Il Mediatore: il Facilitatore
ll mediatore viene vissuto dalle parti come figura di “Facilitatore”, un facilitatore che lavora prevalentemente sulla comunicazione fra le parti, riattivando il flusso comunicativo che si è bloccato a causa delle forti barriere psicologiche che le parti hanno alzato nella loro situazione conflittuale spesso alimentate dall’escalation del conflitto. Una delle qualità basiche di un bravo mediatore, che possiamo chiamare “Facilitatore”, risiede nell’accogliere e gestire la negatività che le parti portano in setting. Come mediatori ci troveremo sovente a dover gestire negatività, critiche, squalifiche, distruttività, malintesi, sfiducia, opposizione e conflitto perché le parti in “gioco” si trovano in una delicata situazione mentale che necessita un approfondimento.
Possiamo fare insieme un’interessante riflessione sul concetto di negatività.
Il negativo è sì pena e tensione, lutto e dolore, non possiamo negarlo e dobbiamo gestirlo. Dall’altra, però, non possiamo non vedere che, la negatività espressa da una persona, in una diade o in gruppo riesca a mobilitare nuove energie e vitalità; la negatività fa ritrovare identità, aumenta la motivazione, l’attenzione e la coscienza dei ruoli. Libera forza e il senso di oppressione non infrequente nelle organizzazioni, nella vita. Non è facile invertire la rotta del nostro pensiero che percepisce il conflitto sempre come qualcosa di negativo, riuscendo, invece, a vederlo quale risorsa relazionale. La negatività che inevitabilmente intravediamo in un conflitto ci condiziona. Il conflitto, tuttavia, porta anche dei vantaggi infatti aumenta le motivazioni; aumenta la mobilitazione dell’energia psichica; la coscienza del proprio ruolo e del proprio “potere” (dove per potere personale si intende il potenziale della persona in accezione positiva); l’identità da parte delle due o più componenti conflittuali; un’attenzione a tutti i tipi di conflitto intrapersonale compreso.
Diventa necessario e basilare per il Mediatore saper stare nella negatività! Nei setting mediativi, nelle situazioni conflittuali problematiche o particolarmente problematiche, l’utilizzo e l’applicazione di un approccio “trasformativo” è sempre molto efficace e porta con sé risultati positivi considerevoli.
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Maria Manzi
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