivazioni della Corte alla base della decisione presa oggi. Già nel 2006 la Consulta aveva trattato un caso simile, in cui si chiedeva di sostituire il cognome materno a quello paterno: in quell’occasione il giudice delle leggi, pur definendo l’attribuzione automatica del cognome del papà un “retaggio di una concezione patriarcale della famiglia“, dichiarò inammissibile la questione sottolineando che spettava al legislatore trovare la strada risolutiva, ma ad oggi, non è stata varata ancora alcuna legge sul tema.
La Corte d’appello di Genova era, quindi, tornata a sollevare la questione di legittimità ritenendo che vi fossero nuovi presupposti per una pronuncia della Consulta, tra cui la sentenza della Corte europea di Strasburgo che condannò l’Italia proprio sulla questione del cognome materno.
Seguiranno aggiornamenti da parte della redazione nei prossimi giorni.
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