Il coniuge cambia religione? No all’addebito della separazione
Un’ordinanza della prima sezione civile della Cassazione, la numero 14728/16, depositata il 19 luglio scorso, ha rigettato il ricorso proposto dalla donna, la quale chiedeva addebitarsi la separazione unicamente al marito che avendo aderito al credo religioso dei Testimoni di Geova, aveva finito per abbracciare valori incompatibili con quelli assunti in sede di celebrazione del matrimonio concordatario. Di conseguenza, chiedeva anche l’affidamento esclusivo dei figli.
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Gli ermellini abbracciano il ragionamento seguito dai giudici di appello e di primo grado, in quanto il mutamento di religione da parte di uno dei coniugi e conseguente partecipazione alle pratiche di culto del nuovo credo, può incidere sull’armonia della coppia, ma non ne giustifica l’addebito, poiché rientra nell’esercizio del diritto di libertà religiosa di cui all’art. 19 Cost., a meno che tutto ciò non si traduca in comportamenti contrari ai doveri di genitore e di coniuge così come previsti dalla legge, tali da determinare una situazione di grave pregiudizio per la prole.
Il criterio prevalente è sempre quello dell’interesse del minore.
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Giuseppe Di Micco
Laureato in Giurisprudenza con votazione di 110 e lode, tesi in diritto canonico, relatore prof. Mario Tedeschi. Ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, mediante una diretta attività di partecipazione alle udienze in tribunale, nonché nello studio dei casi pratici per la redazione di atti giudiziari e pareri. Praticante abilitato, collabora presso studi legali in materia di diritto civile e diritto del lavoro. Dottore di ricerca in diritto canonico ed ecclesiastico presso l’Università degli Studi di Milano, ha approfondito come tema di ricerca il problema della consumazione del matrimonio nei diritti religiosi (diritto ebraico, canonico, ed islamico). Collaboratore alle cattedre di diritto ecclesiastico, diritto canonico, diritti confessionali e storia e sistemi dei rapporti tra Stato e Chiesa, del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli. Collabora attivamente anche presso le strutture ecclesiali, in particolare negli ambiti liturgici e della formazione giovanile.
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